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Come svolgere l’analisi di un testo poetico
Slides di recupero per alunni con sospensione di giudizio
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I diversi momenti dell’approccio al testo letterario
Si possono distinguere due momenti fondamentali: la descrizione, che riguarda gli aspetti esterni, formali e tematici; l’interpretazione, rivolta al significato del testo attraverso la correlazione con il contesto nel quale è stato elaborato e con il nostro tempo. L’interpretazione tiene conto della descrizione, ma non sarà mai riconducibile solo a quella, perché conterrà sempre il riferimento alla prospettiva dell’interprete attuale.
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La descrizione La descrizione di un testo poetico si divide a sua volta in quattro momenti. Datazione e collocazione del testo. Comprensione del significato letterale (parafrasi). Analisi delle componenti linguistiche, stilistiche e strutturali. Individuazione del tema o dei temi.
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Un esempio di analisi del testo poetico
Nelle seguenti slides analizzeremo una poesia di Dante per affrontare le diverse parti del tema di analisi del testo.
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Tanto gentile e tanto onesta pare
Tanto gentile e tanto onesta pare la donna mia quand'ella altrui saluta, ch'ogne lingua deven tremando muta, e li occhi no l'ardiscon di guardare. Ella si va sentendosi laudare, benignamente d'umiltà vestuta; e par che sia una cosa venuta da cielo in terra a miracol mostrare. Mostrasi sì piacente a chi la mira, che dà per li occhi una dolcezza al core, che 'ntender no la può chi no la prova: e par che da le sue labbia si mova uno spirito soave pien d'amore, che va dicendo a l'anima: Sospira.
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1. Quando è stato scritto questo testo?
La datazione e la storia del testo sono indispensabili per capire l’occasione in cui il testo è stato scritto, a quali destinatari è rivolto, a quale fase della storia dell’autore appartenga l’opera e per metterne a fuoco la genesi.
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La risposta Il sonetto di Dante “Tanto gentile e tanto onesta pare” appartiene alla Vita nuova, cioè a una specie di autobiografia della giovinezza di Dante, in cui egli racconta la storia del proprio amore per Beatrice. Il sonetto, scritto prima della morte della donna e posto al centro dell’opera, rappresenta un momento culminante nella vicenda poetica giovanile dell’autore.
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2. Che cosa dice? Il primo obiettivo da conseguire per la comprensione del significato letterale di un testo poetico è la realizzazione, scritta o anche solo mentale, di una parafrasi. Essa consiste in una vera e propria traduzione dal linguaggio del poeta a quello più semplice e attuale del lettore.
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La parafrasi Si sviluppa in due tipi di lavoro, sul lessico e sullo stile: ricerca sul vocabolario del significato delle parole difficili o che hanno un senso diverso da quello odierno; ricostruzione dell’ordine logico-grammaticale dei singoli periodi e poi del testo nel suo insieme; riscrittura del testo nel linguaggio comune.
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Dell’indispensabilità della parafrasi…
La parafrasi è indispensabile perché: consente una conoscenza puntuale del contenuto informativo del testo, senza la quale non si può procedere all’analisi e all’interpretazione; sviluppa le conoscenze lessicali e logico- sintattiche; è una prima fonte di attualizzazione del testo.
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… e dei suoi limiti Ogni parafrasi, anche la migliore, ha due limiti:
riduce sempre la ricchezza dei significati del testo; molte forme di poesia moderna si fondano su una voluta apertura e indeterminatezza del significato, un’ambiguità che è impossibile rendere attraverso una semplice parafrasi, che tende a interpretare il senso in una sola direzione.
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3. Come lo dice? In un testo poetico la forma ha un peso assai maggiore che in un testo in prosa. Si può dividere l’analisi in due momenti: ricostruzione dei caratteri metrici e fonici del testo; analisi della lingua e dello stile.
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a) La metrica È necessario per prima cosa riconoscere la forma metrica, i versi impiegati, l’eventuale divisione in strofe. Può essere utile individuare le rime, per capire quale incremento di significato portano e come aiutano ad individuare il tema. È necessario poi verificare le figure foniche. Si deve porre attenzione anche al rapporto tra sintassi e struttura metrica, che può essere di coincidenza o di non coincidenza; in questo secondo caso, si può registrare un effetto di sottolineatura della porzione di periodo che fuoriesce dal verso (enjambement).
