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Il Papato nel Rinascimento

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Presentazione sul tema: "Il Papato nel Rinascimento"— Transcript della presentazione:

1 Il Papato nel Rinascimento

2 Scisma d’Occidente Con Scisma d'Occidente si intende la crisi dell'autorità papale che per quasi quarant'anni, dal 1378 al 1417, divise la Chiesa occidentale sulla scia dello scontro fra papi e antipapi per il controllo del soglio pontificio.

3 Roma o Avignone? In questo periodo si ebbero due papi in contemporanea, uno a Roma ed uno ad Avignone. Le curie papali di Roma e Avignone continuarono ad agire con pretesa di legittimità. Nel frattempo, negli ambienti colti dell'Europa cattolica, teologi ed eruditi cominciarono a ipotizzare soluzioni adeguate al problema, che rischiava ormai di delegittimare la funzione stessa del papato e gettare la cristianità occidentale nel caos. Il rimedio più ovvio apparve la convocazione di un CONCILIO ECUMENICO che ricomponesse lo scisma e mettesse fine alla controversia, ma i due rivali si opposero energicamente, non potendo accettare che si attribuisse a un concilio un potere superiore a quello del papa.

4 Concilio di Costanza (1414-1417)
La soluzione della crisi fu possibile grazie all'iniziativa di un Principe tedesco (poi imperatore) e del Papa di Roma (poi destituito tanto che il suo nome Giovanni XXIII fu riutilizzato nel XX secolo da Papa Roncalli). Convocato a Costanza, in Germania, nel 1414 , il nuovo CONCILIO chiuse i lavori soltanto nel 1417 , quando tutte le questioni che minacciavano la stabilità della Chiesa furono adeguatamente discusse e superate. Affermata la superiorità del concilio su qualunque autorità ecclesiastica, compresa quella del papa, i padri conciliari dichiararono deposti i papi di Roma e di Avignone e nel corso di un breve conclave elessero pontefice il cardinale Oddone Colonna che assunse il nome di Martino V.

5 Fine dello Scisma L'elezione di Martino V rappresentò la definitiva ricomposizione del Grande Scisma: Roma fu ripristinata quale sede naturale della cattedra apostolica e Avignone chiuse la sua esperienza di centro della Cristianità. Attualmente, nel novero dei papi ufficiali, la linea di successione pontificia riconosciuta dalla Chiesa cattolica è quella romana. I papi “avignonesi” sono considerati antipapi.

6 Martino V Alla fine del Concilio impiegò più di un anno a tornare a Roma; nel frattempo stipulò concordati con i regni di Francia, Spagna, Inghilterra e Impero germanico concedendo ai rispettivi sovrani ampie prerogative nella gestione degli affari ecclesiastici del loro dominio in cambio del solenne riconoscimento dell’autorità papale nuovamente ripristinata.

7 Espansione della curia romana
Tornato a Roma, il papa deve cercare di riportare l’effettivo potere nelle sue mani e di sfamare una curia numerosa. Molte attività che durante lo Scisma erano state decentrate presso vescovadi e abbazie ritornano alla curia romana. Ad esempio le cariche ecclesiastiche che potevano essere attribuite dai vescovi ora venivano riservate al papato, che le conferiva ai dignitari della curia e ai loro clienti.

8 Le cariche Le cariche presso la Curia romana aumentarono a dismisura. Ogni carica veniva pagata profumatamente perché comportava prestigio sociale ma anche una rendita sicura in quanto i funzionari si spartivano le tasse che venivano applicate a qualsiasi servizio svolto a nome del pontefice dai suoi ufficiali.

9 Dal 1475 in poi Tutti i papi del Rinascimento aggiunsero nuove categorie di uffici curiali o ampliarono quelle esistenti. Leone X rese venali addirittura le mansioni di cameriere papale (60 posti) e di scudiero (140). L’organico degli ufficiali che Sisto IV aveva portato da 300 a 625, crebbe a 936 sotto Giulio II e arrivò a 2232 sotto Clemente VII.

10 Porpora cardinalizia Lo sconcerto dei contemporanei toccò il culmine quando Alessandro VI (il Borgia) incluse anche la dignità cardinalizia tra le cariche ottenibili con un congruo versamento di denaro. Questo imbarazzante fenomeno, che inquinò di simonia l’autorevolezza del Collegio cardinalizio, non durò a lungo e non riguardò la totalità dei suoi membri. (Alessandro VI 1493 e Leone X 1517)

11 I Papi ALESSANDRO VI BORGIA 1492-1503 GIULIO II DELLA ROVERE 1503-1513
LEONE X DE’ MEDICI ADRIANO VI (OLANDESE) CLEMENTE VII DE’ MEDICI

12 Giulio II della Rovere “Papa guerriero” e “papa terribile” secondo la storiografia. Il suo sogno era un regno italiano indipendente. Lega di Cambrai contro Venezia. Lega Santa 1512 contro la Francia.

13 Leone X Braccio destro di Giulio II fu eletto a soli 37 anni.
Figlio di Lorenzo il Magnifico Al contrario del predecessore cercava di evitare i conflitti stringendo accordi con i regnanti europei.

14 Leone X In un primo tempo è alleato con la Francia ma ad un certo punto, anche a causa di Lutero e del movimento antiromano dilagante in Germania, ritiene conveniente avvicinarsi all’imperatore Carlo V. Sempre per rimanere su questa linea, alla sua morte viene eletto papa un olandese, molto legato agli Asburgo in quanto precettore e consigliere di Carlo V.

15 Adriano VI Docente universitario e teologo di professione. Fu l’ultimo papa non italiano fino al 1978 quando fu eletto Giovanni Paolo II. Indole austera, grande levatura morale e spirituale. Non carriera curiale alle spalle. Non era mai stato in Italia e non parlava italiano. Precedenza assoluta alla riforma ecclesiastica. Taglia come prima cosa il numero degli ufficiali di curia.

16 Parentesi rigorista Sulla città di Roma cala un velo di tristezza; lo splendore di Leone X è solo un ricordo. Incomprensione per la cultura e l’arte del Rinascimento. Veniva considerato barbaro, straniero e zotico.

17 Clemente VII Figlio di Giuliano de’ Medici, il fratello di Lorenzo morto nella congiura dei Pazzi. Vuole scacciare dall’Italia gli imperiali Lega di Cognac (Francia, Ve, Mi, Fi contro CARLO V) 1527 Sacco di Roma Barba = espiazione

18 E’ il momento della Riforma
Con il sacco di Roma termina il momento rinascimentale della storia del papato romano che si può considerare una sorta di parentesi all’interno della lunga epoca di restaurazione dopo lo Scisma. Troncato il delirio trionfalista del temporalismo pontificio, subentrò l’epoca della penitenza. L’attitudine dei papi nei confronti della politica italiana passa da espansionista a circospetta.


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