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PubblicatoJolanda Corsini Modificato 10 anni fa
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Tutte je munne trèma... Je nò! di Geofisica e Vulcanologia
Memoria e oblio Modulo 3 Tutte je munne trèma... Je nò! Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia Regione Lazio Federazione Psicologi per i Popoli Dipartimento di Protezione Civile
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Cos’è il rischio? RISCHIO PERICOLOSITA’ VALORE ESPOSTO VULNERABILITA’
Psicologia Sismologia PERICOLOSITA’ Cosa mi fa sentire/non sentire in pericolo (percezione del rischio, memoria) probabilità di osservare un certo valore di scuotimento (accelerazione, intensità, ecc.) in un fissato periodo di tempo VULNERABILITA’ Risorse individuali e collettive (memoria) propensione di un oggetto (edificio, sistema complesso, ecc.) a subire danni o alterazioni VALORE ESPOSTO Cosa fa parte della mia vita (genitorialità, cose care, memoria) quantificazione (economica, sociale, ecc.) dell’oggetto esposto a rischio RISCHIO probabilità di osservare un certo livello di danno o una certa perdita di funzionamento in un fissato periodo di tempo e di ricordarselo (memoria)
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… le emozioni sono la spinta dei comportamenti.
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SENECA “Questioni naturali” LIBRO VI IL TERREMOTO
(terremoto che colpì la Campania nel 62 d.C.) Cause del terremoto. Cause del nostro timore … Per noi che ignoriamo la verità, tutti i fatti sono più terribili, soprattutto quelli la cui rarità accresce la nostra paura: i fenomeni che ci sono familiari ci paiono meno impressionanti; quelli insoliti fanno più paura [... ] … Tutti questi fenomeni provocano in noi ammirazione e timore: e poiché la causa del nostro timore è l’ignoranza, non vale la pena di sapere, per non avere più paura? Effetti del terremoto sulla mente degli uomini: la pazzia … Infatti, alcuni si sono messi a correre qua e là, come forsennati e storditi per effetto della paura, che scuote le menti quand’è personale e moderata: e che? Quando il terrore è generale, quando crollano le città, i popoli sono schiacciati, la terra è scossa, che cosa c’è da meravigliarsi che gli animi, abbandonati in preda al dolore e alla paura, siano smarriti? … Non è facile restare in sé in mezzo a grandi catastrofi. Perciò, quasi sempre le menti più deboli vengono prese dal panico al punto da uscire di sé. Certo nessuno prova un grande spavento senza pregiudicare un po’ la sua sanità mentale, e chi ha paura è simile a un pazzo: ma la paura rende alcuni ben presto a se stessi, altri invece li sconvolge con più violenza e li porta alla follia.
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la paura può essere utile …
il panico no 6
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Il nostro agire è diverso se siamo …
soli … … o in un gruppo 7
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Comportamenti individuali
“Fight or Flight” “combatti o fuggi” “Freezing” …“congelamento” 8
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Comportamenti collettivi
La folla è fatta di persone che non si comportano nello stesso modo. La folla non è un fluido ma è data da persone che pensano, interagiscono, prendono decisioni, hanno preferenze di movimento, cadono e ostacolano altri. 9
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COMPORTAMENTI GREGARI E SOTTOUTILIZZO DELLE DUE USCITE DI SICUREZZA IN CASO DI EMERGENZA
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Le nostre emozioni guidano: la nostra attenzione le nostre preferenze
i nostri giudizi la nostra memoria il nostro linguaggio i nostri processi inferenziali i nostri comportamenti. 11
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La memoria è la capacità del cervello di conservare informazioni
La memoria è influenzata da diversi fattori: affettivi, emotivi, il tipo di informazioni i nostri sensi. Quindi la memoria è un processo legato a molti fattori, sia cognitivi che emotivi, che funzionano in due direzioni.
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Come funziona la memoria ?
