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LA CASA E LA TERRA Corso di geopedologia
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La geomorfologia
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La geomorfologia La Terra è formata da tre strati:
la crosta, o strato esterno (spessa tra 5 e 60 km); il mantello, o strato intermedio (formato da rocce allo stato fluido e profondo circa km); il nucleo, o strato interno (che è una sfera con un raggio di circa km). La Terra non è una sfera perfetta, ma è schiacciata in corrispondenza dei Poli (e soprattutto del Polo Sud): il solido che rappresenta la Terra è chiamato geoide. Grafico e ricostruzione al computer del geoide 3
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La geomorfologia La superficie terrestre è divisa da linee immaginarie: i paralleli sono circonferenze immaginarie parallele all’Equatore; i meridiani sono semicirconferenze immaginarie che uniscono i Poli, tagliando la Terra in spicchi. Le coordinate geografiche sono la latitudine (distanza di un punto dall’Equatore) e la longitudine (distanza di un punto dal meridiano fondamentale di Greenwich): la combinazione di questi due dati consente di individuare ogni punto della superficie terrestre. 4
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La geomorfologia Secondo la teoria di A. Wegener (1915), più di 500 milioni di anni fa, tutte le terre emerse erano riunite in un grande e unico continente (“Pangea”), circondato da un unico oceano (“Panthalassa”); questo continente si suddivise poi nei continenti attuali (teoria della deriva dei continenti). La superficie terrestre è composta da parti distinte, ma combacianti (placche), che “galleggiano” sul sottostante mantello fluido e si spostano continuamente (da 2 a 20 cm all’anno). Le prove di questa teoria sono di tipo geografico, geologico e paleontologico (teoria della tettonica a placche). 5
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La geomorfologia Il movimento delle placche è dovuto alle correnti di convezione che si formano all’interno del mantello terrestre (fluido). I movimenti possibili sono tre: di divergenza (le placche si allontanano in corrispondenza di correnti ascendenti); di convergenza (le placche si avvicinano in corrispondenza di correnti discendenti); di scorrimento (le placche scorrono l’una accanto all’altra). 6
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La geomorfologia Nelle zone di convergenza si possono creare fosse oceaniche e catene di vulcani, oppure catene montuose. Nelle zone di divergenza si creano fratture (rift valley) attraverso cui fuoriesce magma; questo, solidificato, crea dorsali oceaniche e catene montuose. Nelle zone di scorrimento si creano fratture longitudinali (faglie), dove si verificano frequentemente violenti terremoti. 7
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La geomorfologia I vulcani sono fessure della crosta terrestre attraverso le quali sono emesse grandi quantità di magma. Una eruzione vulcanica è caratterizzata dall’emissione di prodotti allo stato solido (bombe vulcaniche, lapilli, ceneri), liquido (lave) e gassoso (colonne di fumo). Magma 8
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La geomorfologia I terremoti sono causati da movimenti di masse rocciose che si riposizionano (assestamento) in seguito allo scorrimento delle placche. L’ipocentro è il punto profondo della Terra dove ha origine il movimento sismico; dall’ipocentro si diffondono in ogni direzione vibrazioni (onde sismiche), che si propagano nelle rocce. L’epicentro è il punto della superficie terrestre che si trova sulla perpendicolare condotta dall’ipocentro. 9
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La geomorfologia Se un terremoto ha epicentro nella crosta oceanica, sotto della superficie del mare, si producono onde molto alte (maremoto): questa serie di grandi onde (tsunami) acquista altezza man mano che si avvicina alla costa, causando spesso gravi distruzioni. I sismografi sono gli strumenti che registrano i terremoti. Nelle zone sismiche, sono adottate particolari norme edilizie (dette “antisismiche”), che prevedono il ricorso a soluzioni ingegneristiche e l’uso di materiali adatti a contenere i danni provocati dai terremoti (come i cementi armati “flessibili”). 10
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La geomorfologia La erosione idrica è l’azione distruttiva esercitata dall’acqua dei fiumi (soprattutto all’inizio del loro corso) sui fianchi e sui fondali. La sedimentazione è il deposito dei materiali trasportati (soprattutto nella parte finale del corso): i materiali fini così trasportati sono detti “alluvioni”. 11
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La geomorfologia La pioggia, quando cade su un terreno inclinato, contribuisce all’erosione. Parte dell’acqua che cade con le piogge scende in profondità nel terreno, sino agli strati di rocce impermeabili, dove si accumula (falde freatiche). La erosione glaciale è l’azione compiuta dai chiacciai sui fianchi delle montagne, durante lo scivolamento a valle delle lingue glaciali. Le valli scavate dallo scorrimento dei fiumi sono “valli a V”, mentre quelle scavate dallo scivolamento dei ghiacciai sono “valli a U”. 12
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La geomorfologia La costa (o litorale) è un ambiente soggetto sia all’azione del moto ondoso del mare sia all’azione dai fiumi che vi sfociano. La costa è suddivisa in tre zone: zona sommersa; zona intermedia; zona emersa. Il moto ondoso e le correnti marine determinano l’erosione litorale. 13
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La geomorfologia L’erosione delle rocce causata dal vento (erosione eolica) è dovuta alle particelle di sabbia, sali e ghiaccio da esso trasportate: queste particelle urtano contro le rocce e gli altri ostacoli naturali, provocandone l’abrasione. L’accumulo di particelle sabbiose trasportate dal vento dà origine alle dune, tipiche formazioni che si trovano nei deserti (dune continentali) o vicino al mare (dune marine). L’accumulo di particelle fini, come il limo e le argille, determina la formazione dei löss. 14
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