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Critica della Ragion Pratica
Liceo Malpighi - Bologna (io avrei fatto anche a meno…)
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Critica Questo si sa già… C.R.Pr. - Kant
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Ragione Organo dell’incondizionato, dell’assoluto, del trascendente.
Il suo uso conoscitivo è fallimentare (porta ad antinomie)! Il suo uso pratico non lo è: fornisce la legge morale (incondizionata e trascendente). Non cambia la natura della ragione, ma il suo uso… C.R.Pr. - Kant
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Pratico Ciò che ha a che fare con la determinazione della volontà (cioè la decisione), ciò che mette in moto la volontà. La volontà è la facoltà di agire in vista di un fine in base a regole, criteri, di estensione più o meno vasta. Corollario (!): tutte le azioni impulsive sono non volontarie… C.R.Pr. - Kant
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Compito della C.R.Pr. Analizzare la facoltà della ragione pratica e…
dimostrare che esiste una ragione pratica pura, cioè non determinata empiricamente, al servizio delle inclinazioni sensibili (materia), ma rivolta al sovra-sensibile! In parole povere: dimostrare che l’uomo non è un cane, ma questo non scrivetelo! C.R.Pr. - Kant
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Importante distinzione
Autonomia: darsi la regola dell’agire a partire da sé, cioè dalla ragione. Eteronomia: darsi la regola dell’agire a partire da altro, cioè dalla sensibilità. Sono due modi alternativi di darsi il principio pratico d’azione. Nel secondo caso, la volontà prevarica sulla ragione e segue la sensibilità. C.R.Pr. - Kant
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Ma attenzione: C.R.Pr. - Kant
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Dicevo: attenzione! La volontà non è autonoma di per sé
perché è libera (nel senso del libero arbitrio)! Ha l’alternativa di essere autonoma oppure eteronoma. C.R.Pr. - Kant
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Compito pratico dell’uomo
Autonomia della volontà. Cioè obbedienza alla legge morale, regola necessaria, universale, a priori, formale, posta dalla ragione (impersonale). N.B.: noi siamo portatori ma non padroni della legge morale! C.R.Pr. - Kant
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Materia vs Forma Ancora una volta… Materia come dato sensibile.
Forma come struttura ordinatrice. O meglio… Materia come inclinazione sensibile. Forma come legge morale. C.R.Pr. - Kant
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Legge morale La ragione dice alla volontà: “Devi!”.
È possibile (ma non necessario) che per seguire la legge morale si debbano reprimere inclinazioni sensibili in contrasto con essa. C’è un comando (imperativo) della ragione alla volontà. Categorico: incondizionato, assoluto. C.R.Pr. - Kant
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Uomo La finitezza dell’uomo è espressa nel fatto che fra legge morale e inclinazioni sensibili la prima parola la hanno queste ultime!!! La moralità si dà solo dove è possibile l’immoralità. Dio sarebbe solo Ragione, e la volontà si adeguerebbe sempre alla legge morale! Questa è la santità (ideale limite irraggiungibile della moralità). Per l’uomo la legge morale si presenta come un comando! C.R.Pr. - Kant
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Male morale Atto della volontà libera che opta per le inclinazioni sensibili nel caso del contrasto con la legge morale. Auto-inganno, compromesso, dovuto all’amore di sé, che è il principio della ricerca del piacere (nel presente) e della felicità (nell’esistenza intera). Unico rimedio: sincerità con se stessi, richiamo alla verità insita nella ragione umana. Anche ammettendo che ci si possa mettere d’accordo su cosa sia la felicità e su quali siano i mezzi adatti a raggiungerla, ognuno comincerebbe a lottare per la propria felicità… Non così si raggiunge la legge morale oggettiva. C.R.Pr. - Kant
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Imperativo categorico
(= legge morale nell’uomo) Opera in modo che la massima della tua volontà possa sempre valere in ogni tempo come principio di una legislazione universale [C.R.Pr., A 54]. Opera in modo da trattare l’umanità, sia nella tua persona sia in quella di ogni altro, sempre anche come fine e mai semplicemente come mezzo [Fondazione della metafisica dei costumi (1785), BA 67-68] C.R.Pr. - Kant
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Imperativo categorico (2)
