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MOVIMENTO PAUPERISTICO ED ERESIE

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Presentazione sul tema: "MOVIMENTO PAUPERISTICO ED ERESIE"— Transcript della presentazione:

1 MOVIMENTO PAUPERISTICO ED ERESIE

2 SPIRITO DEL TEMPO 1. Desiderio di maggiore povertà basato sul modello della vita degli apostoli agli inizi della chiesa. 2. A questo si aggiungeva il tipo del predicatore itinerante sul modello dei primi discepoli inviati da Gesù (cfr.Mt 10,5-15 e Lc 10, 1-9). 3. Inoltre l’immagine di Gesù povero si fa sempre più largo in Occidente, in coincidenza con il ritorno a casa dei crociati.

3 4. Questi elementi interagirono nel dar origine ad un vasto movimento popolare teso alla imitazione di Cristo povero. 5. Maggior coscienza di sé da parte dei laici (cfr.sono iniziate le prime Università, Bologna 1088, Pavia, Salerno, Parigi, Oxford. NB. nate sempre, comunque, per iniziativa dell’istituzione ecclesiastica). 6. In molti casi strideva il contrasto di questo ideale con la situazione di tanta parte della Chiesa istituzionale (cfr.la situazione tedesca dove i vescovi erano principi).

4 I Càtari La setta più importante del tempo è quella dei Catari (dal greco = i puri). La loro origine non era cristiana; derivavano dall’eresia neomanichea presente nei Balcani (Bulgaria) dei Pauliciani e dei Bogomili trapiantata in Occidente attraverso il commercio e le crociate. Aveva i suoi centri principali nelle regioni culturalmente ed economicamente più evolute del tempo, nel sud della Francia e nell’Italia settentrionale.

5 I Catari francesi erano detti anche “albigesi” dal nome del loro centro principale, la città di Albi. I Catari costituivano una chiesa segreta parallela, bene organizzata e strutturata, nella quale dominava il pensiero dualistico e l’ostilità verso la Chiesa cattolica. Essi erano divisi in una serie di gruppi privi di collegamento unitario tra loro.

6 Vescovadi catari e il dilagare dell’eresia dall’ Oriente a all’Occidente

7 Centro territoriale dell’eresia catara nella Francia meridionale

8 I catari nell’Italia settentrionale e centrale nel XIII secolo

9 Elementi dottrinali dei Catari
Dottrina dualistica (esiste un doppio principio eterno del bene e del male), deprezzamento del mondo materiale, negazione della libera volontà e della risurrezione della carne, ascetica severa, cristologia docetica (Docetismo: La parola deriva dal greco dokeo, che significa "sembrare" o "comparire". Secondo il docetismo, l'eterno Figlio di Dio, non è realmente diventato umano o ha veramente sofferto sulla croce; è diventato uomo ed ha sofferto solo in apparenza. L'eresia sorta in ambiente ellenistico si fondava sul principio che il mondo materiale è irreale o male).

10 Struttura interna delle comunità Catare
Al loro interno presente una gerarchia strutturata in vescovi e diaconi; esisteva probabilmente anche un papa cataro. Il nucleo centrale della setta era costituito dai “perfetti” (gruppo numericamente limitato) o “apostoli” che dovevano ripristinare il cristianesimo della chiesa primitiva con l’esercizio della povertà e della predicazione ambulante.

11 Loro caratteristica principale era il completo rifiuto del mondo
Loro caratteristica principale era il completo rifiuto del mondo. Dovevano rigorosamente astenersi dal matrimonio perché dipendente dalle esigenze della materia (negativa); astenersi dalla proprietà di cose terrene, dal consumo di cibo animale (tranne il pesce), dal lavoro. Si dedicavano alla predicazione e alla direzione del culto.

12 Allo stato di perfezione si arrivava dopo un lungo periodo di prova (catecumenato) ricevendo il battesimo di spirito (o consolamentum) l’unico sacramento dei Catari. La massa dei semplici fedeli (credentes) per lo più restavano esternamente uniti alla Chiesa cattolica ed assumeva solo l’obbligo di ricevere prima della morte il “consolamentum”, indispensabile per la salvezza. Essi non abbracciavano in tutto la severa morale dei “perfetti”

13 Allo stesso modo i catari combattevano anche lo stato.
Per come si presentavano essi rappresentavano veramente una minaccia per l’esistenza non solo della Chiesa, ma anche della società: proponevano un evangelismo rigoroso, antisacerdotale e antigerarchico, un dualismo che vedeva il male incarnarsi nella materia (il corpo è una prigione) e nell’ordine temporale. Il Cataro, il “perfetto”, si rifiuta di procreare; il matrimonio per lui, è un concubinato legale; una donna incinta ha “il diavolo in corpo”. Il Cataro rifiutava di osservare le esigenze della vita associata o di prestare giuramento. Le conseguenze del peccato originale potevano essere cancellate grazie al battesimo dello Spirito, instaurato da Cristo, amministrato alla fine della vita per impedire di ricadere nel peccato. Se invece si continuava a vivere, per non peccare (contaminarsi inevitabilmente con la materia) il Cataro preferiva lasciarsi morire o chiedeva ai congiunti di ucciderlo.