Le fasi principali nell’eleaborazione della memoria sono diverse fasi, le principali sono: La codifica: l'elaborazione delle informazioni ricevute. L'immagazzinamento: la creazione di registrazioni permanenti delle informazioni codificate. Il richiamo: il recupero delle informazioni immagazzinate, in risposta a qualche sollecitazione. Si possono classificare i tipi di memoria in base ad almeno due criteri: La persistenza del ricordo. Il tipo di informazioni memorizzate.
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Identifichiamo tre tipi di memoria
la memoria sensoriale un processo in grado di memorizzare informazioni sensoriali (uditive, visive, tattili, ecc...) per la durata di pochi secondi o pochi millisecondi la memoria a breve termine anche chiamata memoria primaria o attiva o di lavoro, è quella parte di memoria che si ritiene capace di conservare una piccola quantità di informazioni per una durata di alcuni minuti. la memoria a lungo termine La memoria a lungo termine è definita come quella memoria, contenuta nel cervello, che ha una durata variabile da qualche minuto a decenni.
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La memoria a lungo termine
Questo tipo di memoria può essere suddivisa in: - dichiarativa o esplicita - procedurale o implicita Memoria dichiarativa (o esplicita): riguarda le informazioni comunicabili e che vengono richiamate consciamente. La memoria dichiarativa racchiude: - la memoria episodica, che riguarda le informazioni specifiche a un contesto particolare, come un momento e un luogo Es:ricordare la trama di un romanzo o di un film - memoria semantica, che riguarda idee e affermazioni indipendenti da uno specifico episodio. Es: ricordarsi il nome dei personaggi dello stesso romanzo o film. Ricordarsi episodi realmente avvenuti nella propria vita.
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Memoria procedurale (o implicita):
La memoria procedurale riguarda invece soprattutto le abilità motorie e fonetiche, che vengono apprese con il semplice esercizio e utilizzate senza controllo attentivo volontario. In sostanza riguarda le informazioni relative a come si fanno le cose e come si usano gli oggetti, i comportamenti automatici
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Ruolo della memoria condivisa
In passato le comunità erano molto più propense a condividere la paura e le emozioni provate durante il disastro, facendo ricorso a riti collettivi. Infatti le popolazioni colpite da una calamità sono segnate da emozioni di intensità così forte che tendono a condividerle indipendentemente dalle differenze di appartenenza etnica e culturale. Questo patrimonio di memoria condivisa, ha anche un grande valore psicologico ed educativo. Le comunità che hanno mantenuto viva nel tempo questa ritualità, sono state in grado di reagire più positivamente a nuovi disastri e creare una consapevolezza del rischio.
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…c’è un meccanismo che allontana dalla coscienza desideri, pensieri o frammenti di ricordi
L’oblio
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Al concetto di non ricordo si collega quello di resistenza, un ulteriore meccanismo che impedisce ai contenuti rimossi di tornare nuovamente coscienti.
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A che serve ricordare…
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Ricordare e ricostruire…
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…alla scoperta delle memorie collettive
Il culto di S. Emidio …alla scoperta delle memorie collettive legate alle strategie spirituali per la riduzione del rischio sismico
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Eppure … Ha senso cercare tracce di terremoti nella cultura popolare ?
