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PubblicatoCrispino Corona Modificato 11 anni fa
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COMORBIDITA’ E’ UN TERMINE MEDICO GENERALE CHE NASCE NELL’ AMBITO DELLA RICERCA CLINICA IN RIFERIMENTO ALLA CO-PRESENZA DI DISTURBI DIVERSI IN UNO STESSO PAZIENTE (Feinsten 1970).
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COMORBIDITÀ Studio MTA (USA)
Scopo: Illustrare il sovrapporsi di comorbidità (tratto dallo studio MTA) NOTE DEL RELATORE Lo studio è importante per chi presta le cure di base poiché è il più vasto studio clinico sull’ADHD, è pienamente conforme ai criteri per uno studio di qualità e include un gruppo di confronto di comunità. Inoltre, l’impostazione dello studio corrisponde alla situazione nella realtà pratica. Ha evidenziato che molti bambini affetti da ADHD soffrono anche di molteplici comorbidità. È interessante notare che questo gruppo non presentava nessun caso di ADHD comorbido con disordine di condotta e ODD. È stata utilizzata la scheda di intervista diagnostica per bambini per individuare la presenza di altri disturbi psichiatrici: il 33,5% dei bambini (il 38,7 se si include la semplice fobia) soffriva di disturbi d’ansia associati il 14,3% soffriva di disordine di condotta concomitante il 39,9% soffriva di disturbo opposizionale il 3,8% soffriva di disturbi affettivi il 10,9% era affetto da tic il 31,8% dei bambini non presentava situazioni di comorbidità Non si possono, comunque, generalizzare i risultati – specialmente quelli relativi alla comorbidità – all’intera comunità o popolazione, dato che lo studio non ha investigato alcune importanti comorbidità. Bibliografia: The MTA cooperative group (1999). A 14-month randomized clinical trial of treatment strategies for attention-deficit/hyperactivity disorder. The MTA cooperative group multimodal treatment study of children with ADHD. Arch Gen Psychiatry; 56: ADHD 40% Disturbo oppositivo-provocatorio (DOP) 14% Disturbo della condotta 34% Disturbi d’ansia 11% Tic 4% Umore
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COMORBIDITA’ Bambini svedesi in età scolastica
Scopo educativo: Continuare a illustrare la sovrapposizione delle comorbidità NOTE DEL RELATORE: The study examined patterns of comorbid and associated problems in a total population sample of children with and without DSM-III-R ADHD. It showed that 87% of children meeting full criteria for ADHD (3.7% of the population) had one or more — and 67% at least two — comorbid diagnoses. The most common comorbidities were oppositional defiant disorder and developmental coordination disorder. The study concluded that pure ADHD is rare even in a general population sample. Disturbi comportamentali Disturbi psichiatrici ADHD ADHD 40% Disturbo della lettura scrittura 60% Disturbo opposizionale (ODD) 13% Ritardo mentale 7% Sindrome di Asperger 33% Tic 47% Disturbo dello sviluppo della coordinazione Disturbi dell’umore e dell’ansia non inclusi Kadesjö & Gillberg 2001 Case description Core symtoms Emergence of a concept Classification Epidemiology Aetiology Comorbidity Comorbidity Cost Implications
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ADORE La frequente presenza di comorbilità è stata confermata da un recente studio osservazionale paneuropeo (ADORE) Attention Deficit Hyperactivity Disorder Observational Research in Europe Dell'Agnello G. et al. per l'ADORE Study Group. Poster presentato al X Congresso Nazionale della Società Italiana di Psicopatologia (SOPSI), Roma Febbraio 2005
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ADORE Studio paneuropeo, prospettico, osservazionale, della durata di 24 mesi sul regime di trattamento e la qualità della vita associati al Disturbo da Deficit dell'Attenzione e Iperattività Europeo 10 Paesi 6 Lingue 1,500 Pazienti 300 Investigatori ITALIA: 10 centri con 123 pazienti arruolati Osservazionale Non-interventistico Pazienti seguiti per registrare i tipi di trattamento e l’impatto del disturbo 2 anni di follow-up Dell'Agnello G. et al. per l'ADORE Study Group. Poster presentato al X Congresso Nazionale della Società Italiana di Psicopatologia (SOPSI), Roma Febbraio 2005
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TIPOLOGIA DELLE COMORBILITA’
64% Disturbo Oppositivo Provocatorio (ODD); 55% Ansia; 42% Disturbi dell’apprendimento (DA); 37% Depressione; 25% Disturbo della Condotta (CD)
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COMORBIDITÀ nei soggetti con ADHD
Scopo: Indicare la frequenza delle comorbidità NOTE DEL RELATORE La situazione di comorbidità è più la regola che non l’eccezione. L’ADHD unito al disordine di condotta e l’ADHD associato all’ansietà e probabilmente l’ADHD con presenza di tic nervosi potrebbero essere sufficientemente caratterizzati tanto da garantirsi una classificazione come sottotipi di ADHD distinti dall’ADHD puro. Bibliografia: Banaschewski T, Brandeis D, Heinrich H et al (2003). Association of ADHD and conduct disorder- brain electrical evidence for the existence of a distinct subtype. J Child Psychol Psychiatry; 44(3): Jensen PS, Martin D & Cantwell DP (1997). Comorbidity in ADHD: implications for research, practice, and DSM-V. J Am Acad Child Adolesc Psychiatry; 36(8): Jensen PS, Hinshaw SP, Kraemer HC et al (2001). ADHD comorbidity findings from the MTA study: comparing comorbid subgroups. J Am Acad Child Adolesc Psychiatry; 40(2): Moll GH, Heinrich H, Trott GE et al (2001). Children with comorbid attention-deficit-hyperactivity disorder and tic disorder: evidence for additive inhibitory deficits within the motor system. Ann Neurol; 49(3): Rothenberger A, Banaschewski T, Heinrich H et al (2000). Comorbidity in ADHD-children: effects of coexisting conduct disorder or tic disorder on event-related brain potentials in an auditory selective-attention task. Eur Arch Psychiatry Clin Neurosci; 250(2): Yordanova J, Dumais-Huber C, Rothenberger A & Woerner W (1997). Frontocortical activity in children with comorbidity of tic disorder and attention-deficit hyperactivity disorder. Biol Psychiatry; 41(5): COLLEGATO a: M1, L2, Comorbidità, aerogramma studio MTA Molto frequenti (più del 50%) ¡ Disturbo oppositivo o disturbo di condotta Frequenti (fino al 40%) ¡ Disturbi specifici dell’apprendimento ¡ Disturbi d’ansia ¡ Disturbo evolutivo della coordinazione Meno frequenti (fino al 20%) ¡ Tic ¡ Depressione Rari ¡ Disturbi dello spettro autistico Circa l’80% dei pazienti presenta almeno una comorbidità e circa il 60% dei pazienti presenta almeno due comorbidità
