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Raccolta dei dati e relazioni tra variabili

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Presentazione sul tema: "Raccolta dei dati e relazioni tra variabili"— Transcript della presentazione:

1 Raccolta dei dati e relazioni tra variabili
Spiegazione, generalizzazione e teoria Metodi sperimentali e non sperimentali Metodo statistico e metodo comparato Metodo storico e metodo comparato Studio del caso e process tracing

2 Le fonti dei dati Fonti primarie Fonti secondarie
interviste fatte ad élite con risposte aperte questionari somministrati a livello di massa Fonti secondarie prendere i dati da banche dati già esistenti attingere i dati da altre ricerche pubblicate Reperimento ed esame di documenti Osservazione partecipante

3 Relazioni di base tra variabili
Dobbiamo, innanzitutto, distinguere tra: variabili indipendenti; variabili dipendenti; variabili intervenienti o di controllo. Le relazioni tra variabili possono essere specificate indicando la variabile dipendente come quella che abbiamo direttamente studiato e di cui vogliamo capire come si sia prodotta, in breve l’“effetto”; la o le variabili indipendenti che nella congettura formulata potrebbe costituire “la causa” o una delle cause; e la o le variabili intervenienti che contribuisce a spiegare meglio la variabile dipendente.

4 Spiegazione, generalizzazione e teoria
Nelle scienze sociali e nella ricerca politica in particolare i risultati consistono in: generalizzazioni limitate (o “locali”) (cioè enunciati che descrivono aspetti o proprietà ovvero esprimono relazioni sulla base di un insieme spazialmente e temporalmente definito di dati) teorie (o “quasi-teorie”) (una teoria è un insieme di enunciati connessi con un contenuto esplicativo; per quello che si è sostenuto sin qui una teoria in scienza politica può essere solo una teoria locale – vedi cap. 2)

5 Metodi di controllo empirico
Metodo sperimentale L’uso del metodo sperimentale è assai limitato nella ricerca politica. La sperimentazione viene, infatti, fatta ricorrendo essenzialmente a due gruppi di individui scelti secondo particolari criteri elaborati sulla base degli obiettivi della ricerca. Poi, uno dei due gruppi (quello sperimentale) viene sottoposto a un qualche stimolo, mentre un altro gruppo (quello di controllo) rimane non toccato. Dal confronto tra gli atteggiamenti e comportamenti dei due gruppi si deduce l’impatto dello stimolo.

6 Metodi di controllo empirico
Metodi non sperimentali metodo statistico; metodo comparato; studio di caso.

7 Metodo statistico e metodo comparato
L’adozione del metodo statistico presuppone: che i dati a disposizione siano numerici, cioè il risultato di un processo di misurazione quantitativa o resa tale; che i casi ovvero gli stati delle proprietà nei diversi casi siano numerosi. Secondo Morlino, metodo statistico e metodo comparato differiscono fra loro: al minimo, nel numero dei casi; al massimo, nella logica.

8 Metodo storico e metodo comparato
La tesi di fondo che muove il nostro confronto tra i due metodi è la seguente: nell’analisi comparata non è tanto rilevante assumere il metodo storico – che probabilmente non esiste come metodo a sé – quanto assumere la centralità della dimensione temporale.

9 Studio del caso Lo studio del caso è una particolare strategia di comparazione, la cui principale caratteristica è di considerare un unico caso.

10 Gli studi di controllo di ipotesi sono, poi, di due tipi:
Studio del caso Si possono distinguere almeno quattro tipi principali di studio del caso: studi configurativi o a-teorici; studi interpretativi; studi generatori di ipotesi (o teorie); studi di controllo di ipotesi (o teorie). Gli studi di controllo di ipotesi sono, poi, di due tipi: studi intesi a confermare una teoria; studi intesi a falsificare una teoria.

11 l’analisi dei casi devianti
Studio del caso Alcuni autori, tra cui Lijphart, suggeriscono l’importanza di un’altra modalità di studio del caso: l’analisi dei casi devianti Si tratta di studi di singoli casi che deviano da generalizzazioni in notevole grado accettate. Tuttavia, va notato che analisi dei casi devianti e ricerche che falsificano una teoria, in sostanza, si sovrappongono. Quello che li differenzia è l’ipotesi che il caso deviante sia una sorta di eccezione nell’ambito di una teoria che non viene completamente falsificata e di conseguenza respinta.

12 Process tracing Il process tracing si può definire come lo sforzo di dedurre delle relazioni di causalità attraverso l’identificazione di meccanismi causali.

13 il process verification e il process induction.
Process tracing Tale strategia di ricerca può tradursi in due modi di analizzare le relazioni di causalità: il process verification e il process induction. Con il primo si controlla se i processi osservati in un caso confermano quanto è sostenuto da precedenti teorie, ovvero se vi è “congruenza” tra le risultanze di un caso con le sue diverse dimensioni e le aspettative della teoria proposta o esistente. Con il secondo si procede a un’osservazione induttiva di meccanismi causali evidenti che vengono trasformati in ipotesi interpretative per successivi controlli empirici.


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