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Aspetti etici della fecondazione assistita

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Presentazione sul tema: "Aspetti etici della fecondazione assistita"— Transcript della presentazione:

1 Aspetti etici della fecondazione assistita
Dr. I. Cerino •Laboratotio Analisi P.O. Umberto I •Centro di Cultura Bioetica Nocera Inf. – Pagani (Sa)

2 La fecondazione assistita tra affermazioni e contraddizioni
Uno dei punti di frontiera dell’etica medica Fecondazione artificiale o f. assistita? La tecnica risolutiva della sterilità? Una contraddizione (apparente) della cultura contemporanea Figlio come diritto o come dono? E’ uno dei punti di frontiera dell’etica medica, con difficile confronto tra etica medica e scienza/tecnologia, non solo tra cattolici e laici, ma anche nell’ambito dell’etica laica. In ogni Stato sono stati creati comitati e commissioni di studio; numerose sono le pubblicazioni su riviste mediche e culturali, nonché settimanali e quotidiani (mass media). Documenti cattolici più importanti: Istruzione Donum Vitae e l’enciclica Evangelium Vitae (G.P.II). Nell’immaginario collettivo la fivet, pur avendo possibilità di successo piuttosto limitate, è diventata la tecnica risolutiva del problema della sterilità. Anche in campo laico si sono levate voci per esprimere preoccupazione, poiché essa tocca la stessa concezione dell’essere umano. Da un lato la cultura contemporanea propaganda il diritto al figlio da ottenersi con ogni mezzo disponibile e ad ogni costo, dall’altro propaganda la mentalità abortiva e contraccettiva. Nell’uno e nell’altro caso il figlio è più “oggetto” per i genitori che “soggetto” desiderato ed accolto. Scienza e tecnica devono correggere ed aiutare i processi naturali senza sostituirsi a loro con artifici che annullino gli effetti che solo la natura può garantire (N. Abbagnano). La domanda-chiave:FIGLIO COME DIRITTO O COME DONO? Un diritto al figlio” sarebbe contrario alla sua dignità di persona; al contrario, egli ha diritto ad essere frutto dell’amore coniugale e ad essere rispettato come persona fin dal concepimento. Le concezioni antropologiche che accentuano l'individualismo e identificano il principio di autonomia del soggetto come uno dei valori fondamentali della gerarchia morale, tendono a riconoscere all'essere umano il diritto di procreare per se stesso: per autorealizzazione, per autoaffermazione o per la perpetuazione genetica della discendenza familiare. In questo caso l'esplicazione del diritto non ha bisogno del momento unitivo coniugale: i vari partners della fecondazione sono solamente i momenti tecnicamente necessari, affinché si possa godere dell'inalienabile diritto di avere il figlio. Questa concezione si accomuna ad una riduzione del valore tradizionale della famiglia rispetto al desiderio di maternità della donna che è prevalente. La richiesta di FIVET da parte di single, di donne in età non più fertili, si inquadra in questo scenario antropologico Un discorso a parte meritano le coppie gay che richiedono la procreazione assistita: in questo caso, dai richiedenti viene affermata oltre che la volontà personale e il diritto al figlio anche un'affettività parentale stabile, ritenuta paragonabile o addirittura migliore del rapporto genitoriale tradizionale. Generalmente, in questo panorama etico, l'embrione è considerato come un essere umano potenziale, in tutto e per tutto dipendente dalla donna che lo possiede e che, quindi, può disporne in un atto di autodeterminazione. È la donna, quindi, nel caso di embrioni soprannumerari, con un gesto di responsabilità e di sensibilità a devolverli volontariamente alla ricerca. Il medico che abbraccia tale antropologia ha come compito primario quello di rispettare la scelta e l'autonomia della paziente: non importa che sia single e, sino a quando l'ipotesi di uno svantaggio per la vita di un nascituro di essere accolto da una coppia omosessuale non troverà una chiara dimostrazione nella pratica, è doveroso che il medico si comporti nel rispetto delle volontà espresse dalla paziente. Le stesse considerazioni possono essere fatte per le donne ormai sessagenarie. Le leggi straniere che si avvicinano di più alle posizioni esposte. sono quella inglese e quella spagnola Un'altra concezione presente nella nostra società è quella che riconosce l'importanza della realizzazione di un progetto di genitoralità superiore ai problemi etici connessi con la riproduzione assistita. È il caso di coppie che si riconoscono nell'ambito dei valori espressi dalla concezione tradizionale della famiglia, accettano l'intersoggettività della generazione umana che non può fare a meno di comprendere anche l'altro protagonista: il figlio, soggetto della procreazione, ma ritengono che la nascita del figlio, mediante le tecniche FIVET, sia un bene superiore ad ogni problema proveniente dalla tecnologia. La visione antropologica personalistica, illuminata dalla Rivelazione cristiana: in questo scenario la procreazione e la comunione coniugale superano qualitativamente il concetto meramente biologico della riproduzione-accoppiamento, situando la procreazione umana nell'incontro di due persone orientate alla trasmissione della vita. CRITICHE ALLE DUE POSIZIONI *Il diritto soggettivo al figlio rischia di portare ad una produzione di un figlio, che non è un soggetto con il quale confrontarsi, ma l'oggetto desiderato, prodotto, ed infine avuto provocando di fatto il "declassamento del figlio da persona a oggetto, da fine a mezzo, da valore in sù e per sù a strumento". L'interesse del figlio viene a perdere consistenza, schiacciato com'è dal preponderante valore dell'autonomia del soggetto che lo vuole. *D'altro canto la posizione espressa dal magistero cattolico appare, ad alcuni, troppo rigida, sacrificando in nome della comunione coniugale proprio il grande bene potenziale di un figlio che, se potesse essere interpellato, probabilmente, sceglierebbe l'essere piuttosto che il non essere. Soprattutto da parte laica si lamenta un intrusione del teologico, rappresentato dalla concezione cattolica della cooperazione di Dio nell'indissolubile momento coniugale unitivo e procreativo *Ogni giudizio etico e giuridico intorno alle tecniche di procreazione assistita deve però fare i conti con un ulteriore elemento essenziale e decisivo: il valore dell'embrione.