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RELAZIONE CON ALTRE DIAGNOSI
Scopo: definire "comorbidità" NOTE DEL RELATORE Le regole per stabilire la comorbidità sono diverse nel DSM e nell’ICD. Il DSM ammette la comorbidità quando sono soddisfatti i criteri per entrambi i disturbi, con solo alcune eccezioni (per es. Autismo e ADHD). L’ICD chiede, invece, al medico di comparare il quadro clinico con il prototipo di schema diagnostico più appropriato e ammette la comorbidità solo come eccezione, a discrezione del medico (Caron & Rutter 1991). È quindi necessaria un’attenta valutazione dei sintomi per evitare artefatti metodologici (Angold e.a. 1999): Un singolo comportamento non dovrebbe essere codificato come sintomi multipli (per es. “non segue le istruzioni” come sintomo di ADHD e ODD) Sintomi non specifici (che spesso si sovrappongono in diagnosi diverse) non dovrebbero essere i soli criteri per entrambe le diagnosi (per es. “difficoltà di concentrazione” come un sintomo di ADHD – per cui è cruciale – e per la depressione - per cui non è specifico) Si dovrebbero evitare gli “effetti alone” (presupporre un ulteriore problema basandosi sulla presenza di un sintomo) (per es. presupporre opposizionalità in presenza di impulsività) È necessaria un’attenta considerazione alla tempistica di esordio e di epilogo per determinare la presenza contemporanea o piuttosto la sequenzialità dei due disturbi. Non esiste una strategia combinatoria che funzioni sempre; si possono rivelare necessarie strategie differenti per combinare le informazioni da diagnosi diverse, basandosi preferibilmente su fonti diversificate (Jensen 2003). La vera comorbidità può comportare implicazioni diverse per quanto riguarda: fattori associati ed eziologia, prognosi e terapia. Bibliografia: Caron, C. & Rutter, M. (1991). Comorbidity in Child Psychopathology: concepts, issues and research strategies. J. Child Psychol. Psychiat. 32 (7), Angold, A., Costello, E.J. & Erkanli, A. (1999). Comorbidity. J. Chil Psychol. Psychiat. 40 (1), Jensen, P. (2003). Comorbidity and child psychopathology: recommendations for the next decade. J. Abn. Child Psychol. June 2003 Altri disturbi vanno considerati come: Comorbilità (concomitanza di due disturbi indipendenti che possono sfociare in una forma qualitativamente distinta con specifiche implicazioni per il trattamento) Diagnosi differenziali (sintomi spiegati meglio da…)
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RELAZIONE CON ALTRE DIAGNOSI
Scopo: definire "comorbidità" NOTE DEL RELATORE Le regole per stabilire la comorbidità sono diverse nel DSM e nell’ICD. Il DSM ammette la comorbidità quando sono soddisfatti i criteri per entrambi i disturbi, con solo alcune eccezioni (per es. Autismo e ADHD). L’ICD chiede, invece, al medico di comparare il quadro clinico con il prototipo di schema diagnostico più appropriato e ammette la comorbidità solo come eccezione, a discrezione del medico (Caron & Rutter 1991). È quindi necessaria un’attenta valutazione dei sintomi per evitare artefatti metodologici (Angold e.a. 1999): Un singolo comportamento non dovrebbe essere codificato come sintomi multipli (per es. “non segue le istruzioni” come sintomo di ADHD e ODD) Sintomi non specifici (che spesso si sovrappongono in diagnosi diverse) non dovrebbero essere i soli criteri per entrambe le diagnosi (per es. “difficoltà di concentrazione” come un sintomo di ADHD – per cui è cruciale – e per la depressione - per cui non è specifico) Si dovrebbero evitare gli “effetti alone” (presupporre un ulteriore problema basandosi sulla presenza di un sintomo) (per es. presupporre opposizionalità in presenza di impulsività) È necessaria un’attenta considerazione alla tempistica di esordio e di epilogo per determinare la presenza contemporanea o piuttosto la sequenzialità dei due disturbi. Non esiste una strategia combinatoria che funzioni sempre; si possono rivelare necessarie strategie differenti per combinare le informazioni da diagnosi diverse, basandosi preferibilmente su fonti diversificate (Jensen 2003). La vera comorbidità può comportare implicazioni diverse per quanto riguarda: fattori associati ed eziologia, prognosi e terapia. Bibliografia: Caron, C. & Rutter, M. (1991). Comorbidity in Child Psychopathology: concepts, issues and research strategies. J. Child Psychol. Psychiat. 32 (7), Angold, A., Costello, E.J. & Erkanli, A. (1999). Comorbidity. J. Chil Psychol. Psychiat. 40 (1), Jensen, P. (2003). Comorbidity and child psychopathology: recommendations for the next decade. J. Abn. Child Psychol. June 2003 Guidata da: Regole decisionali in DSM/ICD Attenta valutazione dei sintomi Considerazione delle relazioni temporali e dello sviluppo pregresso Implicazioni per prognosi e trattamento
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Disturbo oppositivo -provocatorio Disturbo della condotta
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CRITERI DIAGNOSTICI DSM IV-TR PER IL DISTURBO OPPOSITIVO PROVOCATORIO
Una modalità di comportamento negativistico, ostile, e provocatorio che dura da almeno 6 mesi, durante i quali sono stati presenti 4 ( o più) dei seguenti: 1) Spesso va in collera 2) Spesso litiga con gli adulti 3) Spesso sfida attivamente o si rifiuta di rispettare la/le richieste o regole degli adulti 4) Spesso irrita deliberatamente le persone 5) Spesso accusa gli altri per i propri errori o il proprio cattivo comportamento 6) Spesso suscettibile o facilmente irritato dagli altri 7) E’ spesso arrabbiato e rancoroso 8) E’ spesso dispettoso e vendicativo Nota. Considerare soddisfatto un criterio solo se il comportamento si manifesta più frequentemente rispetto a quanto si osserva tipicamente in soggetti paragonabili per età e livello di sviluppo.
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CRITERI DIAGNOSTICI DSM IV-TR PER IL DISTURBO OPPOSITIVO PROVOCATORIO
L’anomalia del comportamento causa una compromissione clinicamente significativa del funzionamento sociale, scolastico o lavorativo. I comportamenti non si manifestano esclusivamente durante il decorso di un Disturbo Psicotico o di un Disturbo dell’Umore. Non sono soddisfatti i criteri per il Disturbo della Condotta, e, se il soggetto ha 18 anni o più, non risultano soddisfatti i criteri per il Disturbo Antisociale di Personalità.
