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Disturbi del ritmo: classificazione

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Presentazione sul tema: "Disturbi del ritmo: classificazione"— Transcript della presentazione:

1 Disturbi del ritmo: classificazione
Dr. Giulio Selvetella I.R.C.C.S. “Neuromed” Pozzilli (IS)

2 Disturbo del ritmo qualsiasi alterazione del normale ritmo cardiaco, ovvero condizione caratterizzata da anomala origine e/o conduzione dell’impulso elettrico cardiaco

3 Il sistema di conduzione cardiaco Nodo atrioventricolare
Nodo senoatriale Frequenza per min Nodo atrioventricolare Zona della giunzione atrioventricolore Frequenza per min - QRS a complesso stretto Fibre His-Purkinje Frequenza per min - QRS a complessi larghi

4 Onda P = depolarizzazione atriale
QRS = depolarizzazione ventricolare (< 0.12 sec) Onda T = ripolarizzazione ventricolare

5 Onda P = durata < 0,12 sec, ampiezza < 2,5 mm (0,25 mV)
Intervallo PR = durata 0,12-0,20 sec Compl. QRS = durata < 0,12 sec Intervallo QTc = durata < 0,44 sec

6 Ritmo sinusale Ritmo ad origine nel nodo del seno con variazioni inferiori a 0.16 sec tra cicli consecutivi, frequenza compresa tra batt/min, presenza di onda P di durata <120 msec, un intervallo PR di durata 200 msec ed un complesso QRS di durata 120 msec.

7 Ipocinetiche Ipercinetiche
Aritmie Ipocinetiche Ipercinetiche

8 Aritmie ipocinetiche Disturbi della formazione dell’impulso elettrico cardiaco (disfunzioni del nodo del seno) Disturbi della conduzione dell’impulso elettrico cardiaco (disfunzioni del nodo AV)

9 Disfunzione del nodo del seno
Bradicardia sinusale Arresto sinusale Blocco seno-atriale Sindrome bradi-tachi

10 Disfunzione del nodo del seno: Bradicardia sinusale
Frequenza cardiaca inferiore a 60 bpm origine attivazione atriale dal NSA

11 Disfunzione del nodo del seno: Arresto sinusale
mancata produzione da parte del NSA dell’ impulso elettrico per un tempo corrispondente al multiplo del ciclo sinusale

12 Disfunzione del nodo del seno: Blocchi seno-atriali
Prima di attraversare velocemente l’atrio, per raggiungere il nodo atrioventricolare, l’impulso deve superare una zona a lenta conduzione, che circonda il nodo del seno, detta zona senoatriale. Se il passaggio attraverso questa zona comporta difficoltà, si possono avere i blocchi senoatriali.

13 Disfunzione del nodo del seno: Blocco seno atriale I grado
il passaggio dell’impulso è soltanto rallentato e mai bloccato ecg identico ad un ecg normale (solo bradicardia sinusale)

14 Disfunzione del nodo del seno: Sindrome bradi-tachi
episodi intermittenti di bassa ed elevata attività del nodo seno-atriale

15 Disfunzione del nodo atrio-ventricolare
Blocco AV I grado Blocco AV II grado - tipo Mobitz I e II Blocco AV III grado

16 Disfunzione del nodo atrioventricolare: Blocchi atrioventricolari
Una volta attraversato velocemente l’atrio, l’impulso raggiunge il nodo atrioventricolare. Se il passaggio dell’impulso attraverso il nodo atrioventricolare comporta difficoltà, si possono avere i blocchi atrioventricolari.

17 Disfunzione del nodo atrioventricolare: Blocco AV I grado
il passaggio dell’impulso è soltanto rallentato all’ecg l’intervallo PR è prolungato (>200 msec)

18 Disfunzione del nodo atrioventricolare: Blocco AV II grado Mobitz I
il passaggio dell’impulso è progressivamente piu’ rallentato sino ad un suo blocco periodico all’ecg progressivo prolungamento dell’intervallo PR finchè un’onda P non è condotta al ventricolo (P non seguita dal QRS)

19 Disfunzione del nodo atrioventricolare: Blocco AV II grado Mobitz II
il passaggio dell’impulso è periodicamente bloccato all’ecg intervallo PR costante con l’intermittente comparsa di un’onda P non seguita dal complesso QRS.

