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PubblicatoPrudenzio Molinari Modificato 10 anni fa
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LA VALUTAZIONE DELLA COMPLESSITA’ ASSISTENZIALE NEL PAZIENTE CARDIOCHIRURGICO
Sperimentazione nella SUB-UTI di due metodi: NEMS e NAS a confronto Relatori: Fiaschi Cristina Lotti Luciano
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A.O.U.Pisana D.A.I. CARDIOTORACICO
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Struttura del percorso assistenziale del paziente cardiochirurgico
Fase pre-operatoria Fase intra-operatoria Fase post-operatoria
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Perché è nata l’esigenza di implementare nella nostra SUB UTI una valutazione della complessità assistenziale? Sensazione di inadeguatezza nel soddisfare i bisogni del paziente Alto carico assistenziale Insoddisfazione da parte del personale
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L’importanza della valutazione assistenziale in un ospedale per intensità di cure
Per il miglioramento della qualità assistenziale Per l’adeguamento delle prestazioni infermieristiche alle necessità del paziente Per la distribuzione delle risorse infermieristiche in base all’intensità sia dal punto di vista quantitativo(proporzioni infermiere/pazienti) che qualitativo
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La complessità assistenziale un concetto sfuggente … certezze: (poche)
Mancano definizioni univoche del concetto di complessità assistenziale E’ necessaria una valutazione della complessità anche dal punto di vista infermieristico e non solo clinico Il modello che definisce la C. deve tenere conto delle specificità dell’approccio infermieristico, orientato ai bisogni e all’autonomia del paziente più che alla patologia
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Tra i tanti metodi utilizzati per valutare la complessità assistenziale abbiamo scelto il NEMS e il NAS Perché sono stati ampiamente sperimentati Risultavano semplici e veloci nell’utilizzo Pur essendo adatti a terapie intensive risultano applicabili alla nostra Sub-Uti Abbiamo deciso di sperimentarli entrambi per verificare la loro adeguatezza ed avere un confronto tra loro Inoltre utilizzando gli stessi metodi adottati in varie UTI permette un confronto con queste
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Il NEMS 1997 (Nine Equivalents of Nursing Manpower use Score)
Scala di misurazione dell’attività infermieristica E’ Costruita sulla base del TISS 28 da un gruppo multidisciplinare europeo Solo 9 articoli mantenendo analoga affidabilità e rispondenza nei punteggi Agile e veloce da utilizzare Assegna 46 punti all’attività massima sostenuta da un infermiere Permette di stimare il fabbisogno infermieristico
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Il NAS 2003 (Nursing Activities Score)
Progettato nel 2003 da un gruppo multidisciplinare Si struttura in 23 articoli e sub-articoli Studi dimostrano un estensione all’80% del carico di lavoro infermieristico rilevato in UTI Assegna 100 punti considerandolo il 100% dell’assistenza che può erogare un operatore nelle 24h
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La metodologia seguita nella sperimentazione del NEMS e NAS
Formazione di un gruppo di lavoro Progettazione di griglie per la rilevazione del NEMS e NAS Formazione di procedure e protocolli per le modalità nella rilevazione e controllo dei dati Creazione di un software per l’assegnazione automatica dei punteggi Formazione del personale interessato Separazione tra chi compila le griglie,chi controlla e chi inserisce i dati nel software Elaborazione dei dati Si precisa che dal mese di giugno abbiamo eseguito la rilevazione delle due scale per ciascun turno, sia per avere una differenziazione della complessità assistenziale nei singoli turni, sia perché la rapida rotazione modificavano in modo significativo il carico assistenziale nei singoli turni
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NEMS e NAS a confronto: Risultati della C. A
NEMS e NAS a confronto: Risultati della C.A. rilevata (aprile-settembre 2007) A.O.U.Pisana U.O. Cardiochirurgia SUB-UTI I risultati al termine di 6 mesi di sperimentazione rileva una complessità assistenziale media a paziente è di 23,5 per il MEMS e di circa 47 per il NAS. Interessante è notare come queste medie poco si discostano nei vari mesi, per cui si può affermare la complessità del paziente nella Sub Uti rimane stabile indipendentemente dall’attività dell’U.O. Nel grafico si è cercato di confrontare i valori delle due scale standardizzando i valori del NEMS al NAS, evidenziando come il valore medio del NEMS è risultato sempre leggermente più alto, probabilmente in parte influenzato dall’elevata criticità di questi pazienti. Complessità assistenziale alta per una SUB-UTI I valori poco si discostano in tutto il periodo Il confronto evidenzia una C.A. media più alta nel NEMS
