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FREUD L’inconscio inquieto
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Gli esordi con Charcot Siegmund Freud ( ) nasce come medico, di matrice positivistica, studioso dell’anatomia del cervello e delle malattie nervose. Una prima svolta nella sua vita professionale si ha quando inizia la collaborazione Charcot, noto collega francese convinto l’origine dell’isteria sia psicologica e non fisiologica. Egli pratica la terapia ipnotica che in taluni casi si rivela efficace, perché richiamando alla memoria fatti dolorosi dimenticati permette, secondo lui, di “liquidare” le cariche emotive che vi sono legate. La scarica dell’emotività nello stato ipnotico dunque si rivela essere una soluzione psicologica del male, capace di far regredire effettivamente i sintomi.
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L’isteria Secondo la diagnostica ottocentesca, l'isteria era una sindrome (cioè una collezione di sintomi dall’eziologia oscura) che, pur non coincidendo con l’epilessia, si manifestava con sintomi molto simili : paralisi degli arti, cecità momentanea, perdita di coscienza e della capacità di parlare. Finito l'attacco, seguiva spesso una fase emozionale molto intensa, in cui il soggetto compiva azioni imprevedibili ed esprimeva, con poche parole o gesti, sentimenti molto profondi, in uno stato semi-allucinatorio. I soggetti tipicamente colpiti da attacchi di questo tipo erano donne di buona società. Il termine viene dal greco Ystera, utero. Infatti nell'antica Grecia si considerava causa di sintomi di questo tipo nelle donne uno spostamento dell'utero.
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La collaborazione con Breuer
Con Josef Breuer, Freud approfondisce le tecniche diagnostiche dell’isteria e giunge negli omonimi Studi sull’isteria (del 1895) a sostenere la tesi che nello stato ipnotico il soggetto malato giunge a riacquisire memoria del TRAUMA ORIGINARIO che, dimenticato, ha provocato l’insorgere dei sintomi, e se ne libera come in una catarsi. Così accade nel caso di Anna O., la quale presentava, oltre a tutti i sintomi tipici dell’isteria, anche una peculiare idrofobia. Ebbene, con l’ipnosi Breuer scopre un episodio traumatico vissuto dalla paziente bambina, in cui ella provò un forte senso di repulsione vedendo l’odiata governante che dava da bere ad un cane. La possibilità di riportare a coscienza tale fatto mediante l’ipnosi liberò la paziente dal sintomo idrofobico.
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Il dissidio con Breuer e il fenomeno della rimozione
A differenza di Breuer, Freud si forma la convinzione che il TRAUMA ORIGINARIO dimenticata abbia una natura prevalentemente sessuale (la pulsione). Si tratta, dunque, nella malattia isterica, di una RIMOZIONE di un fatto che per la sua natura dolorosa e al tempo stesso moralmente inaccettabile, viene ricacciato nelle profondità della mente per riemergere da questa repressione artificiale sotto forma di SINTOMO.
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La pulsione La pulsione è un fenomeno a metà tra lo psichico e l’organico. Proviene dall’interno, dalla nostra interiorità, ma ha radici organiche. Possiamo dire che è un moto, una energizzazione psichico-organica che tende a scaricarsi. Essa genera eccitazione e sofferenza se non soddisfatta per mezzo di una “scarica” attraverso il sistema nervoso. La fonte della pulsione è sempre un nostro organo, la meta è la soddisfazione, lo strumento attraverso cui si soddisfa è l’oggetto cui si rivolge e che vuole ottenere per sé. Nella pulsione sessuale, la fonte sono, in età adulta, prevalentemente gli organi genitali, la meta è il piacere sessuale (che può comportare la riproduzione), lo strumento è la persona con cui si intrattengono rapporti sessuali.