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DISTURBO DELLA CONDOTTA (criteri DSM IV)
Una modalità di comportamento ripetitiva e persistente in cui i diritti fondamentali degli altri o le principali norme o regole societarie appropriate per l’età vengono violati, come manifestato dalla presenza di tre (o più) dei seguenti criteri nei 12 mesi precedenti, con almeno un criterio presente negli ultimi 6 mesi: Aggressioni a persone o animali: 1) Spesso fa il prepotente, minaccia o intimorisce gli altri 2) Spesso dà inizio a colluttazioni fisiche 3) Ha usato un’arma che può causare seri danni fisici ad altri ( per es., un bastone, una barra, una bottiglia rotta, un coltello , una pistola) 4) E’ stato fisicamente crudele con le persone 5) E’ stato fisicamente crudele con gli animali 6) Ha rubato affrontando la vittima (per es., aggressione, scippo, estorsione, rapina a mano armata) 7) Ha forzato qualcuno ad attività sessuali.
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CRITERI DIAGNOSTICI DSM IV TR PER IL DISTURBO DELLA CONDOTTA
Distruzione della proprietà : 8) Ha deliberatamente appiccato il fuoco con l’intenzione di causare seri danni 9) Ha deliberatamente distrutto proprietà altrui (in modo diverso dall’appiccare il fuoco). Frode o furto : 10) E’ penetrato in un edificio, un domicilio, o una automobile altrui 11) Spesso mente per ottenere vantaggi o favori o per evitare obblighi (cioè raggira gli altri) 12) Ha rubato gli articoli di valore senza affrontare la vittima( per es, furto nei negozi, ma senza scasso;: falsificazioni). Gravi violazioni di regole: 13) Spesso trascorre fuori la notte nonostante le proibizioni dei genitori, con inizio prima dei 13 anni di età 14) E’ fuggito da casa di notte almeno due volte mentre viveva a casa dei genitori o di chi ne faceva le veci ( o una volta senza ritornare epr un lungo periodo) 15) Marina spesso la scuola, con inizio prima dei 13 anni.
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CRITERI DIAGNOSTICI DSM IV TR PER IL DISTURBO DELLA CONDOTTA
L’anomalia del comportamento causa compromissione clinicamente significativa del funzionamento sociale, scolastico o lavorativo. Se il soggetto ha 18 anni o più, non sono soddisfatti i criteri per il Disturbo Antisociale di Personalità Specificare in base all’età di esordio: Tipo ad Esordio nella Fanciullezza: esordio almeno un criterio caratteristico del Disturbo della Condotta prima dei 10 anni di età. Tipo ad Esordio nell’Adolescenza: assenza di tutti i criteri caratteristici del Disturbo della Condotta prima dei 10 anni di età. Specificare la gravità: Lieve: pochi o nessun problema di condotta al di là di quelli richiesti per fare la diagnosi, e i problemi di condotta causano solo lievi danni agli altri. Moderato: numero di problemi di condotta ed effetti sugli altri intermedi tra lieve e grave. Grave: molti problemi di condotta in aggiunta a quelli richiesti per fare la diagnosi oppure i problemi di condotta causano notevoli danni agli altri.
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Disturbi d’ansia
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CRITERI DIAGNOSTICI DSM IV TR PER IL DISTURBO D’ ANSIA GENERALIZZATO
Ansia e preoccupazione eccessive (attesa apprensiva), che si manifestano per la maggior parte dei giorni per almeno 6 mesi, a riguardo di eventi o di attività (come prestazioni lavorative o scolastiche). La persona ha difficoltà nel controllare la preoccupazione.
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CRITERI DIAGNOSTICI DSM IV TR PER IL DISTURBO D’ ANSIA GENERALIZZATO
L’ansia e la preoccupazione sono associate con tre (o più) dei sei sintomi seguenti ( con almeno alcuni sintomi presenti per la maggior parte dei giorni negli ultimi 6 mesi). Nota Nei bambini è richiesto solo un item. 1) irrequietezza, o sentirsi tesi o con i nervi a fior di pelle 2) facile affaticabilità 3) difficoltà a concentrarsi o vuoti di memoria 4) irritabilità 5) tensione muscolare 6) alterazioni del sonno ( difficoltà ad addormentarsi o a mantenere il sonno o sonno inquieto e insoddisfacente)
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CRITERI DIAGNOSTICI DSM IV TR PER IL DISTURBO D’ ANSIA GENERALIZZATO
L’oggetto dell’ansia e della preoccupazione non è limitato alle caratteristiche di un disturbo di Asse I, per es., l’ansia o la preoccupazione non riguardano l’avere un Attacco di Panico (come nel Disturbo di Panico), rimanere imbarazzanti in pubblico ( come nella Fobia Sociale), essere contaminati ( come nel Disturbo Ossessivo-Compulsivo), essere lontani da casa o dai parenti stessi (come nel Disturbo d’Ansia di Separazione), prendere peso (come nell’Anoressia Nervosa), avere molteplici fastidi fisici ( come nel Disturbo di Somatizzazione), o avere una grave malattia ( come nell’ Ipocondria) e l’ansia e la preoccupazione non si manifestano esclusivamente durante un Disturbo Post- Traumatico da Stress.
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CRITERI DIAGNOSTICI DSM IV TR PER IL DISTURBO D’ ANSIA GENERALIZZATO
L’ansia, la preoccupazione, o i sintomi fisici causano disagio clinicamente significativo o menomazioni del funzionamento sociale, lavorativo o di altre aree importanti. L’alterazione non è dovuta agli effetti fisiologici diretti di una sostanza (per es., una droga di abuso, un farmaco) o di una condizione medica generale (per es., ipertiroidismo) e non si manifesta esclusivamente durante un Disturbo dell’Umore, un Disturbo Psicotico un Disturbo Pervasivo dello Sviluppo.
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Disturbi dell’umore
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CRITERI DIAGNOSTICI DSM IV TR PER L’EPISODIO DEPRESSIVO MAGGIORE
Cinque o più dei seguenti sintomi sono stati contemporaneamente presenti durante un periodo di due settimane e rappresentano un cambiamento rispetto al precedente livello di funzionamento; almeno uno dei sintomi è costituito da 1) umore depresso o 2) perdita di interesse o piacere. Nota Non includere sintomi chiaramente dovuti ad una condizione medica generale o deliri o allucinazioni incongrui all’umore.
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CRITERI DIAGNOSTICI DSM IV TR PER L’EPISODIO DEPRESSIVO MAGGIORE
Umore depresso per la maggior parte del giorno, quasi ogni giorno, come riportato dal soggetto ( per es., si sente triste e vuoto) o come osservato dagli altri ( per es., appare lamentoso). Nota nei bambini e negli adolescenti l’umore può essere irritabile. Marcata diminuzione di interesse o piacere per tutte, o quasi tutte, le attività per l maggior parte del giorno, quasi ogni giorno ( come riportato dal soggetto o come osservato dagli altri). Significativa perdita di peso, senza essere a dieta, o aumento di peso (per es., un cambiamento superiore al 5% al peso corporeo in un mese) oppure diminuzione o aumento dell’appetito quasi ogni giorno. Nota Nei bambini, considerare la capacità di raggiungere i normali livelli ponderali. Insonnia o ipersonnia quasi ogni giorno.