3 Alcuni interrogativi (nell’attesa che la scienza ci aiuti…)
Perché privare le coppie di un figlio? Perché privare una donna, anche se sola, della maternità? La donazione di gameti a coppie sterili non è un atto di amore e di giustizia sociale? La perdita di embrioni non si verifica forse anche in natura? Perché non accettare questa tecnica, attualmente la migliore, in attesa di un suo perfezionamento? E intanto…le storie di Mattia, di Elisabetta e dei 9000 embrioni in G.B. … Un figlio da avere anche con l’eterologa,se necessario. Se è possibile, perché non farlo? Quelli che giustificano la Fivet dicono che il laboratorio mimerebbe la selezione naturale (i più vitali sono favoriti); ma in questo caso è l’uomo che crea le condizioni, non la natura (esempio degli incidenti stradali casuali e provocati). Si dice anche che questa tecnica sarebbe la migliore in attesa di una tecnica con meno rischi: visto dal lato dell’embrione, ciò equivarrebbe a sperimentare un farmaco che, intanto, comporta l’80% di rischio mortale. E’ rifiutata l’adozione per avere un figlio proprio; ma l’altro partner non viene privato – solo lui – dello stesso diritto, anzi viene ad essere sostituito da un altro (donatore)?. Mattia nacque con inseminaz. artif.eterologa con consenso del padre putativo che poi lo ha disconosciuto; Elisabetta, nata in provetta con la fivet, congelata e poi fatta nascere dopo la morte della madre, gestata dalla zia; 9000 embrioni da fivet (“materiale biologico” privo di identità e diritti) congelati in G.B. nei laboratori e poi lasciati morire per decorrenza di termini (esempio eclatante di come la tecnologia eserciti oggi un vero potere sulla vita umana che, oltre tutto, viene “prodotta” come uno dei tanti oggetti, per essere usata o gettata via, alla lettera, secondo i desideri di controllo e di dominio degli adulti); la riduzione embrionale dopo gravidanze multiple ottenute con la fivet: queste ed altre vicende hanno richiamato l’attenzione sulla fecondazione assistita, accendendo il dibattito. Proprio per evitare che eventi di questo genere si ripetano, in alcune nazioni, tra cui l’Italia, sono state varate leggi appropriate.

