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ESEMPI DI MARCATURA DEL RESPIRATORE O FILTRO

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Presentazione sul tema: "ESEMPI DI MARCATURA DEL RESPIRATORE O FILTRO"— Transcript della presentazione:

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2 ESEMPI DI MARCATURA DEL RESPIRATORE O FILTRO
FFP3 P3 2

3 DISPOSITIVI DI PROTEZIONE DELL’UDITO
3

4 OBBLIGHI DEI LAVORATORI
Sottoporsi ai programmi di formazione e addestramento sull’uso corretto dei D.P.I. Utilizzarli correttamente Averne cura e non modificarli Segnalare immediatamente qualsiasi difetto o inconveniente 4

5 adeguati al rischio da prevenire
D.Lgs. 475/92 - TUTTI I DPI DEVONO ESSERE DOTATI DI MARCATURA CE E ACCOMPAGNATI DA UNA NOTA INFORMATIVA CE I D.P.I. devono essere: adeguati al rischio da prevenire adeguati alle condizioni del luogo di lavoro ergonomici adattabili all'utilizzatore In caso di rischi multipli che richiedono l’uso simultaneo di più D.P.I., questi devono essere compatibili tra loro e mantenere la necessaria efficacia 5 5

6 USO DEI DISPOSITIVI DI PROTEZIONE INDIVIDUALE
DALLA SCUOLA UN LAVORO SICURO Corso ”L’ABC della Sicurezza e Igiene sul Lavoro” D.Lgs. 81/08 TITOLO III - CAPO II – USO DEI DISPOSITIVI DI PROTEZIONE INDIVIDUALE 6

7 RISCHIO ELETTRICO

8 RISCHIO ELETTRICO

9 USO DELLE ATTREZZATURE DI LAVORO OBBLIGHI DEI LAVORATORI
Si sottopongono ai programmi di formazione e addestramento Le utilizzano secondo le informazioni e l’addestramento ricevuti Hanno cura delle attrezzature, non vi apportano modifiche e segnalano immediatamente difetti o inconvenienti 9 9

10 USO DELLE ATTREZZATURE DI LAVORO OBBLIGHI DEL DATORE DI LAVORO
Mette a disposizione dei lavoratori le informazioni e le istruzioni d’uso sulla sicurezza (in forma loro comprensibile) Assicura ai lavoratori incaricati una formazione adeguata e specifica sull’uso corretto e sicuro 10 10

11 USO DELLE ATTREZZATURE DI LAVORO OBBLIGHI DEL DATORE DI LAVORO
Prende misure perché tutte le attrezzature siano installate ed utilizzate correttamente e fatte oggetto di una idonea manutenzione Provvede affinché le attrezzature di cui all’allegato VII ( es. scale aeree, funi e catene, generatori di calore ecc.) siano sottoposte a verifica sia ad ogni installazione che successivamente a cadenza periodica Provvede all’aggiornamento ai requisiti minimi di sicurezza delle attrezzature sulla base di provvedimenti regolamentari eventualmente adottati 11 11

12 INFORMAZIONE AI LAVORATORI
Rischi per la sicurezza e la salute connessi con l’attività IL D.d.L. DEVE INFORMARE CIASCUN LAVORATORE SU Misure e attività di protezione e prevenzione Rischi specifici, norme e disposizioni aziendali Responsabile S.P.P. e Medico Competente Sostanze pericolose Antincendio, evacuazione, pronto soccorso Lavoratori incaricati delle procedure di emergenza Lavoratori incaricati delle procedure di emergenza Il contenuto della informazione deve essere facilmente comprensibile Il contenuto della informazione deve essere facilmente comprensibile

13 FORMAZIONE E ADDESTRAMENTO DEI LAVORATORI
IL D.d.L. DEVE FORMARE CIASCUN LAVORATORE Formazione sufficiente e adeguata in materia di sicurezza e salute con particolare riferimento al proprio posto di lavoro e alle proprie mansioni Durante orario di lavoro In modo periodico - All’assunzione - Cambio mansione Cambio attrezzature, tecnologie, sostanze In modo particolare per il R.L.S. In modo mirato gli addetti all’antincendio, ecc. Il contenuto della formazione deve essere facilmente comprensibile