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CRITERI DIAGNOSTICI DSM IV TR PER L’EPISODIO DEPRESSIVO MAGGIORE
Agitazione o rallentamento psicomotorio quasi ogni giorno( osservabile dagli altri, non solamente sentimenti soggettivi di essere irrequieto o rallentato). Faticabilità o mancanza di energia quasi ogni giorno. Sentimenti di autosvalutazione o di colpa eccessivi o inappropiati (che possono essere deliranti), quasi ogni giorno (non semplicemente autoaccusa o sentimenti di colpa per essere ammalato). Ridotta capacità di pensare o di concentrarsi, o indecisione, quasi ogni giorno (con impressione soggettiva o osservata dagli altri). Pensieri ricorrenti di morte (non solo paura di morire), ricorrente ideazione suicidiaria senza un piano specifico, o un tentativo di suicidio, o l’ideazione di un piano specifico per commettere suicidio.
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CRITERI DIAGNOSTICI DSM IV TR PER L’EPISODIO DEPRESSIVO MAGGIORE
I sintomi non soddisfano i criteri per un Episodio Misto. I sintomi causano disagio clinicamente significativo o compromissione del funzionamento sociale, lavorativo o di altre aree importanti. I sintomi non sono dovuti agli effetti fisiologici diretti di una sostanza (per es., una droga di abuso, un medicamento) o di una condizione medica generale (per es., ipotiroidismo). I sintomi non sono meglio giustificati da Lutto, cioè, dopo la perdita di una persona amata, i sintomi persistono per più di 2 mesi o sono caratterizzati da una compromissione funzionale marcata, autosvalutazione psicologica, ideazione suicidiaria, sintomi psicotici o rallentamento psicomotorio.
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CRITERI DIAGNOSTICI DEL DISTURBO DISTIMICO
Umore depresso per la maggior parte del giorno, quasi tutti i giorni, come riferito dal soggetto ed osservato dagli altri, per almeno 2 anni. Nota: nei bambini e negli adolescenti l’umore può essere irritabile, e la durata deve essere almeno di 1 anno. Presenza, quando depresso, di 2 (o più) dei seguenti sintomi: Scarso appetito o iperfagia Insonnia o ipersonnia Scarsa energia o astenia Bassa autostima Difficoltà di concentrazione o nel prendere le decisioni Sentimenti di disperazione
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CRITERI DIAGNOSTICI DEL DISTURBO DISTIMICO
Durante i primi 2 anni di malattia (1 anno nei bambini e negli adolescenti) la persona non è mai stata priva dei sintomi di cui ai criteri A e B per più di 2 mesi alla volta.
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CRITERI DIAGNOSTICI DEL DISTURBO DISTIMICO
Durante i primi 2 anni di malattia (1 anno nei bambini e negli adolescenti) non è stato presente un Episodio Depressivo Maggiore; cioè il disturbo non è meglio inquadrabile come Disturbo Depressivo Maggiore Cronico, o Disturbo depressivo Maggiore, in Remissione Parziale. Non è mai stato presente un Episodio Maniacale, Misto o Ipomaniacale, né sono mai risultati soddisfatti i criteri per il Disturbo Ciclotimico.
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…come diagnosi differenziale …come comorbidità
COMORBIDITÀ Ansia/ Depressione & ADHD Caratteristiche e problemi specifici Scopo: NOTE DEL RELATORE …come diagnosi differenziale …come comorbidità Conseguenze per il trattamento
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COMORBIDITÀ Ansia/ Depressione & ADHD
Scopo: NOTE DEL RELATORE Sovrapposizione dei sintomi di scarsa concentrazione/irrequietezza motoria sia in disturbi d’ansia (ansia generalizzata) che depressivi (depressione grave/distimia) Minore pervasività situazionale di questi sintomi in depressione/ansia
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COMORBIDITÀ Ansia/ Depressione & ADHD Prevalenza
Scopo: NOTE DEL RELATORE Vari studi clinici ed epidemiologici hanno dimostrato che i sintomi di ansia e depressione non vengono riportati da genitori e assistenti a causa della loro natura nascosta; perciò gli adolescenti devono essere intervistati direttamente. Sono utili ulteriori questionari per gli adolescenti. Fino al 40% di bambini con ADHD possono soffrire di ansia/depressione in comorbidità …e fino al 40% dei bambini con disturbi di ansia/ depressione possono presentare un ADHD in comorbidità Non sono ancora chiari gli effetti di età, sesso o sottotipo di ADHD sulla comorbidità con depressione/ansia Spesso sovrastimati nella pratica clinica
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Disturbi specifici dell’apprendimento
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CRITERI DIAGNOSTICI DSM IV TR PER IL DISTURBO DELLA LETTURA
Il livello raggiunto nella lettura, come misurato da test standardizzati somministrati individualmente sulla precisione o sulla comprensione della lettura, è sostanzialmente al di sotto di quanto previsto in base all’età cronologica del soggetto, alla valutazione psicometrica dell’intelligenza e a un’istruzione adeguata all’età. L’anomalia descritta nel punto A interferisce in modo significativo con l’apprendimento scolastico o con le attività della vita quotidiana che richiedono capacità di lettura.
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CRITERI DIAGNOSTICI DSM IV TR PER IL DISTURBO DELLA LETTURA
Se è presente un deficit sensoriale, le difficoltà di lettura vanno al di là di quelle di solito associate con esso. Nota per la codificazione Se è presente una condizione medica generale (per es., neurologica) o un deficit sensoriale, codificare la condizione sull’Asse III.
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CRITERI DIAGNOSTICI DSM IV TR PER IL DISTURBO DEL CALCOLO
La capacità di calcolo, misurata con test standardizzati individualmente, è sostanzialmente inferiore a quanto previsto in base all’età cronologica del soggetto, alla valutazione psicometrica dell’intelligenza e a un’istruzione adeguata all’età. L’anomalia descritta al punto A interferisce inn modo significativo con l’apprendimento scolastico o con le attività della vita quotidiana che richiedono capacità di calcolo.
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CRITERI DIAGNOSTICI DSM IV TR PER IL DISTURBO DEL CALCOLO
Se è presente un deficit sensoriale, le difficoltà nella capacità di calcolo vanno al di là di quelle solito associate con esso. Nota per la codificazione Se è presente una condizione medica generale (per es., neurologica) o un deficit sensoriale, codificare la condizione sull’Asse III.
