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FUNZIONE DEL GIOCO “Si attribuisce al gioco soltanto una funzione riempitiva; esso rappresenta un intervallo tra un'attività e un'altra, utile per.

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1 FUNZIONE DEL GIOCO “Si attribuisce al gioco soltanto una funzione riempitiva; esso rappresenta un intervallo tra un'attività e un'altra, utile per conseguire un recupero di energie e di motivazione prima di tornare all'impegno dello studio più serio quanto più legato al concetto di fatica, di costrizione” (Caon e Rutka, 2004: 22)

2 Nella didattica moderna attribuire al gioco un ruolo periferico o subordinato considerandolo un semplice e piacevole extra, un aspetto meno importante dell’apprendimento, significa sminuirne il valore didattico e togliere allo studente la possibilità di fare un’esperienza didattica alternativa e allo stesso tempo significativa.

3 La Metodologia Ludica non va confusa con la semplice presentazione di giochi in classe, magari al termine della lezione o nei momenti di stanchezza degli studenti. Al contrario, questa metodologia assegna al gioco un valore strategico per raggiungere obiettivi sia linguistici (sviluppo delle abilità comunicative, delle competenze lessicale e grammaticale) sia formativi (sviluppo cognitivo, culturale, delle competenze sociali e interazionali).

4 Attraverso il gioco è dunque possibile: • stimolare la motivazione ad apprendere da parte degli studenti; • presentare materiale linguistico in modo diverso; • far esercitare la lingua in maniera rilassata; • creare un contesto autentico e significativo per lo studente;

5 • centralità dello studente, e quindi attenzione a tutti i suoi bisogni (affettivi, comunicativi, cognitivi, socio-relazionali, culturali…); • importanza della motivazione all’apprendimento, che è il motore per attivare i processi di apprendimento linguistico; • conoscenza dei meccanismi psicologici e neurologici che permettono l’acquisizione linguistica, in modo da elaborare modelli glottodidattici che rispettino le modalità naturali con le quali impariamo le lingue; • conoscenza e rispetto dei diversi stili cognitivi e di apprendimento degli allievi; • visione complessa della lingua, che non va considerata solo un sistema di regole, ma anche uno strumento per la comunicazione, per la socializzazione, per la crescita personale

6 l'approccio umanistico-affettivo
è necessario, quindi, ricercare e creare percorsi didattici capaci di ridurre e di eliminare le resistenze psico-affettive dell'apprendente. Il gioco e la ludicità rispondono bene a tale scopo perché giocare fa abbassare i livelli di ansia creando così le condizioni favorevoli perché lo studente apprenda. Grazie alla cosiddetta Rule of Forgetting (Krashen, 1983), l'allievo, mentre gioca, dimentica che sta studiando e impara. Partecipare a un’attività ludica distrae dai contenuti strettamente linguistici del compito poiché l’attenzione si concentra sull’obiettivo immediato del gioco e sulla sua dinamica.

7 l’allievo nel gioco è protagonista in prima persona di quello che sta facendo.

8 SENSORIALITA’: nell’apprendere la lingua lo studente deve poter attivare tutti i canali sensoriali per creare rappresentazioni mentali e neurologiche stabili. Le parole, ad esempio, si possono imparare meglio se sono associate ad immagini, odori, sapori ed esperienze sensoriali. .

9 MOTRICITA’: la lingua è un mezzo di comunicazione pragmatico e funzionale; attraverso la lingua possiamo far fare un’azione, dare ordini, e associare la lingua ai più svariati tipi di movimento; perciò l’insegnamento ludico della lingua deve riservare uno spazio rilevante alla dimensione motoria.

10 SEMIOTICITA’: la lingua straniera fa parte del linguaggio verbale, che è solo uno dei tanti linguaggi che lo studente ha a disposizione (linguaggio del corpo, espressioni del volto, modo di vestire…); il compito dell’insegnante consiste anche nel favorire lo sviluppo armonico e l’integrazione della lingua straniera nell’insieme dei linguaggi a disposizione dello studente.

11 RELAZIONE INTERPERSONALE: la glottodidattica ludica deve favorire le relazioni tra gli studenti e con l’insegnante, per sviluppare nell’allievo anche competenze sociali; la lingua infatti nasce come strumento di comunicazione interpersonale, all’interno di contesti sociali precisi, e dunque la dimensione socio-relazione non può essere ignorata nella didattica delle lingue.

12 PRAGMATICITA’: con i bambini in particolare, è fondamentale che la lingua sia presentata come strumento concreto e utile per “fare delle cose”; il bambino percepisce così che la lingua straniera può essergli utile per raggiungere i suoi scopi e soddisfare i suoi bisogni (pragmatici, affettivi, relazionali, comunicativi). Anche gli studenti adulti, con le dovute differenze, possono apprezzare che l’insegnante sottolinei gli aspetti più pragmatici della lingua e che ne metta in luce l’utilità per soddisfare i loro bisogni (professionali, affettivi, culturali…).

