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I cinque punti dell’autosufficienza emotiva

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Presentazione sul tema: "I cinque punti dell’autosufficienza emotiva"— Transcript della presentazione:

1 I cinque punti dell’autosufficienza emotiva
1-Amore per DIO noi stessi il prossimo 5-I Cinque principi 2-Sono un figlio di DIO 4-Obbedienza ai comandamenti Conoscenza della verità Libertà 3-Discernere il bene dal male I cinque punti dell’autosufficienza emotiva

2 1-Amore per DIO, noi stessi il prossimo
Tutto l’universo obbedisce alla legge dell’amore. Imparare ad amare è dunque lo scopo della nostra vita. Amare non è spontaneo ma frutto di progressivo apprendimento. Per questo è un comandamento. Il più grande ed importante di tutti. “Maestro, qual è il più grande comandamento della legge? ”. Gli rispose: “ Amerai il Signore Dio tuo con tutto il cuore, con tutta la tua anima e con tutta la tua mente. Questo è il più grande e il primo dei comandamenti. E il secondo è simile al primo: Amerai il prossimo tuo come te stesso. Da questi due comandamenti dipendono tutta la Legge e i Profeti”. Non esiste l’amore di per sé ma l’amare come pensiero, sentimento e comportamento. Stabilire un rapporto personale con Dio, il nostro Padre nel cielo e sentirsi realmente suoi figli è il punto di partenza per la nostra crescita e il nostro benessere. Nutriti dall’amore di DIO saremo più capaci di amare noi stessi e il prossimo. Non esiste un prima e un dopo. Se coltiviamo l’amore per noi stessi saremo in grado di ascoltare e amare gli altri. Servendo e amando gli altri impareremo ad amare di più noi stessi. E’ come un cerchio. L’amore non si divide, si moltiplica. Più amiamo più siamo in grado di amare, senza confini e limiti

3 2- Sono un figlio di DIO Genesi 1:27
Dio creò l'uomo a sua immagine; lo creò a immagine di Dio; li creò maschio e femmina. Ogni essere umano, qualunque sia la sua condizione deve sapere che la sua natura è divina. Che è destinato ad un futuro glorioso e che ha un grande valore. Deve conoscere la sua missione su questa terra e mettere a frutto tutti i talenti che gli sono stati dati. Agli occhi di Dio non ci sono classi sociali. Ognuno è chiamato a fare quello che è nelle sue possibilità senza paragoni o confronti. Solo Lui può leggere il cuore degli uomini. La consapevolezza di essere un Suo figlio, di avere un grande valore indipendentemente da ciò che pensano gli altri o dai risultati “terreni” darà ad ogni uomo la forza necessaria per superare le difficoltà. Queste saranno sempre proporzionali alle nostre possibilità, perché Dio, nel suo grande amore non ci darà prove che non possiamo superare.

4 3- Discernere il bene dal male
Dà dunque al tuo servo un cuore intelligente perché possa amministrare la giustizia per il tuo popolo e discernere il bene dal male; perché chi mai potrebbe amministrare la giustizia per questo tuo popolo che è così numeroso?» Il termine discernere non significa solamente tracciare una linea di separazione ma anche distinguere,vedere bene. Il compito nella nostra vita terrena non è solo quello di capire ciò che è bene e ciò che è male ma anche “ tirar fuori “ dal male il bene. Dalle esperienze negative e dolorose trarre un insegnamento, perché tutto ha un senso e serve alla nostra crescita. E’ vedere con profondità per trovare un significato a ciò che ci accade. C’è una bella canzone in cui si dice “ il mio maestro mi insegnò com’è difficile trovare l’alba dentro l’imbrunire “. A volte dobbiamo passare un periodo di tristezza e dolore per arrivare a capire alcune cose e compiere passi da gigante nel nostro sviluppo.

