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PubblicatoRoberta Romano Modificato 9 anni fa
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CROMATOGRAFIA La cromatografia può avvenire sfruttando due fenomei fisici: Adsorbimento Ripartizione Il meccanismo consiste nella suddivisione delle sostanze presenti nella miscela tra la fase stazionaria (solido o liquido) e la fase mobile (liquido o gas). -Se la fase fissa è un solido si sfrutta il principio dell’adsorbimento -Se le fase fissa è un liquido si sfrutta il principio della ripartizione Il processo cromatografico avviene all’interno della colonna cromatografica da cui le sostanze escono a velocità diverse a seconda delle loro proprietà chimico-fisiche: -nell’adsorbimento: eluiscono prima le sostanze meno polari o a parità di polarità escono prima quelle a PM minore -nella ripartizione: escono prima le sostanze più affini alla fase mobile.
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CROMATOGRAMMA: Informazioni qualitative (t) Informazioni quantitative (aree) Tempo di ritenzione (tR): è il tempo che intercorre fra l’iniezione del campione e la rivelazione di un analita eluente dalla colonna. Tempo morto (tM): è il tempo che un analita non ritenuto sulla fase stazionaria (che quindi viaggia alla stessa velocità della fase mobile) impiega per giungere al rivelatore
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Schema a blocchi di un gascromatografo
1) Sistema di alimentazione del carrier (bombola) 2) Sistema di alimentazione dei gas per il rivelatore (bombola) 3) Iniettore 4) Colonna 5) Rivelatore 6) Camera termostatatica 7) Dispositivo per la programmazione della temperatura durante l’analisi 8) Raccolta ed elaborazione dati
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Le colonne utilizzate possono essere:
colonne impaccate; le prime a essere utilizzate ancora attorno agli anni cinquanta. La colonna viene riempita con la fase stazionaria, costituita da un supporto inerte di appropriata granulometria, eventualmente imbevuto della fase stazionaria liquida. colonne capillari; le più recenti e anche le più differenziate come struttura.
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unico “canalone” della capillare
Il primo vantaggio che presentano le colonne capillari è che, pur avendo un diametro interno minore, offrono appunto al gas un canale di passaggio molto più grande. unico “canalone” della capillare “canalicoli” dell’impaccata
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Camera termostatica Iniettore
L’iniezione viene eseguita con apposite siringhe o, nel caso di campioni gassosi, con speciali valvole.
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Rivelatore Il rivelatore (o detector) è un dispositivo posto subito dopo il termine della colonna con la funzione di indicare la presenza del componente all’uscita della colonna, e di fornire la misura della concentrazione di esso nel gas di trasporto.
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Rivelatore a termoconducibilità
E’ il rivelatore a filo caldo: è fatto da due resistenze lambite, l’una, dal gas di trasporto in entrata e, l’altra, da quello in uscita dalla colonna. Le resistenze sono attraversate da corrente e la loro conducibilità elettrica dipende dalla temperatura a cui sono. dalla colonna trasporto puro
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Il gas che lambiscono le resistenze, le raffreddano in modo che dipende dalla loro capacità termica e cioè di quanto calore sono in grado di sottrarre. Quando esse sono lambite dallo stesso gas (trasporto puro perché dalla colonna non esce nulla) sono raffreddate nello stesso modo e non si ha sbilanciamento elettrico. dalla colonna trasporto puro
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Quando le resistenze sono lambite da gas diversi, uno è quello di trasporto puro e l’altro contiene anche l’analita che esce dalla colonna, esse sono raffreddate in mood diverso, vanno a temperature diverse e comportano uno sbilanciamento elettrico. dalla colonna con analita trasporto puro
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Rivelatore a ionizzazione di fiamma. FID (Flame ionization detector)
Per effetto della combustione si originano ioni e pertanto tra gli elettrodi si manifesta un passaggio di corrente elettrica di intensità proporzionale alla quantità delle sostanze bruciate. Tale corrente viene amplificata e trasformata in segnale di tensione di alcuni mV.