13 EMOZIONE: la lingua si può imparare meglio se è associata ad emozioni positive (senso di appartenenza ad un gruppo, voglia di mettersi in gioco, senso di sfida e competizione); il gioco glottodidattico può far nascere emozioni molto forti, perché coinvolge lo studente in attività stimolanti e sfidanti; ma il senso di sfida può essere stimolante per un allievo e frustrante per un altro; sarà compito dell’insegnante fare in modo che si crei sempre un equilibrio tra competizione e cooperazione, in modo da non generare emozioni negative (stress, frustrazione, ansia, paura di perdere la faccia, senso di incapacità).

14 AUTENTICITA’: nel gioco si crea una situazione autentica a livello psicologico, per cui diventa assolutamente normale che due anglofoni parlino tra di loro in italiano, o che un bambino si rivolga in italiano ad una bambola

15 I METODI

16 La Total Physical Response (Asher 1960
il suo carattere giocoso elimina stress e ansie e conferisce all’apprendimento un aspetto divertente.

17 Natural Approach (Krashen e Terrel, 1983)
Essendo la didattica ludica una metodologia molto flessibile le varie tecniche possono essere adattate e utilizzate per qualsiasi livello di conoscenza della lingua.

18 Suggestopedia (Lozanov, 1978) e di Silent Way (Gattegno, 1972)
Suggestopedia (Lozanov, 1978) e di Silent Way (Gattegno, 1972) in quanto queste prevedono un clima di lavoro privo di fattori che possono creare agitazione e tensione nervosa, e che potrebbero ostacolare l'apprendimento.

19 approcci comunicativo-funzionali
La metodologia glottodidattica ludica è in armonia anche con i principi degli approcci comunicativo-funzionali, poiché giocando si valorizza la funzione comunicativa della lingua: vengono messi in primo piano i bisogni linguistico-comunicativi dell'apprendente, nonché il suo contesto sociolinguistico.

20 Una prassi didattica di ispirazione ludica osserva la teoria delle intelligenze multiple di Howard Gardner in quanto i giochi valorizzano la diversità intellettiva degli allievi.

21

22 Sviluppa anche delle capacità sociali: interazione con gli altri, mediazione, competitività
Cooperative Learning, ovvero una tecnica collaborativa dove gli studenti lavorano aiutandosi reciprocamente per raggiungere degli obiettivi comuni. La forte interazione con gli altri membri del gruppo classe che questa modalità di apprendimento comporta favorisce il processo di socializzazione e permette allo studente di imparare dai compagni.

23 Contesto autentico il valore pragmatico e si migliora la competenza comunicativa, che non riguarda soltanto il sapere la lingua, ma anche il saper fare lingua e il saper fare con la lingua.

24 Il dopogioco

25 Perché il gioco? Propone una maniera divertente di fare grammatica Offre un approccio significativo e alternativo alla lingua Stimola i vari tipi di intelligenza Permette un approccio induttivo alla lingua Mira all’apprendimento significativo Mette l’accento sui bisogni comunicativi Promuove il biculturalismo Sviluppa la competenza comunicativa

26 Questa metodologia può essere efficace per l’insegnamento precoce delle lingue solo se l’insegnante (Daloiso, 2006): • da spazio alla dimensione operativa della lingua, cioè “fa fare delle cose” ai bambini usando la lingua (costruire i materiali di un gioco; inventare un gioco, una canzone, una filastrocca; fare attività di esplorazione e concettualizzazione anche in lingua straniera…), dando alla lingua il valore di strumento per l’apprendimento; •.

27 fa leva sui meccanismi di memoria implicita, proponendo un percorso di acquisizione linguistica in cui la lingua svolge il ruolo di veicolo per la crescita complessiva del bambino (cognitiva, culturale, sociale, semiotica, affettiva); • coinvolge il bambino in tutta la sua persona, attraverso stimolazioni neurosensoriali che attivano più canali sensoriali, favorendo la formazione e la stabilizzazione di precisi canali nervosi, e la fissazione delle informazioni nelle strutture della memoria implicita

28 L’insegnante che utilizza la Metodologia Ludica con i bambini deve, inoltre, saperla adattare alla loro psicologia: • creando una situazione di apprendimento stimolante e significativa per il bambino, facendo leva sulla sua motivazione intrinseca legata al suo interesse naturale per il fenomeno lingua; • proponendo attività che portino alla crescita del bambino non solo dal punto di vista linguistico, ma anche cognitivo, sociale, culturale; • garantendo la partecipazione di tutti i bambini, anche di coloro che stanno attraversando la fase del silenzio o che hanno un ritmo di apprendimento linguistico più lento rispetto ai compagni; •

29 accrescendo le capacità relazionali e sociali degli alunni, guidandoli gradualmente al superamento dell’egocentrismo infantile e alla scoperta della cooperazione, senza per questo forzare le loro tappe naturali di sviluppo; • stimolando la naturale propensione dei bambini a sfidare se stessi e gli altri, e a “lanciarsi” nelle situazioni senza paura di perdere la faccia.


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