5 Obbedienza ai comandamenti Conoscenza della verità Libertà
4 Obbedienza ai comandamenti Conoscenza della verità Libertà Giovanni 8:31-32 Gesù allora disse a quei Giudei che avevano creduto in lui: «Se rimanete fedeli alla mia parola, sarete davvero miei discepoli; conoscerete la verità e la verità vi farà liberi». Non esiste la libertà assoluta. Il mondo è governato da leggi. Noi siamo liberi di fare qualsiasi cosa ma non siamo liberi dalle conseguenze delle nostre azioni. Possiamo scegliere a quali leggi obbedire. Se seguiamo gli insegnamenti del Maestro, conosceremo la natura profonda delle cose e questa conoscenza, accompagnata alla serenità interiore ci darà la libertà. Questo perché i suoi comandamenti sono dati con amore. Solo quando seguiremo i comandamenti per amore ( e non per dovere o paura ) saremo veramente liberi.

6 5- I Cinque principi

7 Principio del dono Se vogliamo un sorriso sorridiamo !. Non è detto che l’altro ci risponderà ma noi staremo meglio. Se desideriamo la serenità interiore è importante donare solo per rendere l’altro felice e non per personale tornaconto. La gratuità del dono è il segno e la manifestazione dell’armonia e dell’equilibrio e rappresenta la via maestra per raggiungerli. Da’ a chiunque ti chiede; e a chi prende del tuo, non richiederlo. Ciò che volete gli uomini facciano a voi, anche voi fatelo a loro. Se amate quelli che vi amano, che merito ne avrete? Anche i peccatori fanno lo stesso. E se fate del bene a coloro che vi fanno del bene, che merito ne avrete? Anche i peccatori fanno lo stesso. E se prestate a coloro da cui sperate ricevere, che merito ne avrete? Anche i peccatori concedono prestiti ai peccatori per riceverne altrettanto. Amate invece i vostri nemici, fate del bene e prestate senza sperarne nulla, e il vostro premio sarà grande e sarete figli dell’Altissimo; Siate misericordiosi, come è misericordioso il Padre vostro. Non giudicate e non sarete giudicati; non condannate e non sarete condannati; perdonate e vi sarà perdonato; date e vi sarà dato; una buona misura, pigiata, scossa e traboccante vi sarà versata nel grembo, perché con la misura con cui misurate, sarà misurato a voi in cambio”. Un esercizio semplice ed efficace per imparare il principio del dono è sviluppare le capacità di ascolto. Ogni giorno dedichiamo del tempo ad ascoltare attentamente qualcuno. Un altro semplice esercizio è dire “grazie”.

8 Principio del non attaccamento
Tutto ciò che sperimentiamo è destinato a trasformarsi e a passare. Nulla è mai uguale a prima. Come l’acqua del fiume, che sembra la stessa ma è sempre diversa. Se siamo attaccati alle cose siamo destinati all’infelicità perché in questa vita terrena tutto cambia. Ciò che è immutabile è l’amore che Dio ha per noi. Poi disse ai discepoli: “Per questo io vi dico: Non datevi pensiero per la vostra vita, di quello che mangerete; né per il vostro corpo, come lo vestirete. La vita vale più del cibo e il corpo più del vestito. Guardate i corvi: non seminano e non mietono, non hanno ripostiglio né granaio, e Dio li nutre. Quanto più degli uccelli voi valete! Chi di voi, per quanto si affanni, può aggiungere un’ora sola alla sua vita? Se dunque non avete potere neanche per la più piccola cosa, perché vi affannate del resto? Guardate i gigli, come crescono: non filano, non tessono: eppure io vi dico che neanche Salomone, con tutta la sua gloria, vestiva come uno di loro. Se dunque Dio veste così l’erba del campo, che oggi c’è e domani si getta nel forno, quanto più voi, gente di poca fede? Non cercate perciò che cosa mangerete e berrete, e non state con l’animo in ansia: di tutte queste cose si preoccupa la gente del mondo; ma il Padre vostro sa che ne avete bisogno. Cercate piuttosto il regno di Dio, e queste cose vi saranno date in aggiunta. Se non è compreso profondamente o viene frainteso, questo principio potrebbe portare alla pigrizia e all’ozio perché in fondo Dio penserà a noi e a darci tutto ciò che ci occorre. Non è questo l’insegnamento. Noi dovremmo fare ogni cosa con entusiasmo ed impegno, sforzandoci al massimo per raggiungere buoni risultati. Tuttavia non è di nessuna utilità per il nostro sviluppo emotivo e spirituale attaccarci al risultato per la nostra gloria “personale”. Ecco alcuni esempi : Se con il nostro lavoro guadagniamo più denaro questo è bene, a patto che il denaro non divenga il nostro padrone. Se studiando riusciamo a laurearci e diventiamo importanti questo è bene a patto che non ci montiamo la testa e dimentichiamo che la scienza e il sapere sono al servizio di tutti e non al servizio della nostra vanità. Se viviamo in un periodo di abbondanza e godiamo della vita è un bene a patto che il piacere non diventi la nostra “dipendenza” e a patto che nei momenti di carestia sappiamo essere sereni nella sobrietà e nella frugalità. Questo è il principio del non attaccamento.

