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PESCA DEL GOBBETTO STRIATO, PLESIONIKA EDWARDSII (BRANDT, 1851), CON NASSE SPERIMENTALI NEL TIRRENO SETTENTRIONALE P. Sartor1, I. Rossetti2 , A. Vannucci2,

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Presentazione sul tema: "PESCA DEL GOBBETTO STRIATO, PLESIONIKA EDWARDSII (BRANDT, 1851), CON NASSE SPERIMENTALI NEL TIRRENO SETTENTRIONALE P. Sartor1, I. Rossetti2 , A. Vannucci2,"— Transcript della presentazione:

1 PESCA DEL GOBBETTO STRIATO, PLESIONIKA EDWARDSII (BRANDT, 1851), CON NASSE SPERIMENTALI NEL TIRRENO SETTENTRIONALE P. Sartor1, I. Rossetti2 , A. Vannucci2, C. Viva1 1 Centro Interuniversitario di Biologia Marina ed Ecologia Applicata, V.le N. Sauro, 4; Livorno 2 Soc. Coop. APLYSIA r.l. - Livorno Introduzione Nelle marinerie italiane la pesca di crostacei decapodi con nasse è quasi esclusivamente indirizzata alle cattura di aragoste. Negli ultimi anni alcune marinerie straniere tra cui quelle spagnole stanno effettuando una pesca con nasse a gamberi batiali, essenzialmente Plesionika edwardsii (Gestin e Guennegan, 1989) (Fig. 1). Progetti sperimentali (Secci et al., 1994; Colloca, 1999) hanno evidenziato la validità di questi attrezzi per la cattura del gobbetto striato, P. edwardsii, anche nelle nostre acque. Il presente lavoro si prefigge di caratterizzare le catture e i rendimenti di questa specie effettuati con nasse sperimentali nel piano batiale davanti a Porto Ercole (Gr). Materiali e Metodi Nei tre anni d’indagine (2003, 2004 e 2005) sono state effettuate 24 cale con nasse sperimentali, tra 294 e 447 m di profondità, a più di 20 miglia da Porto Ercole, in un’area con fondali fangosi caratterizzata da forti pendenze. Le nasse hanno una forma tronco-conica e sono costituite da una intelaiatura in filo di ferro zincato di 4 mm di diametro, circondata da una rete in plastica bianca (con maglie quadrate di 10 mm di lato); sono inoltre provviste di galleggianti per mantenerle sospese a circa un metro dal fondo (Fig. 2 e 3) Per ogni giornata di pesca sono state calate 30 nasse, innescate con sardine salate e mantenute in acqua per circa 24 ore. Il materiale catturato è stato mantenuto separato per nassa e classificato fino al livello di specie. Risultati Le nasse sono risultate altamente selettive; sono state catturate solo dodici specie, dieci di crostacei decapodi e due di pesci (Tab. 1). La specie bersaglio, P. edwardsii, ha nettamente dominato le catture, rappresentando il 93% in numero e l’85% in peso sul totale delle prove sperimentali (Fig. 4) ed in cinque cale la cattura è risultata addirittura monospecifica. Tra le specie accompagnatrici più abbondanti, da segnalare Chlorotocus crassicornis e Plesionika giglioli per quanto riguarda i crostacei e Conger conger tra i pesci. Le catture di altri crostacei di valore commerciale sono state limitate a soli due esemplari di Nephrops norvegicus e uno solo di Parapenaeus longirostris. Conclusioni La cattura praticamente monospecifica di P. edwardsii ottenuta con le nasse è un risultato simile a quanto ottenuto nel Golfo del Cilento (Colloca, 1999) anche se, in quel caso, è stato rilevato un numero decisamente maggiore di specie accessorie. A livello di rendimenti globali, quelli ottenuti nel presente lavoro (corrispondenti a circa 100 g per nassa) sono più bassi rispetto a quanto generalmente riportato in letteratura per la stessa specie e con la stessa tipologia di nassa. Un elemento in comune a tutte le sperimentazioni è stata l’alta variabilità delle catture, con abbondanti pescate spesso associate ad altre con catture molto scarse. Tale variabilità è imputabile essenzialmente agli spostamenti nella colonna d’acqua effettuati dalla specie bersaglio, in funzione della sua ecologia ed etologia. Riferimenti Bibliografici COLLOCA F. (1999) - Campagne sperimentali di pesca con le nasse per la cattura dei gamberi del genere Plesionika nell’area del Cilento – Golfo di Policastro. Ministero per le Politiche Agricole, Relazione Finale. 80 pp. + Allegati. GESTIN P.G, GUENNEGAN Y. (1989) - Les fiches techniques d’engins de pêche. Equinoxe, 26. SECCI E., CAMPISI S., COMUNIAN R., FOLLESA M.C., SABATINI A., STEFANI M., CAU A. (1994) - Primi risultati sull’utilizzo sperimentale delle nasse ai livelli epi-mesobatiali. Biol. Mar. Medit., 1(1): Un sentito ringraziamento al comandante e all’equipaggio del motopeschereccio “Angela madre” di Porto Ercole per la disponibilità e la collaborazione che da anni ci dimostrano. 8 cm 60 cm cm 30 cm 50 cm 20 cm 15 cm Galleggianti di profondità Moschettone Apertura con coperchio Inganno Fig Plesionika edwardsii (Brandt, 1851); sono presenti alcune femmine ovigere. Fig Caratteristiche strutturali delle nasse utilizzate per la cattura di P. edwardsii. Fig. 3 - Schema della posizione delle nasse in mare. La cattura massima, 403 individui, è stata ottenuta a maggio Rilevanti sono stati anche i quantitativi ottenuti a luglio 2004 (326 e 368 esemplari) e luglio 2005 (362 esemplari) (Fig .5). Nelle altre cale, invece, le catture sono state decisamente inferiori. Le catture non sono mai risultate equamente distribuite tra le nasse, ma sempre concentrate in un numero ristretto (10-15 al massimo) di quelle calate, a testimonianza della distribuzione di tipo “contagioso” e del comportamento gregario della specie bersaglio. I rendimenti stagionali di P. edwardsii sono risultati piuttosto variabili nel periodo di studio (Fig. 6); le maggiori catture sono state ottenute a partire dall’estate 2004, con un picco di quasi 400 esemplari e di circa 3 kg per 30 nasse. Spesso, ai rendimenti medi è associata un’elevata dispersione, a testimonianza di un’elevata variabilità delle catture. Tab. 1 – Lista delle specie catturate Fig. 4 – Composizione in numero ed in peso della cattura ottenuta con le nasse sperimentali. Fig. 5 – Particolare di una nassa con abbondante cattura di P.edwardsii. Fig. 6 – Rendimenti stagionali, in numero e peso, di P. edwardsii.


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