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Corso di formazione I.T.I.S. “G.GIORGI” Anno scolastico 2006/2007

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Presentazione sul tema: "Corso di formazione I.T.I.S. “G.GIORGI” Anno scolastico 2006/2007"— Transcript della presentazione:

1 Corso di formazione I.T.I.S. “G.GIORGI” Anno scolastico 2006/2007
LA METACOGNIZIONE A cura della prof.ssa L. Portolano

2 Gli alunni con difficoltà di apprendimento
Alunni con ritardo mentale dovuto ad una sindrome organica specifica (sindrome di Down , lesioni cerebrali). Il Q.I. è al di sotto della media e quello adattivo (Q.C.A.) è al di sotto della norma. Alunni portatori di disturbi dell’apprendimento. Il Q.I. è adeguato e il Q.C.A. è nella norma. Non presentano lesioni organiche , non vivono situazioni sociali particolarmente deprivate, ma ugualmente presentano difficoltà apprenditive (dislessici, iperattivi) A cura della prof.ssa Portolano

3 A cura della prof.ssa Portolano
Il problema A cura della prof.ssa Portolano

4 A cura della prof.ssa Portolano
La risposta per tutti Una didattica più avanzata, e quella metacognitiva lo è senz’altro, dovrebbe contribuire a ridurre le difficoltà di apprendimento, dovrebbe, cioè, rendere gli apprendimenti più facili, più alla portata del maggior numero di alunni. Non è corretto pensare alla metacognizione come ad un approccio rivolto esclusivamente a chi possiede già un buon livello di abilità cognitive. A cura della prof.ssa Portolano

5 A cura della prof.ssa Portolano
Metacognizione Il concetto di “metacognizione” è il risultato di contributi di vari settori dell’indagine psicologica avviata negli anni ’70 Il concetto si riferisce alle attività della mente che hanno per oggetto la mente stessa, sia nel momento della riflessione, sia nel momento del controllo Questa capacità funziona come “acceleratore cognitivo”, cioè migliora l’efficacia dei processi cognitivi attraverso il monitoraggio e la valutazione costante dell’andamento del pensiero. La metacognizione è la conoscenza della propria cognizione e quindi è molto vicina al concetto di consapevolezza. A cura della prof.ssa Portolano

6 A cura della prof.ssa Portolano
La consapevolezza Attraverso una maggiore conoscenza di noi stessi, delle strategie che utilizziamo quando affrontiamo un problema, dei nostri punti di forza o, al contrario, di debolezza possiamo diventare sempre più adeguati alle varie situazioni. Questo lo si deve riferire anche agli studenti e al loro apprendimento. E’ possibile aiutare gli allievi a diventare più consapevoli in merito a questi processi e quindi guidarli a scegliere le strategie migliori per loro A cura della prof.ssa Portolano

7 La didattica metacognitiva
Parliamo di didattica metacognitiva quando ci riferiamo al funzionamento dei processi di apprendimento L’approccio didattico richiede, prima di tutto, un atteggiamento metacognitivo che privilegi non cosa l’alunno apprende, ma come l’alunno apprende e che attivi la propensione a far riflettere gli studenti su aspetti riguardanti la propria personale capacità di apprendere, di stare attenti, di concentrarsi, di ricordare. A cura della prof.ssa Portolano

8 Come funziona la mente (una struttura dell’attività mentale)
La mente lavora su due piani: quello delle rappresentazioni e quello delle azioni Uno degli scopi dell’istruzione è quello di portare lo studente a costruirsi una rappresentazione adeguata della realtà Avere una rappresentazione adeguata della realtà significa avere un modello di una certa realtà che presenti corrispondenze con la realtà stessa, così come oggi viene descritta da una certa disciplina A cura della prof.ssa Portolano

9 Esempio di rappresentazione adeguata della realtà - Modello mentale-
Avere una rappresentazione adeguata dell’Europa significa conoscere l’organizzazione territoriale così come essa è stata stabilita dai trattati internazionali, conoscerne la distribuzione delle risorse economiche così come esse sono descritte dagli enti che conducono rilievi statistici al riguardo, conoscerne le caratteristiche fisiche del territorio, così come vengono raffigurate dai sistemi cartografici oggi in uso, e così di seguito. A cura della prof.ssa Portolano

10 A cura della prof.ssa Portolano
Pensare è quindi Costruire ed elaborare modelli della realtà, attività che implica tre fondamentali capacità: tradurre la realtà in entità mentali, in modo da disporre di una rappresentazione interna che sia parallela al mondo esterno; derivare altre entità mentali a partire da quelle iniziali o trasformare queste ultime; 3) tradurre le entità mentali e i prodotti delle elaborazioni su queste compiute in azioni da compiere sul mondo esterno. A cura della prof.ssa Portolano

