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Disturbi di Personalità
Dott.ssa Angela Chisena SERVIZIO INTERDIPARTIMENTALE DI PSICOLOGIA Policlinico Universitario “P. Giaccone” Palermo
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Con personalità si intende una modalità strutturata di pensiero, sentimento e comportamento che caratterizza il tipo di adattamento e lo stile di vita di un soggetto e che risulta da fattori costituzionali, dello sviluppo e dell’esperienza sociale. (definizione dell’OMS)
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DSM IV-TR Definisce i tratti di personalità come:
Modi costanti di percepire, rapportarsi e pensare nei confronti dell’ambiente e di se stessi, che si manifestano in un ampio spettro di contesti sociali e personali. Solo quando i Tratti di Personalità sono rigidi e non adattivi, e causano una compromissione funzionale significativa o una sofferenza soggettiva, essi costituiscono Disturbi di Personalità.
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2 approcci differenti Approccio dimensionale , in cui i disturbi rappresentano un cuntinuum tra normalità e patologia, tra Stili e Disturbi di Personalità. I questo caso i disturbi di personalità sono espressioni eccessive e manifeste dei tratti sottostanti con conseguente comportamento rigido e disadattivo.
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Approccio categoriale : viene posta una diagnosi a un soggetto quando supera certe soglie definite da specifici criteri. Infatti il DSM IV utilizza un sistema diagnostico multiassiale, distinguendo tra sindromi cliniche (asse I) e Disturbi di Personalità (asse II)
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PERSONALITA’ TEMPERAMENTO CARATTERE
Questi termini spesso si sovrappongono concettualmente, anche a seconda delle diverse scuole di pensiero.
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PERSONALITA’ Secondo Allport è:
È il modello che ogni persona, da essere pensante, sviluppa come modalità di interazione con i tratti di cui è dotato, i contesti sociali con cui viene a contatto e le esperienze della sua vita.
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L’identità ? PERSONALITA’ = IDENTITA’
Secondo la definizione di Erikson: “Senso del proprio essere continuo come unità distinguibile da tutte le altre” Identità si crea secondo un processo graduale durante le fasi di sviluppo psicoevolutivo così che l’individuo possa percepirsi coeso nello spazio (interno ed esterno), coeso nel tempo, avvertendo la propria soggettiva continuità, percependosi quale soggetto intenzionale delle sue azioni e in grado di contenere dentro di sé le proprie emozioni.
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TEMPERAMENTO Si definisce come il substrato biologico del funzionamento psichico, per es. la disposizione alle attività o a specifiche emozioni, che connota gli aspetti più stabili e presenti già alla nascita.
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CARATTERE In ambito psicoanalitico, è inteso come una dimensione più circoscritta rispetto alla personalità. Rappresenta il funzionamento abituale dell’individuo che integra attraverso il suo Io le richieste interne e quelle esterne, sottolineando però l’importanza dell’adesione soggettiva ai valori collettivi.
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TEORIE PSICODINAMICHE
Teorie di S. Freud Teoria di C. G. Jung Teoria di O. Kenberg Teoria di Kohut
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TEORIA COGNITIVA Tale orientamento interpreta la psicopatologia secondo il modello dell’elaborazione dell’informazione che considera come tutti gli individui, per fronteggiare le diverse circostanze della vita, percepiscano, ricordino, interpretino e raccolgano dati provenienti dall’ambiente, e come questi processi automatici sollecitino in loro specifiche risposte cognitive, emotive e comportamentali agli eventi. Inoltre…..
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I travisamenti, le distorsioni o i difetti di percezione e interpretazione degli eventi, possano esitare in risposte disadattive e che errori sistematici e persistenti nell’elaborazione delle informazioni spiegherebbero molte manifestazioni psicopatologiche.
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Molte distorsioni della percezione e dell’interpretazione del dato oggettivo vengono lette come il risultato di schemi e strutture cognitive che determinano l’organizzazione delle idee dell’individuo, trasformando la percezione soggettiva e la risposta comportamentale ed emotiva associata.
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Un esempio Un individuo presenta una fobia per i gatti, incontrando un gatto attiverà mentalmente lo “schema gatto” ma lo interpreterà automaticamente in modo distorto percependolo come animale pericoloso. Questa distorsione cognitiva attiverà un processo fisiologico con reazioni a catena che sfoceranno in un alto livello d’ansia e di allontanamento immediato dall’oggetto fobico-gatto pericoloso.
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Cosa è successo? L’individuo si è basto su una convinzione generata da esperienze passate negative riferite da persone significative concernenti i gatti, che ha generato una elaborazione cognitiva automatica GATTO = PERICOLO E un comportamento associato (allontanamento immediato).
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Sarebbe troppo riduttivo!
Il modello cognitivo non si basa solo su schemi, assunti e convinzioni, ma sull’interazione tra l’elaborazione cognitiva, gli aspetti emozionali e il comportamento
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Un es: Un soggetto con ideazione paranoidea si aspetterà che le persone avranno con lui esclusivamente relazioni negative, interpreterà la relazione interpersonale sulla base di queste convinzioni e tali aspettative gli creeranno una condizione di ipervigilanza che, a sua volta, genererà un effetto interpersonale. Il comportamento del pz, ostile verso l’altro, considerato come pericoloso e negativo, creerà negli altri un atteggiamento di avversione e antipatia che confermeranno così l’idea distorta, paranoidea, del pz.
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