14 DIRITTI DEI LAVORATORI IN CASO DI PERICOLO GRAVE E IMMEDIATO
LAVORATORE Si allontana dal posto di lavoro o dalla zona pericolosa Non può subire pregiudizio alcuno e deve essere protetto da qualsiasi conseguenza dannosa Nell’impossibilità di contattare il competente superiore gerarchico, prende misure per evitare le conseguenze di tale pericolo Non può subire pregiudizio per tale azione a meno che non abbia commesso una grave negligenza 14 14

15 CACCIA AI RISCHI Tratto da "La sicurezza per tutto l'anno" - Agenda Per gentile concessione di: Gruppo MODULO UNO - Torino 15

16 1 4 5 2 3 7 8 11 6 9 36 10 14 12 13 15 18 16 17 19 21 22 1 – impilamento di materiale non stabile 2 – pallet appoggiato alla parete, rischio di caduta e schiacciamento arti inferiori 3 – il conducente dell’automezzo non può vederlo mentre fa retromarcia 4 – manichetta antincendio non correttamente arrotolata 5 – materiale in disordine con ostruzione via di circolazione mezzi meccanici 6 – entra senza utilizzare accesso pedonale 7 – rubinetto lasciato aperto, sversamento di liquidi con pericolo di scivolamento 8 – movimenta merci con forche alzate. Non può vedere avanti e rischio caduta carico 9 – cunicolo con chiusino aperto. Rischio di caduta 10 – tombino aperto, rischio di caduta 11 – chiusino di ghisa appoggiato alla parete, rischio di schiacciamento arti inferiori 12 – impilamento troppo alto, impilamento su catasta non stabile 13 – utilizzo improprio del transpallet elettrico, deve essere utilizzato con operatore a piedi 14 – stoccaggio materiali in mezzo a via di transito 15 - materiale in disordine (disordine e sporcizia), pericolo di scivolamento 16 – fumo (probabile incendio) o emissione di sostanza volatili 17 – bombole non legate a struttura stabile o su carrello 18 – materiale in disordine, rischio di caduta e inciampo 19 – materiale impilato non correttamente (alto-basso rovesciati) 20 – è in vicinanza di operazione di sollevamento con rischio di caduta oggetti 21 – trascina attrezzatura che deve essere solo spinta (transpallet) 22 – finestra rotta, indice di scarsa manutenzione 23 – porta aperta (non chiusa a chiave) di magazzino materiali infiammabili) 24 – calzature non idonee 25 – pneumatico usurata e sgonfio, mancanza di stabilità, indice di scarsa manutenzione 26 – grondaia rotta, indice di scarsa manutenzione 27 – attrezzo da lavoro dimenticato su corpo illuminante, rischio di caduta oggetti 28 – sversamento liquidi oleosi 29 – area rifiuti non confinata, disordinata e in mezzo a via di circolazione 30 – manca carteratura su parti in movimento 31 – perdite di lubrificanti rischio di scivolamento, mancanza di manutenzione 32 – quadro elettrico aperto 33 – materiale in disordine, estintore rovesciato a terra 34 - pallet appoggiato alla parete, rischio di caduta e schiacciamento arti inferiori 35 – parapetto non chiuso, rischio di caduta dall’alto 36 – motociclista senza casco 23 20 27 24 25 26 32 28 31 29 30 33 34 35 Tratto da "La sicurezza per tutto l'anno" - Agenda Per gentile concessione di: Gruppo MODULO UNO - Torino 16

17 PREVENZIONE SECONDARIA
Ricerca di alterazioni precliniche negli organi, prima che si manifesti la malattia Accertamenti Sanitari Preventivi: prima dell’assunzione per il rilascio dell’idoneità SORVEGLIANZA SANITARIA per gli esposti a fattori di rischio professionali Accertamenti Sanitari Periodici: per la verifica e il controllo dello stato di salute 17

18 PREVENZIONE PRIMARIA Interventi sull’uomo
Insieme di azioni e/o interventi per la riduzione dei rischi negli ambienti di lavoro (es. relativo ad inquinanti aerodispersi) Dispositivi di protezione individuale Interventi sull’uomo Chiusura in cabina Riduzione tempo di esposizione Modifica organizz. lavoro Informazione 18

