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COMUNICAZIONE.

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Presentazione sul tema: "COMUNICAZIONE."— Transcript della presentazione:

1 COMUNICAZIONE

2 NON SI PUO’ NON COMUNICARE

3 SI COMUNICA A PIU’ LIVELLI

4

5

6

7

8 Cominicazione e relazione

9 Comunicazione e contesto

10

11 Comunicazione e cultura

12 Comunicazione e cultura

13 Spazio e comunicazione

14 Spazio e comunicazione

15 Tempo e comunicazione

16 PUNTEGGIARE GLI EVENTI….

17 Causalità lineare A B C D

18 Causalità circolare B A D C

19 RELAZIONE rappresentativa reale

20 Reale

21 rappresentativa azz. la rompi....

22 FUNZIONE AUTONOMA E PROCESSUALE DELL’ESSERE UMANO
GENITORIALITA’ FUNZIONE AUTONOMA E PROCESSUALE DELL’ESSERE UMANO

23 FUNZIONE PROTETTIVA Il caregiver garantisce cure adeguate ai bisogni del bambino Differisce da cultura a cultura Costituisce la base dell’attaccamento

24 FUNZIONE AFFETTIVA CAPACITA’ DI GARANTIRE UNA ”SINTONIZZAZIONE AFFETTIVA” (Stern) Emozioni positive quali base di un buon sviluppo psicologico

25 FUNZIONE REGOLATIVA Capacità di regolare stati emotivi e organizzare l’esperienza. Sincronia, iper o iporegolazione ne sono indicatori significativi.

26 FUNZIONE NORMATIVA Capacità di dare limiti entro una cornice di coerenza. Fa riferimento alle regole istituzionali, alle leggi, alle norme sociali, ai principi etici, ai valori culturali.

27 FUNZIONE PREDITTIVA Capacità di prevedere il raggiungimento della tappa evolutiva imminente. Spazio potenziale di sviluppo (Vigotskj)

28 FUNZIONE RAPPRESENTATIVA
Capacità di produrre e modificare le proprie rappresentazioni sul bambino e di coglierne i messaggi(“essere con” ) Interdipendenza del mondo rappresentazionele dell’adulto e del bambino

29 FUNZIONE SIGNIFICANTE
Capacità di dare senso ai vissuti e ai bisogni del bambino ( “funzione alfa” di Bion, reverie). Creare un mondo di significati interscambiabili

30 FUNZIONE FANTASMATICA
Condividere con il bambino il proprio mondo fantasmatico per fondare l’identità. (Fraiberg)

31 FUNZIONE PROIETTIVA Spazio di mutualità psichica tra genitori e bambino in cui operano meccanismi proiettivi. Area di “scenari narcisistici della genitorialità” (Palacio Espasa, Manzano)

32 FUNZIONE TRIADICA Capacità dei genitori di avere tra loro un’alleanza cooperativa ( sostegno, ascolto, empatia). La presenza del terzo come potenziale di sviluppo ( Scuola di Losanna)

33 FUNZIONE DIFFERENZIALE
Capacità di interpretare in modo diversificato i propri ruoli genitoriali (maschio/femmina) Il modo di esprimersi di queste componenti può essere diversamente interpretato.

34 FUNZIONE TRANSGENERAZIONALE
Immissione del figlio in una storia/narrazione reale e fantasmatica. Veti, fantasmi, segreti sono presenti nelle storie famigliari e ne condizionano i percorsi individuali.

35 SCUOLA…. SPAZIO PUBBLICO, VISIBILITA’ IMMAGINARIO BAMBINO INTELLIGENTE
ASPETTATIVE SOCIALI

36 LUTTO Esperienza/processo che segue a vissuti di perdita e/ o abbandono. Ha a che fare con elementi reali e/o fantasmatici, interni e/o esterni all’individuo.

37 FASI DEL LUTTO Negazione della realtà e isolamento Rabbia
Auto recriminazioni Depressione Accettazione

38 MECCANISMI DI DIFESA Funzioni dell’Io che proteggono da pericoli interni/esterni e presiedono all’adattamento. Sono inconsci. Variano a seconda dell’età. Sono più o meno efficaci e sani

39 DIFESE GENITORIALI Depressione Riparazione Diniego proiezione
Rivendicazione rabbiosa Come se

40 CONSEGUENZE DELLE DIFESE
Distorsione nella percezione della realtà. Le cose vengono viste e comprese per come “piace” per come “serve” per come “fa stare bene” La rigidità di tale meccanismo è elemento fondamentale per valutare le possibilità di cambiamento ed è determinata dal livello di angoscia.