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COMORBIDITÀ Disturbo della lettura (RD)
Scopo: Fornire informazioni concise sul rapporto tra il disturbo della lettura (RD) e l’ADHD NOTE DEL RELATORE L’ereditarietà (H2g) indica l’associazione genetica comportamentale tra i sottotipi di ADHD e il disturbo della lettura (RD). L’associazione comune è leggermente maggiore per il sottotipo inattentivo rispetto al sottotipo iperattivo-impulsivo. Willcutt & Pennington et al (2000) hanno dimostrato che i bambini con disturbo della lettura associati a iperattività e impulsività, è più probabile che abbiano invece un’associazione con l’inattenzione. Il carico genetico per il disturbo della lettura con l’inattenzione è maggiore che con iperattività-impulsività (Willcutt et al 2000). Indice di ereditabilità: (H2g). L’associazione dell’RD con l’ADHD dipende da: Definizione di RD Fonte dei campioni, cioè popolazione clinica vs popolazione generale. Shaywitz et al (1994) riporta che l’RD è presente nel 15% dei bambini con ADHD, mentre Holborrow & Berry (1986) riportano che l’RD è presente nel 41% dei bambini con ADHD. Bibliografia: Holborow, P.L.,& Berry, P.S. (1986). Hyperactivity and learning difficulties. Journal of Learning Disabilities, 19, Shaywitz, B.A, Fletcher, J.M.,& Shaywitz, S.E. (1994).Interrelationships between reading disability and attention deficit-hyperactivity disorder. In Learning Disabilities Spectrum: ADD,ADHD, and LD (Eds.) A.J. Capute, P.J. Accardo & B.K. Shapiro. Baltimore, MD: York Press. Willcutt EG & Pennington BF (2000). Comorbnidity of reading disability and attention-deficit/hyperactivity disorder: Differences by gender and subtype. Journal of Learning Disabilities; 33: Willcutt EG, Pennington BF et al (2000). A twin study of the etiology of comorbidity between reading disability and attention-deficit/hyperactivity disorder. American Journal of Medical Genetics; 96: Willcutt, E.G (submitted). L’associazione del disturbo della lettura (RD) con l’ADHD dipende dal sottotipo di ADHD RD con ADHD- sottotipo combinato 18% ADHD- sottotipo inattentivo 26% ADHD- qualsiasi sottotipo 37% Ereditarietà dell’RD con l’ADHD e sottotipo H2g Sintomi di inattenzione 0,42-0,47 Iperattività / impulsività 0,20-0,22
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COMORBIDITÀ Discalculia
Scopo: Mostrare l’associazione tra ADHD, dislessia e discalculia NOTE DEL RELATORE L’ADHD da solo è connesso alla discalculia in modo superiore rispetto alla dislessia con la discalculia. Quando dislessia e discalculia coesistono, le prestazioni neuropsicologiche sono ulteriormente deficitarie. È comune riscontrare una discalculia evolutiva: il 5%-6% della popolazione in età scolastica. La discalculia evolutiva è spesso concomitante ad ADHD, disturbo evolutivo del linguaggio, epilessia e sindrome da X fragile. Non si conosce la prognosi a lungo termine della discalculia; ragazzi e ragazze sono colpiti in egual misura dal questo disturbo. Gli esperti ritengono che la discalculia sia un disturbo cerebrale, con una predisposizione genetica familiare, in cui i lobi parietali giocano un ruolo di fondamentale importanza. La combinazione di dislessia e discalculia è legata alle più gravi difficoltà aritmetiche. Bibliografia: Faraone SV, Biederman J et al (1993). Intellectual performance and school failure in children with attention deficit hyperactivity disorder and in their siblings. Journal of Abnormal Psychology; 102: 616–23. Shalev RS, Manor O et al (1997). Neuropsychological aspects of developmental dyscalculia. Mathematical Cognition; 33: 105–20. Shalev RS (2002). Dyscalulia. In: Handbook of Neuropsychology, 2nd Edition, Vol. 8, Part II S.J. Segalowitz and I. Rapin (Eds) Amsterdam, Elsevier Science BV. Nei bambini l’associazione tra discalculia e dislessia è del 17% mentre è del 26% tra discalculia e ADHD Il 20% dei ragazzi con ADHD soffre di discalculia I bambini con la doppia diagnosi di discalculia e dislessia hanno una maggiore compromissione nelle abilità aritmetiche e un risultato complessivamente peggiore nei test neuropsicologici rispetto ai bambini affetti solamente da discalculia o da discalculia ed ADHD
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Tic
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CRITERI DIAGNOSTICI DSM IV TR PER IL DISTURBO DI TOURETTE
In qualche momento durante la malattia si sono manifestati sia tic motori multipli che uno o più tic vocali, sebbene non necessariamente in modo concomitante ( un tic è un movimento, o una vocalizzazione, improvviso, rapido, ricorrente, aritmico e stereotipato). I tic si manifestano molte volte al giorno ( di solito ad accessi) quasi ogni giorno o in maniera intermittente durante un periodo di più di 1 anno, e durante questo periodo non vi è mai stato un periodo per più di 3 mesi consecutivi senza tic. L’esordio è prima dei 18 anni di età. L’anomalia non è dovuta agli effetti fisiologici diretti di una sostanza (per es., stimolanti) o di una condizione medica generale ( per es., Malattia di Huntigton o encefalite post-virale).
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L’esordio è prima dei 18 anni.
CRITERI DIAGNOSTICI DSM IV TR PER IL DISTURBO CRONICO DA TIC MOTORI O VOCALI Per qualche tempo durante la malattia si sono manifestati tic o motori o vocali singoli o multipli ( cioè, movimenti, o vocalizzazioni, improvvisi,rapidi, ricorrenti, aritmici, stereotipati) ma non entrambi. I tic si manifestano molte volte al giorno quasi ogni giorno o in maniera intermittente durante un periodo di più di un anno, e durante questo periodo non vi è mai stato un periodo di più di 3 mesi consecutivi senza tic. L’esordio è prima dei 18 anni. L’anomalia è dovuta agli effetti fisiologici diretti i una sostanza( per es., stimolanti) o di una condizione medica generale (per es., malattia di Huntigton o encefalite post virale). Non sono mai stati soddisfatti i criteri per il Disturbo di Tourette.
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CRITERI DIAGNOSTICI DSM IV TR PER IL DISTURBO TRANSITORIO DA TIC
Tic motori e/o vocali singoli o multipli( cioè, movimenti, o vocalizzazioni, improvvisi, rapidi, ricorrenti, aritmici, e stereotipati). I tic si manifestano molte volte al giorno, quasi ogni giorno per almeno 4 settimane, ma non per più di 12 mesi consecutivi. L’esordio è prima dei 18 mesi di età. L’anomalia non è dovuta agli effetti fisiologici diretti di una sostanza(per es., stimolanti) o di una condizione medica generale (per es., malattia di Huntington o encefalite post-virale). Non sono mai risultati soddisfatti i criteri per il Disturbo di Tourette o per il Disturbo Cronico da Tic Motori o Vocali. Specificare se: Episodio Singolo o Ricorrente.