4 Inseminazione artificiale
Omologa: •Di norma non comporta difficoltà etiche, neanche nell’ottica personalista, purché si configuri come aiuto tecnico all’atto coniugale Eterologa ACCENNEREMO SOLTANTO ALL’INSEMINAZIONE ARTIFICIALE E ALLA GIFT, CHE STANNO SEMPRE PIU’ ANDANDO IN DISUSO. I.A. omologa: accettabile, purchè non comporti una disgiunzione tra dimensione unitiva e dimensione procreativa. Nell’inseminazione omologa è importante la modalità di raccolta del seme, che va eiaculato nell’ambito del rapporto coniugale (durante o subito dopo) (va raccolto nel contesto del normale rapporto sessuale). Tale modalità rientra nella cosiddetta “inseminazione artificiale omologa impropriamente detta”, per distinguerla dallla “propriamente detta” in cui il seme è raccolto al di fuori del rapporto coniugale. Per la raccolta si può utilizzare il condom in silastic perforato o si può raccogliere il seme, dopo il rapporto coniugale, dal fondo vaginale, dall’uretra maschile (residuo), dalla vescica (in caso di eiaculazione retrograda), previo trattamento delle urine con antiacidi e successiva separazione. Il seme dopo il prelievo può anche essere trattato, lecitamente, per una migliore capacitazione (cfr). Altri tipi di raccolta (cfr Manuale I pag. 512) non sono eticamente giustificati per la Chiesa. La fecondaz. Eterologa (seme di un donatore) opera una rottura tra parentalità genetica, gestazionale e responsabilità educativa. Psicologicamente il padre putativo si trova in una situazione di legame (giuridico-affettiva), nei confronti del figlio, disomogenea rispetto alla madre (giuridico-affettiva-biologica).Ciò può creare problemi di coppia. Il figlio dovrà compiere una difficile identificazione con il padre, anche quando il donatore dovesse restare anonimo (dubbia legittimità di una disposizione giuridica che neghi tale conoscenza). E’ attraverso il riferimento sicuro ai propri genitori che il figlio scopre la propria identità e maturare la propria formazione umana. L’atto pro-creativo non può essere un atto puramente biologico, né un’attività di tipo produttivo (produz. Di un oggetto), ma è atto della persona che esercita una sessualità responsabile che si realizza nel dono reciproco e totale delle persone (corpo, psiche e spirito). L’unione dei corpi è inscritta nella totalità dell’unione dei coniugi che nel matrimonio cristiano, vogliono condividere tutto, donandosi completamente all’altro. Distaccare nella procreazione la componente biologica da quella affettiva e spirituale vuol dire provocare un’innaturale divisione nella persona, con l’impossibilità di una donazione totale di sé all’altro, mancando la componente biologica. Inoltre, la procreazione è moralmente privata della sua perfezione propria quando non è voluta come frutto dell’atto coniugale (ciò vale anche per la fecondaz. assistita). La finalità eugenistica può prescindere dalla sterilità del coniuge maschio e rispondere alla richiesta di specifici caratteri somatici e/o intellettivi. Inoltre è prevedibile il ricorso a test genetici per la selezione di donatori immuni da malattie, negativi a testi predittivi e presintomatici; ovviamente, perché il fine venga raggiunto, sarà necessario effettuare detti test anche nella ricevente. La dove ci fossero delle banche del seme, si renderebbe possibile uno scenario futuro in cui non ci sarebbe più la paternità giuridica, ma solo quella genetica, con matrimoni tra consanguinei (rischio di malattie trasmissibili e facile speculazione economica).

5 La Gift Omologa: Eterologa • la fecondazione è intracorporea
• aiuto o sostituzione dell’atto coniugale? • la perdita degli embrioni Eterologa L’istruzione Donum Vitae (Congregazione per la Dottrina della Fede) non si è pronunciata in merito. C’è ugualmente induzione dell’ovulazione Perdita degli embrioni: aumento delle gravidanze extrauterine; aumento delle gravidanze multiple; 1/3 delle gravidanze iniziate esitano in aborto.

6 Fivet omologa: i punti nodali