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formazione sostitutiva o di compromesso
IL SINTOMO Esso, nella nevrosi isterica, è una formazione sostitutiva o di compromesso Nel senso che ciò (la pulsione e il suo oggetto) che è inaccettabile e che la coscienza rifiuta, riemerge nelle forme accettabili, ma dolorose, del sintomo, stabilendo così una sorta di compromesso tra ciò che “non si può dire né ricordare” e la necessità che tale oggetto indicibile ha di potersi ugualmente esprimere in quanto fatto importante della vita della persona. Ovviamente il riportare alla coscienza l’evento traumatico consente di dare una collocazione più corretta al fatto nel contesto della personalità, valutandolo serenamente senza comprimerlo. Questo impedisce l’insorgere del conflitto tra la forza dell’istinto e la forza della rimozione, rendendo inutile il sintomo quale compromesso tra le due.
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Resistenza Nell’individuare l’origine di un disturbo, il terapeuta si scontra con le resistenze del paziente, che emergono in un complessivo atteggiamento di opposizione alle indagini, alle, domande, al rapporto stesso con alla sua azione. Di ciò che Freud chiama RESISTENZA può far anche parte una vera e propria amnesia, in cui si attua un lavoro psichico uguale e contrario all’azione dell’analista, che ha come risultato la rimozione dell’evento traumatico o dell’investimento affettivo nella dimensione inconscia.
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L’INCONSCIO Dove viene “ricacciato” (= rimozione) il fatto pulsionale inenarrabile che riemerge nella formazione sostitutiva del sintomo? Nell’inconscio. L’inconscio è il luogo di origine, di sedimentazione e di “conservazione” di tutti i processi psichico-emozionali fondamentali. E’ una sorta di serbatoio delle emozioni e egli istinti in cui origina tutta la vita psichica.
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Testimoni dell’inconscio: Il lapsus (in Psicopatologia della vita quotidiana -1901)
La vita dell’inconscio è testimoniata da alcuni fenomeni che fino all’epoca di Freud sono stati ritenuti secondari e non interessanti. Uno di questi è l’atto mancato, cioè il lapsus. Nel lapsus si manifesta l’intenzionalità inconscia al di là dei propositi consci della persona: è come una piccola falla che l’inconscio si apre attraverso le maglie della coscienza.
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Ohps! Un professore nella sua prolusione inaugurale: “E’ per me una noia – (gioia) – descrivere i meriti del mio stimato predecessore. Un giovanotto rivolge la parola a una donna che vede per la strada: “Se permette, signorina, vorrei invultarla”. Evidentemente voleva invitarla ma temeva di insultarla con la sua profferta. Il fatto che questi due moti opposti dell’animo si esprimessero in una parola sola, per l’appunto nel lapsus, fa capire che le vere intenzioni del giovanotto non erano le più pure e dovevano apparirgli offensive nei riguardi di quella signora. Ma mentre egli cerca di nasconderle, l’inconscio gli gioca il tiro tradendo le sue intenzioni reali e d’altra parte quasi suggerendo alla signora la risposta convenzionale: “ Ma che cosa crede lei, come può insultarmi così!”
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IL SOGNO (L’interpretazione dei sogni 1899)
Nel sogno vi è un contenuto manifesto, quello che si ricorda da svegli, e un contenuto latente in cui risiede il vero significato del sogno stesso. Attraverso la trama del sogno l’inconscio appaga un suo desiderio rimosso: il sogno è appagamento allucinatorio di un desiderio rimosso.
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Censura onirica La trama del sogno è spesso lacunosa e presenta dei salti di tempo e di spazio o delle pure e semplici insensatezze. Qui il sogno testimonia la dimensione inconscia. Infatti la sequenza “filmica” (l’ordinamento) è data dalla necessità del sogno di esprimere l’inconscio, nel quale permangono elementi indicibili, vergognosi, moralmente inaccettabili. Tali elementi subiscono allora trasformazioni e modificazioni ad opera della censura onirica (condensazione e spostamento), cioè di quella parte dell’io conscio che rimane parzialmente vigile nel sonno. Il contenuto latente allora si manifesta in maniera distorta, filtrata, non riconoscibile, nel contenuto manifesto provocando le incongruenze dello sviluppo della rappresentazione onirica.