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Esempio sul testo Il testo di Dante è un sonetto di endecasillabi. Nel testo, “pare” del primo verso rima con “guardare”, “laudare” e “mostrare”. Se si considera che il verbo “parere” in Dante significa ‘apparire, mostrarsi’, è facile verificare che questa catena di rime ruota attorno al tema centrale del testo: la relazione tra il mostrarsi miracoloso di Beatrice e la visione di lei da parte del poeta, con l’unica eccezione del verbo “laudare”, che costituisce il modo attraverso il quale il poeta, che guarda, si mette in contatto con l'apparizione femminile e la celebra. Nelle terzine “mira” rima con “sospira”, rafforzando il collegamento tra la contemplazione e la commozione. Nel testo sono presenti diverse allitterazioni (“miracol mostrare/ Mostrasi”, vv-8-9; “spirito soave”, v. 13, che anticipa il conclusivo “sospira”). In questo sonetto sono poi presenti diversi enjambements ai vv. 1-2, 7-8 e e riguardano tutti e tre le apparizioni di Beatrice, che ne riceve un effetto di distensione e di pacificazione.
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b) Lingua e stile L'analisi di questo aspetto si effettua interrogandosi su quei luoghi del testo che è stato necessario modificare per avvicinarli all'uso comune. Si tratta di valutare il tipo di lingua impiegato dal poeta (una lingua stilizzata o innovativa, vicina o lontana dall'uso, concreta o astratta, sublime o realistica...). Tale valutazione deve tener conto del contesto linguistico nel quale è stato prodotto il testo.
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b) Lingua e stile Lo stile potrà presentare periodi brevi o lunghi, struttura ipotattica o paratattica, ordine normale degli elementi logici o inversione (anastrofi o iperbati). L'individuazione delle figure retoriche completa infine la ricognizione delle scelte stilistiche.
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Esempio sul testo Il sonetto di Dante presenta uno stile abbastanza piano e scorrevole, ben adatto alla raffigurazione armoniosa del soggetto. A livello di figure retoriche si possono evidenziare soprattutto l'anadiplosi ai vv. 8-9 (mostrare/mostrasi), che ha una funzione rilevante dal punto di vista del significato, e la metafora del verso 6 (“vestuta”, cioè 'vestita' per 'atteggiata'), che sottolinea la natura angelica di Beatrice, la cui veste è costituita dalle sue virtù e in particolare dall'umiltà.
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4. Quale immagine esprime?
Ogni testo ruota attorno a uno o più temi essenziali, che rinviano da una parte ai fondamenti universali della natura umana, dall'altro all'immaginario dell'epoca. Perciò l'individuazione del tema è utile sia per inquadrare storicamente il testo che per stabilire un confronto tra passato e presente, facilitando il passaggio all'interpretazione del testo.
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Esempio sul testo Il sonetto di Dante descrive Beatrice nell'atto di salutare. Il saluto consiste nel trasmettere ai presenti l'augurio della salvezza eterna e coincide con l'apparizione della donna, raffigurata quale tramite e manifestazione miracolosa della divinità. Centrale è infatti qui proprio il tema del “miracolo”, sottolineato dai termini che indicano l'azione di apparire (parere, mostrare). I versi 7-8 dichiarano in maniera esplicita la natura di Beatrice quale tramite divino.
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L'interpretazione Nella fase di descrizione al centro della classe c'è il testo, mentre nella fase di interpretazione al centro va posta la classe stessa come comunità che si interroga sull'attualità e sul valore del testo. Nell'interpretazione si distinguono due operazioni: 1) la storicizzazione o contestualizzazione; 2) l'attualizzazione.
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La storicizzazione Non si tratta di riferire meccanicamente l'opera a un determinato periodo, ma di giustificare tale riferimento attraverso l'analisi degli aspetti formali del testo, dell'ideologia e della poetica dell'autore.