41 DISTORSIONE… Nella relazione con il figlio
Nella relazione con chi è in rapporto con il figlio Nelle aspettative, nei dubbi, nei progetti, nei bilanci..

42 FUTURIZZAZIONE LA CAPACITA’ DI IMMAGINARE SCENARI DI SVILUPPO.
SE AMPLIFICATA O RIDOTTA COMPROMETTE L’ACCOMPAGNAMENTO DEL FIGLIO NEL SUO PERCORSO EVOLUTIVO.

43 AGIRE La spinta all’agito tampona l’angoscia e riempie il vuoto.
Il fare come antidoto al senso di colpa. L’agito come sostitutivo del pensare e del sentire.

44 RAZIONALITA’ Il cortocircuito emotivo colpisce il pensiero razionale.
Bisogni e domande diventano contraddittori senza essere avvertiti come tali. Si cerca di coniugare figlio reale e figlio ideale.

45 INSEGNANTE/ EDUCATORE….
…….a sua volta deve fare i conti con le proprie parti che entrano in contatto con il bambino/ragazzo e la sua famiglia…..

46 …..CON LA PROPRIA GENITORIALITA’ E QUINDI CON SE STESSO BAMBINO E GENITORE, I PROPRI GENITORI , L’IDEA DI BAMBINO….

47 ….CON IL PROPRIO VISSUTO DI MALATTIA, DISTURBO, CARENZA, DEFICIT, HANDICAP………

48 ….CON LA PROPRIA IDEA DI SCUOLA, DI APPRENDIMENTO, DI INTELLIGENZA, DI COMPORTAMENTO, DI CONFLITTO, DI DIPENDENZA, DI AUTONOMIA, DI INSUCCESSO, DI ESCLUSIONE……

49 ….CON LA PROPRIA CAPACITA’ DI TOLLERARE ED ELABORARE IL LUTTO PROPRIO ED ALTRUI.....

50 ……CON I PROPRI MECCANISMI DI DIFESA, LA CAPACITA’ EMPATICA, LA TOLLERANZA ALLA RABBIA, LE RISORSE DI FRONTE ALLA FRUSTRAZIONE….

51 ..PERCHE’ A SECONDA DELLA DIFESA…..
…….SCATTA UN’ALLEANZA CON LE DIFESE DEL GENITORE,

52 …..UN RIFIUTO DEI VISSUTI DEI FAMILIARI, DELLE LORO RAPPRESENTAZIONI, DELLE LORO DIFESE……

53 …UNA RABBIA CONTRO I GENITORI ESIGENTI, INADEGUATI, MALTRATTANTI, IGNORANTI……

54 ….UN BISOGNO DI APPARTENENZA PER PROTEGGERSI E UN’ALLEANZA CON L’ISTITUZIONE…..

55 ….UNA FERITA NARCISISTICA AL PROPRIO SAPER FARE, SAPER CAPIRE, SAPER RISOLVERE…..

56 …UNA SFIDA AI GENITORI SU CHI SA MEGLIO ESSERE GENITORE, EDUCATORE, AMICO, COMPLICE…..

57 ….UNO SCARICO SUI GENITORI DELLE PROPRIE FRUSTRAZIONI PERSONALI, FAMIGLIARI, PROFESSIONALI….

58 PROPOSTE OPERATIVE

59 ASCOLTO Ascoltare i genitori e cercare di capire la loro rappresentazione del figlio, della scuola, dell’apprendimento, dell’insegnante……

60 OBIETTIVI Porsi obiettivi realistici
Sopportare di non raggiungere gli obiettivi previsti Confrontare i propri con quelli della famiglia

61 GRUPPO Avere un gruppo di riferimento per condividere il percorso di lavoro, la relazione con la scuola, il bambino, la famiglia, le aspettative e le delusioni.

62 RUOLO PROFESSIONALE Definire con chiarezza il proprio ruolo professionale, in particolare nei confronti del bambino e della famiglia. Stabilire compiti, limiti, disponibilità, possibilità.

63 EMOZIONI PENSIERI Saper guardare le emozioni che si provano e i pensieri anche quando ci sembrano negativi o “cattivi”. Riconoscerli e accettarli per comprendere meglio la situazione e le risorse disponibili.

64 TRIANGOLI SCUOLA FAMIGLIA BAMBINO

65 …..E TRIANGOLI SCUOLA FAMIGLIA BAMBINO


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