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Storia delle religioni
Lez. 17 bis Ebraismo
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L’origine straniera del regno (Rut 1)
Al tempo in cui governavano i giudici, ci fu nel paese una carestia e un uomo di Betlemme di Giuda emigrò nella campagna di Moab, con la moglie e i suoi due figli… morirono tutti e due e la donna rimase priva dei suoi due figli e del marito… Noemi disse alle due nuore: «Andate, tornate ciascuna a casa di vostra madre; il Signore usi bontà con voi»… Ma Rut rispose: «Non insistere con me perché ti abbandoni e torni indietro senza di te; perché dove andrai tu andrò anch'io; dove ti fermerai mi fermerò; il tuo popolo sarà il mio popolo e il tuo Dio sarà il mio Dio; dove morirai tu, morirò anch'io e vi sarò sepolta. Il Signore mi punisca come vuole, se altra cosa che la morte mi separerà da te».
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Mardocheo (Ester 1) Nel secondo anno del regno del gran re Assuero, il giorno primo di Nisan, Mardocheo figlio di Iair, figlio di Simei, figlio di Kis, della tribù di Beniamino ebbe un sogno. Era un Giudeo che abitava nella città di Susa, uomo grande, che prestava servizio alla corte del re e proveniva dal gruppo degli esuli che Nabucodònosor re di Babilonia aveva deportato da Gerusalemme con Ieconìa re della Giudea. Questo era il suo sogno: ecco grida e tumulto, tuoni e terremoto, agitazione sulla terra. Ecco due enormi draghi avanzarono, pronti tutti e due alla lotta, e risuonò potente il loro sibilo. Al loro sibilo ogni nazione si preparò alla guerra, per combattere contro il popolo dei giusti. Ecco un giorno di tenebre e di caligine, di tribolazione e angustia, di malessere e grande agitazione sulla terra. Tutta la nazione dei giusti fu agitata: essi temevano la propria rovina, si prepararono a perire e gridarono a Dio. Ma dal loro grido sorse, come da una piccola fonte, un grande fiume, acque copiose. Spuntò la luce e il sole: gli umili furono esaltati.
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Monolatria (Salmo 97) cfr. Baruch Lettera di Geremia
Siano confusi tutti gli adoratori di statue e chi si gloria dei propri idoli. Si prostrino a lui tutti gli dei! Ascolta Sion e ne gioisce, esultano le città di Giuda per i tuoi giudizi, Signore. Perché tu sei, Signore, l'Altissimo su tutta la terra, tu sei eccelso sopra tutti gli dei.
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Daniele 14 Il re Astiage si riunì ai suoi padri e gli succedette nel regno Ciro il Persiano. Ora Daniele viveva accanto al re, ed era il più onorato di tutti gli amici del re. I Babilonesi avevano un idolo chiamato Bel, al quale offrivano ogni giorno dodici sacchi di fior di farina, quaranta pecore e sei barili di vino. Anche il re venerava questo idolo e andava ogni giorno ad adorarlo. Daniele però adorava il suo Dio e perciò il re gli disse: «Perché non adori Bel?». Daniele rispose: «Io non adoro idoli fatti da mani d’uomo, ma soltanto il Dio vivo che ha fatto il cielo e la terra e che è signore di ogni essere vivente». «Non credi tu - aggiunse il re - che Bel sia un dio vivo? Non vedi quanto beve e mangia ogni giorno?». Rispose Daniele ridendo: «Non t’ingannare, o re: quell'idolo di dentro è d'argilla e di fuori è di bronzo e non ha mai mangiato né bevuto».
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Il re s’indignò e convocati i sacerdoti di Bel, disse loro: «Se voi non mi dite chi è che mangia tutto questo cibo, morirete; se invece mi proverete che è Bel che lo mangia, morirà Daniele, perché ha insultato Bel». Daniele disse al re: «Sia fatto come tu hai detto». I sacerdoti di Bel erano settanta, senza contare le mogli e i figli. Il re si recò insieme con Daniele al tempio di Bel e i sacerdoti di Bel gli dissero: «Ecco, noi usciamo di qui e tu, re, disponi le vivande e mesci il vino temperato; poi chiudi la porta e sigillala con il tuo anello. Se domani mattina, venendo, tu riscontrerai che tutto non è stato mangiato da Bel, moriremo noi, altrimenti morirà Daniele che ci ha calunniati». Essi però non se ne preoccuparono perché avevano praticato un passaggio segreto sotto la tavola per il quale passavano abitualmente e consumavano tutto.