9 Principio dell’intenzione e del desiderio
Le buoni intenzioni e il desiderio di fare il bene sono la luce della nostra vita. Beati i puri di cuore, perché vedranno Dio. Quindi soggiunse: “Ciò che esce dall’uomo, questo sì contamina l’uomo. Dal di dentro infatti, cioè dal cuore degli uomini, escono le intenzioni cattive:…. Tutte queste cose cattive vengono fuori dal di dentro e contaminano l’uomo”. Spesso non c’è l’intenzione o il desiderio di “cambiare” . Per la nostra mente è più facile soffrire continuando a ripetere le stesse cose che fare la fatica di cambiare. A volte in noi agiscono meccanismi di difesa di cui non ci rendiamo conto. Attraverso la preghiera sincera, la meditazione e l’ascolto degli altri possiamo scoprirli e modificarli.

10 Principio della semina e del raccolto
Noi raccogliamo quello che seminiamo. Siamo liberi di fare qualsiasi cosa ma non siamo liberi dalle conseguenze delle nostre azioni. Non c’è albero buono che faccia frutti cattivi, né albero cattivo che faccia frutti buoni. Ogni albero infatti si riconosce dal suo frutto: non si raccolgono fichi dalle spine, né si vendemmia uva da un rovo. L’uomo buono trae fuori il bene dal buon tesoro del suo cuore; l’uomo cattivo dal suo cattivo tesoro trae fuori il male, perché la bocca parla dalla pienezza del cuore. Noi ereditiamo geneticamente o per trasmissione di modelli educativi tante informazioni che plasmano il nostro carattere e la nostra personalità. Se questa “eredità” ci provoca dolore, possiamo decidere di cambiare molte cose. Non possiamo modificare la genetica ma accettarci per quello che siamo e sviluppare i nostri talenti. Spezzare catene che si trasmettono di generazione in generazione non è facile ma è possibile. Per farlo è necessario ripercorrere la nostra storia , divenire consapevoli senza aver paura di conoscere la verità. La conoscenza della verità, la sua accettazione e la sua elaborazione ci renderanno liberi dalle catene. Questa consapevolezza della semina e del raccolto ci rende più responsabili della educazione e dell’esempio che diamo ai figli, se ne abbiamo o agli altri in generale.

11 Principio del tempo presente
Non è necessario che tutto sia pronto per prendere decisioni importanti. Come avere tutta la casa arredata prima di sposarsi o finire un lavoro prima di dare un bacio o un abbraccio. Il tempo non torna indietro. Vivere intensamente il presente è importante per non essere inutili spettatori della nostra vita. Osserva l’opera di Dio: chi può raddrizzare ciò che egli ha fatto curvo? Nel giorno lieto sta allegro e nel giorno triste rifletti. Anche se vive l'uomo per molti anni se li goda tutti, e pensi ai giorni tenebrosi che saranno molti. Tutto ciò che accade è vanità. Stà lieto , o giovane, nella tua giovinezza.