Elevata perdita di embrioni: • da alta percentuale di alterazioni cromosomiche negli ovociti ottenuti con ovulazione indotta • da asincronia tra sviluppo embrionale e preparazione dell’endometrio • dall’aumento delle gravidanze ectopiche • da gravidanze multiple (transfer multiplo) • da surplus embrionale Dissociazione tra dimensione unitivo-affettiva e dimensione procreativa Perdita totale di embrioni: 93-94%. Con ICSI (Intracitoplasmatic Sperm Iniection) le % di successo salgono al 45%. L’alta percentuale di insuccesso riguarda non tanto la fecondazione, quanto lo sviluppo dell’embrione, esposto ad alto rischio di morte in tempi brevissimi (per aberrazioni cromosomiche e parto prematuro). Prima dell’approvazione della legge 40 del 19/02/2004 si poducevano molti embrioni per garantirsi una riserva in caso di insuccesso. La percentuale di annidamento, infatti, è molto bassa (1 o 2 su 10). Il surplus poteva essere congelato (anche per ridurre il problema dell’asincronia emrione/utero), eliminato, utilizzato per la sperimentazione (es. cellule staminali), per l’industria (es. produzione di cosmetici) o per trasferimento in altra donna. SI PONE IL PROBLEMA DEL DIRITTO ALLA VITA DELL’EMBRIONE (PERSONA). Sindrome da iperstimolazione ovarica: da forme lievi, che richiedono solo una stretta osservazione e un trattamento sintomatico, a forme severe con shock, ictus, ascite , idrotorace, malattie tromboemboliche, ARDS (Adult Respitatory Distress Syndrome). Possibile causa delle alterazioni cromosomiche: dosi e modalità di somministrazione del clomifene citrato o dell’hMG (gonadotropine umane menopausali). L’uso di teniche di micromanipolazione (specialm. ICSI) aumenta le alteraz. Genetiche? (acceso dibattito). Asincronia dello sviluppo endometrio/embrione: dosi elevate di estrogenni (3 – 6 volte i livelli fisiologici) causano effetto abortivo mediante l’azione luteolitica e mediante un’alterazione dell’equilibrio metabolico cellulare con arresto della maturazione dell’endometrio. L’80-90% degli ovuli sono fecondati, ma di essi si impiantano solo il 6-10%. Tuttavia l’uso del clomifene citrato, che ha azione anti-estrogenica, bloccherebbe tale effetto. Aumento delle gravidanze ectopiche: media di incidenza del 5,5 ca sia per Gift che Fivet (il doppio di quanto avviene in natura: 2.8%). Gravidanze multiple (sia Gift che fivet): è in ragione del numero di ovuli trasferiti nelle tube (embrioni in utero per fivet). Il numero di gravidanze può aumentare anche in seguito a divisione gemellare dell’embrione o a causa di ovociti maturi non aspirati dopo induzione e pervenuti naturalmente in utero. Sintomi: anemia, preeclampsia, idroamnios, parto prematuro, etc. In alcuni casi si ricorre all’aborto selettivo (o riduzione fetale) per ridurre i rischi della madre e del feto. Talora si ha esito abortivo spontaneo. In natura l’incidenza di gravidanze bigemellari è del 1,25%, trigemellari dello 0,01%. A seconda delle statistiche, tale incidenza sale per la Gift dal 7,1 al 23% e per la Fivet dal 4,3 al 22%. Prima della legge 40 l’équipe medica decideva del destino diverso da attribuire agli embrioni disponibili: può uno scienziato decidere sul destino di un essere umano, attribuendo valori diversi agli embrioni? Anche il transfer multiplo di embrioni è da considerare un aborto diretto (non come fine, ma come mezzo), poiché chi opera il transfer sa con certezza di utilizzare un “rimedio umano” – non farmacologico o chirurgico- che comporta la perdita certa di alcuni embrioni (uso strumentale di alcuni embrioni in funzione di quelli che sopravviveranno). Il fine non giustifica i mezzi. Inoltre la persona umana non può mai essere mezzo (si ritorna al problema dell’embrione e della persona). (Nell’aborto indiretto si ci rifà ad azioni di duplice effetto, in cui l’effetto negativo non è uno strumento per ottenere l’effetto positivo). Abbiamo detto che non si può applicare alla Fivet il principio del duplice effetto. La deontologia medica potrebbe considerare lecita una tecnica che comporta un rischio così alto solo in un caso: se l’alternativa è la morte certa a breve scadenza. In tal caso è giustificato il ricorso ad un presidio terapeutico che comporta grave rischio. Ma la fivet non è un presidio terapeutico, né si configura come extrema ratio in una situazione di grave pericolo. Il desiderio di paternità/maternità, per quanto legittimo, non può giustificarsi eticamente se mette in gioco la vita di terzi. La vita umana non è una risorsa disponibile per la soddisfazione dei desideri degli altri, tale da porla in una situazione di estrema precarietà di sopravvivenza. Surplus embrionale: Si procede alla fecondazione di più embrioni a causa della bassa % di annidamento. Ciò crea problemi etici e giuridici. Soluzioni: 1) eliminazione 2) sperimentazione 3) industria (cosmetici) 4) fivet eterologa 5) congelamento. IL TEMA: L’EMBRIONE E’ PERSONA?