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Il sogno, via privilegiata all’inconscio
La tecnica analitica, lasciando al paziente la possibilità di costruire libere associazioni mentali nel raccontare e spiegare il sogno, come qualsiasi altro fatto psichico, permette di superare le barriere della coscienza, imboccando quei sentieri dell’inconscio di cui il sogno stesso ci mostra solo il bivio iniziale, e che lo psicanalista deve riconoscere come elementi fondamentali del resoconto del paziente.
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LA LIBIDO Perché i desideri vengono rimossi? Perché si tratta di pulsioni – con una loro forza specifica che si vuole imporre ed essere soddisfatta, che Freud chiama libido - in contrasto con i valori e le norme accettate dall’individuo e hanno natura sessuale. Quando c’ è incompatibilità tra l’io cosciente e un desiderio, tale desiderio viene ricacciato nella zona inconscia della psiche. I desideri sessuali seguono tale destino perché sono generalmente considerati a- o immorali dalla coscienza desta.
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Sessualità infantile (Il bambino psicanalitico – 1905)
La forza della libido è presente sin dall’età infantile e nasce come sostegno delle funzioni vitali e poi evolve rendendosi autonoma. Anche il bambino, dunque, non è privo di pulsioni erotiche. Esse sono a carattere prevalentemente edonistico e sganciate dalla funzione riproduttiva. Cioè ricercano il piacere per se stesso, in modo ovviamente non consapevole. Inizialmente la sessualità infantile è autoerotica e si concentra in zone particolarmente sensibili del corpo.
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Fase orale anale e fallica
Inizialmente la pulsione erotica si concentra sulla bocca: la suzione o poppata dei neonati è un buon esempio di soddisfazione auto-erotica procurata da una zona erogena (primo anno di vita). Ad essa segue una fase anale dominata dal piacere di soddisfare lo stimolo delle evacuazioni (2°-3° anno) La terza fase, detta fallica (4°-6° anno), in cui prende forma un oggetto d’amore completo (e non parziale come il seno e le feci) ed esterno a sé. La libido si concentra nelle zone genitali e si dà avvio alla sua organizzazione propriamente fallica. Questo è il vertice delle pulsioni infantili: nascono le curiosità sessuali e in generale il desiderio di conoscere che urge dalla sessualità. Di qui l’elaborazione di teorie fantastiche da accordare alle specifiche fissazioni libidiche del bambino (Edipo).
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Il complesso di Edipo Le fissazioni libidiche sono oggetti privilegiati della libido, che nel bambino diventano i genitori. I genitori diventano oggetto di amore sessuale e ciò da luogo al complesso di Edipo. Nella fase genitale oggetto d’amore per il bambino è la madre Il padre è vissuto come rivale e odiato perché vieta la realizzazione della fantasia erotica con il divieto di incesto L’odio verso il padre è frammisto alla paura di una rappresaglia paterna culminante con la castrazione cioè con la mutilazione della fonte della pulsione libidica.
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Tramonto dell’Edipo L’aumento a dismisura della paura di castrazione determina l’abbandono della rivalità con il padre e l’introiezione, attraverso l’identificazione con l’aggressore, del divieto paterno che dà origine alla nascita del primo nucleo del super-io. In questo momento le fantasie autoerotiche e incestuose vengono rimosse. Dopo un periodo di latenza – dai 6 ai 10 anni – la pulsionalità prima si dirige a figure parentali come gli insegnanti e poi nelle persone dell’altro sesso. Qualora l’energia sessuale – libido – collegata alle fantasie edipiche non trovi queste manifestazioni sostitutive, il materiale rimosso - che nel frattempo cresce poiché tende ad attirare su di sé altro materiale psichico – si instaura una predisposizione all’isteria.