12 Principio della gratuità
Area spirituale SPIRITO Ideali-visione superiore amore Principio della gratuità Area adulta MENTE Desideri-Sentimenti innamoramento Principio di Realta’ Area infantile Bisogni-Emozioni CUORE infatuazione Principio del Piacere Area genetica Istinti-Pulsioni PANCIA Attrazione fisica

13 MENTE CUORE PANCIA Il fluire energetico circolare

14 dell’affermazione di sè
Schema di sviluppo della personalità Area Infantile narcisismo Asse dell’IO o dell’affermazione di sè Equilibrio / maturità Dipendenza affettiva Asse della relazione o del dono di sè

15 Cosa vuol dire amare ? Essere gentile Essere tollerante Non invidiare
L’amore è come una pianta va costantemente nutrito perchè possa dare i suoi frutti Essere gentile Essere tollerante Non invidiare Non gonfiarsi di orgoglio Non cercare il proprio interesse Non lasciarsi provocare facilmente Non pensare il male Non gioire del male e del dolore Cercare la verità Resistere a ogni cosa Credere Sperare Sopportare Non viene mai meno (è fedele )‏ E’ il valore più grande di tutti L’amore di DIO

16 Intelligenza emotiva Conoscenza delle proprie emozioni:
Ovvero la capacità di riconoscere un sentimento quando si presenta. Questo comporta progressivamente una buona conoscenza di se stessi e una padronanza nel prendere decisioni Controllo delle emozioni: Ovvero la capacità di interpretare e controllare a proprio vantaggio i vari e mutevoli stati d’animo. Per esempio saper accettare e gestire sentimenti quali la tristezza, l’ansia, il senso di frustrazione. Automotivazione: Finalizzare le nostre emozioni e i nostri sentimenti in direzioni costruttive. Da questa capacità nasce la creatività e la fantasia Riconoscimento delle emozioni altrui: Ovvero l’empatia. E’ la conseguenza naturale del lavoro di riconoscimento delle proprie emozioni. Infatti per poter “sentire” i sentimenti altrui dobbiamo essere allenati a “sentire” i nostri. Funzione di specchio. Gestione delle relazioni: Ovvero la capacità di accogliere e contenere le emozioni altrui senza snaturare la nostra identità. Capacità di essere assertivi ( e quindi né passivi né autoritari) influenzando, plasmando, ispirando e mobilitando l’interlocutore al fine di farlo sentire bene con noi o quanto meno non provocare la sua aggressività.

17 Intelligenza emotiva - ESERCIZI
Conoscenza delle proprie emozioni: Esercizi : - mettere per iscritto ciò che stiamo provando e/o condividerlo con qualcuno accettando con attenzione i suoi commenti. - meditare o comunque “stare in silenzio” per un po’ di tempo ogni giorno - pregare Controllo delle emozioni: Esercizio : non lasciare sedimentare stati d’animo negativi pensando che col tempo si dissolveranno. Cercare un perché e un senso a quanto stiamo provando e “sentendo”. Il più presto possibile, prima di andare a dormire. Automotivazione: Esercizio : utilizzare i nostri stati d’animo per l’espressività corporea o artistica. Veicolarli in azione e operatività : correre, fare sport, scrivere, cantare, suonare, dipingere, parlare. Riconoscimento delle emozioni altrui: Esercizio : l’ascolto autentico. Non interrompere, sospendere il giudizio, andare aldilà delle parole, desiderare di comprendere i sentimenti, immedesimarsi nelle emozioni altrui ma non immedesimarsi e/o identificarsi con l’altro, avere pazienza e rispetto ( non cerchiamo a tutti i costi di forzare l’altro o di sostituirci a lui )‏ Gestione delle relazioni: Esercizio: ascoltare, mentre parliamo con un altro, gli stati d’animo che nascono in noi. Esprimiamo quello che sentiamo e nello stesso tempo rassicuriamo l’interlocutore che un parere diverso non significa scontro o rottura della relazione. Evitiamo, ogni volta che è possibile e utile, di essere “passivi” o al contrario” aggressivi”.


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