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Prevenzione secondaria e test di screening validati

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Presentazione sul tema: "Prevenzione secondaria e test di screening validati"— Transcript della presentazione:

1 Prevenzione secondaria e test di screening validati
Prof. Giuseppe La Torre

2 Cosa è lo screening Screening for disease control can be defined as the examination of asymptomatic people in order to classify them as likely, or unlikely, to have the disease that is the object of screening The goal of screening is to reduce morbidity (incidence) or mortality from the disease by early treatment of the case discovered A.S. Morrison Screening in chronic disease 2d ed 1992 Oxford University Press

3 Malattia rilevante = bisogno
Ministero della salute Raccomandazioni per la pianificazione e l’esecuzione degli screening incidenza mortalità Carcinoma della mammella rappresenta ancora oggi il tumore più frequente nella popolazione femminile, sia per incidenza sia per mortalità. La probabilità di ammalarsi aumenta progressivamente con l’età: dato il continuo invecchiamento della popolazione residente in Italia, i casi di questa malattia sono aumentati Negli anni Novanta, i tassi di mortalità in Italia per tumore della mammella aggiustati per età sono diminuiti di circa il 20%. La diminuzione della mortalità, accanto a un lieve ma costante incremento dell’incidenza, dipende probabilmente dal miglioramento delle possibilità di cura, soprattutto per le lesioni diagnosticate precocemente. 36.600 nuovi casi / anno 11.300 casi / anno Carcinoma della cervice Negli ultimi vent’anni, la mortalità per tumore dell’utero è diminuita di oltre il 50%, passando da 8,6 casi ogni 100 mila donne nel 1980 a 3,7 casi ogni 100 mila donne nel 2002 3.500 nuovi casi / anno 1.100 3

4 Malattia rilevante = bisogno
Ministero della salute Raccomandazioni per la pianificazione e l’esecuzione degli screening incidenza mortalità Carcinoma del colonretto Fra gli uomini, i tumori del colon retto risultano al terzo posto per incidenza, dopo quelli del polmone e della prostata, e rappresentano il 12,6% di tutti i tumori diagnosticati (esclusi i tumori cutanei non melanomatosi). Tra le donne si collocano al secondo posto, dopo il cancro della mammella, e rappresentano il 13,4% del totale dei tumori. la Iarc ha stimato anche i casi prevalenti: nel nostro Paese sono complessivamente le persone che si sono ammalate di tumore del colon retto negli ultimi 5 anni nuovi casi / anno fra gli uomini fra le donne casi / anno 9061 fra gli uomini 7909 fra le donne 4

5 Mammella 50-69 Mortalità Cervice uterina 25-64 Incidenza Colonretto
Processo sanitario evidence - based Programmi di screening per quali tumori? Cancro Età Obiettivo di salute Mammella 50-69 Mortalità Cervice uterina 25-64 Incidenza Colonretto 50-74

6 Cosa è un programma di screening
Il Programma di screening è un programma organizzato in cui è sistematicamente invitata tutta la popolazione in età giudicata a rischio. I soggetti destinatari aderiscono volontariamente, sulla base di strategie tese a promuoverne la partecipazione consapevole. E’ la struttura sanitaria che inizia il contatto e prende in carico il destinatario dell’intervento, assicurando l’organizzazione, nel territorio di riferimento del cittadino, di un percorso basato su evidenze scientifiche e garanzie di qualità strutturale, tecnico-professionale e di umanizzazione. La qualità e la sicurezza del programma sono sistematicamente promosse e valutate. Modificato da Federici A Screening Profilo complesso di assistenza 2007 Il Pensiero Scientifico Ed

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11 Piramide dell’età - Ponza