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Super-io e morale Questo sviluppo sessuale ha una rilevanza notevole per lo dinamica generale della personalità ed anche per la vita sociale. Infatti il processo di superamento della conflittualità con il padre (durante il quale nasce il super-Io) è lo strumento attraverso cui le indicazioni della morale riguardanti i comportamenti leciti e no vengono interiorizzate dal bambino e comporta sempre un elemento di nevrosi (nel rapporto desiderio-divieto) e di rimozione in cui si possono celare le radici di una futura difficoltà psichica.
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L’abbandono del trauma originario
Come si vede nel caso dell’Edipo, le possibilità di una eriva nevrotica della personalità non dipendono da accadimenti reali, da traumi veri e propri subiti nell’infanzia, bensì dall’elaborazione fantastica dei primi vissuti pulsionali e dei soddisfacimenti ad essi connessi. Ricerca di piacere, soddisfazione masturbatoria, fantasie incestuose, paure di castrazione, costituiscono il lato rimosso dei nostri primi vissuti. Ad essi si associano emozioni, associazioni, nuovi eccitamenti libidici in un contesto dove i divieti sociali e morali si fanno via via più forti. Questa è l’autentica eziologia della malattia isterica e in generale delle nevrosi. Dunque va abbandonata la teoria del TRAUMA ORIGINARIO come evento storico e va sostituita con l’indagine sui vissuti fantastici delle persone e sui contenuti pulsionali ad essi collegati.
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Il ricordo non l’evento
L’abbandono della realtà del trauma sessuale lascia spazio all’organizzarsi di una realtà psichica non meno “reale” di quella esteriore. Gli avvenimenti traumatici ai quali le isteriche fanno riferimento non sono necessariamente avvenuti, almeno non nel senso degli avvenimenti fattuali, essi sono stati però pensati, immaginati e vissuti sulla scena dello psichico, producendo su questa scena i propri effetti.
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La tecnica psicanalitica: la critica dell’ipnosi
Freud decide progressivamente, anche a seguito dell’abbandono della teoria del trauma originario, di abbandonare l’ipnosi che mirava a far rivivere l’episodio dimenticato provocando la scarica dell’energia psichica accumulata e poi rimossa. Tuttavia ben presto F. si accorse che l’ipnosi agiva quasi esclusivamente sul sintomo e produceva una dipendenza assoluta del paziente dall’ipnotizzatore, lasciandolo passivo e incapace di rielaborare coscientemente i suoi vissuti per eliminare all’origine il rapporto conflittuale pulsione-coscienza che era all’origine del sintomo stesso.
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Le libere associazioni e la Deutung
Il metodo adottato in alternativa da F. è quello di promuovere nel paziente, in un contesto ambientale controllato, l’espressione dei propri pensieri non guidati intenzionalmente in modo che ciascun pensiero possa associarsi liberamente ad un altro vincendo le resistenze della coscienza. Ciò che emerge dal racconto del paziente è materiale sparso e di diverso valore, è una traccia che lo psicanalista deve utilizzare per “costruire il materiale dimenticato e rimosso (Costruzioni in analisi – 1927). L’interpretazione (Deutung) che così ne risulta non deve aspettare dirette conferme o smentite da parte del paziente (sempre leggibili come nuove resistenze), ma elementi indiretti come per esempio l’aumentata “produttività” del paziente, che connette alla Deutung nuovi pensieri, sogni, immaginazioni, che pian piano si integreranno in un complesso di elementi che avranno un senso compiuto.
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Transfert Il transfert è un fenomeno peculiare della relazione psicanalitica di cui il terapeuta deve tener conto. Si tratta del trasferimento al terapeuta di cariche affettive originariamente rivolte verso un altro oggetto nell’infanzia (il padre, la madre etc.). Così nello spazio del transfert il paziente rivive il rimosso e le relazioni infantili, soprattutto con il padre in quanto oggetto d’amore e di odio al tempo stesso. Ciò ha chiaramente una funzione terapeutica che aumenta qualora implichi una sorta di attaccamento amoroso verso il medico. Accanto a ciò vi può essere un transfert negativo nel caso in cui si trasferiscano sul medico emozioni negative. Ma il rischio è quello di non tener conto che il terapeuta stesso proietta sul paziente i suoi conflitti infantili, che egli dunque deve conoscere e controllare.