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COMORBIDITÀ Tic Si sovrappongono all’ADHD in circa il 20% dei casi
Scopo: Approfondire la discussione sulle comuni comorbidità dell’ADHD NOTE DEL RELATORE Il 10-30% dei casi di ADHD presentano anche dei tic, mentre circa il 50% dei bambini con tic sono affetti anche da ADHD. Bibliografia: Rothenberger A, Banaschewski T (in corso di stampa). Tic-Disorders. In: Gillberg C, Harrington R, Steinhausen HC (eds). A clinican’s handbook for child and adolescent psychiatry. Cambridge University Press Banaschewski T, Woerner W, Rothenberger A (2003). Premonitory sensory phenomena and suppressibility of tics in Tourette Syndrome – developmental aspects in children. Developmental Medicine and Child Neurology 45: Kostanecka-Endres T, Banaschewski T, Kinkelbur J, Wüllner I, Lichtblau S, Cohrs S, Rüther E, Woerner W, Hajak G, Rothenberger A (2003). Disturbed sleep in children with Tourette Syndrome – a polysomnographic study. Journal of Psychosomatic Research 55: 23-29 Rothenberger A, Kostanecka T, Kinkelbur J, Cohrs S, Woerner W, Hajak G (2001).Sleep and Tourette’s Syndrome. In: Cohen DJ, Jankovic J, Goetz C (eds), Tourette Syndrome, Advances in Neurology, Vol. 85, Lippincott Williams and Wilkens, Philadelphia, pp Moll GH, Heinrich H, Trott GE, Wirth S, Bock N, Rothenberger A (2001). Children with comorbid attention-deficit hyperactivity disorder and tic disorder: evidence for additive inhibitory deficits within the motor system. Annals of Neurology 49: Si sovrappongono all’ADHD in circa il 20% dei casi I tic compaiono più tardi in età scolare e migliorano prima dell’ADHD I tic non sono la ragione primaria del deficit psicosociale Gli stimolanti possono aumentare i tic Gli stimolanti possono essere usati in combinazione con farmaci per ridurre i tic (es. risperidone, pimozide)
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Disturbi del sonno
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CRITERI DIAGNOSTICI DSM IV TR DISTURBO DA INCUBI
Ripetuti risvegli dal periodo di sonno principale o da sonnellini con ricordo dettagliato di sogni prolungati e estremamente terrifici, che di solito comportano una minaccia alla sopravvivenza, alla sicurezza o all’autostima. I risvegli si verificano generalmente durante la seconda metà del periodo del sonno. Al risveglio dai sogni terrifici, la persona diventa rapidamente orientata e vigile ( in contrasto con la confusione e il disorientamento osservato nel Disturbo del Terrore del Sonno e in certe forme di epilessia).
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DISTURBO DA INCUBI L’esperienza onirica o il disturbo del sonno risultante dai risvegli provocano disagio clinicamente significativo o menomazione del funzionamento sociale, lavorativo o di altre aree sociali. Gli incubi non ricorrono esclusivamente durante il decorso di un altro disturbo mentale ( per es., delirium o Disturbo Post – Traumatico da Stress) e non sono dovuti agli effetti fisilogici diretti di una sostanza ( per es., una sostanza di abuso o un farmaco) o a una condizione medica generale.
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CRITERI DIAGNOSTICI DSM IV TR DISTURBO DA TERRORE NEL SONNO
Episodi ricorrenti di brusco risveglio dal sonno, che di solito si verifica durante il primo terzo del principale episodio del sonno, e insorge con grida di paura. Paura intensa e segni di iperattività del sistema nervoso autonomo, come tachicardia, tachipnea e sudorazione durante ciascun episodio. Relativa mancanza di reattività agli sforzi degli altri di rassicurare la persona durante l’episodio.
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DISTURBO DA TERRORE NEL SONNO
Non viene ricordato in dettaglio alcun sogno, e c’è amnesia per l’episodio. Gli episodi causano disagio clinicamente significativo o menomazione del funzionamento sociale, lavorativo e di altre aree importanti. L’alterazione non è dovuta agli effetti fisiologici diretti di una sostanza ( per es., una sostanza di abuso, un farmaco) o ad una condizione medica generale.
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CRITERI DIAGNOSTICI DSM IV TR DISTURBO DA SONNAMBULISMO
Ripetuti episodi di allontanamento dal letto durante il sonno e di deambulazione nei dintorni, usualmente ricorrenti durante il primo terzo del principale episodio di sonno. Durante il sonnambulismo, il soggetto ha un’espressione fissa, vuota, è relativamente non reattivo agli sforzi compiuti da altri per comunicare con lui, e può essere risvegliato solo con grande difficoltà. Al risveglio (sia dall’episodio sonnambulico, che al mattino successivo), la persona presenta amnesia per il ricordo.
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DISTURBO DA SONNAMBULISMO
Dopo alcuni minuti dal risveglio dall’episodio sonnambulico, non vi è menomazione dell’attività mentale o del comportamento (benchè vi possa essere inizialmente un breve periodo di confusione o disorientamento). Il sonnambulismo causa disagio clinicamente significativo o menomazione del funzionamento sociale, lavorativo, o di altre aree importanti. Il disturbo non è dovuto agli effetti fisiologici diretti di una sostanza (per es., una sostanza di abuso, un farmaco) o una condizione medica generale.