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Esempio sul testo Nel sonetto di Dante si individua il modo dell'autore e dei suoi contemporanei di concepire la realtà dei fenomeni. Beatrice non è rappresentata semplicemente come una bella donna che trasmette gioia a chi la incontra, ma è anche al di là dell'apparenza sensibile, un segno, anzi un simbolo della divinità. La sua presenza è associata al tema del miracolo. È come se alla bellezza della donna fosse assegnato il compito di trasmettere il messaggio di salvezza inviato da Dio agli uomini. In questa concezione consiste il simbolismo medievale: la realtà non conta tanto in se stessa – come per noi moderni - quanto per i rimandi misteriosi che è in grado di stabilire con il mondo divino.
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L'attualizzazione Consiste nel definire il significato per noi di un testo. Il lettore stabilisce dei confronti tra il passato e il presente, segna differenze e somiglianze. Ciò è il presupposto di ogni operazione critica: se il testo non avesse ragioni di interesse per noi, non si vede perché dovremmo leggerlo!
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L'attualizzazione Percepire la distanza di un testo, ciò che lo distingue da noi e dal nostro tempo, non è meno importante del coglierne invece i rapporti di contiguità con l'oggi. Il testo può rappresentare un momento storico irripetibile nel presente, oppure prospettare soluzioni e problemi ancora attuali.
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Esempio sul testo Il testo di Dante rappresenta un modo di concepire l'amore lontanissimo dalla sensibilità moderna. Esso tuttavia ci costringe a misurare le nostre idee, il nostro immaginario, la nostra sensibilità con un mondo lontano e diverso, producendo un sentimento di confronto aperto e problematico. In un mondo come il nostro, irto di difficoltà culturali, questo stesso risultato (e il rispetto per l'”altro” che ne deve derivare) è senza dubbio un valore.
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Un esempio di analisi del testo libera: il sonetto proemiale di Petrarca
Voi ch'ascoltate in rime sparse il suono di quei sospiri ond'io nudriva 'l core in sul mio primo giovenile errore quand'era in parte altr'uom da quel ch'i' sono, del vario stile in ch'io piango et ragiono fra le vane speranze e 'l van dolore, ove sia chi per prova intenda amore, spero trovar pietà, nonché perdono. Ma ben veggio or sì come al popol tutto favola fui gran tempo, onde sovente di me medesmo meco mi vergogno; et del mio vaneggiar vergogna è 'l frutto, e 'l pentersi, e 'l conoscer chiaramente che quanto piace al mondo è breve sogno.
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Collocazione e datazione
Il componimento è posto ad apertura dei Rerum vulgarium fragmenta e ha lo scopo di annunciarne il tema amoroso (i “sospiri”), la disillusione che lo ha seguito (espressa dalla terzina conclusiva), il conseguente giudizio di condanna che ora è stato formulato dal poeta (“errore”). Viene qui d'altra parte annunciato il modo in cui la raccolta è strutturata (“rime sparse”) e la varietà che caratterizza, al suo interno, la trattazione del medesimo tema (il “vario stile”). La collocazione iniziale non deve far dimenticare, tuttavia, che il testo è stato composto in un momento abbastanza tardo, forse attorno al 1350, e comunque dopo la morte di Laura (1348).
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La metrica e l'elaborazione formale
La forma metrica è quella del sonetto, dominante nel Canzoniere petrarchesco con lo schema di rime ABBA, ABBA; CDE, CDE. La raffinata elaborazione formale del sonetto è testimoniata innanzitutto da una fittissima tessitura fonica. La prima quartina è segnata dall'iterazione del gruppo /ri/ (“Rime”, “sospiRI”, “nudRIva”, “pRImo”): la seconda dal gruppo /va/ (“VArio” - che rilancia anche /ri/ della quartina precedente -, “Van”, “proVA”, “troVAr”). Anche le terzine sono dominate dalla figura dell'allitterazione: “favola fui”, “me medesmo meco mi”, “vaneggiar vergogna”, “conoscer chiaramente che quanto”. Questa cura formale ha innanzitutto un valore in se stessa: l'armonia e la raffinatezza dell'elaborazione testimoniano, in Petrarca, la nobilitazione della materia amorosa. Ciò è particolarmente importante in questo caso, dedicato ad un processo di sublimazione. Inoltre, il meccanismo della ripetizione esprime ansia e agitazione. Frutto di profonda e cosciente elaborazione è anche il raffinato chiasmo dei vv. 5-6, nei quali a “piango” corrisponde “dolore” e a “ragiono” “speranze”. Il poeta chiede così pietà per il dolore provato e perdono per le illusioni di cui si è nutrito.