11 Cos’è precisamente un modello mentale
Secondo Antonietti è la forma con cui, entro un dominio ristretto, vengono rappresentate nella mente le caratteristiche di una certa realtà cosicché permanga un rapporto di corrispondenza o identità strutturale tra la rappresentazione e la realtà. A cura della prof.ssa Portolano

12 Un modello mentale è fatto di
Elementi (token) e relazioni che si possono combinare in un numero infinito di modi. Esistono modelli mentali fisici (relazionali; spaziali; temporali; cinetici,rappresentano relazioni temporali continue; dinamici,rappresentano rapporti causali; immaginativi) E modelli mentali concettuali (monadici, riguardano asserzioni su individui e loro proprietà; relazionali, concernono le relazioni tra individui; metalinguistici, si riferiscono a relazioni linguistiche; insiemistici, hanno a che fare con la suddivisione in categorie e sottocategorie e con i rapporti tra queste. A cura della prof.ssa Portolano

13 Rappresentazione concettuale
Teoria ingenua, perché affiora in modo spontaneo dall’esperienza personale, al di fuori della trasmissione culturale Teoria intuitiva perché si basa prevalentemente sull’apparenza dei fenomeni e su ciò che sembra più ovvio Teoria alternativa, in quanto si avvale di spiegazioni differenti, rispetto a quelle scientifiche, dei fenomeni A cura della prof.ssa Portolano

14 Un modello mentale concettuale è
Una cornice all’interno della quale si compiono anticipazioni, si avanzano ipotesi, si risolvono problemi, si prendono decisioni Un’entità solida e resistente cui facciamo riferimento e dalla quale difficilmente ci stacchiamo A cura della prof.ssa Portolano

15 Il processo di conoscenza
MONDO ESTERNO Rappresentazione mentale convinzioni modelli Elementi Conglomerati OGGETTI A cura della prof.ssa Portolano

16 Accelerazione cognitiva
Si deve principalmente all’autorevole studioso piagetiano J.H. Flavell l’assunzione del termine metacognizione e della relativa concettualità. La ricerca è orientata da Flavell in due direzioni, quella di capire come si conosce e quella di capire come si conosce nelle diverse situazioni, in cui sono decisivi la memoria, il ragionamento, l’attenzione, ecc., il che vuol dire indagare anche i motivi del successo e dell’insuccesso dell’azione cognitiva ed avviare gli individui al loro controllo. Posto che ciascuno di noi sviluppi delle conoscenze metacognitive delle quali può più o meno essere consapevole, l’acquisizione di questa coscienza permette di intervenire nella regolazione e nel controllo dei processi messi in atto dalla persona Per questo Flavell, nel 1981, propose un modello centrato sul controllo in base al quale ogni individuo controllerebbe un certo numero di compiti cognitivi attraverso quattro componenti. A cura della prof.ssa Portolano

17 La lezione metacognitiva di Piero Crispiani
COS’E' Atto didattico, nella forma della lezione, progettato e condotto con elevato coinvolgimento cognitivo degli allievi, relativamente a scopi, contenuti, modalità, stili, forme di controllo. PERCHÉ La condizione di metacognizione, quale ampia partecipazione conoscitiva del senso e della direzione del lavoro di insegnamento e di apprendimento che si sta per imprendere, potenzia gli apprendimenti e le conoscenze, ed incrementa la motivazione al lavoro. A cura della prof.ssa Portolano

18 La lezione metacognitiva
QUANDO Nelle sezioni in cui il docente suddivide l’azione didattica, quindi una lezione, un gruppo di lezioni, un seminario, una ricerca, una conversazione didattica, ecc. COME Nello svolgimento del lavoro didattico nelle lezioni, come sopra precisato, si possono osservare i suggerimenti procedurali, o parte di essi, di seguito indicati. FONTI Il concetto di metacognizione (o metaconoscenza) ha degli antefatti nella filosofia classica, è elaborato in ambito delle scienze cognitive principalmente americane dagli anni '80, ed è diffuso in ambito educativo. La lezione metacognitiva qui esposta, deriva dai principi fondamentali della psicopedagogia di matrice cognitivista. A cura della prof.ssa Portolano

19 Flavell indica quattro tipi di componenti cognitive
Del proprio pensiero Degli obiettivi del compito Del tipo di materiale impiegato o da impiegare Delle strategie impiegate o da impiegare A cura della prof.ssa Portolano

20 Brown (aspetti del controllo metacognitivo secondo Brown 1987)
La previsione dell’esito del proprio lavoro La pianificazione necessaria Il monitoraggio dell’esecuzione del lavoro cognitivo La valutazione dell’efficacia del lavoro svolto A cura della prof.ssa Portolano

21 Cornoldi (aspetti del controllo metacognitivo secondo Cornoldi 1990)
Problematizzazione Comprensione e definizione del problema compito Generazione delle alternative per la soluzione del problema Automonitoraggio, tenere sotto controllo i processi A cura della prof.ssa Portolano

