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Società, cultura e comunicazione

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Presentazione sul tema: "Società, cultura e comunicazione"— Transcript della presentazione:

1 Società, cultura e comunicazione
Facoltà di Scienze politiche - Corso di laurea interclasse in Servizi sociali e Sociologia - a.a.2012/3 Società, cultura e comunicazione Prof. Paolo Jedlowski con la collaborazione della dott.ssa Simona Isabella

2 Introduzione: Vita quotidiana e processi comunicativi [Dispensa n. 1]

3 In questo corso ci occuperemo prevalentemente di processi comunicativi, osservati dal punto di vista della sociologia della vita quotidiana.

4 La vita quotidiana è l’insieme degli ambienti, delle pratiche, delle relazioni, delle interazioni e degli universi di senso al cui interno ciascuno trascorre la maggior parte del proprio tempo.

5 La nostra vita quotidiana è ciò che ci è più familiare, e che tendiamo di solito a dare per scontato, a considerare ovvio. Ma quello che è familiare non è per ciò conosciuto.

6 La comunicazione è un'attività che comporta la circolazione (cioè la produzione, la trasmissione e la ricezione) di insiemi di segni.

7 Esistono diversi tipi di segni:
icone sintomi indici simboli

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10 Ogni lingua comprende diversi sistemi di regole:
Fonetica Grammatica e sintassi Semantica Pragmatica (Ortografia)

11 greco: σπίτι russo: дом arabo: منزل cinese: 家
Non esistono solo diverse lingue, ma anche diversi tipi di scrittura. Si confrontino i modi in cui una parola che significa «casa» è scritta in: greco: σπίτι russo: дом arabo: منزل cinese: 家

12 Nei processi comunicativi vi sono almeno due attori sociali: l’emittente e il destinatario.

13 Anche il destinatario agisce, nel senso
riceve il messaggio interpreta il messaggio invia (di norma) messaggi di feedback.

14 Poiché agiscono entrambi gli attori implicati, il processo comunicativo può essere inteso come un’interazione.

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16 Se il destinatario risponde al messaggio, egli si trasforma a sua volta in emittente, mentre il precedente emittente si trasforma in destinatario: ciò avviene ogni volta che il processo comunicativo si realizzi in forma dialogica.

17 Tipi di interazione comunicativa:
Interazione faccia a faccia Interazione mediata Quasi-interazione mediata

18 L’interazione faccia a faccia:
richiede la compresenza dei partecipanti; è tipicamente dialogica; implica la possibilità di ricorrere a una molteplicità di segni (ovvero implica la presenza simultanea di più canali di comunicazione); implica la possibilità del ricevente di inviare feedback all’emittente.

19 L’interazione mediata:
separa l’ambiente in cui avviene la produzione da quello in cui avviene la ricezione, ampliando così la portata della comunicazione; limita però i canali a disposizione; limita (senza escluderla) la possibilità di inviare messaggi di feedback;

20 La quasi-interazione mediata:
separa l’ambiente in cui avviene la produzione da quello in cui avviene la ricezione e limita i canali a disposizione; ma si caratterizza specialmente per l’unidirezionalità del flusso comunicativo, cioè per la scarsa o nulla presenza di feedback e, soprattutto, per l’assenza di dialogicità.

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22 Comunicazione verbale: la comunicazione che si avvale delle parole di un linguaggio naturale (sia in forma orale, sia in forma scritta).

23 Comunicazione non verbale: la comunicazione che si avvale di segni quali immagini, suoni che non corrispondano a parole, movimenti corporei, espressioni facciali e simili

24 La comunicazione non verbale comprende diversi sottosistemi:
vocale cinesico prossemico aptico

25 Ogni atto comunicativo comprende le seguenti «dimensioni»:
referenziale fàtica poetica metacomunicativa espressiva conativa

26 Catene comunicative «nessuno è mai il primo a parlare» (M. Bachtin)

27 Definizione della situazione
Di che situazione si tratta?

28 Competenze comunicative

29 Comunicazione e potere

30 Conoscenze pregresse (o enciclopedia)

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32 I mezzi di comunicazione modificano in parte i processi comunicativi
I mezzi di comunicazione modificano in parte i processi comunicativi. Permettono infatti azioni e interazioni a distanza.

33 Chiamiamo “mezzi di comunicazione di massa” quei mezzi di comunicazione che:
producono e veicolano messaggi accessibili ad una pluralità ampia e indeterminata di destinatari; generano un flusso di comunicazione prevalentemente unidirezionale.

34 I mezzi di comunicazione di massa sono apparati socio-tecnici che mediano la comunicazione fra soggetti diversi. Sono quelli per cui si parla di quasi-interazione mediata (impersonalità dell'interazione; assenza di feed-back; non dialogicità).

35 L’accessibilità dei messaggi mediati si estende nello spazio e nel tempo ad un pubblico indeterminato e anonimo, e i contesti in cui si collocano gli emittenti e quelli in cui sono situati i destinatari sono diversi.

36 stampa quotidiana e periodica; cinema; radio.
Nella prima metà del XX secolo, il sistema dei media presenta al suo interno i seguenti mezzi di comunicazione di massa: libri a stammpa stampa quotidiana e periodica; cinema; radio.

37 I mezzi di comunicazione di massa si sono sviluppati nel corso del XX secolo all’interno di cornici istituzionali diverse. La radiofonia, ad esempio, in alcuni paesi è nata come servizio pubblico finanziato mediante un canone o il prelievo fiscale; in altri come servizio privato finanziato da inserzioni pubblicitarie.

