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PubblicatoEliodoro Marinelli Modificato 11 anni fa
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Sistemi locali di welfare Lavinia Bifulco
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Quadro europeo linee di cambiamento politiche sociali Rescaling Localizzazione Attivazione Negoziazione e partecipazione Integrazione
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LEuropa : politiche di coesione Le politiche di coesione La coesione economica e sociale esprime la solidarietà tra gli Stati membri e le regioni dell'Unione Europea, favorisce lo sviluppo equilibrato e sostenibile, la riduzione del divario strutturale tra regioni e paesi e le pari opportunità tra le persone. La coesione si concreta in una pluralità di interventi finanziari, in particolare attraverso i Fondi strutturali. Parole-chiave: solidarietà, sviluppo sostenibile, pari opportunità
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Europa: summit di Lisbona In occasione del Consiglio europeo di Lisbona (marzo 2000) i capi di Stato o di governo hanno avviato una strategia detta « di Lisbona » con lo scopo di fare dellUnione europea (UE) leconomia più competitiva del mondo e di pervenire alla piena occupazione entro il 2010. Sviluppata nel corso di diversi Consigli europei successivi a quello di Lisbona, questa strategia si fonda su tre pilastri: un pilastro economico che deve preparare la transizione verso uneconomia competitiva, dinamica e fondata sulla conoscenza. Laccento è posto sulla necessità di adattarsi continuamente alle evoluzioni della società dellinformazione e sulle iniziative da incoraggiare in materia di ricerca e di sviluppo ; un pilastro sociale che deve consentire di modernizzare il modello sociale europeo grazie all'investimento nelle risorse umane e alla lotta contro l'esclusione sociale. Gli Stati membri sono invitati a investire nell'istruzione e nella formazione e a condurre una politica attiva per l'occupazione onde agevolare il passaggio all'economia della conoscenza; un pilastro ambientale aggiunto in occasione del Consiglio europeo di Göteborg nel giugno 2001 e che attira lattenzione sul fatto che la crescita economica va dissociata dallutilizzazione delle risorse naturali.
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Europa- Lisbona tasso di crescita dell'economia pari al 3% tasso di occupazione pari al 70% della popolazione attiva tasso di partecipazione della forza lavoro femminile attiva pari al 60%
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Europa diventare l'economia basata sulla conoscenza più competitiva e dinamica del mondo, in grado di realizzare una crescita economica sostenibile con nuovi e migliori posti di lavoro e una maggiore coesione sociale. Nel 2005, rilancio della strategia di Lisbona, con due obiettivi principali: crescita economica e occupazione
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LEuropa: fondi strutturali Dopo il periodo 2000/06, è stata avviata la nuova programmazione 2007/13, articolata su tre obiettivi: Convergenza (finanziato da FESR, FSE e Fondo di coesione); Competitività Regionale e occupazione (finanziato da FESR e FSE); Cooperazione territoriale europea (finanziato dal FESR). Le politiche di coesione sono definite, realizzate e controllate mediante unazione costante di partenariato. Il dialogo sociale costituisce, infatti, uno dei pilastri del modello sociale dellUnione europea e ha un ruolo centrale nella programmazione dei Fondi strutturali. Altro campo di azione fondamentale del Fondo Sociale europeo è lambito delle politiche sociali. Esse agiscono nella prospettiva di un sistema integrato di azioni di prevenzione, promozione e partecipazione, al fine di garantire pari opportunità a tutti nellaccesso allistruzione, alla formazione, alloccupazione, allalloggio, ai servizi collettivi, allassistenza sanitaria.
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Metodo aperto di coordinamento (MAC o OMC) La cooperazione tra Stati membri sulle politiche è stata perseguita a partire dal 2000 (Consiglio Europeo di Lisbona) usando il Metodo aperto di coordinamento (Mac). Uno strumento che, nel rispetto della suddivisione di responsabilità prescritte nei Trattati tra Stati membri e Comunità europea, fornisce un nuovo strumento di cooperazione tra Stati membri nellottica della convergenza delle politiche nazionali e nel raggiungimento di alcuni obiettivi condivisi. E basato su: identificazione e definizione congiunta degli obiettivi da raggiungere definizione comune di indicatori che consentano agli Stati membri di conoscere la loro posizione in un dato momento, nonché i loro progressi nellambito degli obiettivi definiti strumenti di cooperazione comparativa (benchmarking) finalizzati allo stimolo dellinnovazione, della qualità e della rilevanza dei programmi (disseminazione di buone pratiche, progetti pilota, ecc.).