Una volta si pensava di no. «La rimozione del terremoto, prima di diventare un peccato di omissione nella storiografia, è un processo che si compie nell’esperienza individuale e collettiva di tutti coloro che sono colpiti dalla calamità. L’essenza della rimozione “consiste nell’espellere e nel tenere lontano qualcosa dalla coscienza”. Questo “qualcosa”, inizialmente, non è il fatto fisico che la terra si sia mossa ma, piuttosto, la sensazione di insopportabile angoscia che tale movimento procura alle vittime (...) solo un tempestivo processo di rimozione consentirà agli uomini di Norcia, di Cascia o dell’Aquila di continuare a vivere e di ricostruire le loro città nello stesso luogo dove il terremoto continua a colpirli.» (S. Grassi Fiorentino. «Nella sera della domenica...». Il terremoto del 1703 in Umbria: trauma e reintegrazione, Quaderni storici, XIX (1984), n. 55, pp ) Eppure …
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Un censimento di riti collettivi che servono a ricordare terremoti
… 2004 Il più recente 1481 Il più antico Località dove attualmente si svolgono manifestazioni collettive di vario tipo destinate a perpetuare il ricordo di terremoti. Per ora centodiciotto (ma il censimentocontinua …). In alcuni casi, nello stesso sito si fa memoria di più terremoti (in date e con modalità diverse). “Sconosciuti” 1810 Un censimento di riti collettivi che servono a ricordare terremoti 1833 1886 “Non italiani”
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Reazioni “spirituali” al terremoto (o non danneggiate affatto)
Nelle aree più danneggiate (distruzioni e crolli diffusi, numerose vittime) interventi di emergenza (somministrazione dei sacramenti a morenti e sopravvissuti, sepoltura dei morti) riti collettivi di espiazione Nelle aree meno danneggiate (o non danneggiate affatto) riti collettivi di espiazione (confessione, comunione, processioni penitenziali) riti collettivi di ringraziamento per lo scampato pericolo (pellegrinaggi, voti perpetui o periodici, speciali atti di penitenza da protrarsi nel tempo, elemosine e doni votivi …)
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A che santo ci si votava, nel 1703?
San Filippo Neri (a Roma e Norcia) San Francesco Solano (a Bologna) San Francesco Borgia (a Roma, e…
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Un terremoto dopo l’altro, il culto si diffonde in Italia...
1756 1703 1730 Un terremoto dopo l’altro, il culto si diffonde in Italia... 1732
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Epicentri dei terremoti italiani 217 a. C (fonte: CPTI08) Località italiane in cui è attestato il culto di sant’Emidio come protettore dai terremoti (dati preliminari)
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Il culto si diffonde nei paesi sismici e cattolici
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Diffusione mondiale del culto di s.Emidio protettore dai terremoti
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Per ricordarsi dei terremoti
Campane antiterremoto Scritte sui muri E tante altre cose Tutte da scoprire…
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TERREMOTO DEL BELICE. Le terre che tremarono, un progetto della memoria per gettare le base del futuro Spesso i terremoti non annientano solo i territori ma anche la cultura dei loro abitanti i quali a fatica riescono a tramandare alle future generazioni tradizioni e saperi caratterizzanti la propria identità. A distanza di poco meno di 42 anni dal sisma che colpì la Valle del Belice, che costrinse diverse popolazioni a lasciare i luoghi natii per spostarsi altrove e far risorgere i propri paesi in altre terre, anche se poco distanti dalle proprie, il CRESM (Centro di Ricerche Economiche e Sociali per il Meridione) di Gibellina, CLAC (Centro Laboratorio Arti Contemporanee) di Palermo, ECO (Cooperativa ECO Culture e Viaggi) di Palermo e LE MAT (Agenzia di Sviluppo per un turismo sostenibile e responsabile), prendendo spunto dalle scosse culturali che per anni hanno contraddistinto questa porzione di Sicilia, hanno ideato un progetto della memoria utile a gettare le basi per il futuro.
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Il ruolo degli educatori
Stimolare, nei ragazzi, la capacità di interiorizzare informazioni e conoscenze sui pericoli reali del terremoto; Promuovere l’acquisizione di comportamenti corretti da attivare durante l’emergenza; Essere il loro punto di riferimento Aiutare loro a ricordare e a riutilizzare le esperienze pregresse. ………
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Spunti di lavoro Sapere Saper essere Saper fare Ricerca storica
Piccoli investigatori (Foto, lettere dei nonni, immagini, storie, miti e leggende, detti popolari, usanze religiose) Testimonianze e interviste agli anziani Alla ricerca di tracce dimenticate Saper essere Cosa abbiamo appreso? Ricordiamo i terremoti passati Modernizziamo la cultura popolare dell’emergenza (Creiamo un “memory” del terremoto, un “trivial pursuit” del terremoto) Saper fare Alleniamo la nostra memoria Divulghiamo le nostre competenze e la nostra cultura del terremoto per non dimenticare più
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