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17/01/13 LA SATIRA 1
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La satira di Persio e Giovenale
17/01/13 In età imperiale la satira trova due cultori in Persio e Giovenale; pur operando a quasi cinquant’anni di distanza (il primo scrive sotto Nerone, il secondo sotto Traiano e Adriano), le loro satire presentano alcune innovazioni comuni che le allontanano dall’impostazione luciliana e oraziana. Persio e Giovenale Orazio scrivono per un pubblico indifferenziato di lettori-ascoltatori si rivolge a una ristretta cerchia di amici si atteggiano a censori del vizio e dei costumi, assumendo spesso i toni dell’invettiva si scaglia contro i comportamenti, non contro le persone, presentando anche se stesso come lontano dalla perfezione usano uno stile atto a impressionare il pubblico usa uno stile sobrio e misurato, anche se non privo di vivacità 2
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Persio: biografia e produzione
17/01/13 Aulo Persio Flacco nasce a Volterra in Etruria nel 34 d.C. da famiglia equestre. Riceve a Roma la sua formazione grammaticale e retorica; sotto la guida di Anneo Cornuto si accosta allo stoicismo. Frequenta ambienti e personaggi ostili al regime neroniano. Muore giovanissimo nel 62. Le sue satire vengono riviste da Cornuto e pubblicate dall’amico Cesio Basso. Resti dei palazzi imperiali sul Palatino 3
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I contenuti delle Satire
17/01/13 Le Satire comprendono 6 componimenti in esametri preceduti da un prologo in coliambi, in cui l’autore polemizza contro le mode letterarie dell’epoca. Ecco in sintesi i temi delle satire di Persio: satira nuclei tematici satira I critica alle mode della poesia contemporanea (in particolare al gusto epico-tragico) e alla connessa degenerazione morale satira II attacco alla religiosità ipocrita di chi chiede agli dèi solo la ricchezza satira III esortazione rivolta a un giovane ricco e dissipato affinché si dedichi allo stoicismo satira IV sull’importanza della conoscenza di sé satira V sulla libertà secondo la dottrina stoica satira VI contro l’avarizia, esortazione a usare i beni con moderazione 4
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Il pessimismo e l’aggressività
17/01/13 La scelta della satira è per Persio l’esito della sua adesione allo stoicismo e della sua pessimistica concezione della realtà: la poesia è lo strumento per smascherare e combattere corruzione e vizio. Di conseguenza la figura del satirico non si presenta con i tratti di un amico garbato, come accade nelle satire oraziane, ma con quelli del predicatore diatribico e del medico che deve risanare con un intervento chirurgico (radere) i pallentes mores, i “costumi malati” della società. Il “bisturi” del medico-satirico è l’ingenuus ludus, “lo scherzo non volgare”. Medico cura un paziente 5
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Il percorso interiore 17/01/13 Spesso all’atteggiamento aggressivo si aggiunge l’amarezza di chi non riesce a imporre il proprio punto di vista su una realtà irrimediabilmente corrotta. L’impossibilità di incidere sui costumi corrotti dell’epoca fa sì che il poeta si concentri su se stesso e la sua scrittura divenga spesso una sorta di “monologo-confessione”, che abbozza un itinerario personale verso la saggezza. L’automiglioramento, a differenza di quanto accade a Orazio, è dunque perseguito in solitudine e in opposizione al resto della società. Cave canem, mosaico pompeiano 6
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Lo stile 17/01/13 Persio si contrappone risolutamente alle mode letterarie dell’epoca, espressione di una degenerazione del gusto estetico. Mette a punto uno stile capace di aggredire le coscienze per redimerle, fondato: sulla contrapposizione all’eleganza fatua delle mode poetiche e sulla scelta di parlare dei mores, della realtà quotidiana (realismo); sulla deformazione macabra e allucinata del reale (espressionismo). La lingua è quotidiana (verba togae), ma la sintassi è spesso involuta e la progressione tematica è affidata a fulminee associazioni di idee; su tutto domina la ricerca della iunctura acris, l’accostamento lessicale penetrante. Romano con toga 7
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Giovenale: biografia e opere
17/01/13 Decimo Giunio Giovenale nasce ad Aquino nel Lazio, tra il 50 e il 60 d.C. A Roma esercita senza successo l’avvocatura e si dedica alle declamazioni. Approda alla poesia solo in età matura, vivendo nella scomoda condizione di cliens, lontano dall’indipendenza economica. Muore dopo il 127 d.C. La produzione poetica di Giovenale è costituita da 16 satire in esametri distribuite in 5 libri, la cui composizione si collocherebbe tra il 100 e il 127. Giovenale incoronato 8
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Le satire dell’indignatio