19 PREVENZIONE PRIMARIA Interventi sulla propagazione
Insieme di azioni e/o interventi per la riduzione dei rischi negli ambienti di lavoro (es. relativo ad inquinanti aerodispersi) Aspirazione localizzata Interventi sulla propagazione Ventilazione generale Spazio Modifica organizz. lavoro Lay-out 19

20 PREVENZIONE PRIMARIA Interventi alla sorgente
Insieme di azioni e/o interventi per la riduzione dei rischi negli ambienti di lavoro (es. relativo ad inquinanti aerodispersi) Eliminazione sostanza nociva Modifica processo produttivo Interventi alla sorgente Modifica impianto Manutenzione Modifica organizz. del lavoro Pulizia Controllo ritmi produttivi 20

21 MALATTIA PROFESSIONALE
Malattia causata da attività lavorativa dalla quale derivi la morte o l’invalidità permanente o l’inabilità temporanea Es: Asbestosi Saturnismo Ipoacusia Per provocare una malattia professionale i fattori di rischio devono essere presenti nell’ambiente in determinate quantità MALATTIA ASPECIFICA Insieme di malattie fisiche o psichiche non direttamente collegabili ad una causa determinata, ma riconducibili almeno in parte ad uno o più fattori presenti nell’ambiente di lavoro Es: Stanchezza Insonnia 21

22 Lesione fisica o alterazione dello stato di salute
DANNO Lesione fisica o alterazione dello stato di salute INFORTUNIO Incidente determinato da una causa violenta in occasione di lavoro dal quale derivi la morte o una invalidità permanente o una inabilità temporanea 22

23 RAPPORTO RISCHIO - DANNO
CAUSA EFFETTO Rischio Danno CHIMICO INFORTUNIO FISICO BIOLOGICO MALATTIA PROFESSIONALE INFORTUNI ORGANIZZAZIONE DEL LAVORO MALATTIA ASPECIFICA MOVIMENTAZIONE MANUALE CARICHI 23

24 RISCHIO BIOLOGICO BATTERI FUNGHI MUFFE VIRUS PARASSITI
LAVORAZIONI CON OLII BATTERI PRODOTTI ANIMALI PROVENIENZA UMANA LAVORAZIONI ALIMENTARI FUNGHI MUFFE PRODOTTI ANIMALI LAVORAZIONI AGRICOLE VIRUS PRODOTTI ANIMALI PROVENIENZA UMANA PARASSITI LAVORAZIONI CON ANIMALI PROVENIENZA UMANA 24

25 MOVIMENTAZIONE MANUALE DEI CARICHI
RISCHIO DA MMC MOVIMENTAZIONE MANUALE DEI CARICHI CERVICALGIE, LOMBALGIE, DISCOPATIE, SINDROME DEL TUNNEL CARPALE 25

26 RISCHIO FISICO VIDEOTERMINALI
DISTURBI MUSCOLO-SCHELETRICI DISTURBI OCULO-VISIVI 26

27 CAMPI ELETTROMAGNETICI
RISCHIO FISICO RADIAZIONI OTTICHE ARTIFICIALI LASER, SALDATURA AD ARCO CAMPI ELETTROMAGNETICI MICROONDE VIBRAZIONI UTENSILI AD ARIA COMPRESSA 27

28 RISCHIO FISICO ILLUMINAZIONE
ABBAGLIAMENTO ILLUMINAZIONE LUCE SCARSA 28

29 RISCHIO FISICO MICROCLIMA
TEMPERATURA, UMIDITA’, VENTILAZIONE MICROCLIMA 29

30 RISCHIO FISICO MACCHINE RUMORE IMPIANTI 30

31 RISCHIO CHIMICO GAS VAPORI AEROSOL
Rischio dovuto a sostanze inquinanti che interagiscono con l’organismo umano e che possono provocare patologie acute, croniche e irreversibili GAS Saldatura: Ossidi di Carbonio,Ossidi di Azoto Uso di solventi: Laboratorio di chimica, Vernici VAPORI POLVERI Argilla, Legno FIBRE Minerali (Amianto) AEROSOL Lavorazioni con impiego di olii, Fitofarmaci NEBBIE Saldatura, Stampaggio a caldo plastica FUMI 31