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COMORBIDITÀ Disturbi del sonno
Scopo: Approfondire la discussione sulle comuni comorbidità dell’ADHD Aumento dei disturbi respiratori correlati al sonno (?) Chiedere se il paziente russa! Bibliografia: Maczaj M, Goel V, et al (2000). OSAS in children with higher incidence of ADHD and Hyperactivity. Sleep 23 (abstract supplement), A 203. Corkum P, Moldofsky H et al (1999). Sleep problems in children with attention-deficit/hyperactivity disorder: impact of subtype, comorbidity, and stimulant medication. J Am Acad Child Adolesc Psychiatry; 38: Kirov R, Kinkelbur J, Heipke S, Kostanecka –Endress T, Westhoff M, Cohrs S, Rüther E, Hajak G, Banaschewski T, Rothenberger A (in press). Is there a Specific Polysomnographic Sleep Pattern in Children with ADHD. Journal of Sleep Research Picchietti DL, England SJ et al (1998). Periodic limb movement disorder and restless legs syndrome in children with attention-deficit hyperactivity disorder. J Child Neurol;13: Frölich J, Lehmkuhl G, Wiater A (2003). Schlafstörungen bei hyperkinetischen Kindern - Zusammenhänge zu Arousalstörungen, differentialdiagnostische Abgrenzungen und Komorbiditäten. Zeitschrift für Kinder- und Jugendpsychiatrie und Psychotherapie 31: Frölich J, Wiater A, Lehmkuhl G, Niewerth H (2001). The clinical value of the maintenance of wakefulness test (MWT) in the differentiation of children with ADHD and disorder of excessive somnolence. Somnologie 5: Lecendreux M, Konofal E et al (2000). Sleep and alertness in children with ADHD. J Child Psychol Psychiatry; 41: Brown TE, Modestino EJ (2000). Attention-Deficit Disorders with sleep/arousal disturbances. In: Brown TE (ed.), Attention-Deficit Disorders and Comorbidities in Children, Adolescents and Adults. American Psychiatric Press, Washington, pp Barkley RA (1990). Attention-Deficit Hyperactivity Disorders. Guilford, New York, pp. 586/587. Stein MA (1999). Unravelling sleep problems in treated and untreated children with ADHD. J Child Adolesc Psychopharmacol 3: Corkum P, Moldofsky H, Hogg-Johnson S, Humprhies T, Tannock R (1999). Sleep problems in children with attention-deficit/hyperactivity disorder: impact of subtype, comorbidity, and stimulant medication. J Am Acad Child Adolesc Psychiatry 10: Wilens T, Pelham W, Stein M, Conners CK, Abikoff H, Atkins M, August G, Greenhill L, McBurnett K, Palumbo D, Swanson J, Wolraich M ( 2003). ADHD treatment with once-daily OROS methylphenidate: interim 12-month results from a long-term open-label study. J Am Acad Child Adolesc Psychiatry 4: O’Brien LM, Ivanenko A, Crabtree VM, Holbrook CR, Bruner JL; Klaus CJ, Gozal D ( 2003). The effect of stimulants on sleep characteristics in children with attention deficit/hyperactivity disorder. Sleep Med 4: Sovrapposizione in circa il 50% dei casi Problemi nell’addormentamento, risvegli notturni, movimenti involontari durante il sonno, risvegli precoci, parasonnie, sonnolenza diurna Gli stimolanti possono accrescere i problemi di sonno (20-60% ma Placebo 20-40%)
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Ritardo mentale
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CRITERI DIAGNOSTICI DSM IV TR PER IL RITARDO MENTALE
Funzionamento intellettivo significativamente al di sotto della media: QI di circa 70 o inferiore ottenuto con un test di QI somministrato individualmente (in età infantile, un giudizio clinico di funzionamento intellettivo significativamente al di sotto della media). Concomitanti deficit o compromissioni nel funzionamento adattativo attuale (cioè, la capacità del soggetto di adeguarsi agli standard propri della sua età e del suo ambiente culturale) in almeno due delle seguenti aree: comunicazione, cura della propria persona, vita in famiglia, capacità sociali/interpersonali, uso delle risorse della comunità, autodeterminazione, capacità di funzionamento scolastico, lavoro, tempo libero, salute e sicurezza. L’esordio è prima dei 18 anni di età.
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CRITERI DIAGNOSTICI DSM IV TR PER IL RITARDO MENTALE
Codificare sulla base del livello di gravità che riflette il grado di compromissione intellettiva. Ritardo Mentale Lieve: livello di QI da a circa 70 Ritardo Mentale Moderato: livello di QI da a circa 50-55 Ritardo Mentale Grave: livello di QI da a circa 35-40 Ritardo Mentale Gravissimo: livello di QI al di sottodi 20-25 Ritardo Mentale, Gravità Non Specificata: quando vi è forte motivo di presupporre un Ritardo Mentale, ma l’intelligenza del soggetto non può essere verificata con test standardizzati.
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COMORBIDITÀ Ritardo mentale
Scopo: Illustrare il tasso di prevalenza dell’ADHD nel Ritardo Mentale (MR) NOTE DEL RELATORE I seguenti sono i livelli di IQ rilevati nei tre studi che riportano i tassi di prevalenza dell’ADHD: Jacobsen (1982): 27% con ritardo mentale lieve (IQ 70 – 51), 30% con ritardo mentale moderato (IQ ), 21% con grave ritardo mentale (IQ 35 – 20), and 22% con profondo ritardo mentale (IQ ≤ 20) Gillberg et al. (1986): tutti i casi con disturbo da iperattività presentavano un lieve ritardo mentale (IQ 70 – 51) Gath & Gumley (1986): non si sono effettuati test di IQ. Tutti i pazienti erano affetti da sindrome di Down Lo studio di Jacobsen, che ha preso in esame più di soggetti di tutte le età, ha riscontrato che l’iperattività era molto più comune nella fascia di età 0-21 anni che non in quella dai 22 anni in su. I seguenti sono i tassi di prevalenza dell’iperattività nella fascia 0-21 anni: 7.0% per ritardo lieve 8.8% per ritardo moderato 13.5% per grave ritardo mentale e 9.5% per profondo ritardo mentale. Solo nell’ultimo gruppo il tasso nella fascia di età superiore ai 22 anni era ancora notevolmente alto (11,2%); perciò, si riscontra una tendenza a una maggiore frequenza di iperattività con la maggiore gravità del ritardo mentale. Bibliografia: Gath A & Gumley D (1986). Behaviour problems in retarded children with special reference to Downs-syndrome. Br J Psychiatry; 249: Gillberg C, Persson E et al (1986). Psychiatric disorders in mildly and severely mentally retarded urban children and adolescents: epidemiological aspects. Br J Psychiatry; 149: Jacobsen JW (1982). Problem behavior and psychiatry impairment within a developmentally delayed population: I. Behavioral frequency. Applied Res Men Retardation 3; Studio Fascia di età Tasso di prevalenza (%) Jacobsen (1982) 0-21 9-21 Gillberg et al (1986) 13-17 11 Gath & Gumley (1986) 6-17 7 L’ADHD è frequente nel ritardo mentale grave (IQ < 50) con eziologie organiche e genetiche
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autismo
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Criteri per il Disturbo pervasivo dello sviluppo DSM-IV
A. La presenza di almeno 6 condizioni tra quelle elencate di seguito: Compromissione qualitativa dell’interazione sociale, manifestata con almeno 2 dei seguenti punti: a) Marcata compromissione nell'uso di svariati comportamenti non verbali, come lo sguardo diretto, l'espressione mimica, le posture corporee e i gesti che regolano l'interazione sociale b) Incapacità di sviluppare relazioni coi coetanei adeguate al livello di sviluppo c) Mancanza di ricerca spontanea della condivisione di gioie, interessi o obiettivi con altre persone (per es. non mostrare, portare, né richiamare l'attenzione su oggetti di proprio interesse). d) Mancanza di reciprocità sociale o emotiva.
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2) Compromissione qualitativa della comunicazione come manifestato da almeno 1 dei seguenti punti:
Ritardo o totale mancanza, dello sviluppo del linguaggio parlato (non accompagnato da un tentativo compensatorio, attraverso modalità alternative di comunicazione come gesti o mimica). In soggetti con linguaggio adeguato, marcata compromissione della capacità di iniziare o sostenere una conversazione con altri. Uso di linguaggio stereotipato e ripetitivo, o linguaggio eccentrico. d) Mancanza di giochi di simulazione vari e spontanei, o di giochi di imitazione sociale adeguati al livello di sviluppo.