Opera in modo che il criterio di azione che segui possa essere valido per tutti. Come faccio a capire cosa ci impone la legge morale? Esaminando prima di tutto atteggiamenti palesemente immorali. Accetterei mai con la ragione che tutti mentissero sempre? Questo esperimento mentale basta a decidere se una cosa è imposta dalla legge morale. Perché l’uomo non è un diavolo, e non gode ad andar sempre contro la legge morale, ma soltanto a volte desidera fare il proprio comodo. Un mondo in cui tutti mentissero sarebbe peggiore! C.R.Pr. - Kant
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Imperativo categorico (3)
Divieto morale = Se una massima non supera il “test di universalità”, allora abbiamo l’obbligo morale di non comportarci così (divieto morale). Obbligo morale = Moralmente doverosi sono non i comportamenti universalizzabili, ma i comportamenti contrari a quelli non universalizzabili. Questo si può trarre indirettamente da Kant; altrimenti anche mangiare o bere diventerebbe una questione morale! Alcune azioni sono invece moralmente indifferenti… C.R.Pr. - Kant
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Imperativo categorico (4)
Trattare una persona come fine: riconoscere un valore in sé all’uomo, alle persone, a sé, praticamente; non trattarsi solo come essere sensibile, ma come essere capace di moralità (auto-rispetto). N.B.: Gesinnung o animus: motivo, disposizione interiore, atteggiamento interiore. La morale è solo questione di volere seriamente ed indipendentemente dai risultati. Niente a che vedere con la regola aurea della Bibbia (“Non fare agli altri…”), che riguarda l’azione. C.R.Pr. - Kant
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Doveri Divieti Obblighi positivi Verso se stessi Non danneggiare sé
Coltivare le proprie capacità Verso gli altri Non danneggiare gli altri Contribuire alla felicità degli altri C.R.Pr. - Kant
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I colpi di scena… …della Critica della Ragion Pratica! C.R.Pr. - Kant
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Fattualità della legge morale
Il tentativo di dimostrare la realtà della legge morale nella Fondazione della Metafisica dei Costumi era affascinante ma fallimentare. La Critica della Ragion Pratica viene scritta proprio per salvare la legge morale “dal naufragio”. C.R.Pr. - Kant
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Fattualità della legge morale (2)
La legge morale è un Faktum della ragione umana. Si giustifica da sola: non ha bisogno della filosofia. La realtà della legge morale è un assioma: non è suscettibile, ma nemmeno bisognoso, di dimostrazione. C.R.Pr. - Kant
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Libero arbitrio Attraverso la realtà della legge morale possiamo dedurre la fattualità della libertà del volere. Se non fossimo liberi, non avrebbe senso l’imperativo categorico! Cosa conosciamo della libertà? Solo che esiste! Non come funziona… C.R.Pr. - Kant
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Felicità Virtù = rispetto disinteressato della legge morale = bene supremo. Ma… Bene sommo = proporzione tra virtù e felicità! La ragione pratica pura richiede che chi è degno della felicità (in quanto virtuoso), la ottenga. C.R.Pr. - Kant
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Felicità (2) Condizioni per la realizzazione effettiva del sommo bene:
1) immortalità dell’anima; 2) esistenza di un Dio giusto. Sono due postulati della ragione pratica pura: indimostrabili teoreticamente ma che si richiede di ammettere per soddisfare l’esigenza morale del sommo bene. C.R.Pr. - Kant
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Felicità (3) Si tratta di una fede (non si può asserire teoreticamente l’esistenza dell’anima e di Dio) razionale (indipendente dalla Rivelazione, suggerita dalla ragione pratica pura). La fede, come l’amore, non può essere imposta. È un diritto, non un dovere! C.R.Pr. - Kant
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Dio Se potessimo dimostrarne teoreticamente l’esistenza,
allora la maggior parte delle azioni sarebbe compiuta per paura, pochissime per speranza, nessuna per dovere… C.R.Pr. - Kant
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God Part II Dio e l’eternità, nella loro maestà tremenda, ci starebbero continuamente dinanzi agli occhi […]. La trasgressione della legge sarebbe senz’altro impedita, ciò che è comandato sarebbe compiuto […]. La condotta dell’uomo, finché la sua natura restasse qual è ora, si trasformerebbe in un semplice meccanismo, in cui, come in un teatro di marionette, tutto gesticolerebbe bene, ma nelle cui figure non ci sarebbe più vita. [C.R.Pr. A 265] C.R.Pr. - Kant
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CIAO KANT THE END C.R.Pr. - Kant
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