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Il villaggio di Thathari

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Presentazione sul tema: "Il villaggio di Thathari"— Transcript della presentazione:

1 Il villaggio di Thathari
La villa di Sassari (Thathari) appare citata per la prima volta, insieme alla chiesa di S. Nicola, nel condaghe di San Pietro di Silki, registro patrimoniale del monastero benedettino femminile ubicato nell’odierna periferia della città, redatto nei secoli XII-XIII.

2 Lo sviluppo economico Agli inizi del Duecento Sassari conosce uno straordinario sviluppo, determinato dalla felice posizione geografica. Si afferma quale punto terminale del sistema produttivo del giudicato di Torres basato su un’intensa cerealicoltura, sulla pastorizia e l’allevamento del bestiame.

3 Link Thathari Nei secoli XI-XIII Thathari era uno dei tanti villaggi del giudicato di Torres, governato dalla dinastia dei De Laccon, che comprendeva le regioni nord-occidentali della Sardegna. Il giudicato entrò in crisi intorno alla metà del Duecento, sia per la progressiva ingerenza di Pisa e di Genova, con i loro interessi politici e commerciali, sia per l’inadeguatezza delle antiche istituzioni incapaci di interpretare le nuove istanze e le esigenze del nascente mondo urbano.

4 Una felice posizione naturale
La posizione collinare della città, lontana dalle pianure malariche, grazie anche alla presenza di sorgenti naturali favorisce lo sviluppo delle attività agricole specializzate (vigneti, orti e frutteti) e di quelle molitorie.

5 Dalla villa alla città La costruzione della cinta muraria negli anni Trenta del XIII secolo rappresenta la definitiva affermazione dell’identità urbana.

6 La nascita del Comune Il Comune nasce nella seconda metà del Duecento, vincolato ad una Dominante – prima Pisa, poi Genova – che inviava il podestà col compito di esercitare un controllo politico sulla vita amministrativa e commerciale.

7 Link Pisa Nel 1272 il Comune di Sassari accolse da Pisa il podestà Arrigo da Caprona e i suoi collaboratori. Conosciamo altri nomi di podestà pisani: Gottifredo Sampante nel 1282 e Tano Badia de’ Sismondi nel 1283.

8 Link Genova Nel 1294 con la convenzione tra il Comune di Sassari e la Repubblica di Genova, firmata da sindici e ambasciatori della comunità locale, inizia la dominazione genovese: come Pisa, la Repubblica di San Giorgio inviò a Sassari i propri podestà. Conosciamo i nomi di Ottone Boccanegra (1300 circa), Rolando di Castiglione (1313), Cavallino degli Onesti (1316), Alberano Salvago e Cicala dei Cicala (in anni imprecisati del Trecento). Nel Palazzo della Provincia un grande dipinto del pittore catanese Giuseppe Sciuti ricorda la firma della convenzione con Genova (1294).

9 Gli organi consiliari Una relativa autonomia viene lasciata ai ceti dirigenti locali, rappresentati dal Consiglio degli Anziani (cui spettava il potere esecutivo) e dal Consiglio Maggiore, un’ampia assise composta da coloro che godevano del privilegio di cittadinanza.

10 I quartieri e le parrocchie
La struttura urbanistica, prima concentrata intorno alla chiesa di S. Nicola e al pozzo ancor oggi denominato Pozzo di Villa, si amplia verso quattro direttrici di espansione, veri e propri quartieri nuovi, corrispondenti ad altrettante chiese parrocchiali (S. Sisto, S. Donato, S. Apollinare, S. Caterina).

11 Il cuore della città All’interno delle mura si costituiscono, come avveniva nelle altre città, i luoghi del mercato (Carra Manna, attuale Piazza Tola), delle attività artigiane e delle istituzioni (la platha con la sede del Comune).

12 Il Palazzo di Città L’edificio sorgeva al centro della platha de Cotinas, l’arteria principale della città (l’odierno corso Vittorio Emanuele II) che collegava l’attuale Porta Sant’Antonio con la Porta Castello; nei porticati della platha – alcuni dei quali ancor oggi visibili – erano ubicate le botteghe dei mercanti.