14 I Valdesi Fondatore fu il ricco mercante Pietro Valdo di Lione.
Profondamente scosso dalla lettura della S.Scrittura e dalla leggenda di S.Alessio egli ruppe ogni legame con il mondo, affidò i suoi beni alla moglie e nella carestia del donò il rimanente patrimonio ai poveri. Altri uomini e donne si associarono a lui. Mettendo in pratica l’indicazione di Mt 10,5/Lc 10,1 si misero in viaggio a due a due in povertà e vestiti di un semplice saio, predicando penitenza.

15 I centri valdesi dal 1177 al 1277

16 I Valdesi nella Francia meridionale

17 In breve tempo il movimento si diffuse molto e abbracciò anche gli Umiliati della Lombardia (una pia confraternita di laici tessitori e lanaioli, dai quali più tardi si sviluppò un ordine vero e proprio). Poiché i Valdesi si dedicarono alla predicazione della Parola di Dio senza l’autorizzazione ecclesiastica e si ergevano a giudici dei costumi del clero, il vescovo di Lione proibì loro la predicazione e lì bandì. Valdo ricorse al papa Alessandro III (1179) Il papa decise che essi potevano predicare (solo la penitenza non questioni dottrinali), ma solo con il permesso del vescovo del posto.

18 A questa disposizione Valdo obbedì per poco tempo.
Poi si oppose all’autorità ecclesiastica in nome di At 5,29 (“bisogna obbedire a Dio piuttosto che agli uomini”). Nel 1184, papa Lucio III nel sinodo di Verona scomunicò “i poveri di Lione” assieme ai Catari e ai seguaci di Arnaldo da Brescia. I “fratelli” e le “sorelle” valdesi si ritirarono allora a vita clandestina, raccogliendo segretamente segaci e simpatizzanti fra i secolari che davano loro ospitalità e accoglienza, poiché essi stessi, avevano rinunciato al lavoro manuale e si dedicavano esclusivamente alla predicazione ambulante e all’assistenza spirituale dei loro adepti.

19 Essi emettevano il triplice voto di povertà, castità ed obbedienza verso i loro superiori, cioè verso Valdo incaricato da Dio e verso la gerarchia (vescovi, presbiteri e diaconi) da lui ordinata. La S.Scrittura era da essi tradotta nelle lingue volgari e da essi caldamente raccomandata per la lettura, aveva per essi valore di norma dottrinale assoluta e di codice giuridico.

20 Al loro interno i Valdesi incominciarono a dividersi ben presto.
I Lombardi (Valdesi italiani), nonostante l’opposizione di Valdo, volevano avere l’elezione e l’ordinazione dei propri pastori e conservare la pratica del lavoro manuale retribuito. Nel 1210 si giunse così alla rottura che si mantenne anche dopo la morte di Valdo (+1217). I Valdesi di Francia, nonostante tutto, mantenevano un certo legame con la Chiesa cattolica, partecipando alle funzioni liturgiche.

21 I Valdesi Italiani, invece, passarono ad una più aspra opposizione, negando la validità dei sacramenti amministrati dai sacerdoti cattolici e istituendo un servizio liturgico autonomo. Il ramo lombardo fu molto attivo. Mediante una attiva propaganda clandestina questo ramo riuscì a propagarsi in Piemonte, in Moravia, in Polonia, in Ungheria e anche in Italia Meridionale.

22 L’inquisizione fu molto attiva nei loro confronti e molti furono i Valdesi mandati al rogo. Molti furono anche quelli, occorre pur dirlo, che ritornarono nella Chiesa cattolica con persuasione pacifica (i “Poveri cattolici”, i “Lombardi riconciliati”). Nel sec.XV i Valdesi di Boemia si fusero con gli Ussiti e i Fratelli Boemi. Nel sec.XVI nei paesi neolatini, i Valdesi si unirono ai Calvinisti (1532). Da allora in poi seguono le sorti del mondo protestante. Oggi i Valdesi sono circa presenti quasi tutti in Italia in Piemonte (Valpellice).


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