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NEMS e NAS a confronto: Il Fabbisogno infermieristico in rapporto all’occupazione media (aprile-settembre 2007) In questo grafico, sulla base della media del NEMS e del NAS ottenuta in ogni mese, confronta la necessità di infermieri nelle 24 h, in rapporto all’occupazione media dei posti letto in SUB-UTI. I dati evidenziano due distinti periodi: un primo periodo che va da aprile a giugno in cui l’attività era a regime con un occupazione media della SUB-UTI superiore all’80%, mentre nel secondo periodo tra luglio e settembre in cui l’occupazione media dei letti si è attestata al 50% circa, influenzata dal riduzione dell’attività durante il periodo estivo. Da i dati ottenuti da entrambe le scale confermerebbero l’inadeguatezza dell’organico infermieristico nel periodo aprile giugno in cui l’attività era normale. OM % nella noma nel 1° trimestre (aprile-giugno) >80% OM % più bassa nel 2° trimestre (luglio-settembre) circa 50% Fabbisogno infermieristico non adeguato nella struttura a regime
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NEMS e NAS a confronto: Il fabbisogno infermieristico in rapporto al N° dei pazienti presenti (giugno 2007) In questo grafico mette in risalto(prendendo il mese di giugno ad esempio), come nell’arco dei singoli giorni il NEMS e il NAS non sempre rilevano una complessità assistenziale uguale. Anche se come si visto nel complesso il NEMS tende ad avere spesso valori più alti, nei singoli giorni si può ritrovare un NAS più alto, confermando che quest’ultimo è più sensibile a rilevare alcune complessità assistenziali Il rapporto Infermiere/paziente 1:4 non adeguato I dati del NEMS spesso non coincidono con quelli del NAS Alla complessità clinica rilevata dal NEMS non sempre corrisponde una complessità assistenziale infermieristica
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Dal confronto tra il NEMS e il NAS si evidenzia:
Il NEMS: Tende a fornire dei valori in media più alti E’ più influenzato dalla criticità clinica del paziente La compilazione delle griglie è risultata facile, veloce ed oggettiva Non tiene conto dei bisogni del paziente Il NAS: Risulta più sensibile a rilevare le necessità assistenziali infermieristiche Consente una valutazione per singolo turno più idonea in una struttura ad alto turn over Contribuisce a migliorare la documentazione e la comunicazione
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Nell’utilizzo di questi metodi si sono rilevati diversi vantaggi:
Consentono una valutazione oggettiva della complessità del paziente Forniscono un supporto all’orientamento delle decisioni del personale riguardo al paziente Aiutano a definire l’adeguatezza assistenziale all’intensità delle cure necessarie Supportano nello stabilire la dotazione organica alla reale complessità della struttura Consentono un confronto tra U.O. diverse
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Nell’utilizzo del NEMS e del NAS si sono evidenziate anche alcuni limiti e criticità:
Sono scale costruite specificatamente per UTI Si è verificata una certa resistenza da parte del personale nell’uso di questi metodi La complessità clinica rilevata dal NEMS non sempre corrisponde ad un aumento della necessità assistenziale Il NAS comporta un maggiore impegno nella compilazione e nell’assegnazione dei punteggi Con il NAS si è rilevata una difficoltà maggiore ad uniformare le modalità interpretative di alcuni articoli, con il rischio di valutazioni più soggettive
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Nel futuro la valutazione della C. A
Nel futuro la valutazione della C.A. potrebbe divenire una necessità ed essere utile agli infermieri: A garantire prestazioni sicure ed adeguate alle necessità del paziente. A migliorare la documentazione del lavoro infermieristico A supportare gli operatori nella presa di decisioni La valutazione continua dell’attività infermieristica diventa un metodo di lavoro che contribuisce a migliorarsi
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Misurare la complessità assistenziale può essere utile al coordinatore per:
Gestire il personale infermieristico Allocare le risorse disponibili secondo il peso assistenziale effettivo Monitorare il carico complessivo del reparto Valutare se l’organico è adeguato rispetto al carico assistenziale Misurare e documentare il lavoro del reparto Confrontare le performances di reparti diversi
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Misurare la complessità assistenziale può servire al management aziendale:
Per il monitoraggio continuo della complessità in ogni singolo reparto Come indicatore per la determinazione dei costi(reparto/paziente) Come strumento per l’assegnazione oggettiva della dotazione organica più appropriata ed efficace Strumento per la pianificazione strategica Misura una variabile determinante del rischio clinico
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Questa esperienza ha dimostrato:
L’utilizzo di scale di valutazione a punteggio come strumento quotidiano di lavoro è facilmente realizzabile Non si è registrato un apprezzabile aggravio del carico di lavoro infermieristico Che questi metodi potrebbero essere inseriti come obiettivi di qualità, in quanto rispondenti a criteri di efficacia efficienza e corretto utilizzo delle risorse
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Per cui in conclusione E’ auspicabile che nel futuro ci sia un ulteriore sviluppo ed implementazione di metodi di valutazione della complessità assistenziale sempre più adeguati alle diverse realtà cliniche e rispondenti al reale bisogno assistenziale del paziente. Lo scopo principale è migliorare la qualità dell’assistenza e portare gli infermieri verso una crescita professionale basata su l’evidenza
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Grazie dell’attenzione
Relatori: Fiaschi Cristina Lotti Luciano
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