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OBIETTIVI TERAPEUTICI
I NUOVI OBIETTIVI TERAPEUTICI ALLO STUDIO CON STATINE Fausto Amorini
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Conclusione I risultati di questo studio dimostrano che la diminuzione media dei livelli di LDL di 1 mmol/L nell’arco di 5 anni di trattamento, si traduce in una riduzione media del 17% della mortalità cardiovascolare in un ampio range di individui ad elevato rischio. L’esposizione alla statina durante i 5 anni di follow-up non ha determinato alcuna differenza nel tasso di mortalità non cardiovascolare e nell'incidenza di tumori, rispetto al placebo.
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In definitiva, i risultati di questo studio supportano l’evidenza che l’utilizzo cronico di statine in prevenzione primaria nei pazienti ad alto rischio cardiovascolare (indipendentemente dai livelli iniziali di colesterolemia, dall’età e dal sesso), potrebbe significativamente ridurre il rischio di patologie cardiovascolari. Tutto ciò si otterrebbe senza determinare un aumentato rischio di morbilità o mortalità non cardiovascolare ed, in particolare, oncologica.
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CONCLUSIONI: Complessivamente, questo studio non ha fornito evidenze rilevanti sul ruolo delle statine come fattore causale o protettivo dei tumori.
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Conclusione “Alla luce dell’ opinione secondo cui più bassi sono i livelli di colesterolo minore è il rischio cardiovascolare, sarebbe prudente non utilizzare dosi di statine superiori a quelle necessarie per ottenere il target di colesterolo richiesto”. La correlazione tra bassi livelli di colesterolo e aumento dell’incidenza del cancro è stata osservata in diversi studi epidemiologici e sembra contrastare la riduzione della mortalità da cause cardiovascolari.
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Nella maggior parte di tali indagini, l’incidenza del cancro è risultata maggiore nei pazienti con livelli basali di colesterolo < 160 mg/dl rispetto a quelli con valori più elevati. Tuttavia, una revisione generale dei dati provenienti dagli studi epidemiologici ha concluso affermando che non è possibile effettuare un’interpretazione definitiva dell’associazione tra bassi livelli di colesterolo e cancro ma che questa può essere spiegata dalla presenza di fattori di confondimento. In tal senso, una possibile spiegazione potrebbe risiedere nel fatto che la riduzione dei livelli di colesterolo rappresenta soltanto l’effetto della patologia e non la sua causa.
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Donne: Troppo calcio può causare infarto
Studio pubblicato nell'ultimo numero della rivista medica B.M.J. Ricercatori dell'Università di Auckland durante un periodo di cinque anni, hanno preso in esame un campione di donne, sane ed entrate in menopausa. A 732 sono state somministrate pastiglie di calcio, e alle altre 939 placebo. Risultato: 31 donne contro le 21 del secondo gruppo che hanno riportato vari problemi relativi al cuore e infarti. Problemi che andavano aumentando con il tempo. "Se i nostri risultati saranno confermati da altri studi, potrebbe essere meglio sospendere la somministrazione di calcio. Per adesso medici e pazienti dovranno scegliere tra i benefici del calcio alle ossa, soprattutto per pazienti più anziani, e quello del rischio di infarto", hanno commentato gli scienziati neozelandesi nell'articolo
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Limite tra prevenzione 1° e 2°
Prevenzione primaria Limite tra prevenzione 1° e 2° I “probabilisticamente a rischio” Significato di continuare ad abbassare le soglie di “normalità” della Col. ed LDL (includendo in tale modo nei “non sani”, una gran parte della popolazione)? Quale SSN potrà sostenere i costi di una “statinizzazione” rivolta ad una gran parte della popolazione => 70% della popolazione italiana ?
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Soggetti ad alto CV: è più importante trattare il rischio e non il livello di colesterolo.
Non sarà più necessario misurare il colesterolo per decidere se instaurare un trattamento con statine. I pazienti diabetici beneficiano del trattamento con statine tout court. Per i pazienti ad alto CV (diabetici inclusi) bisogna puntare a livelli di CLDL particolarmente bassi (anche se tali limiti non sono stati ancora identificati).
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Decidendo d’iniziare una terapia con una statina, scegliere un dosaggio adeguato rispetto all'obiettivo di C-LDL Il trattamento "aggressivo" con statine nei soggetti ad alto CV, al fine di raggiungere il goal terapeutico previsto dalle linee guida, è costo-efficace.
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TOTALE PAZIENTI 23102
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PREVALENZA DI UTILIZZO DAL 2000 AL 2006
trimestre maschi femmine Totali Prevalenza 2153 2277 4430 1.61% 2445 2666 5111 1.86% 2632 2930 5562 2.02% 2877 3246 6123 2.23% 3498 3922 7420 2.70% 4068 4616 8684 3.16% 4244 4805 9049 3.29% 4365 4912 9277 3.37% 4624 5198 9822 3.55% 4835 5471 10306 3.73% 4932 5530 10462 3.78% 5061 5618 10679 3.84% 5248 5785 11033 3.96% 5391 5968 11359 4.06% 5483 6056 11539 4.14% 5664 6295 11959 4.27% 5893 6537 12430 4.42% 6081 6703 12784 4.55% 6187 6791 12978 4.62% 6367 6861 13228 4.68% 6510 6785 13295 4.70% 6600 6710 13310 6565 6636 13201 4.65% 6603 6554 13157 4.61% 6655 6488 13143 2007 – %
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PREVALENZA DIABETICI SINGOLI MMG
DIABETICI n° 1210 STATINE n° 225 DIABETICI n° 88 STATINE n° 18 5.12
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USO STATINE DIABETICI PER SESSO
Totale diabetici in trattamento 225 Totale diabetici 1210
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CONFRONTO MASCHI-FEMMINE-ETA’
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UTILIZZO MASCHI+FEMMINE eta’?
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Deceduti per cause cardiovascolari
N o s t r o A r c h i v i o Deceduti per cause cardiovascolari : 43.5% : 46.5% + 6.8 %
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Pazienti con valori del colesterolo superiori alla norma
Pazienti presenti in archivio n° (anni ) Paz. con colesterolo totale n°8.954 (38.76%) Paz. con colesterolo totale =>200 n° (45.%) Colesterolo valore medio: 217.7 (Anni ) Paz. con colesterolo totale n° (36.82 %) Paz. con colesterolo totale =>200 n° (53.91%) Colesterolo valore medio: 233.4
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TOTALE PAZIENTI 23102
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IPERTENSIONE ARTERIOSA
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IPERTENSIONE ARTERIOSA Pazienti presenti in archivio n° 23.102
Quanti ipertesi ? Pazienti presenti in archivio n° (Anni ) Paz. con misurazione di PA n°7950 (34.41%) (m.tot ) Paz. con PA max e/o min => 140/90 n° (59.52%) Media pressione: Massima Minima : 81.92 (Anni ) Paz.con misurazione di PA n°8.054 (34.50%) (m.tot ) Paz.con PA max e/o min => 140/90 n° (59.02%) Media pressione: Massima Minima
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