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Europeizzazione Il concetto di europeizzazione si riferisce a: un processo di (a) costruzione, (b) diffusione, e (c) istituzionalizzazione di regole formali e informali, di procedure, paradigmi di policy, stili, modi di fare, nonché di credenze condivise e norme che sono inizialmente definite e consolidate nella formazione delle politiche e della politics dellUnione Europea, e successivamente incorporate a livello nazionale nella logica del discorso, nelle identità, nelle strutture politiche e nelle politiche pubbliche Radaelli C., 2003, The Europeanization of Public Policy, in Featherstone e Radaelli, eds., The Politics of Europeanization, Oxford, Oxford University Press, p. 30.
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Partecipazione Cosè? Differenze con deliberazione
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La partecipazione e il quadro dei cambiamenti di policy La programmazione negoziale: anni 90, nascono i Patti territoriali (Bobbio, 2000; Pichierri, 2001). Crescono le pratiche contrattuali o pattizie, basate su accordi formalizzati e volontari che impegnano reciprocamente una molteplicità di attori, pubblici e privati, al perseguimento di un interesse collettivo. Le politiche per lo sviluppo locale, la riqualificazione urbana, politiche sociali, ecc.
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La partecipazione e il quadro dei cambiamenti di policy Il paniere degli strumenti negoziali: I Patti territoriali hanno le loro radici nella concertazione triangolare (fra amministrazioni pubbliche, rappresentanze sindacali e imprese) e una struttura dei rapporti fra i poteri politico-istituzionali che, soprattutto in una prima fase, ha sofferto di un eccesso di centralizzazione. Nellambito della riqualificazione urbana, i Contratti di quartiere, nati sulla scia degli omonimi programmi francesi, si caratterizzano per la compresenza fra principi solidaristici e meccanismi competitivi. I Piani sociali di zona prevedono listituzione di arene decisionali inclusive. Questi strumenti danno rilievo a dimensioni quali la costruzione/formalizzazione di accordi e la cooperazione (fra istituzioni e fra istituzioni e attori sociali).
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La partecipazione e il quadro dei cambiamenti di policy Lespansione della programmazione negoziale deve molto a: Processi isomorfici Crisi del paradigma razionalistico maturata dagli anni 80, quando hanno guadagnato spazio modelli delle decisioni pubbliche improntati a una razionalità processuale, incrementale e interattiva. Da considerare anche: la delegittimazione crescente dellarchitettura politico-amministrativa, tendenzialmente centralizzata e gerarchica, del government; e la necessità di lubrificare i meccanismi ordinari del consenso. Oggi la governance partecipata o partecipativa.
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La partecipazione e il quadro dei cambiamenti di policy Quali sono gli elementi effettivi di novità della programmazione negoziale rispetto alla tradizione italiana, caratterizzata da una lunga storia di pratiche negoziali? La trasparenza: lidea è che la negoziazione debba svolgersi non più allombra della gerarchia ma in piena luce e secondo principi di accountability che impongono di render conto di ciò che si fa e che si consegue. Logiche integrative e distributive.
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Partecipazione: fattori e problemi Struttura delle opportunità e basi sociali della partecipazione Contesti; regole della partecipazione; culture politiche; meccanismi di aggregazione dei problemi; tipo di aggregazione della società locale Problemi della partecipazione: Numeri chi inclusività effettiva (dei soggetti e dei punti di vista) incisività rappresentatività
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La varietà della partecipazione Coinvolgimento dei cittadini nelle decisioni Chi Cosa Dove Come Inclusività Incisività La leadership politica
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La varietà della partecipazione nei Piani di zona Implementazione: molto diseguale Il problema delle risorse
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Partecipazione Individui o/e organizzazioni: differenze, pregi, limiti
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