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Dopo che essi se ne furono andati, il re fece porre i cibi davanti a Bel: Daniele ordinò ai servi del re di portare un pò di cenere e la sparsero su tutto il pavimento del tempio alla presenza soltanto del re; poi uscirono, chiusero la porta, la sigillarono con l'anello del re e se ne andarono. I sacerdoti vennero di notte, secondo il loro consueto, con le mogli, i figli, e mangiarono e bevvero tutto. Di buon mattino il re si alzò, come anche Daniele. Il re domandò: «Sono intatti i sigilli, Daniele?». «Intatti, re» rispose. Aperta la porta, il re guardò la tavola ed esclamò: «Tu sei grande, Bel, e nessun inganno è in te!». Daniele sorrise e, trattenendo il re perché non entrasse, disse: «Guarda il pavimento ed esamina di chi sono quelle orme». Il re disse: «Vedo orme d'uomini, di donne e di ragazzi!». Acceso d'ira, fece arrestare i sacerdoti con le mogli e i figli; gli furono mostrate le porte segrete per le quali entravano a consumare quanto si trovava sulla tavola. Quindi il re li fece mettere a morte, consegnò Bel in potere di Daniele che lo distrusse insieme con il tempio.
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Un Dio misericordioso Io non desidero la morte del malvagio, ma che il malvagio si ritragga dalla sua via e viva Ezechiele 33,11 Gli attributi del Santo, che sia benedetto, non sono come quelli dell’uomo. Quando un uomo è vinto si affligge; quando il Santo, che sia benedetto, è vinto, sì che allontana la Sua collera e può mostrare misericordia, allora Egli gioisce Pes. 119° Quando gli egiziani furono sommersi dalle acque del mar Rosso, gli angeli desideravano innalzare un canto di lode, ma Egli lo impedì dicendo: “L’opera delle mie mani annega nel mare e voi mi offrireste un cantico!” Sanh. 39b
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Il valore della vita di ogni uomo
L’uomo fu creato dapprima in un solo individuo per insegnare che chiunque distrugge una vita, la Scrittura glielo considera come se avesse distrutto il mondo intero; e chiunque salva una vita, la Scrittura glielo considera come se avesse salvato il mondo intero Sanh. IV,5
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Lo shabbath Un’anima addizionale (=un supplemento d’anima) viene data all’uomo la vigilia dello Shabbath e gli viene tolta al termine dello Shabbath Taan. 27b Il valore della preghiera: Chiunque adempie la volontà dell’Onnipotente e dirige il suo cuore a Lui nella preghiera, viene ascoltato Esodo R. 21,3
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La condizione degli ebrei nella diaspora
Sotto Tiberio c’erano a Roma tra e ebrei fino al IV secolo: una comunità in mezzo alle altre Dopo il 313 E.V.: minoranza in un mondo cristiano Dopo l’VIII secolo: ebrei nel dar al-Islam
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Caratteristiche delle comunità ebraiche medievali
Minoranze colte: tutti studiano la Torah e il Talmud Alcuni mestieri sono vietati. Il prestito del denaro è consentito ai non correligionari (“Fa’ pagare interessi al forestiero, ma a tuo fratello non far pagare interessi” Dt 23,21) Nella dar al-Islam gli ebrei, come i cristiani, sono dhimmi (= i sottomessi)
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Alcuni centri di cultura ebraica
Kairouan (Tunisia) fondata nel 670: ebrei mercanti, medici, astronomi Spagna. Durante il regno dei Visigoti vi furono le prime leggi antigiudaiche (divieto di celebrare lo shabbath), per questo motivo, al momento della conquista islamica, 711 E.V., gli ebrei salutarono gli arabi come liberatori. Cordoba, Granada, Toledo, Siviglia, divennero allora tra i maggiori centri di cultura ebraica.
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In mezzo tra due civiltà in conflitto
Quando i cristiani cominciarono la reconquista, la dinastia omayade venne soppiantata dalla dinastia degli almoravidi e poi, nel XII secolo, da quella degli almohadi, di origine berbera (Marocco) che chiusero molte sinagoghe e yeshivot e imposero la scelta tra conversione o morte. Durante la prima crociata (XI secolo) in Germania si assiste ai primi pogrom.
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Bahya ben Yosef ibn Paquda
Teologo, mistico e poeta ebreo del sec. XI, vissuto nella Spagna musulmana, dajan a Saragozza Ha scritto I doveri del cuore in arabo verso il 1080 (tradotto in ebraico nel 1160)
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La penitenza La penitenza, o ritorno verso Dio, è il ristabilimento dell’uomo ribelle e peccatore nella sottomissione al Signore, e la riparazione di tutto ciò che egli aveva rigettato del culto divino, per ignoranza o per passione, per accecamento o a causa d’influenze perniciose che lo ingannarono e lo fecero peccare. Ci si allontana dalla sottomissione rigettando quel che Dio ha ordinato di fare o scegliendo quel che ha proibito, con un’intenzione ribelle. I Doveri del cuore p. 343
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