32 FATTORI DI RISCHIO OCCUPAZIONALE
INFORTUNI RISCHIO da MOVIMENTAZIONE MANUALE CARICHI RISCHIO CHIMICO RISCHIO da STRESS LAVORO CORRELATO RISCHIO BIOLOGICO RISCHIO FISICO 32

33 P = PROBABILITA’ di ACCADIMENTO
La definizione della probabilità di accadimento (P) fa riferimento principalmente all’esistenza di una correlazione più o meno diretta tra la carenza riscontrata e la possibilità che si verifichi l’evento indesiderato, tenuto conto della frequenza e della durata delle operazioni/lavorazioni che comportano rischi per la salute e la sicurezza dei lavoratori. P Livello Definizione / Criteri 3 Molto probabile - Esiste una correlazione diretta tra mancanza rilevata e verificarsi del danno ipotizzato - Si sono già verificati danni per la stessa mancanza rilevata nella stessa azienda o in aziende simili - Il verificarsi del danno conseguente la mancanza rilevata non susciterebbe stupore 2 Probabile La mancanza rilevata può provocare un danno, anche se non in modo automatico e diretto E’ noto qualche episodio in cui alla mancanza ha fatto seguito il danno - Il verificarsi del danno ipotizzato susciterebbe sorpresa 1 Poco probabile - La mancanza rilevata può provocare un danno solo in circostanze sfortunate Sono noti solo rarissimi episodi già verificatisi o addirittura nessun episodio Il verificarsi del danno ipotizzato susciterebbe grande sorpresa e incredulità 33

34 D = DANNO (GRANDEZZA DEL DANNO CHE L’EVENTO PUÒ CAUSARE)
La definizione della scala di gravità del Danno (D) fa riferimento principalmente alla reversibilità o meno del danno D Livello Definizione / Criteri 3 Grave - Infortunio o episodio di esposizione acuta con effetti di invalidità totale o letale. - Esposizione cronica con effetti totalmente o parzialmente irreversibili e invalidanti. 2 Medio - Infortunio o episodio di esposizione acuta con inabilità reversibile. - Esposizione cronica con effetti reversibili. 1 Lieve - Infortunio o episodio di esposizione acuta con inabilità rapidamente reversibile. - Esposizione cronica con effetti rapidamente reversibili. L’incidente con rischio di conseguenze mortali, anche se improbabile, va considerato come priorità nella programmazione delle misure di prevenzione. N.B.: Ai fini della predisposizione delle misure di sicurezza deve essere preso in considerazione il danno più grave che può essere associato al rischio in esame; anche se il dato aziendale mostra un basso numero di incidenti di quel tipo, di per sé tale dato non autorizza ad adottare misure di sicurezza meno restrittive. 34

35 VALUTAZIONE DEI RISCHI: R = PxD
Definiti Probabilità (P) e gravità (D) del Danno, il rischio R viene calcolato con la formula R = PxD e si può rappresentare in una matrice, avente in ascisse la gravità ed in ordinate la probabilità attesa del suo verificarsi Tale rappresentazione è il punto di partenza per la definizione delle priorità degli interventi di prevenzione e protezione da adottare. La valutazione numerica e cromatica del livello di rischio permette di identificare la priorità degli interventi da effettuare 3 6 9 P 3 4 6 2 2 3 1 1 2 1 2 3 D R ≥ = Azioni correttive immediate 3 ≥ R ≤ 4 = Azioni correttive da programmare con urgenza 1 ≥ R ≤ 2 = Azioni correttive / migliorative da programmare nel breve-medio termine 35

36 CONCETTI GENERALI - DEFINIZIONI
LAVORO PERICOLO Potenziale fonte di danno Fonte di possibili lesioni o danni alla salute (UNI EN ) RISCHIO Combinazione di Probabilità e gravità di possibili lesioni o Danni alla salute in situazioni pericolose (UNI EN ) NESSUN EVENTO EVENTO SFAVOREVOLE NESSUN DANNO DANNO 36 36