20 Disfunzione del nodo atrioventricolare: Blocco AV III
il passaggio dell’impulso è costantemente bloccato all’ecg onde P non seguite da complessi QRS, ed in questo caso si avrà asistolia, oppure dissociate da complessi QRS di origine ventricolare, e quindi allargati

21 ARITMIE IPERCINETICHE

22 TACHICARDIA condizione caratterizzata da frequenza cardiaca al di sopra di 100 battiti al minuto Tachicardia sinusale Tachicardia sopraventricolare Tachicardia ventricolare

23 Meccanismi elettrofisiologici delle tachicardie
Esaltato automatismo Rientro

24 Esaltato automatismo Aumentata frequenza di scarica del segnapassi (pace-maker) sinusale, atriale non sinusale, giunzionale o ventricolare

25 Esaltato automatismo (TSV)
Tachicardia sinusale Tachicardia atriale ectopica

26 Tachicardia sinusale Aumentata frequenza cardiaca (>100 batt/min)
Origine attivazione atriale dal NSA Attivazione atrio precede l’attivazione del ventricolo (QRS) Regolarità complessi ventricolari

27 Tachicardia atriale ectopica
Frequenza: batt/min P evidenti che precedono il QRS Morfologia della P: diversa dalla P sinusale Morfologia della P e conduzione atrio–ventricolare (PR) variabile (multifocale)

28 Rientro Rotazione continua dell’impulso all’interno di un circuito anatomico o funzionale con un braccio percorso in senso anterogrado ed uno in senso retrogrado

29 Tachicardie da rientro
Tachicardia da rientro intranodale Tachicardia reciprocante atrioventricolare - sindrome di Wolff-Parkinson-White Flutter atriale Fibrillazione atriale

30 Sindrome di Wolff-Parkinson-White
L’impulso elettrico viaggiando a livello della via accessoria, invece che nella normale via atrioventricolare, raggiunge prima il ventricolo determinando un PQ accorciato, mentre il complesso QRS presenta una deflessione nella parte iniziale, detta onda delta, perché il QRS è la fusione tra la depolarizzazione del ventricolo ad opera della normale via di conduzione e della via accessoria.

31 Flutter atriale Deriva da un circuito intra-atriale, generalmente in atrio destro Mancanza di onde P sostituite da oscillazioni regolari ed uniformi a dente di sega, usualmente negative in DII, DIII ed AVF, chiamate onde F con frequenza compresa tra batt/min Il ritmo e la frequenza cardiaca dipendono dal rapporto tra battiti atriali e ventricolari e dallo stato della conduzione AV

32 Flutter atriale con blocco AV di grado variabile
La conduzione dagli atri ai ventricoli avviene con un blocco che usualmente è 2:1 ma può risultare anche più marcato (3:1, 4:1) Spesso i rapporti di conduzione variano nello stesso tracciato, per cui il ritmo ventricolare è irregolare

33 Flutter atriale Le manovre vagali hanno uno scarso risultato sulla frequenza atriale, ma rallentano la risposta ventricolare aumentando il grado del blocco AV. In tal modo si può osservare l’attività atriale e la sua frequenza

34 Fibrillazione atriale
Molteplici e disordinati circuiti di rientro atriali determinano una attivazione caotica con frequenza di circa 600 battiti al minuto Non sono identificabili onde P o onde atriali ma solo deformazioni irregolari e disordinate della linea isoelettrica Gli impulsi vengono condotti ai ventricoli con un grado di blocco molto irregolare, ne risulta la presenza di complessi QRS con una notevole e disordinata variabilità dell’intervallo RR

35 Tachicardie sopraventricolari a QRS larghi
Presenza di blocchi di branca anatomici (la conduzione dell’impulso elettrico nei ventricoli può presentare un blocco a livello della branca destra o sinistra del fascio di His con conseguente ritardo nella depolarizzazione dei ventricoli con allargamento del QRS) Presenza di blocchi di branca funzionali (La loro comparsa è determinata dal fenomeno della aberranza, per il quale un impulso che raggiunga troppo precocemente una branca del fascio di His, la può trovare non eccitabile. Si avrà così la comparsa di un blocco di branca temporaneo, destinato a regredire)

36 Aritmia ventricolare Ritmo idioventricolare
Ritmo idioventricolare accelerato Tachicardia ventricolare Torsione di punta Fibrillazione ventricolare

37 Ritmo idioventricolare
Origina nei ventricoli Si presenta come una successione di complessi QRS allargati con frequenza inferiore a 40 batt/min

38 Ritmo idioventricolare accelerato
Origina nei ventricoli Si presenta come una successione di complessi QRS allargati con frequenza compresa tra 40 e 100 batt/min

39 Tachicardia ventricolare
Origina nei ventricoli, sia per fenomeni di automatismo che di rientro con frequenza maggiore a 100 bpm Si presenta come una successione di complessi QRS allargati Normalmente le onde P risultano indipendenti dai complessi QRS, si ha quindi dissociazione atrioventricolare

40 Torsione di punta E’ una forma di tachicardia ventricolare caratterizzata da una elevata frequenza, usualmente non tollerata emodinamicamente, e dalla presenza di variazione periodica dell’asse dei complessi QRS

41 Fibrillazione ventricolare
Attività elettrica scoordinata, determinata da un’attivazione caotica dei ventricoli Onde irregolari Non sono riconoscibili complessi QRS ma solo oscillazioni più o meno grossolane della linea isolelettrica. Frequenza ed ampiezza variabile

42 Il problema della diagnosi
L’attività atriale è presente? Qual è la correlazione fra l’attività atriale e l’attività ventricolare? Qual è la frequenza ventricolare (QRS)? Il QRS è di durata normale o allargato? Il ritmo del QRS è regolare o irregolare?


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