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Le proposizioni subordinate
Il periodo II Le proposizioni subordinate
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Proposizioni subordinate
completive soggettiva dichiarativa oggettiva interrogativa indiretta relative proprie improprie circostanziali finale causale consecutiva temporale modale concessiva condizionale Completano il significato della proposizione da cui dipendono. Espandono o precisano il significato di un elemento, di solito un nome, contenuto nella reggente. Dette anche “complementari indirette” perché hanno una funzione analoga a quella dei complementi indiretti nella frase semplice.
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Proposizione soggettiva
La proposizione soggettiva è una subordinata che fa da soggetto alla proposizione reggente. Può essere espressa in forma esplicita o in forma implicita. che studiate studiare lo studio Proposizione subordinata completiva soggettiva esplicita Proposizione subordinata completiva soggettiva implicita Soggetto È importante Proposizione principale reggente Nella proposizione reggente il soggetto non è espresso (perché è la proposizione soggettiva a svolgere la funzione di soggetto) e il verbo è usato in forma impersonale. Nella reggente di solito si trovano: verbi impersonali o usati in forma impersonale come accadere, occorrere, parere, sembrare, importa… A volte mi accade di udire strani rumori. verbi costruiti con il si passivante quali si dice, si crede, si narra, si pensa… Si narra che sia fuggito in Patagonia. locuzioni verbali formate da verbo copulativo + nome / aggettivo / avverbio (è tempo, è l’ora, è compito, è dovere, è una vergogna, è un piacere, sembra giusto, pare necessario, è tanto…) È dovere di tutti rispettare l’ambiente naturale.
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Proposizione oggettiva
La proposizione oggettiva è una subordinata che fa da complemento oggetto alla proposizione reggente. Può essere espressa in forma esplicita o in forma implicita. che ha visto un ufo di aver visto un ufo la visione di un ufo Complemento oggetto Proposizione subordinata completiva oggettiva esplicita Proposizione subordinata completiva oggettiva implicita Carla sostiene Proposizione principale reggente La proposizione oggettiva dipende da una reggente il cui verbo è sempre in forma personale. Nella reggente si possono trovare: verbi del “dire” come dire, narrare, affermare, riferire, comunicare… Pablo afferma di non conoscerti. verbi di opinione, volontà, speranza, dubbio (credere, ritenere, pensare, volere, desiderare, sperare, temere, dubitare, proibire…). Vorrei che tu fossi più sincero. verbi che indicano percezione, conoscenza, ricordo (vedere, sentire, intuire, ricordare, dimenticare…) Non senti che il telefono sta squillando?
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Proposizione dichiarativa
La proposizione dichiarativa è una subordinata che precisa, spiega un elemento nominale contenuto nella reggente. Tale elemento può essere: un pronome dimostrativo o un aggettivo dimostrativo seguito da nome Sono felice di questo, che andremo in vacanza insieme. Su questo punto siamo tutti d’accordo: di manifestare uniti. un nome che spesso indica timore, dubbio, opinione, desiderio, speranza… Mi viene il dubbio di aver lasciato la luce accesa. Ho un solo desiderio: vivere felice con te. La proposizione dichiarativa può essere subordinata di secondo grado, ossia può dipendere da un elemento nominale contenuto in un’altra subordinata: che non condivido il fatto che non esprime mai la sua opinione Gli ho detto Proposizione principale reggente Proposizione subordinata di 1° grado completiva oggettiva Proposizione subordinata di 2° grado completiva dichiarativa
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Proposizione interrogativa indiretta
La proposizione interrogativa indiretta è una subordinata attraverso la quale si pone una domanda o si esprime un dubbio. L’interrogativa diretta invece è una proposizione indipendente. INTERROGATIVA DIRETTA INTERROGATIVA INDIRETTA Dove stiamo andando? Vorrei sapere dove stiamo andando. Che ore saranno? Non so che ore siano. Mi ama ancora? Mi chiedo se mi ama ancora. Chi sei? Dimmi chi sei. La proposizione interrogativa indiretta dipende da reggenti contenenti verbi, locuzioni verbali o nomi che esprimono dubbio, incertezza (domandare, chiedere, sapere, ignorare, dubitare, essere curioso, spiegare) oppure verbi come dire, raccontare all’imperativo. La proposizione interrogativa indiretta è introdotta dagli stessi elementi che introducono l’interrogativa diretta: pronomi e aggettivi interrogativi (chi, quale, quanto, che, che cosa…) congiunzioni e avverbi interrogativi (dove, da dove, quando, come, perché…) la congiunzione se
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Proposizione relativa propria
La proposizione relativa è una subordinata che espande o precisa il significato di un elemento, di solito un nome, contenuto nella reggente. La proposizione relativa è collegata alla reggente mediante un pronome o un avverbio relativo. Proposizione subordinata relativa PROPRIA che affascina Proposizione principale reggente Parigi è una città affascinante Attributo Proposizione subordinata relativa PROPRIA che è la mia migliore amica Ti presento Carla Proposizione principale reggente la mia migliore amica Apposizione La subordinata relativa è detta propria quando svolge all’interno del periodo la funzione analoga a quella che, nella frase semplice, svolgono l’attributo e l’apposizione. Non sempre la proposizione relativa propria è sostituibile esattamente con un attributo o un’apposizione: Ieri ho incontrato un’amica che non vedevo da anni.