37 MISURE GENERALI DI TUTELA
Riduzione dei rischi alla fonte ELIMINAZIONE RIDUZIONE RISCHI ALLA FONTE Sostituzione pericolo con minor pericolo Eliminazione dei rischi o, se non possibile, riduzione al minimo Rispetto principi ergonomici Limitazione al minimo degli esposti al rischio Attenuazione lavoro monotono e ripetitivo PROGRAMMAZ. DELLA PREVENZIONE Priorità protezione collettiva rispetto protezione individuale Limitazione agenti chimici, fisici, biologici 37 37

38 DEFINIZIONI MEDICO COMPETENTE PREVENZIONE Medico in possesso di :
Specializzazione in medicina del lavoro o in medicina preventiva dei lavoratori e psicotecnica; Docenza in medicina del lavoro o in medicina preventiva dei lavoratori e psicotecnica o in tossicologia industriale o in igiene industriale o in fisiologia e igiene del lavoro o in clinica del lavoro; Autorizzazione ex art. 55 D.Lgs. 277/91; Specializzazione in igiene e medicina preventiva o in medicina legale PREVENZIONE Complesso delle disposizioni o misure necessarie, anche secondo la particolarità del lavoro, l’esperienza e la tecnica, per evitare o diminuire i rischi professionali nel rispetto della salute della popolazione e dell’integrità dell’ambiente esterno

39 DEFINIZIONI SERVIZIO DI PREVENZIONE E PROTEZIONE DAI RISCHI (S.P.P.)
Insieme delle persone, sistemi e mezzi esterni o interni all’azienda finalizzati all’attività di prevenzione e protezione dai rischi professionali per i lavoratori RESPONSABILE SERVIZIO PREVENZIONE E PROTEZIONE (R.S.P.P.) Persona designata dal D.d.L. in possesso di attitudini e capacità adeguate ADDETTO AL SERVIZIO PREVENZIONE E PROTEZIONE (A.S.P.P.) Persona in possesso delle capacità e dei requisiti professionali RAPPRESENTANTE DEI LAVORATORI PER LA SICUREZZA (R.L.S.) Persona/e elette o designate per rappresentare i lavoratori in materia di salute e sicurezza durante il lavoro

40 DEFINIZIONI DIRIGENTE PREPOSTO
Persona che ATTUA le direttive del datore di lavoro organizzando l’attività lavorativa e vigilando su di essa PREPOSTO Persona che SOVRAINTENDE alla attività lavorativa e garantisce l’attuazione delle direttive ricevute, controllandone la corretta esecuzione da parte dei lavoratori ed esercitando un potere di iniziativa

41 DEFINIZIONI DATORE DI LAVORO (D.d.L.) PRIVATO PUBBLICO
- Soggetto titolare del rapporto di lavoro con il lavoratore Soggetto che ha la responsabilità dell’impresa o unità produttiva (stabilimento o struttura finalizzata alla produzione di beni o servizi, dotata di autonomia finanziaria e tecnico-funzionale) in quanto titolare dei poteri decisionali e di spesa. Dirigente al quale spettano i poteri di gestione, ovvero il funzionario non con qualifica dirigenziale, nei soli casi in cui sia preposto ad un ufficio avente autonomia gestionale. 41

42 DEFINIZIONI LAVORATORE
Persona che indipendentemente dalla tipologia contrattuale, svolge una attività lavorativa nell’ambito della organizzazione di un datore di lavoro pubblico o privato, con o senza retribuzione, anche al solo fine di apprendere un mestiere, un’arte o una professione, esclusi gli addetti ai servizi familiari. Equiparato a lavoratore: - Socio lavoratore di cooperativa o di società, anche di fatto Soggetti beneficiari di iniziative di tirocini formativi e di orientamento promosse al fine di realizzare momenti di alternanza tra studio e lavoro .. Allievo di istituti di istruzione ed universitari e partecipanti a corsi di formazione professionale nei quali si faccia uso di laboratori, attrezzature di lavoro in genere, agenti chimici, fisici e biologici, ivi comprese le apparecchiature fornite di videoterminali limitatamente ai periodi in cui l’allievo sia effettivamente applicato alla strumentazione o ai laboratori in questione. (non concorrono alla determinazione del numero di lavoratori) - Volontari vigili del fuoco, protezione civile e servizio civile 42

