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Paolo comunicatore per vocazione
Raffaello, San Paolo ad Athene Paolo comunicatore per vocazione Raffaello organizza l’arazzo ricostruendo uno spazio architettonico che offra una rappresentazione dell’Areopago ateniese.
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L’artista inserisce al centro un tempio circolare dello stesso tipo che aveva ispirato Bramante nel progettare il tempietto in memoria del luogo del martirio di san Pietro sul Gianicolo a Roma, a San Pietro in Montorio. Raffaello crea così non solo un legame tra l’antico modello e lo spazio dipinto, ma anche tra lo stesso san Paolo e l’apostolo Pietro.
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Sulla sinistra, sono rappresentati altri due edifici che creano l’idea che ci si trovi in una piazza. Raffaello riprende l’architettura dell’affresco della Scuola d’Atene, realizzato in Vaticano, costruendo un luogo rialzato, appunto la gradinata, su cui colloca san Paolo mentre parla al popolo ateniese.
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L’idea principale è quella di tradurre alla lettera la descrizione della narrazione degli Atti degli Apostoli: «Tutti gli Ateniesi e gli stranieri colà residenti non avevano passatempo più gradito che parlare e sentir parlare» (At 17,21).
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Raffaello è talmente preciso nella sua ricostruzione del brano degli Atti degli Apostoli, che inserisce anche due figure in basso a destra che possiamo riconoscere come coloro che vengono citati per nome, ovvero Dionigi e Dàmaris, che proprio quel giorno si convertirono nell’ascoltare il discorso di Paolo: «Ma alcuni aderirono a lui e divennero credenti, fra questi anche Dionigi membro dell’Areòpago, una donna di nome Dàmaris e altri con loro» (At 17,34).
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Raffaello ha inserito una statua in bronzo alle spalle del gruppo degli epicurei, di fronte al tempio che chiude lo spazio dell’Areòpago. Si tratta proprio di uno degli idoli che facevano fremere Paolo all’arrivo ad Atene: «Mentre Paolo li attendeva (cioè Sila e Timoteo) ad Atene, fremeva nel suo spirito al vedere la città piena di idoli» (At 17,16).
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La statua che Raffaello inserisce rappresenta il dio della guerra Marte, e sembra porsi in antitesi spaziale con la figura di Paolo. I due poli della composizione sono: Paolo, con le braccia alzate e Marte, di spalle con scudo e lancia. Rappresentano le due visioni del mondo. Da una parte il mito della guerra come fondazione della civiltà pagana, e dall’altra la predicazione dell’amore di Dio che vince il male attraverso la risurrezione del Figlio che fa nuove tutte le cose.
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