7 Dissociazione unione/procreazione
L’impulso sessuale ha come finalità intrinseca la trasmissione della vita (pro-creare) L’aspetto procreativo non esaurisce il significato della sessualità che è relazione interpersonale fondata sull’amore La donazione totale di sé nel matrimonio non avverrebbe se comportasse l’esclusione di ciò che naturalmente, biologicamente il corpo porta scritto in sé, cioè la possibilità della maternità/paternità Favorire l’aspetto unitivo o quello procreativo a discapito dell’altro vuol dire fare un uso strumentale della sessualità, ovvero della persona solo la completezza dell’amore coniugale è adeguata all’accoglienza e alla dignità della nuova persona che nasce L’irruzione del dominio della tecnica nella vita della coppia Dissociazione unione/procreazione (depersonalizzazione dell’atto generativo): il rapporto sessuale coinvolge gli sposi come persone, cioè totalmente a livello fisico, psichico e spirituale. Il figlio ha diritto ad essere rispettato come persona fin dal concepimento. Ogni modo di dare la vita, al di fuori dell’unione sessuale dei coniugi, è inadeguato al valore della persona. Egli è un dono, non un diritto: l’intrusione della tecnica nella vita della coppia priva il bambino dell’”atto fondatore” che è il dono che si realizza nell’amplesso. La tecnica deve aiutare, non sostituire il gesto corporeo; l’atto sessuale deve essere pieno e totale (donazione totale). La Fivet comporta il degradamento dell’atto procreativo a livello di atto tecnico (la tecnica, ponendosi come alternativa paritaria, abbassa al proprio livello l’accoppiamento). Inoltre la fecondazione e, quindi la generazione, nella Fivet è operata da un estraneo alla coppia, configurandosi come fecondazione extraconiugale. Di coniugale resta il patrimonio genetico, la volontà committente e la gestazione materna (che pure può essere delegata). Nella Donum Vitae è detto che la globalità della (retta) vita coniugale non giustifica il singolo atto (ricorso alla fec.assistita). Essendo la persona come contenuta e permeata in qualche modo dalla sessualità, il suo esercizio impegna la persona nella sua totalità e può essere veicolo e segno di una completa donazione personale, come quella che è richiesta dall’amore che vivifica la forma più basilare e stabile della società umana: il matrimonio-famiglia. Nella sessualità umana si verifica, dunque, l’intersezione di vari aspetti di valore singolare: E’ innegabile che l’impulso sessuale abbia come finalità intrinseca la trasmissione della vita, il dare origine alla persona umana. Nella visione ontologica l’uomo però pro-crea, cioè coopera con Dio che è Colui che chiama all’esistenza (ex-sistere) e vuole la creatura (l’uomo ) per sé. Premesso che la sessualità è ordinata alla vita, ma anche all’amore dei coniugi e che non tutti i rapporti sessuali comportano una procreazione, vediamo come l’aspetto procreativo non esaurisce il significato della sessualità umana. In quanto incontro tra due persone, presuppone una relazione interpersonale fondata sull’amore, poiché solo l’amore è l’atteggiamento giusto nei riguardi della persona che non può mai essere mezzo per raggiungere finalità, fossero anche il piacere e la procreazione. E’ questo il significato unitivo della sessualità, che presuppone una previa unione affettiva che chiede il dono reciproco totale, esclusivo, definitivo, anche attraverso i corpi (sete dell’Assoluto..l’uomo è l’unico, dopo Dio che può colmare questa sete… nel matrimonio cristiano è accettazione totale dell’altro così com’è e anticipazione dell’escatologia). La donazione fisica sarebbe menzognera senza la previa donazione spirituale ed affettiva. Questo aspetto rende manifesto e si fonda su una caratteristica della persona che è quella della vocazione alla comunione interpersonale basata sull’amore, riflesso dell’amore e della comunione trinitaria. La donazione totale di sé nel matrimonio non avverrebbe se comportasse l’esclusione di ciò che naturalmente, biologicamente il corpo porta scritto in sé, cioè la possibilità della maternità/paternità. L’apertura alla vita è un’esigenza radicata nel carattere di totalità specifico della comunione coniugale (la comunione anche a livello corporale non sarebbe totale e, quindi, di fatto non soddisfarrebbe l’unione che o è totale o non c’è).L’unione senza l’apertura alla vita si configura come uso egoistico dell’altro (cioè uso dell’alto come mezzo di piacere), poiché manca la comunione: in tal senso l’apertura alla vita difende la qualità dell’amore coniugale e si presenta come valore (in funzione del valore e della dignità della persona) e necessità etica. Da quanto detto l’attività sessuale è eticamente un valore solo se esercitata nel matrimonio. D’altra parte solo la completezza dell’amore coniugale così concepito nella totalità di un amore gratuito è adeguata all’accoglienza e alla dignità (valore) della nuova persona che nasce. Nell’ottica cristiana l’uomo, cooperando con Dio nella procreazione, ne ripercorre i sentieri dell’amore libero e gratuito (Dio non ha bisogno dell’uomo). In questo contesto i figli diventano segno e frutto vivente dell’amore