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I temi e l'elaborazione concettuale
Il poeta offre al lettore quattro tip fondamentali di informazione: 1) sono stato a lungo innamorato; 2) ora sono cambiato; 3) chiedo pietà e perdono; 4) sono degno di riceverli. Il punto 4 è l'unico non esplicito, eppure da un certo punto di vista è il più importante. Esso risulta dai tre precedenti, soprattutto se collocati all'interno della prospettiva cristiana, in cui la conversione (punto 2) e la richiesta di perdono (punto 3) costituiscono le premesse necessarie e sufficienti al ricevimento della grazia. Il collegamento tra i vari punti è assicurato dalla complessa elaborazione concettuale messa in campo dal poeta, in cui numerosi elementi diversi trovano posto l'uno accanto all'altro, stabilendo collegamenti logici e consequenziali. L'abilità discorsiva del poeta consiste soprattutto nel mettere a contrasto il passato con il presente, introducendo il punto di vista del presente già all'interno del modo in cui il passato viene evocato (“vane speranze” e “van dolore”).
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Contestualizzazione: fra cultura cortese e prospettiva cristiana
Il sonetto contiene numerosi elementi tradizionali nella poesia amorosa cortese e in particolare stilnovistica. I principali sono: il coinvolgimento del lettore (“voi” al v. 1), il rimando ad un pubblico di esperti d'amore (v. 7), l'adozione di una terminologia specifica della materia amorosa. Come si vede tali richiami sono assenti nelle terzine. Sono però anche presenti nel sonetto alcuni riferimenti alla prospettiva cristiana. I principali sono: il richiamo alla trasformazione dell'individuo (v. 4), che allude implicitamente al tema della conversione, il motivo dell'inutilità e della illusorietà dei beni terreni, la dichiarazione esplicita di pentimento e la richiesta di perdono.
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La posizione culturale e ideologica di Petrarca
La compresenza di motivi cortesi (e laici) e di motivi cristiani di cui si è parlato nel punto precedente testimonia la natura composita della formazione petrarchesca e la crisi dell'equilibrio tra le due sfere che si era determinato con lo stilnovismo. In Petrarca le leggi dell'amore e quelle di Dio tornano a dividersi e a provocare contraddizioni e ambivalenze interiori. Infatti le due serie di riferimenti non sono parallele, o giustapposte, ma interferiscono violentemente, sono cioè messe a confronto e poste come alternative. Lo scontro è qui risolto a favore dei valori cristiani, alla luce dei quali viene rappresentato e reinterpretato il modello cortese e stilnovistico. Ciò conferisce a questo sonetto un valore esemplare che ben si presta alla funzione introduttiva, cioè al compito di dare un significato anche ideologicamente positivo alle contraddizioni e agli smarrimenti rappresentati nel Canzoniere.
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L'attualizzazione e la valorizzazione
Tanto il riferimento alla civiltà cortese quanto la tensione morale cristiana che anima questo testo appaiono oggi comprensibili solo con lo sforzo e con un impegno di natura storica. C'è tuttavia nel sonetto un tema ben attuale: quello della crescita individuale e del cambiamento, anche profondi, che la maturazione comporta. A tale tema è poi associata una riflessione sul rapporto con il proprio passato, che costituisce il fondamento dell'identità individuale, ma può esprimere anche tensione e contrapposizione rispetto al presente. Il valore ancora oggi per noi del componimento sarà dunque, oltre che nella nettezza con cui ricostruisce i termini di un conflitto storico importante, nell'esemplare teatralizzazione di una dialettica interna a ciascun individuo, tra momenti diversi della vita e anche, al fondo, tra parti diverse della personalità. È una delle ragioni che pongono Petrarca all'avvio di quella problematizzazione dell'identità dell'io che con la modernità diviene lacerante e che non cessa di riguardare anche noi, forniti di sempre più incerti strumenti ricompositivi. Il fascino di questo sonetto sta anche nel fatto che Petrarca, nel momento in cui proclama la disillusione massima circa i desideri del mondo, riconquista anche un'armonia e un'unità, cioè un significato, di cui noi siamo divenuti probabilmente incapaci.
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