13 Link Palazzo: danni e incendi
Il palazzo civico subì gravi danni durante la breve occupazione francese nel 1527 e durante i tumulti per la mancanza di pane del In entrambi i casi i danni maggiori vennero arrecati all’archivio civico con la devastazione e l’incendio delle carte.

14 Gli Statuti La testimonianza più rilevante della civiltà comunale sassarese è costituita dagli Statuti, emanati nel 1316, ma frutto della rielaborazione di un precedente corpus normativo promulgato durante il dominio pisano.

15 Link Statuti Nel 1316 il podestà genovese Cavallino degli Onesti emanò gli Statuti in lingua sarda logudorese. Il codice è articolato in 3 libri, per un totale di 252 capitoli: nel primo libro sono comprese le norme relative al diritto pubblico e a quello agrario; nel secondo le norme di diritto privato e di diritto processuale; nel terzo quelle di diritto criminale. Il codice pergamenaceo era conservato nel Palazzo Civico e poteva essere consultato in ogni evenienza. Oggi questa importante fonte può essere consultata presso l’Archivio Storico del Comune di Sassari.

16 I villaggi del contado La rete di villaggi che ruotava intorno a Sassari, e che costituiva il territorio di Romangia e Fluminargia, viene in gran parte incorporata nel distretto comunale e amministrata da ufficiali nominati dal governo civico. S. Barbara di Innoviu S. Leonardo di Bosove S. Antonio di Innoviu

17

18 S. Martino di Enene

19 S. Martino di Enene

20 S. Eusebio di Kitarone S. Pietro di Silki

21 Link villaggi Centri come Silki, Kitarone, Bosove (oggi Latte Dolce), Enene (Eba Ciara), Innoviu (Li Punti) e Ottava contribuirono nel momento dello sviluppo di Sassari a popolare la nuova città, che d’altra parte si arricchì della massiccia immigrazione di elementi toscani, liguri, corsi e sardi. Lo stesso dialetto sassarese si formò nel corso del tempo come un ibrido di apporti logudoresi, italiani e successivamente catalani e castigliani.

22 Il porto di Torres Sassari poteva contare sul vicino scalo portuale di Torres, che significativamente nelle fonti è talvolta denominato “porto di Sassari”. La cronaca medievale nota come Libellus Iudicum Turritanorum descrive il porto protetto da una torre con i magazzini di stoccaggio delle merci e una forte presenza di mercanti italiani.

23 Sassari e la Corona d’Aragona
Nel 1323 una delegazione di eminenti cittadini sassaresi si reca a Barcellona per consegnare a Giacomo II le chiavi della città e sollecitare l’intervento del re d’Aragona in quella Sardegna che papa Bonifacio VIII gli aveva concesso in feudo nel 1297. Sassari diventa “città regia”: nel suo stemma insieme alle torri sarebbero state inserite le bande catalane gialle e vermiglie. Pietro IV il Cerimonioso re di Aragona ( )

24 Il castello aragonese Un diffuso malcontento verso i nuovi dominatori iberici porta già negli anni ad una serie di rivolte duramente represse. La reazione catalano-aragonese si manifesta nella costruzione di un castello localizzato presso l’attuale omonima piazza. Il castello verrà abbattuto con una delibera municipale del 1877.

25 Link Sassari aragonese
La nuova dominazione iberica modificò ben presto la struttura amministrativa della municipalità: il podestà venne sostituito da un vicario (veguer), un ufficiale regio preposto al controllo della vita cittadina, e da un consiglio civico ristretto di cinque consellers o iurats, insieme ad un più ampio Consell con funzioni consultive.

26 Sassari arborense Alla fine del Trecento Sassari fu conquistata temporaneamente dai giudici di Arborea e rientrò definitivamente in possesso della Corona d’Aragona nel 1410. Mariano IV di Arborea

27 Sassari nel Quattrocento
Il Quattrocento segna un momento di forte sviluppo dell’economia urbana, a suggello di una netta egemonia politica ed economica su tutto il Capo di Sopra.

28 Link Sassari nel Quattrocento
Nel periodo di massima espansione la città contava circa abitanti, era cinta da mura e da torri, di cui rimangono ancor oggi parzialmente le vestigia.


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