dei genitori Favorire l’aspetto unitivo o quello procreativo a discapito dell’altro vuol dire fare un uso strumentale della sessualità, ovvero della persona. La FIVET come tecnica non ha valenza etica ed è indubbio che essa riesce a risolvere alcuni tipi di infecondità umana; tuttavia la tecnica, in generale, ha valenza etica positiva se contribuisce a conferire dignità all’esistenza umana. La FIVET omologa lede l’essenza della sessualità umana poiché la priva del dato coessenziale della dimensione unitiva. Ciò comporta non tanto un’esclusione della comunione coniugale (lesa in modo molto ristretto), quanto una lesione della dignità della persona generata al di fuori dell’unione dei genitori, in quanto soggetta ad un uso strumentale (non c’è il dono della vita che si innesta nel reciproco donarsi degli sposi; la nuova persona, sinolo di spirito e corpo, è chiamata all’esistenza nel contesto dell’unione di due persone che si donano nella dimensione spirituale e corporale) Ogni processo tecnico, infatti, implica un dominio dei “produttori” sul “prodotto” (nel caso della FIVET scelta dell’embrione, aspettative dei genitori e dell’équipe medica e, ancora, nella logica dell’efficacia del processo tecnico, la necessità del ricorso al transfer multiplo per garantire un certo successo che giustifichi la competitività con la microchirurgia, l’accreditamento presso l’opinione pubblica, il finanziamento). Anche nella diagnosi prenatale c’è il presupposto per un rifiuto del nascituro, ma in questo caso trattasi del fallimento della vocazione genitoriale di una coppia concreta, non del presupposto della logica che si associa al fatto tecnico. Il ricorso alla tecnologia, in pratica, spesso comporta l’accettazione di eventi senza i quali è impossibile, allo stato attuale, raggiungere gli obiettivi conseguiti. J. Bernard, presidente del Comitato di Bioetica francese ebbe a dire: “Certi esperimenti sono moralmente necessari e necessariamente immorali”. Può essere proprio l’amore coniugale ciò che spinge i coniugi ad accettare la FIVET? L’intenzione amorosa dei coniugi è confinata all’esterno e non è determinante per la FIVET che, in quanto processo tecnico, è indipendente dalla motivazione dei genitori ed è animato dalla logica dell’utilità e dell’efficacia (transfer multiplo, donatori, madre surrogata) che usa della persona per il raggiungimento del fine. Anche dal punto di vista dell’economia sanitaria nazionale la FIVET è irrazionale, come lo è dal punto di vista etico: terapia della sterilità è un termine che poco si addice all’etica medica, dal momento che comporta la morte e non la cura di altre vite umane.

8 Paolo VI, Humanae Vitae, n.12
“Tale dottrina, più volte espressa dal Magistero della Chiesa,è fondata sulla connessione inscindibile, che Dio ha voluto e che l’uomo non può rompere di sua iniziativa, tra i due significati dell’atto coniugale: il significato unitivo e il significato procreativo. Infatti, per la sua intima struttura, l’atto coniugale, mentre unisce con profondissimo vincolo gli sposi, li rende atti alla generazione di nuove vite, secondo leggi iscritte nell’essere stesso dell’uomo e della donna. Salvaguardando ambedue questi aspetti essenziali, unitivo e procreativo, l’atto coniugale conserva integralmente il senso di mutuo e vero amore ed il suo ordinamento all’altissima vocazione dell’uomo alla paternità. Noi pensiamo che gli uomini del nostro tempo sono particolarmente in grado di afferrare quanto questa dottrina sia consentanea alla ragione umana”

9 Fivet eterologa Una “cooperativa di genitori” La donazione:
• di sperma • di ovulo • di embrione Il ricorso alla madre sostitutiva E’ difficile eliminare il donatore o la donatrice dal mondo della FIVET, cosa già successa con l’inseminazione artificiale (ma non in Italia, dopo la legge 40). La fecondazione artificiale eterologa crea una sorta di cooperativa di genitori che sconvolge la fisionomia originale della paternità e della maternità. Il figlio viene privato dell’identità personale e familiare, che necessita, per essere costruita, del rapporto con i propri genitori. Per non parlare del caso di una single, in cui parte dell’identità del figlio è volutamente negata.. La modalità più diffusa è la donazione di sperma, praticata su larga scala in tutti i centri di procreazione assistita.. E’ più raro il dono di un ovulo sia per la maggiore difficoltà del prelievo che per la necessità di conoscere la donatrice, dal momento che l’ovulo non può essere congelato. Lo sperma esprime ciò che di più personale c’è nell’uomo. Nello sperma culmina l’atto sessuale e per suo tramite si realizza in maniera più totale e completa il dono che lo sposo fa alla sposa della sua persona. E’ un dono di altissimo significato che coinvolge la sposa che è madre in virtù della propria apertura totale e dell’accoglienza di questo dono che genera ancora un nuovo dono, il figlio. Spermatozoo ed ovocita sono il segno tangibile dell’unione e della donazione reciproca degli sposi, ed essi sono tanto più segno perché si fondono in una sola dimensione, in una sola nuova persona. La motivazione prevalente del donatore è di natura