12 65% Età Single Coniugati Vedovi Divorziati Maschi Femmine Totale % 0-4
% 0-4 156 85 54,5% 71 45,5% 4,6% 5-9 125 58 46,4% 67 53,6% 3,7% 10-14 141 79 56,0% 62 44,0% 4,2% 15-19 171 84 49,1% 87 50,9% 5,1% 20-24 181 13 99 51,0% 95 49,0% 194 5,8% 25-29 188 54 1 138 56,8% 105 43,2% 243 7,2% 30-34 120 118 142 59,4% 97 40,6% 239 7,1% 35-39 139 4 136 56,9% 103 43,1% 40-44 175 2 123 53,2% 108 46,8% 231 6,9% 45-49 51 200 10 131 50,0% 262 7,8% 50-54 41 186 112 46,3% 130 53,7% 242 55-59 26 172 7 6 111 52,6% 100 47,4% 211 6,3% 60-64 21 178 15 121 54,8% 45,2% 221 6,6% 65-69 114 24 78 51,3% 74 48,7% 152 4,5% 70-74 29 70 89 159 4,7% 75-79 9 61 31 50 49,5% 50,5% 101 3,0% 80-84 56 43 37,1% 73 62,9% 116 3,5% 85-89 36 53 39 57 96 2,9% 90-94 14 22 27,0% 27 73,0% 37 1,1% 95-99 35,0% 65,0% 20 0,6% 100+ 3 25,0% 75,0% 0,1% 1.421 1.637 268 34 1.717 51,1% 1.643 48,9% 3.360 65%

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14 Colon-retto

15 Quale organizzazione Profilo assistenziale (regionale)
Profilo assistenziale aziendale Trattam. II° liv. I° liv. Org. Microsistemi Mohr J, Batalden P, Barach P. Qual Saf Health Care Dec;13 Suppl 2:ii34-8 Comunichiamo se sappiamo chi siamo e cosa vogliamo. La realtà sociale dei PS e conseguentemente la capacità comunicativa dipendono dal grado di riconoscimento sociale ma anche di riconoscibilità: ciò è influenzato dalle realtà che ci contengono ma anche da quelle che conteniamo (microsistemi)

16 Macro Profilo Assistenziale
è di dimensione regionale; consiste nei programmi di screening così come sono definiti dall’insieme degli atti legislativi e programmatori definiti dall’Autorità di Governo regionale caratterizzato dalla preminenza delle dimensioni: valoriale, programmatoria , valutativa , di governo regionale

17 Macro Profilo Assistenziale
(segue) coinvolge tutti gli operatori delle varie ASL impegnati negli screening ha come interlocutore l’intera società civile regionale (ma anche, per alcuni aspetti, locale), le associazioni di livello regionale e l’insieme delle associazioni.

18 Profilo assistenziale (regionale)
Sono riassunti gli elementi principali del modello organizzativo dei programmi di screening. La rappresentazione grafica dei microsistemi tiene conto della usuale presenza di altri compiti assistenziali “extra-screening” Profilo assistenziale (regionale) Profilo assistenziale aziendale Org. I° liv. II° liv. Trattam. Microsistemi Mohr J, Batalden P, Barach P. Qual Saf Health Care Dec;13 Suppl 2:ii34-8

19 Profilo assistenziale aziendale (1)
è di dimensione ASL o, se del caso, interaziendale è caratterizzato dalla preminenza della dimensione organizzativa e dell’integrazione interdipartimentale delle varie Unità organizzative che concorrono al programma di screening consiste nei programmi di screening regionali così come sono articolati a livello ASL

20 Profilo assistenziale aziendale(2)
coinvolge tutti gli operatori dell’Azienda (o interaziendali) impegnati nell’attuazione dei programmi di screening ha come interlocutori istituzionali la Direzione Generale e come interlocutori / partner esterni le istituzioni e le comunità locali nonché le associazioni di pertinenza o interesse locali.