17/01/13 Le prime 8 satire vengono designate complessivamente come satire dell’indignatio, perché nate dall’indignazione con cui il poeta reagisce alla realtà contemporanea. Ecco le più significative: Le satire del “primo Giovenale” Satira I in apertura Giovenale polemizza con la moda delle recitationes e con la ripresa dei motivi mitologici; prosegue raccontando la giornata del cliens, col rito della salutatio matutina e del ritiro della sportula Satira IV viene attaccata la corte imperiale di un famigerato imperatore defunto, ma lo spunto è offerto da un enorme rombo inviato in dono a Domiziano Satira VI l’amico Pontico si sposa e Giovenale depreca la sua decisione, rifiutando il matrimonio in nome dei misfatti commessi dalle donne; esempi illustri (Messalina) sostanziano l’accusa di lussuria mossa alle donne e preludono a una rassegna dei difetti femminili (superbia, autoritarismo, manie) 9
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La poetica della satira
17/01/13 La poetica della satira è esposta da Giovenale stesso nella satira I: l’osservazione della società suggerisce al poeta che i mores contemporanei superano di gran lunga i miti più orridi; Giovenale quindi si dedicherà alla satira, perché facit indignatio versus, è l’indignazione di fronte alla realtà mostruosa che gli offre ispirazione; il poeta si concentrerà non su ogni aspetto dei mores, ma sulla vitiorum copia, il gran numero di vizi; la satira svolge dunque una funzione di denuncia, non di risanamento; Giovenale eviterà di attaccare personaggi contemporanei, perché potrebbe rivelarsi pericoloso. Peder S. Krøyer, Messalina (1881) 10
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I nuclei tematici 17/01/13 Nelle satire dell’indignatio si possono individuare i seguenti nuclei tematici: il poeta, nei panni di un galantuomo indignato e nostalgicamente legato a un passato idealizzato, misura la distanza tra la realtà e il mos maiorum; uno degli aspetti più vistosi della decadenza morale è costituito dalle ingiustizie e dalle discriminazioni derivanti dalle sperequazioni nella distribuzione delle divitiae; per volontà di rivalsa nei confronti dei ricchi padroni, la simpatia del poeta va a chi si trova nell’umiliante condizione di cliens. Patrizio romano con imagines degli antenati 11
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Il “secondo Giovenale”
17/01/13 Se nei primi tre libri domina l’indignatio, negli ultimi due il poeta assume un atteggiamento più distaccato, ispirato all’apàtheia degli stoici. Giovenale si riavvicina alla tradizione diatribica della satira e la sua riflessione si fa più distaccata e rassegnata: gli stolti e il loro attaccamento ai falsi beni sono oggetto di irrisione e compatimento, mentre gli attacchi del poeta si indirizzano contro i comportamenti più che contro gli uomini. Affreschi pompeiani 12
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Le satire del secondo gruppo
17/01/13 Ecco le satire più importanti di questo secondo gruppo: Le satire del “secondo Giovenale” Satira IX Giovenale dialoga benevolmente con un cliente corrotto, Nevolo Satira X riprende un motivo già trattato da Persio, quello della preghiera e dei suoi contenuti Satira XII dopo aver offerto un sacrificio per ringraziare gli dèi di aver salvato un amico, il poeta sviluppa il tema dei cacciatori di eredità, già trattato da Orazio Satira XIV al centro della satira sono le influenze negative che i genitori possono esercitare sui figli; il tema è declinato in rapporto ai vari vizi, ma particolare attenzione viene dedicata all’avarizia 13
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La censura rigidi cachinni
17/01/13 La virata poetica che allontana il satirico dallo sdegno sospingendolo verso un’atmosfera rischiarata dal riso viene registrata da Giovenale stesso nella satira X. Oltre a trattare della preghiera, questa satira sottolinea l’importanza del riso come strumento di censura morale, fissando il concetto in un celebre verso: Sed facilis cuivis rigidi censura cachinni, “È facile per chiunque la censura di un severo sghignazzare”. L’irrisione, evocata in forma quasi ossimorica dal sintagma censura rigidi cachinni, si sostituisce così all’indignatio. Il Pantheon 14
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Lo stile 17/01/13 Con Giovenale lo stile della satira si avvicina a quello dei generi alti, tragedia ed epica, perché la realtà, oggetto di osservazione da parte del satirico, è popolata di monstra, “eventi prodigiosi”, al pari dei miti. Il ricorso ai procedimenti epico-tragici è significativamente associato ai contenuti più bassi e volgari, per sottolineare l’abiezione della materia trattata. Il realismo di Giovenale assume così una carica di violenta deformazione espressionistica. Caravaggio, Medusa (1596) 15
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