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ES-IO-SUPER IO è la struttura dell’apparato psichico
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Es E’ l’insieme degli impulsi inconsci della libido, è la sorgente dell’energia biologico-sessuale. Nell’Es è contenuto tutto ciò che è ereditato sin dalla nascita, soprattutto le pulsioni, cui si sovrappongono i contenuti rimossi. ES 1)Contiene soprattutto gli influssi del passato 2) Si definisce contro l’io che però ha autonomia solo di funzioni visto che deriva dall’ES come sua pellicola esterna Inconscio 1)E’ soprattutto il luogo del rimosso 2) Si definisce in rapporto al conscio
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IO L’Io è l’Es che è emerso, che è giunto a fior di pelle (è la proiezione psichica della superficie corporea) e ne costituisce il rappresentante cosciente. Esso è un’istanza difensiva incaricata di vagliare le rappresentazioni psichiche provenienti dall’inconscio e di allontanarle se incompatibili con le rappresentazioni dominanti (tuttavia la difesa appare un’istanza inconscia mentre l’io è per definizione consapevole) cfr. Studi sull’isteria È quell’elemento psichico deputato all’esame di realtà, alla percezione, alla memoria al pensiero. Cfr. Progetto E’ il mediatore tra il mondo esterno e quello interno delle pulsioni cui si contrappone come principio di realtà che ne dilaziona la soddisfazione e talora ne devia la carica affettiva su un altro oggetto (sublimazione). Nei confronti del mondo esterno egli rappresenta anche un’istanza di mediazione delle convenzioni sociali cristallizzate nel Super-io. Cfr. L’io e l’es.
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SUPER-IO Nasce con l’interiorizzazione post-edipica del divieto paterno di incesto e dà voce a tutte le regole, agli ideali, alle morali, alle convenzioni sociali e alle convinzioni “ideologiche” . Può diventare un autentico “persecutore” e i suoi aspetti persecutori sono all’origine delle nevrosi depressive.
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Eros e Thanatos Alla pulsione sessuale si affianca nell’economia libidica quella di morte: “La natura conservativa di ogni vivente” mira al punto terminale della quiete (principio del nirvana): “Se ogni essere vivente muore per motivi interni, possiamo soltanto dire che la meta di tutto ciò che è vivo è la morte”. Soltanto la sessualità non si sottomette a “questa inflessibile legge di natura” (Al di là del principio di piacere – 1920).
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Il disagio della civiltà - 1930
La civiltà nasce “per proteggere l’umanità contro la natura e regolare le relazioni fra gli uomini”. Per raggiungere tale scopo deve realizzare un assoggettamento delle pulsioni (sia erotiche, sia “tanatiche”), che per loro principio sono assolutamente anarchiche. In particolare la civiltà deve costruire una sorta di grande super-io che utilizza le energie provenienti dalla sfera dell’ES desessualizzandole e scatenandole contro le richieste libidiche. Ciò favorisce anche il processo di sublimazione che devia le suddette richieste su oggetti socialmente accettati (arte, amore del prossimo, religione, scienza, tecnologia etc). La civiltà dunque nel suo ruolo antilibidico, pur rendendo possibile la convivenza, costringe all’infelicità. La repressione della libido, può generare a sua volta un’aggressività di ritorno che rende necessarie ulteriori repressioni in un circolo che si fa sempre più vizioso. Tutto ciò che si può fare è cercare un compromesso tra i due elementi: soddisfazione del piacere e necessità sociali, sapendo che la situazione ottimale si trova al di fuori della nostra portata di uomini.
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