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SPAZIO OGGETTO OGGETTO NELLO SPAZIO “Se fossi in grado di dire a parole ciò che rappresento con la danza, non avrei mai danzato”. Isadora Duncan Alcuni.

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Presentazione sul tema: "SPAZIO OGGETTO OGGETTO NELLO SPAZIO “Se fossi in grado di dire a parole ciò che rappresento con la danza, non avrei mai danzato”. Isadora Duncan Alcuni."— Transcript della presentazione:

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2 SPAZIO OGGETTO OGGETTO NELLO SPAZIO

3 “Se fossi in grado di dire a parole ciò che rappresento con la danza, non avrei mai danzato”. Isadora Duncan Alcuni individui possiedono una spiccata propensione per l’espressione cinestetico-corporea che materializza un pensiero fisico-fisiologico. Tali attività possono essere paragonate all’intelligenza, sempre corporea, impiegata nell’uso di strumenti di alta precisione, indispensabili per ricamare, suonare, incidere, scolpire, disegnare ecc. In questo senso, nel disegno, alla comunicazione visiva si aggiunge la comunicazione corporea. Il primo strumento fisico coinvolto è la mano: nel bambino come nei popoli preistorici vengono tracciati solchi o impresse impronte con le dita ancor prima della strumento tecnico (pennello,matita, ecc.)

4 “Ero nato per guardare, per tutta la vita, immagini e per disegnarle… Io non vivo che a condizione di vedere… Sono e rimango un visivo impenitente”. Le Corbusier Lo sguardo può mutare in base alle circostanze: - saper-osservare, sapere come, dove e cosa guardare. Lo sguardo di volta in volta diverso (da architetto, da pittore, da geografo) permette di imparare cose nuove dalla realtà, instaurando un rapporto funzionale alle esigenze artistiche, progettuali ecc. - saper-guardare, vale a dire “la base formativa del pensiero progettuale, esso declina i tempi e i modi di lavorare con la mano, il disegnare, in sintonia con il lavorare con lo sguardo” (Di Napoli, 2004). Guardare significa mettere in relazione l’io e il mondo attraverso gli occhi del soggetto vedente.

5 Le Courbusier traduce la sua osservazione della natura in progetti di edifici fatti per l’uomo e a misura d’uomo. Egli osserva le forme della natura per individuarne le linee strutturali e lasciarsi ispirare nella produzione dei suoi lavori. (p. 101). Es. la forma di guscio di granchio per la cupola della Chapelle nel progetto Ronchamp

6 Chapel of Nôtre Dame du Haut Ronchamp, France, 1955 Quale aggettivo daremmo alle linee di La Chapelle?

7 “Il suo segno divenne veloce, diagrammatico e sintetico, necessariamente essenziale, perché l’essenzialità è funzionale alla intuizione visiva e favorisce il ragionamento inventivo; possibilità del tutto precluse all’uso della macchina fotografica” (Di Napoli 2004). (p. 103)

8 Vedere denotativo Vedere-come connotativo (perché legato al pensiero individuale) Vedere-cosa selezione di ciò che si vede in funzione della meraviglia che può emergere (il pittore non dipinge ciò che vede; va al di là di ciò che è comune in quanto è dotato della visione creativa che lo stacca dai fenomeni legati all’apparenza) Saper-vedere ciò che si svela unicamente a chi è addestrato alla visione

9 Tecnica del blotting valutata come espressione del genio, le cui caratteristiche erano: “forza di idee, capacità di invenzione e rapidità di esecuzione. Un vero genio dunque è colui che sa ideare con vigore, sa inventare con originalità e sa eseguire con rapidità” (Di Napoli 2004, p. 356). (Cozens 1785 cit. in Di Napoli 2004, p. 355).

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