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Proposizione relativa impropria
La proposizione relativa impropria è una subordinata con sfumature di significato tali da svolgere la medesima funzione di una subordinata circostanziale. Proposizioni Relative: CAUSALI Andrò a vivere a Parigi che offre maggiori opportunità di lavoro. (= Andrò a vivere a Parigi perché offre maggiori possibilità di lavoro) FINALI Ho bisogno di qualcuno che mi aiuti. (= Ho bisogno di qualcuno affinché mi aiuti) TEMPORALI Ho incontrato Pablo che partiva per Parigi. (= Ho incontrato Pablo mentre stava partendo per Parigi) CONCESSIVE Pablo, che si è laureato col massimo dei voti, non trova lavoro. (= Pablo, sebbene si sia laureato col massimo dei voti, non trova lavoro) CONSECUTIVE Pablo non trova un lavoro che gli permetta di vivere. (= Pablo non trova un lavoro tale che gli permetta di vivere)
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Proposizione finale affinché tu possa realizzare i tuoi sogni
La proposizione finale è una subordinata che indica lo scopo, il fine cui tende l’azione espressa nella proposizione reggente. Svolge una funzione analoga a quella del complemento di fine o scopo. Proposizione principale reggente Farei qualsiasi cosa per la realizzazione dei tuoi sogni Complemento di fine o scopo affinché tu possa realizzare i tuoi sogni Proposizione subordinata finale Forma esplicita affinché, perché, che + congiuntivo Che cosa devo fare perché tu mi creda? Mi regalò la sua foto affinché mi ricordassi di lui. Forma implicita solo se il soggetto della reggente e quello della finale coincidono per, di, a, onde, allo scopo di, al fine di + infinito Mio nonno emigrò in Argentina per sfuggire alle persecuzioni fasciste. Onde evitare fraintendimenti gli scrissi una lettera.
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Proposizione causale perché ha paura del buio
La proposizione causale è una subordinata che esprime la causa di quanto espresso nella reggente. Svolge una funzione analoga a quella del complemento di causa. Proposizione principale reggente Sara non vuole dormire da sola per la paura del buio Complemento di causa perché ha paura del buio Proposizione subordinata causale Forma esplicita poiché, perché, siccome, giacché, dal momento che, dato che… indicativo > indica una causa reale Poiché sono molto stanco, non uscirò stasera. congiuntivo > esprime una causa possibile ma non vera Non esco non perché non ne abbia voglia, ma per la stanchezza. condizionale > esprime una causa possibile o eventuale Per favore fai silenzio, giacché vorrei riposare un poco. Forma implicita solo se il soggetto della reggente e quello della finale coincidono per, di, a + infinito Non te l’ho detto per timore di offenderti. gerundio Urlando mi agiti ancora di più. participio passato Intimorita dal buio, non voleva dormire da sola.
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Proposizione consecutiva
La proposizione consecutiva è una subordinata che indica la conseguenza di quanto espresso nella reggente. La consecutiva è spesso anticipata nella reggente da avverbi (così, talmente, tanto…) o da aggettivi (tale, simile, siffatto…). Proposizione principale reggente La nebbia era tanto fitta da non vedere la strada ESPLICITA che non si vedeva la strada Proposizione subordinata consecutiva IMPLICITA Forma esplicita che sicché al punto che indicativo > indica una conseguenza reale Silvio è così antipatico che non lo sopporto. congiuntivo > esprime una causa possibile ma non vera Ho sistemato le valigie in modo che ci stiano anche le tue. condizionale > esprime una conseguenza subordinata a una condizione espressa o sottintesa Sono talmente felice che ti abbraccerei (se tu fossi qui) Forma implicita solo se il soggetto della reggente e quello della consecutiva coincidono da + infinito Ti amo da impazzire. troppo… per + infinito Sono troppo stanca per uscire.
