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Enea Milocco & Roberto Mauro Iezzi
Arcobaleno Enea Milocco & Roberto Mauro Iezzi
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L'arcobaleno e la dispersione cromatica
Uno dei più affascinanti esempi della dispersione cromatica della luce è l'arcobaleno.
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Un modello per l'arcobaleno
Apparato sperimentale • Puntatore laser e fonte di luce bianca • Collimatore con ghiera rotante con possibilità di scelta della larghezza/forma • Un piccolo contenitore di plastica di forma circolare • Una scatola di scarpe • Alcool • Fogli lucidi • Nastro adesivo • Cartoncino nero • Forbici • Carta millimetrata • Bastoncini d'incenso
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Il cammino della luce attraverso una goccia si può determinare applicando le leggi dell’ottica geometrica. Quando il fascio colpisce la superficie, parte della luce è riflessa e parte rifratta. I raggi riflessi direttamente dalla superficie, sono detti raggi di classe 1; quelli trasmessi attraverso la goccia, di classe 2. I raggi di classe 3 emergono dopo una riflessione totale interna e danno luogo all’arcobaleno primario. L’arco secondario è costituito dai raggi di classe 4, che hanno subito due riflessioni interne. Il parametro di impatto, cioè lo spostamento del raggio incidente rispetto all’asse passante per il centro della goccia, determina il valore dell’angolo di diffusione per i raggi di ogni classe.
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Ricostruiamo il modello
Abbiamo ricostruito il modello dell'arcobaleno generato da una goccia di acqua suggerito nella guida. Una scatola trasparente di forma cilindrica piena di acqua, posta all'interno di una scatola trasparente piena di fumo, è illuminata in luce monocromatica. Si distingue bene il raggio che darebbe luogo all'arcobaleno primario. Quello che genererebbe l'arcobaleno secondario risulta appena visibile, ma è distinguibile sul corpo-sorgente il punto da esso illuminato.
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