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3) Modalità di comportamento, interessi e attività ristretti, ripetitivi e stereotipati, come manifestato da almeno 1 dei seguenti punti: Dedizione assorbente ad uno o più tipi di interessi ristretti, ripetitivi e stereotipati. b) Sottomissione del tutto rigida ad inutili abitudini o rituali specifici. c) Manierismi motori stereotipati e ripetitivi (battere o torcere le mani o il capo, o complessi movimenti di tutto il corpo). d) Persistente ed eccessivo interesse per parti di oggetti.
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B) Ritardi o funzionamento anomalo in almeno una delle seguenti aree, con esordio prima dei 3 anni di età: -interazione sociale, -linguaggio usato nella comunicazione sociale, -gioco simbolico o di immaginazione. C) L'anomalia non è meglio attribuibile al Disturbo di Rett o al Disturbo Disintegrativo della fanciullezza.
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COMORBIDITÀ Spettro autistico
Scopo: Approfondire la discussione sulle comuni comorbidità dell’ADHD NOTE DEL RELATORE DSM-IV-TR: Autismo: “Sintomi di iperattività e inattenzione sono frequenti nell’autismo, ma non si fa una diagnosi di ADHD in presenza del disturbo autistico”. ADHD: “Non si diagnostica l’ADHD se i sintomi di inattenzione e iperattività sono riscontrati solo nel corso di un PDD ???” Sovrapposizione dei sintomi: non ci sono cifre sulla prevalenza Livello dei sintomi Aspetti autistici nell’ADHD: “In base alla Lista dei Criteri sull’Autismo, un’alta proporzione di genitori ( tra 65-80%) ha riportato difficoltà significative nell’interazione sociale (in particolare, empatia e relazione con i pari) e nella comunicazione (in particolare, nell’abilità immaginativa, nella comunicazione non verbale e nel mantenere una conversazione)”. (Clark et al Autistic symptoms in children with attention deficit-hyperactivity disorder. Eur-Child-Adolesc-Psychiatry ) Sovrapposizione di associazioni: Problemi sociali (Luteijn e.a. How unspecified are disorders of children with a pervasive developmental disorder-NOS? A study of social problems in children with PDD-NOS and ADHD. European Child & Adolescent Psychiatry. 2000, 9, ) Funzioni esecutive (Geurts e.a. Executive functions in ADHD and HFA. In corso di stampa) Empatia (Dyck e.a. Do autism spectrum disorders differ from each other and from non-spectrum disorders on emotion recogition tests? European Child & Adolescent Psychiatry, 2001, 10, ) Ipoplasia cerebellare [Harris e.a. Neuroanatomic contributions to slowed orienting of attention in children with autism. Brain-Res-Cogn-Brain-Res May; 8(1): 61-71, Castellanos (vedi modulo 1)] Regioni che suggeriscono l’associazione genetica (Smalley e.a. Genetic linkage of ADHD on chromosome 16p13, in a region implicated in autism. Am. J. Hum. Genet. 2002, 71, Trattamento dell’ADHD in bambini con autismo: Handen et al Efficacy of methylphenidate among children with autism and symptoms of attention-deficit hyperactivity disorder. J-Autism-Dev-Disord.30, Non ci sono dati quantitativi sulla prevalenza della sovrapposizione diagnostica La sovrapposizione a livello di sintomi è molto comune nella pratica clinica Sovrapposizione nelle aree di valutazione (per es. problemi sociali, empatia, funzioni esecutive,…) Spesso una diagnosi di sindrome di Asperger è preceduta da una diagnosi di ADHD Gli stimolanti possono essere efficaci, tuttavia i soggetti con spettro autistico sono più sensibili agli effetti collaterali (irritabilità, isolamento sociale, comportamenti ripetitivi, stereotipie)
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COMORBIDITÀ Disturbo bipolare
Scopo: Approfondire la discussione sulle comuni comorbidità dell’ADHD NOTE DEL RELATORE I sintomi maniformi dell’adulto non valgono per bambini e adolescenti. Episodi maniacali che si verificano prima dei 16 anni sono probabilmente destinati a scomparire nell’arco di 1-6 mesi. In caso di ipersessualità, considerare il disturbo da stress post-traumatico come diagnosi differenziale. Bibliografia: Kim EY, Miklowitz DJ (2002). Childhood mania, attention deficit hyeractivity disorder and conduct disorder: a critical review of diagnostic dilemmas. Bipolar Disord 4: Geller B, Zimerman B, Williams M, Delbello MP, Bolhofner K, Craney JL, Frazier J, Beringer L, Nickelsburg MJ (2002). DSM-IV mania symptoms in a prepubertal and early adolescent bipolar disorder phenotype compared to attention-deficit hyperactivity and normal controls. J Child Adolesc Psychopharmacol 1: Biederman J, Mick E, Wozniak J, Monuteaux MC, Caldo M, Faraone SV (2003). Can a subtype of conduct disorder linked to bipolar disorder be identified? Integration of findings from Massachusetts General Hospital Pediatric Psychopharmacology Research Program. Biol Psychiatry 11: Kent L, Craddock N (2003). Is there a relationship between attention deficit hyperactivity disorder and bipoloar disorder? J Affect Disord 3: Hazell PL, Carr V, Lewin TJ, Sly K (2003). Manic symptoms in young males with ADHD predict functioning but not diagnosis after 6 years. J Am Acad Child Adolesc Psychiatry 5: Craney JL, Geller B ( 2003). A prebubertal and early adolescent bipolar disorder-I phenotype: review of phenomenology and longitudinal course. Bipolar Disord 4: same condition as adult mania? A British perspective. Biol Psychiatry 11: Rajeev J, Srinath S, Reddy YC, Shashikiran MG, Girimaji SC, Seshadri SP, Subbakrishna DK (2003). The index manic episode in juvenile-onset bipolar disorder: the pattern of recovery. Can J Psychiatry 1: Harrington R, Myatt T (2003). Is preadolescent mania the Controversie: - prevalenza - criteri diagnostici - caratteristiche - esordio - prognosi I sintomi maniacali cruciali per la diagnosi differenziale sono Umore espanso / grandiosità Fuga delle idee Ipersessualità Sintomi maniacali ed ADHD nei bambini non sono predittivi di disturbo bipolare in adolescenza I sintomi maniacali possono essere scatenati dagli SSRI ma non dagli stimolanti
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Grazie per l'attenzione
Scuola di Specializzazione in Neuropsichiatria Infantile Università degli Studi Perugia Direttore: Prof. Giovanni Mazzotta
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