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Rivelatore a cattura di elettroni ECD (Electron capture detector)
Il gas di trasporto che esce dalla colonna gascromatografica e attraversa la camera viene ionizzato dai b- emessi dal nichel. Si generano ioni che migrano verso i rispettivi elettrodi creando una corrente di fondo che andrà a rappresentare il valore della linea di fondo b- + N2 N2+ + e- + b-
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Se nel gas di trasporto è presente una sostanza elettronaffine avviene
Se nel gas di trasporto è presente una sostanza elettronaffine avviene X + e- X- ma anche N2+ + X- N2X si formano pertanto molecole neutre che fanno calare la corrente di base.
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Per questo motivo ci troviamo di fronte a un rivelatore a risposta contraria a quella degli altri due visti: quando rivela qualcosa il segnale cala. 10-9 A E’ molto selettivo, ha limite di rivelabilità notevole fino a g, ha però linearità di risposta più contenuta da 103 a 104.
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Accoppiamento GC-MS, rivelatore a quadrupolo iperbolico.
Lo spettrometro di massa rappresenta il rivelatore ideale per la gascromatografia, perchè permette di analizzare in tempo reale i singoli picchi in uscita dalla colonna, effettuando sia un’analisi qualitativa che quantitativa, mediante il confronto dello spettro ottenuto con uno dei numerosi spettri memorizzati nella banca dati.
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In uno spettrometro di massa il campione viene portato in fase gassosa e le molecole vengono frammentate per bombardamento con elettroni. Gli ioni che si formano , accelerati da un campo elettrico posto in un campo magnetico, percorrrono traiettorie diverse secondo il rispettivo rapporto carica/massa e perciò si separano tra di loro. Campo magnetico analizzatore fascio ionico analita Camera di ionizazione Campo elettrico acceleratore
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Lo spettro (così chiamato solo perché è a righe, non perché si tratti di una spettroscopia) ottenuto consente, dall’identificazione dei frammenti in base alla loro massa atomica, di ricostruire la formula della molecola presente. Molto più semplicemente, negli strumenti moderni lo spettro viene confrontato dal computer con i numerosi spettri memorizzati nella banca dati. Abbondanza relativa massa relativa
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HWD FID ECD GC-MS 10-5 g/mL 104 10-11 g 107 10-12 g 5102 Rivelatore
Limite di rivelabilità Intervallo di linearità Applicazioni Osservazioni HWD 10-5 g/mL 104 universale Non distruttivo; affidabile; economico FID 10-11 g 107 quasi universale; esclusa l’acqua e alcuni gas permanenti Distruttivo; molto affidabile; ECD 10-12 g 5102 Alogenoderivati e composti di elementi elettronegativi Non distruttivo; costoso; si inquina facilmente GC-MS Costoso; grande versatilità
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Esempio: Dosaggio gascromatografico dell’1 butanolo in grappe ed acqueviti
Il problema analitico preso in considerazione è quello della quantificazione del butanolo in distillati per uso alimentare. La sua presenza conferisce alla bevanda un caratteristico sapore fruttato, che insieme ad altri componenti ne contraddistingue la varietà; d’altra parte però risulta particolarmente dannoso per il fegato. Tale componente si determina utilizzando come tecnica analitica la gascromatografia. Tale scelta si giustifica considerando i bassi punti d’ebollizione degli analiti, che con l’utilizzo di una fase fissa liquida porterebbero a tempi di ritenzione troppo bassi con conseguente difficoltà separativa. Con la tecnica utilizzata i componenti del campione vengono discriminati in base alla loro diversa interazione di adsorbimento con la fase stazionaria, diretta conseguenza del loro differente punto d’ebollizione. Sperimentalmente: Si analizzano diversi standard a quantità crescenti di butanolo in una stesso volume di etanolo, simulando così la matrice del campione. Si costruisce così un’opportuna retta di taratura utilizzando i valori delle aree dei picchi ottenuti, procedendo poi dopo l’analisi del campione all’interpolazione di tale retta.
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Colonna Impaccata, acciaio inossidabile 2m x 2mm I..D.
Fase stazionaria Poropak R ( mesh) Carrier Azoto Flusso Pressione 1kg/cm2 Temperatura colonna 90°C (isoterma) Temperatura iniettore 200°C Temperatura rivelatore 250°C Rivelatore FID Volume iniettato 1µl
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Esempio: determinazione del titolo di caffeina in un campione
incognito contenente caffeina e paracetamolo, mediante HPLC-UV caffeina paracetamolo
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Curva di calibrazione con gli standard di caffeina
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