21 Profilo assistenziale (regionale)
Sono riassunti gli elementi principali del modello organizzativo dei programmi di screening. La rappresentazione grafica dei microsistemi tiene conto della usuale presenza di altri compiti assistenziali “extra-screening” Profilo assistenziale (regionale) Profilo assistenziale aziendale Org. I° liv. II° liv. Trattam. Microsistemi Mohr J, Batalden P, Barach P. Qual Saf Health Care Dec;13 Suppl 2:ii34-8

22 Microsistema il microsistema definisce l’unità elementare di erogazione con caratteristiche specifiche ed è determinato dall’insieme del team + linee di attività + utenti (che esprimono bisogni e aspettative diverse a seconda dei vari momenti del percorso di screening). è un sistema adattativo complesso, ancorché per definizione di piccole dimensioni, impegnato a erogare l’assistenza pertinente ai propri obiettivi ma anche a rispondere alle esigenze del personale e a mantenere nel tempo il proprio carattere di unità ha come interlocutori istituzionali il coordinamento dei PS aziendale e come parte integrante esterna le istituzioni e le comunità locali nonché le associazioni di pertinenza o interesse locali

23 Garantire la partecipazione
Punti chiave la partecipazione “oggettiva” dei soggetti destinatari è condizione per l’effectiveness dei programmi di screening. La partecipazione “soggettiva” è condizione di garanzia di qualità dell’intero percorso ma anche di sostenibilità sociale (sostegno ai programmi di screening, promozione di uno stile di vita “salutare”, partecipazione a creare una cultura dell’uso appropriato delle risorse ecc) I soggetti destinatari aderiscono volontariamente, sulla base di strategie tese a promuoverne la partecipazione consapevole.

24 La comunicazione nell’ organizzazione: Key point 1
il microsistema definisce l’unità elementare di erogazione con caratteristiche specifiche ed è determinato dall’insieme del team + linee di attività + utenti (che esprimono bisogni e aspettative diverse a seconda dei vari momenti del percorso di screening). è un sistema adattativo complesso, ancorché per definizione di piccole dimensioni, impegnato a erogare l’assistenza pertinente ai propri obiettivi ma anche a rispondere alle esigenze del personale e a mantenere nel tempo il proprio carattere di unità La comunicazione come funzione del rapporto con l’utente-paziente è un determinante della qualità del servizio erogato e dipende strutturalmente dalla organizzazione

25 Solo una lettera? TabellaII-3 1 Contenuti principali da includere in una lettera di invito per lo screening cervicale. Modificato da Goldsmith M et al.(2006)47 1. Intervallo di screening 7. Procedura di prelievo del Pap-test Descrivere la sede anatomica e le modalità del prelievo 2. Popolazione eleggibile Specificare per chi è il test; che è rivolto alla generalità delle donne; la fascia di età target. 8. Risultati del test Spiegare come sarà comunicato il risultato del test; il significato di risultato adeguato, inadeguato, normale.. Esplicitare che la maggioranza dei prelievi di screening sono normali 3. Scopo e validità del test Spiegare lo scopo del test Citare la individuazione di modificazioni iniziali (non usare il termine “precancerose”) 9. Opuscolo informativo Se accluso, rimandare alle informazioni dell’opuscolo 4. Test di approfondimento Spiegare la ragione della necessità di eventuali test di approfondimento e la possibilità di dovere tornare. Citare che la maggioranza delle alterazioni possono essere trattate (evitare il termine “curate”) 10. Informazioni ulteriori Spiegare come ottenerle (per. Es. numero verde) 5. Appuntamento Fornire informazioni sull’appuntamento e su come possa essere cambiato ( garantire la flessibilità) Spiegare che il test è gratuito e confidenziale 11. Manutenzione dell’anagrafica Invitare a comunicare cambi di indirizzo 6. Prelevatore Spiegare chi e come preleverà il test 12. Firma Fornire degli elementi informativi sulla natura del PS, al fine di contribuire all’adesione consapevole. Perseguire la competenza comunicativa della lettera rispettando i criteri di contenuto e i criteri di forma. perseguire la comprensibilità, ovvero il massimo adattamento possibile alle diverse tipologie individuabili delle persone destinatarie. Utilizzare modelli etno-psico-antropologici per contestualizzare i fattori ambientali

26 Solo una telefonata? Il momento del richiamo dell’utente per approfondimenti diagnostici deve prevedere una fase di riflessione e valutazione delle strategie comunicative: bisogna, infatti, saper intuire, decidere e comprendere la volontà di conoscenza totale del problema da parte dell’utente ed agire di conseguenza. In questo senso sono identificabili due tipi di utenti: monitors (soggetti che vogliono sapere) blunters (soggetti che non vogliono sapere).