economica; egli vende la quintessenza della sua persona, cosa che equivale ad un suicidio morale. Non è possibile la donazione di ovociti congelati. E’ stato tentato il congelamento di ovociti che ha comportato un’alta % di embrioni malformati. Ciò è dovuto al fato che l’ovocita maturo ha i cromosomi dispiegati a costituire il fuso della II divisione meiotica(stato di metafase), cosicché basse temperature e sostanze utilizzate per congelare causano la distruzione delle proteine cui sono legate i cromosomi. Questi si disperdono e causano gravi alterazioni genetiche. Sono in corso studi per il congelamento degli ovociti immaturi (stadio di profase I) che eviterebbe il danneggiamento. Il seme maschile può essere congelato per molto tempo senza problemi. Si ricorre al donatore in caso di aspermia, oligoaspermia, o tare genetiche dell’uomo, in concomitanza di una patologia della donna (es. occlusione tubarica) che giustifichi il ricorso alla fivet. In caso di anovulazione o insuccesso di gift e fivet si ricorre alla donazione di embrioni ottenuti da precedente fivet o da washing-out (prima dell’impianto) e congelati. LA MATERNITA’ SURROGATA Se vi è patologia dell’utero, per cui la donna può concepire, ma non può gestare, si ricorre alla madre sostitutiva (utero in affitto). Il bambino è visto come strumento in vista di una ricompensa (annunci su riviste e tv). Anche nel caso in cui è reso un “servizio”, non si tiene conto della vita relazionale che si è instaurata tra madre e figlio durante la gravidanza, relazione che viene poi stroncata dopo la nascita. Il nascituro riceve nutrimento e comunicazioni vitali (es.ormonali), con conseguenze anche a livello psichico, dalla madre surrogata. Alla nascita, viene negato poi al figlio il diritto, in quanto persona, di conoscere i suoi genitori e di identificarsi in essi. Bambini non sani sono stati rifiutati alla nascita (perché pagare un prodotto non soddisfacente?). Ma anche la donna diventa uno strumento, è ridotta al ruolo di incubatrice (mercificazione del suo corpo), anche lei subisce il trauma dell’interrotta relazione col bimbo che ha gestato e numerosi sono i casi di rifiuto di rendere il figlio alla coppia committente. Una volta stabilito il ricorso alla fivet, si vorrà non solo il figlio, ma, sempre più frequentemente, un certo tipo di figlio (selezione eugenica). Inoltre, il ricorso alla Fivet comporta l’impegno ad adoperarsi perché nasca un figlio sano, senza tare ereditarie (aborto diretto). Nell’Assemblea Parlamentare del Consiglio d’Europa del 22 settembre 1981 fu presentata una relazione da M. Tabone in cui si sottolineava che la decisione della donna di avere un figlio senza conoscere l’identità del donatore fa della procreazione un gesto irresponsabile ed egoista che modifica sostanzialmente la struttura della società, ostacola l’unione dei figli ai genitori, crea orfani con padri vivi, esime il donatore dalla responsabilità legata alla paternità. Viene prospettato un indebolimento dell’istituzione familiare e il cammino verso una società in cui tutti sarebbero figli di uno Stato anonimo. Mette in discussione il potere del medico di scegliere chi sarà il padre, cosa che rivoluziona le strutture morali e sociali del comportamento sessuale. Denuncia l’insensibilità verso i problemi psicologici del figlio nato dal desiderio di maternità di una donna sola (persona come mezzo per soddisfare questa esigenza).

10 La Fivet eterologa: conseguenze
per l’unità coniugale e parentale per l’identità biologica, psicologica e giuridica del nascituro Casi particolari: • fecondazione post-mortem • consanguineità la prospettiva eugenistica UNITA’ CONIUGALE: con la fivet, nell’ambito del matrimonio essere genitori equivale solo in parte all’essere coniugi (dissociazione genitorialità/coniugalità ad opera del donatore). Nel caso dell’adozione il figlio nasce in modo del tutto naturale ed è solo l’educazione che viene affidata alla coppia che, in questo compito, si trova in una situazione del tutto paritaria. L’adozione è un bene che vuol rimaginare una ferita già inferta; la fivet eterologa la infligge consapevolmente. Nel caso della donazione (carità – solidarietà) non viene donato un organo salva-vita che non infrange alcuna unità (l’organo donato è per la conservazione dell’unità vitale del singolo individuo), ma che, al contrario, coinvolge il rapporto di coppia; se volessimo legittimare questo tipo di “dono”, dovremmo ugualmente legittimare una relazione extraconiugale che entrasse in questo contesto. C’è chi afferma che è padre chi vuole il figlio e stabilisce con lui un legame affettivo; in tal caso il donatore sarebbe “uno che presta un servizio” (J L Clement). Il fatto stesso che tutti concordino sulla necessità dell’anonimato non sconfessa l’affermazione di Clement? Se è un servizio generoso e che non dà fastidio, perché non ringraziare il donatore? Anche se il marito non è apertamente geloso del donatore anonimo, lo sarà anche a livello inconscio? E il figlio non resta “figlio di padre ignoto”? La dissociazione coniugalità/genitorialità si accentua nel ricorso alla madre sostitutiva. IDENTITA’ DEL CONCEPITO: