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LE RIVOLUZIONI DEL NORD AFRICA
IL GRANDE TSUNAMI LE RIVOLUZIONI DEL NORD AFRICA abstract da liMes, Rivista italiana di geopolitica, 1/ 2011 a cura della prof.ssa Daniela Melone
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Una gigantesca ondata di rivolte ha investito Tunisia ed Egitto portando alla caduta di due regimi. Da qui l’onda si è propagata in Libia, assumendo la forma di una guerra civile che sta minando il potere di Gheddafi. E minaccia di deviare verso il Golfo Persico.
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LE CAUSE Popolazioni giovanissime, insofferenti di governi di anziani e ultracorrotti. Ingiustizie sociali. Disoccupazione e aumento vertiginoso dei prezzi dei beni essenziali. Regimi disponibili a farsi imporre qualsiasi cosa dalle potenze occidentali. Voglia di libertà enfatizzata dall’universo di Internet.
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IL CONTESTO… E’ un’area critica del pianeta (casa dei musulmani e teatro della guerra al terrorismo. Si affaccia sul Mediterraneo. I terroristi non possono più accusare quest’area di essere serva del mondo occidentale. I moti rivoluzionari di questa regione stanno mettendo in discussione l’assunto che vuole l’islam incompatibile con la democrazia. La rivolta per la prima volta non è alimentata dal risentimento anti-occidentale: i dimostranti non hanno bruciato bandiere americane e non hanno accusato l’imperialismo occidentale. Non vi sono il clero e i mullah dietro le rivolte.
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… E LE CONSEGUENZE Lo sconvolgimento intacca interessi energetici e di sicurezza. L’Europa non ha una linea. Gli USA sembrano orientati ad un ripiegamento strategico, né hanno formulato un piano di assistenza per dare una mano alle società nordafricane e mediorientali a traghettare i loro paesi dalla dittatura alla democrazia. La situazione geopolitica creatasi nel Nord Africa favorisce l’Iran e isola Israele: Israele, infatti, sta perdendo tutti i governi suoi alleati; l’Iran invece sta cavalcando le proteste (vedi Bahrein e Oman) allo scopo di sovvertire i governi filo-occidentali per controllare il Golfo Persico e i giacimenti di petrolio e di gas della Penisola Arabica. L’Italia è circondata da un vortice di instabilità
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LA GUERRA DI LIBIA I moti in Tunisia e in Egitto sono stati l’antefatto di quelli in Libia, ma quella libica è una vicenda completamente diversa: in Tunisia ed Egitto abbiamo assistito a rivolte indolori, in Libia, invece, si sta profilando una guerra civile che si potrebbe protrarre per un tempo indefinito. La Libia condivide con i fatti di Tunisia ed Egitto il bisogno di cambiamento sociale e la rabbia contro l’uso distorto delle ricchezze provenienti dalle risorse energetiche nazionali,ma se ne discosta molto a causa della frammentazione del territorio. Pertanto in Libia è in atto uno scontro tra tribù: l’insurrezione è partita dalla Cirenaica, una regione da sempre ostile a Gheddafi, le cui tribù hanno colto l’occasione offerta dalle rivolte del Nord Africa e del Medio Oriente. La preoccupazione maggiore rispetto a quanto sta accadendo in Libia risiede proprio nel fatto che si tratta di scontri tribali dagli esiti incerti (Chi prenderà il potere? Come saranno le leggi della futura Libia? In che modo verrà amministrato il paese?)
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TANTE TRIBU’ NESSUNA NAZIONE
L’ambiente geografico libico è caratterizzato dalla vastità del deserto che da sempre condiziona la società, la politica, l’economia. Le tribù della costa hanno potuto condurre una vita stanziale, dedicandosi a varie occupazioni. Le tribù dell’interno sono invece nomadi e seminomadi. Le tribù hanno elaborato un’organizzazione autonoma, basata su norme e valori tramandati di generazione in generazione. La Libia, perciò, non può essere considerata uno Stato.
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MUAMMAR GHEDDAFI Il 1° settembre 1969, il colonnello Gheddafi, con un colpo di stato, prese il potere, animato dal desiderio di giustizia sociale e dall’obiettivo di unire le popolazioni arabe per abbattere l’”imperialismo” degli Stati Uniti. Tuttavia, a partire dalla fine degli anni Settanta del secolo scorso, per gestire i conflitti interni alla società libica, avviò una politica basata su tre pilastri fondamentali: redistribuzione delle ricchezze nazionali attraverso sussidi e benefici sociali; imponente sistema di controllo e repressione degli oppositori; attento gioco di alleanze con altre tribù basato sulla spartizione delle cariche e dei proventi del petrolio.
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LE RISORSE: GAS E PETROLIO
Dalle aree petrolifere della Libia si estraggono circa due milioni di barili al giorno. La Libia è anche un grande esportatore di gas. Dalla regione della Cirenaica proviene l’80% delle risorse energetiche della Libia. A partire dal 2005 Gheddafi ha aperto il paese alle grandi compagnie statunitensi, nonché alla British petroil. Attualmente sono almeno cento le compagnie straniere che lavorano nel paese, dando impiego a oltre un milione e mezzo di immigrati che prendono stipendi superiori ai libici
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