27 Solo una telefonata? I soggetti monitors esplorano ed amplificano le informazioni minacciose legate al rischio. Per motivare questi soggetti è importante fornire loro messaggi che contengano informazioni dettagliate riguardo al rischio per la salute nella loro specifica condizione e fornire strategie per ridurre il rischio e alleviare l’ansia. I blunters, al contrario, non ricercano informazioni dettagliate riguardo al rischio per la salute; sono più portati a seguire le direttive mediche e considerano grosse moli di informazioni come stressanti. Questi soggetti valutano le procedure di screening in base a come le informazioni sono presentate e conseguentemente interpretate da loro; per tale ragione i messaggi proposti devono essere brevi e concisi. [Modello Cognitive-Social Health Information-Processing (C-SHIP)]

28 Soluzioni e azioni perseguite Richieste tradotte in necessità di…
Tabella II-7-1 La tabella propone un esercizio teorico basato su alcune criticità frequentemente riscontrate nei PS. Nelle colonne successive sono riportate: alcune usuali proposte di azioni da mettere in campo; la lettura dei bisogni sottostanti usando la prospettiva della CG; i progetti da definire basati sugli elementi della CG; alcune azioni plausibili in attuazione di tali progetti. Sia le criticità citate che i passi suggeriti come conseguenti non hanno la pretesa dell’esaustività. Valutazione iniziale Sviluppo Criticità rilevate Soluzioni e azioni perseguite Richieste tradotte in necessità di… Progetti programmati Principali azioni da attivare Scarso appoggio da parte delle Direzioni Generali Pressioni politiche Ridefinire un’alleanza con la società civile al fine di rafforzare il mandato politico ai responsabili del sistema sanitario Empowerment dei cittadini e delle associazioni Bilancio sociale Programmi di partnership/atti d’intesa con associazioni Cancri intervallo della mammella Medicina difensiva (aumentare gli accertamenti diagnostici) Aumentare il tasso di invio ad accertamenti di secondo livello e/o il richiamo anticipato Sicurezza (per le pazienti e per gli operatori) Risk management Empowerment Formazione continua Risk management basato sul profilo d’assistenza Audit Focus group per migliorare la comunicazione della diagnosi e degli “eventi avversi” Eccessivo tasso di invio al 2° livello nello screening mammografico Eccessiva variabilità nella gestione delle anormalità nella citologia cervicale Formazione Aumentare i controlli Certificazione esterna di qualità Formazione professionale continua Garanzia formale di qualità Disponibilità di informazioni Miglioramento professionale continuo Accreditamento istituzionale per funzioni Programmi di Information technology Programmi regionali di miglioramento professionale continuo Procedure di accreditamento istituzionale Knowledge management Vincoli amministrativi e ostacoli nella disponibilità delle risorse Pressioni politiche sulle direzioni generali/assessorati Sviluppare il sistema di budget e rafforzare le competenze per gestire il disease management Formazione manageriale avanzata Contrattazione di budget Budget dedicato ai PS Insufficiente adesione all’invito Campagna di comunicazione sui media Approccio complessivo alla comunicazione di qualità Definire un modello teorico della partecipazione Comprendere le aspettative e le credenze della popolazione destinataria Comunicazione focalizzata sulle caratteristiche individuali Focus group per valutare le esigenze comunicative Esperienze pilota di comunicazione personalizzata (per es. direct marketing) tutte Clinical governance Progetti specifici Promuovere una nuova cultura

29 Grazie per l’attenzione


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