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Proposizione temporale
La proposizione temporale è una subordinata che indica quando si verifica, si è verificato o si verificherà ciò che è espresso nella reggente. Svolge una funzione analoga a quella del complemento di tempo. Proposizione principale reggente Perse una scarpetta durante la discesa delle scale mentre scendeva le scale Proposizione subordinata temporale Complemento di tempo Forma esplicita quando, mentre, allorché, come, nel momento in cui, da quando, finché, fin quando, a mano a mano, ogni volta che, tutte le volte che, dopo che, appena… + indicativo Ogni volta che sento questa canzone penso a te. prima che + congiuntivo Devo tornare a casa prima che scocchi la mezzanotte. Forma implicita solo se il soggetto della reggente e quello della temporale coincidono, tranne con il participio passato purché i soggetti siano espressi prima di + infinito presente al, nel + infinito presente gerundio participio passato Conta fino a dieci, prima di parlare. Al calar del sole, il mare si calma. Scendendo le scale, perse una scarpetta. Calato il sipario, si accesero le luci.
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Proposizione modale come mi ha insegnato la nonna
La proposizione modale è una subordinata che precisa il modo in cui avviene quanto espresso nella reggente. Svolge una funzione analoga a quella del complemento di modo. Proposizione principale reggente Preparerò le marmellate secondo gli insegnamenti della nonna Complemento di modo come mi ha insegnato la nonna Proposizione subordinata modale Forma esplicita come, nel modo in cui/che + indicativo > modalità certa e reale Fai come vuoi. come, nel modo in cui/che + condizionale > modalità possibile o eventuale Fai come farei io. come se, comunque, quasi (che) + congiuntivo > modalità ipotetica Fai come se fossi a casa tua. Forma implicita solo se il soggetto della reggente e quello della modale coincidono gerundio presente come, quasi + gerundio presente a, con + infinito Pablo ha trascorso la domenica lavorando. Mi parli come accusandomi di qualcosa. Ti instupidisci a guardare certi programmi.
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Proposizione concessiva
La proposizione concessiva è una subordinata che indica la circostanza nonostante la quale si verifica quanto espresso nella reggente. Proposizione principale reggente Ho mangiato la mela nonostante la proibizione Complemento concessivo sebbene fosse proibito Proposizione subordinata concessiva Forma esplicita sebbene, nonostante, benché, malgrado, per quanto… + congiuntivo Per quanto corra veloce, non riuscirà ad arrivare in tempo. aggettivi o pronomi indefiniti + congiuntivo Qualsiasi cosa faccia, non va bene. per + aggettivo + che + congiuntivo Per spaziosa che sia, non ci stanno otto persone in un’auto. anche se, neanche se, nemmeno se + indicativo Non ti credo, nemmeno se mi paghi. Forma implicita solo se il soggetto della reggente e quello della concessiva coincidono pure, anche + gerundio Anche volendo, non riesco a finire in tempo. sebbene, quantunque, benché, per quanto + participio passato Benché proibito, mangiò ugualmente la mela. participio passato Tornato in Italia, non dimenticò gli amici argentini. per + infinito Per essere appena arrivato, conosce già molto bene la città.
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Proposizione condizionale o ipotetica
La proposizione condizionale o ipotetica è una subordinata che indica la circostanza necessaria affinché si verifichi quanto espresso nella reggente. La proposizione condizionale e la sua reggente formano il periodo ipotetico. Proposizione principale reggente vorrei essere un gabbiano Apòdosi = conseguenza Se fossi un animale Proposizione subordinata condizionale Pròtasi = premessa Forma esplicita se + indicativo > condizione certa Se posso, ti aiuto volentieri. se + congiuntivo > condizione possibile o irrealizzabile Se potessi, ti aiuterei volentieri. qualora, purché, quando, a patto che, ammesso che + congiuntivo Mi comunicò un segreto, a patto che non lo confidassi a nessuno. Forma implicita solo se il soggetto dell’apodosi e della protasi coincidono gerundio presente se + participio passato participio passato a + infinito Volendo, potrei aiutarti io. La torta sarà deliziosa se cucinata da te. Ristrutturata, sarebbe una bella casa. A essere sincero, non ho detto tutta la verità.
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Periodo ipotetico A seconda del grado di probabilità della protasi, si distinguono tre tipi di periodo ipotetico. PERIODO IPOTETICO Modo verbale nella protasi Modo verbale nell’apodosi DELLA REALTÀ protasi e apodosi sono presentate come certe e reali indicativo Se vuoi, indicativo ti aiuto. Se hai bisogno di aiuto, imperativo chiamami! DELLA POSSIBILITÀ protasi e apodosi sono presentate come possibili ma non certe congiuntivo imperfetto Se avessi bisogno di aiuto, condizionale presente ti chiamerei. imperativo chiamami! ti chiamerò. DELL’IRREALTÀ protasi e apodosi sono presentate come non possibili congiuntivo imperfetto Se avessi le ali, condizionale presente volerei lontano. congiuntivo trapassato Se mi avessi chiamato, condizionale passato ti avrei aiutato volentieri. congiuntivo trapassato Se me lo avessi chiesto prima, condizionale presente ora sarei lì ad aiutarti.
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