22 A cura della prof.ssa Portolano
La predizione Un aspetto importante del controllo metacognitivo consiste nella predizione: saper riconoscere le proprie caratteristiche per poter anticipare le possibili difficoltà o facilitazioni che si potranno avere nelle diverse situazioni o con i diversi compiti. Questo aspetto implica anche la capacità di prevedere le modalità di intervento che si possono attuare e i risultati ai quali queste potranno portare. A cura della prof.ssa Portolano

23 A cura della prof.ssa Portolano
Ottimismo educativo La metacognizione rappresenta “ un ottimismo educativo” (realistico perché agganciato ad esiti scientifici) per potenziare gli apprendimenti e migliorare i curriculi scolastici. La pedagogia moderna sostiene che i ragazzi a scuola debbano essere consapevoli dei propri processi di pensiero e che sia essenziale che i vari operatori, dal pedagogista all’insegnante, li aiutino a diventare più metacognitivi, cioè più consapevoli delle proprie modalità nell’apprendere e nel pensare. In ciascuna persona si manifestano con permanenza nel tempo modalità di organizzazione, regolazione e valutazione del pensiero con connotazioni personali che costituiscono gli stili cognitivi A cura della prof.ssa Portolano

24 Mappa degli stili cognitivi individuali
1° criterio Linguistico dalla parola 1° criterio operativo manipolativo, costruzionistico 1° criterio visivo iconico, per immagini 2° criterio imitativo convergente, per imitazione 2° criterio personalizzato divergente, creativo 3° criterio intuitivo interpretativo, induttivo 3° criterio sistematico sommativo, meccanico 4° criterio analitico sugli elementi 4° criterio globale sugli insiemi 5° criterio impulsivo sui processi decisionali 5° criterio riflessivo sui processi decisionali 5° criterio compulsivo sui processi decisionali A cura della prof.ssa Portolano

25 Lettura e comprensione del testo
Le varie ricerche sulla lettura e sulla comprensione del testo evidenziano che la metacognizione facilita la comprensione del compito L’azione di autoanalisi aumenta l’apprendimento, motiva al lavoro e costituisce la base per il successo nel percorso didattico, a qualsiasi livello Autoanalisi della lettura (fotocopie) Autoanalisi della scrittura (fotocopie) A cura della prof.ssa Portolano

26 Metacognizione e metodo di studio
Il metodo di studio richiede delle strategie e dei livelli di consapevolezza Le ricerche hanno rilevato interessanti fenomeni: Scarso utilizzo delle strategie di memoria Scarso utilizzo delle strategie di studio Mancata consapevolezza degli obiettivi dello studio Mancato utilizzo di supporti cognitivi come diagrammi o grafici Scarsa comprensione delle istruzioni impartite per lo studio Scarso adattamento del proprio metodo di studio alle diverse situazioni Incerta propensione degli studenti ad applicare il metodo di studio appreso A cura della prof.ssa Portolano

27 A cura della prof.ssa Portolano
IL metodo di studio È un insieme di strategie che consentono un’organizzazione efficace dell’attività di apprendimento. Tali strategie prevedono la capacità di: Saper prendere appunti Leggere e comprendere il testo Esporre in una relazione orale e scritta Saper organizzare il proprio tempo libero A cura della prof.ssa Portolano

28 Metacognizione e metodo di studio
L’approccio metacognitivo si rivolge sia alle caratteristiche personali dell’allievo, sia alle caratteristiche delle discipline Altre variabili da considerare nell’attività di studio sono le seguenti: Le conoscenze pregresse La motivazione allo studio Gli stili cognitivi La capacità di concentrarsi La capacità di rielaborare il testo Le abilità mnestiche L’attitudine alla metacognizione La rappresentazione grafica dei concetti appresi A cura della prof.ssa Portolano

29 Metacognizione e procedure didattiche
Per D. Ianes lo stile didattico metacognitivo evidenzia quattro possibili livelli, o fasi, dell’attivazione di un processo metacognitivo 1° livello Il funzionamento cognitivo in generale 2° livello autoconsapevolezza del proprio livello cognitivo 3° livello autoregolazione cognitiva 4° livello locus of control A cura della prof.ssa Portolano

30 Modalità: avvertenze e tecnologie
Comportamenti dei docenti in compresenza metacognitiva Fotocopie pag. 187/188 A cura della prof.ssa Portolano

31 Supporto bibliografico
Didattica cognitivista di Piero Crispiani Armando Editore La mente che impara (percorsi metacognitivi di apprendimento) di Antonietti, Cantoia La Nuova Italia Aiutare ad apprendere di Gerard de Vecchi La Nuova Italia Metacognizione e sviluppo della personalità di Vianello e Cornoldi Bergamo Junior A cura della prof.ssa Portolano


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