L’identità biologica non coincide con quella sociale. Ognuno ha il diritto di conoscere di chi è figlio, sia per motivi psicologici che di salute. Sperma ed ovulo esprimono una genealogia: saputo della Fivet eterologa, il figlio scoprirà di avere un genitore putativo e vorrà conoscere le proprie origini. L’anonimato del donatore infligge al figlio una ferita dalle conseguenze psicologicamente imprevedibili. Le legislazioni che consentono la fivet eterologa richiedono: l’anonimato del donatore, l’irrevocabilità del consenso del coniuge sterile, la negazione del disconoscimento di paternità (maternità). In questi casi dovrebbe essere almeno salvaguardato il diritto del figlio di conoscere, dopo i 14 anni, il genitore biologico e la possibilità di optare per il disconoscimento del padre legale con la contestuale dichiarazione giudiziale di paternità nei confronti del padre naturale. Casi particolari: 1) fecondazione post-mortem del marito (seme congelato, in fivet omologa) o della coppia committente (maternità surrogata o embrioni congelati e non ancora impiantati). Sono i “figli dell’aldilà” che generano complicati aspetti giuridici, anche in merito all’eredità. 2) Fecondazione di ovuli di diverse donne con un solo seme, con possibilità di matrimoni tra consanguinei, con conseguenze giuridiche ed aumentato rischio di malattie genetiche. 3) Figlio commissionato da una coppia di omosessuali, con ricorso a madre sostitutiva (om.uomini) o anche a clonazione. LA PROSPETTIVA EUGENISTICA Una volta stabilito il ricorso alla fivet, si vorrà non solo il figlio, ma, sempre più frequentemente, un certo tipo di figlio (selezione eugenica). Inoltre, il ricorso alla Fivet comporta l’impegno ad adoperarsi perché nasca un figlio sano, senza tare ereditarie (aborto diretto). Selezione dei donatori presenti nelle banche del seme, se non altro per avere un figlio il più possibile somigliante al padre putativo (eugenismo di I livello). Con la Fivet e la diagnosi di preimpianto si è dato nuovo impulso all’eugenismo (II livello o eugenica negativa, con l’eliminazione degli embrioni difettosi). Il III livello di eugenismo, detto positivo, si serve dell’ingegneria genetica per programmare un individuo su misura. Infine, ricordiamo la riduzione fetale in utero per ridurre i rischi materni di una gravidanza plurigemellare legata alla farmacoinduzione e per aumentare le possibilità di sopravvivenza degli embrioni residui.

11 Legge 40 del 19/02/2004: i punti salienti
DELLA LEGGE Assicura i diritti di tutti i soggetti coinvolti, compreso il concepito E' vietato il ricorso a tecniche di procreazione medicalmente assistita di tipo eterologo. Possono accedere alle tecniche di procreazione medicalmente assistita coppie di maggiorenni di sesso diverso, coniugate o conviventi, in eta‘ potenzialmente fertile, entrambi viventi Sono vietati: a) la produzione di embrioni umani a fini di ricerca b) ogni forma di selezione a scopo eugenetico degli embrioni e dei gameti, ad eccezione degli interventi aventi finalita' diagnostiche e terapeutiche c) interventi di clonazione mediante trasferimento di nucleo o di scissione precoce dell'embrione o diectogenesi sia a fini procreativi sia di ricerca; d) la fecondazione di un gamete umano con un gamete di specie diversa e la produzione di ibridi o di chimere E' vietata la crioconservazione e la soppressione di embrioni Le tecniche di produzione degli embrioni, …non devono creare un numero di embrioni superiore a quello strettamente necessario ad un unico e contemporaneo impianto, comunque non superiore a tre DI CHI SI OPPONE L’embrione diventa soggetto giuridico beneficiario di diritti. L’ I.V.G. può prefigurarsi come omicidio? Le coppie affette da malattie genetiche, le più bisognose, restano escluse in quanto non possono ricorrere a donatori Il limitare la fivet a coppie sposate o conviventi di sesso diverso propone un modello di relazione tra i sessi patriarcale ed anacronistico In caso di insuccesso la donna deve subire una nuova stimolazione ovarica L’embrione, una volta formato, deve essere impiantato in utero anche se affetto da gravi patologie E’ lesa l’autodeterminazione delle donne E’ lesa la libertà della ricerca scientifica E’ lesa la laicità dello Stato Questa legge ha fatto salvi il rispetto della dignità dell’embrione, cui è riconosciuto il diritto alla vita; il principio di familiarità, in riferimento anche agli artt. 29 e 31 della Costituzione (famiglia quale “società naturale fondata sul matrimonio … attraverso la quale ogni soggetto acquisisce la propria identità soggettiva personale”). Punto (3): Il diritto alla procreazione può essere configurato come diritto individuale o come diritto di coppia (diritto del bambino ad avere entrambi i genitori). Il diritto alla maternità comporta il riconoscimento anche alle donne sole di accedere alla fivet. 6. Chiunque, in qualsiasi forma, realizza, organizza o pubblicizza la commercializzazione di gameti o di embrioni o la surrogazione di maternita' e' punito con la reclusione da tre mesi a due anni e con la multa da a un milione di euro.


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