43 TITOLO I PRINCIPI COMUNI
D.Lgs. 81/08 TITOLO I PRINCIPI COMUNI Rappresentante dei lavoratori per la sicurezza Attribuzioni del rappresentante dei lavoratori per la sicurezza Consultazione e Partecipazione dei lavoratori Informazione e Formazione dei lavoratori Informazione ai lavoratori Formazione e addestramento dei lavoratori 43

44 Servizio di prevenzione e protezione
D.Lgs. 81/08 TITOLO I PRINCIPI COMUNI Servizio di Prevenzione e Protezione Compiti del Servizio di Prevenzione e Protezione Servizio di prevenzione e protezione Svolgimento diretto da parte del datore di lavoro dei compiti di prevenzione e protezione dai rischi Riunione periodica di prevenzione e protezione dei rischi 44

45 Disposizioni generali Gestione della prevenzione nei luoghi di lavoro
D.Lgs. 81/08 TITOLO I PRINCIPI COMUNI Definizioni Campo di applicazione Misure generali di tutela – Valutazione dei rischi Disposizioni generali Gestione della prevenzione nei luoghi di lavoro Obblighi del datore lavoro, dirigente, preposto Obblighi dei lavoratori Obblighi dei progettisti Contratti d’appalto 45

46 D.Lgs. 81/08 STILI DI VITA TITOLO XIII NORME TRANSITORIE E FINALI
ALLEGATI TUTELA DELLA SALUTE E DELLA SICUREZZA NEI LUOGHI DI LAVORO MISURE DI PREVENZIONE STILI DI VITA FUMO – ALCOL STUPEFACENTI SOSTANZE PSICOTROPE STOP

47 D.Lgs. 81/08 TITOLO VII ATTREZZATURE MUNITE DI VIDEOTERMINALI
TITOLO VIII AGENTI FISICI TITOLO IX SOSTANZE PERICOLOSE D.Lgs. 81/08 TITOLO X ESPOSIZIONE AD AGENTI BIOLOGICI TUTELA DELLA SALUTE E DELLA SICUREZZA NEI LUOGHI DI LAVORO TITOLO XI PROTEZIONE DA ATMOSFERE ESPLOSIVE TITOLO XII DISPOSIZIONI IN MATERIA PENALE E DI PROCEURA PENALE STOP 47

48 D.Lgs. 81/08 TITOLO I PRINCIPI COMUNI TITOLO II LUOGHI DI LAVORO
TITOLO III USO DELLE ATTREZZATURE DI LAVORO E DPI D.Lgs. 81/08 TITOLO IV CANTIERI TEMPORANEI O MOBILI TUTELA DELLA SALUTE E DELLA SICUREZZA NEI LUOGHI DI LAVORO TITOLO V SEGNALETICA DI SALUTE E SICUREZZA SUL LAVORO TITOLO VI MOVIMENTAZIONE MANUALE DEI CARICHI STOP 48

49 TUTELA DELLA SALUTE E DELLA SICUREZZA NEI LUOGHI DI LAVORO
D. Lgs n. 81 Aggiornamento marzo 2009 TUTELA DELLA SALUTE E DELLA SICUREZZA NEI LUOGHI DI LAVORO 49

50 SERVIZI PREVENZIONE SICUREZZA AMBIENTI DI LAVORO
Dipartimento Sanità Pubblica SERVIZI PREVENZIONE SICUREZZA AMBIENTI DI LAVORO DALLA SCUOLA UN LAVORO SICURO Corso ”L’ABC della Sicurezza e Igiene sul Lavoro” STOP

51 La 626/94 ora 81/2008 In particolare pone l’attenzione sul fatto che il datore di lavoro ed i suoi preposti siano coscienti ed attenti alle condizione di rischio o pericolo a cui sottopongono il lavoratore durante lo svolgimento delle proprie mansioni


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