38 Gli sviluppi della stampa e del cinema e la comparsa della radiofonia provocano nelle società occidentali, a partire dagli anni venti, intensi dibattiti, pro e contro i mezzi di comunicazione di massa.

39 Lo sviluppo dei mezzi di comunicazione di massa viene riconosciuto parte integrante dei processi di modernizzazione.

40 Da un lato esso diffonde un accesso tendenzialmente egualitario alla cultura e dunque favorisce la mobilità sociale; dall’altro permette un’informazione diffusa e dunque la formazione di un’opinione pubblica capace di esercitare un controllo democratico sui governanti.

41 I mezzi di comunicazione di massa favoriscono l’integrazione di società sempre più differenziate e complesse. In altri termini, essi suppliscono alle difficoltà generate dal dissolvimento dei legami comunitari e dall’inserimento di ciascuno in società sempre piú ampie.

42 Queste argomentazioni sono fatte proprie da diversi dei primi studiosi che in America si occupano delle comunicazioni di massa. Fra questi: - Scuola di Chicago (William I. Thomas, Robert E. Park) - Walter Lippmann.

43 La scuola di Chicago Attiva presso il Dipartimento di Sociologia dell'Università di Chicago negli anni venti e trenta. Autori principali: William Thomas ( ) Robert E. Park ( ) George H. Mead ( ).

44 La scuola di Chicago è fortemente orientata alla ricerca empirica.
Studia in particolare i processi di urbanizzazione e le varie forme di devianza che si manifestano nel tessuto urbano. Opere da ricordare: - Thomas e Znaniecki: Il contadino polacco in Europa e in America ( ) - Park e altri: La città (1925)

45 Il cosiddetto "teorema di Thomas" dice:
“se gli uomini definiscono reale una situazione, essa è reale nelle sue conseguenze”.

46 Walter Lippmann ( ) opera più nota: L'opinione pubblica (1922)

47 Pseudoambiente: l'ambiente mentale costituito dalle immagini della realtà che rappresentano la mappa cognitiva entro cui ci muoviamo. Le immagini dello "pseudoambiente" hanno effetti reali (si ricordi il "teorema di Thomas").

48 Tali immagini derivano nella massima parte da una conoscenza indiretta.
Nel mondo contemporaneo questa conoscenza indiretta deriva prevalentemente dai media di massa.

49 Agendo sullo pseudoambiente, i media possono influenzare largamente l'opinione pubblica, cioè l’insieme degli atteggiamenti e dei giudizi che i cittadini si formano riguardo a questioni di rilevanza collettiva.

50 Decisivo perché l'opinione pubblica si formi correttamente è il controllo sulla documentazione che sta alla base delle immagini della realtà offerte dai media.

51 Secondo Lippmann, la concorrenza reciproca fra gli emittenti, la correttezza professionale degli operatori dei media e l'attivo desiderio del pubblico di essere informato possono limitare il potere dei mass media.

52 La scuola di Francoforte
L'Istituto per la ricerca sociale di Francoforte nasce nel 1923. Nel 1933 i suoi membri si trasferiscono negli USA. Dopo la seconda guerra mondiale alcuni torneranno in Germania

53 Principali esponenti:
- Max Horkheimer - Theodor W. Adorno - Walter Benjamin - Herbert Marcuse - Erich Fromm - Jürgen Habermas

54 La “teoria critica” della scuola di Francoforte consiste una ripresa del pensiero di Marx che comporta la critica tanto del capitalismo quanto di tutti i regimi totalitari.

55 Comporta una critica ricorrente dell‘ordine sociale esistente in nome delle possibilità di emancipazione in esso contenute.

56 La teoria critica muove dal problema della "rivoluzione mancata", e si chiede per quale ragione le contraddizioni del capitalismo indicate da Marx non sfocino in una lotta rivoluzionaria della classe operaia nei paesi più sviluppati.

57 Parte della risposta consiste nell’incorporazione della psicoanalisi freudiana nella teoria sociale, e nella messa a punto dei concetti di «capro espiatorio» e di «personalità autoritaria».

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59 Ma parte della risposta è individuata anche nella capacità dei mezzi di comunicazione di massa di produrre consenso, tanto nei regimi totalitari quanto in quelli democratici.

60 L’industria culturale svolge nel capitalismo maturo le funzioni di adattare gli individui al sistema sociale esistente e di promuovere il consumo.

61 I prodotti cinematografici e radiofonici di intrattenimento, in particolare, corrispondono ad una “amministrazione dello svago” in funzione compensatoria rispetto alle frustrazioni delle routine lavorative.

62 L’energia che potrebbe rivolgersi verso il desiderio di modificare i rapporti sociali esistenti è deviata verso soddisfazioni che si realizzano solo nell’immaginario.

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64 Quanto alla diffusione delle informazioni, questa è manipolata sulla base degli interessi delle classi dominanti e in ogni caso non favorisce la comprensione dei processi sociali nella loro totalità.

65 Nel loro insieme, i mass media appaiono agli autori della scuola di Francoforte un sistema coerente, molto meno pluralista di quanto non sembri e sostanzialmente finalizzato alla riproduzione dell'ideologia delle classi dominanti.

66 Secondo Harold Lasswell l’analisi della comunicazione consiste nell’osservare «who said what to whom over what channel with what effect».

67 L’analisi della comunicazione ha dunque diversi oggetti (modello delle 5 W):
Who (chi è l’emittente) What (contenuti dei messaggi) Whom (destinatari) Where (quali canali e quali codici) What effect (quali effetti si ottengono)

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