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RITARDO MENTALE LIEVE metodologie e proposte didattiche per S.

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Presentazione sul tema: "RITARDO MENTALE LIEVE metodologie e proposte didattiche per S."— Transcript della presentazione:

1 RITARDO MENTALE LIEVE metodologie e proposte didattiche per S.
Rogers, uno dei maggiori teorici della relazione d’aiuto, pose l’attenzione sulla necessità che tale relazione fosse centrata sulla persona che chiede aiuto e il cui bisogno, in quella persona e non in un’altra, va letto nella peculiarità del suo originarsi * * Appunti corso SSIS 2008, area comune

2 Non si tratta di generalizzare tecniche procedurali acquisite,
ma di inserirsi nella relazione portando quelle abilità che il soggetto chiede di sviluppare e di maturare

3 Atkinson nel 1964 disse che la motivazione alla riuscita
dipende da due componenti: una tendenza al successo o speranza di riuscita una motivazione ad evitare il fallimento * * Rossana De Beni, Angelica Moè, Motivazione ed apprendimento, Il Mulino, Bologna 2000

4 Un progetto di ascolto, di aiuto e di guida didattica deve quindi prendere in carico il ragazzo tenendo conto di tutti i vari aspetti che lo caratterizzano, in relazione: alle sue tendenze e alle sue motivazioni a sé stesso alla sua famiglia all’ ambiente con cui si relaziona quotidianamente

5 Le seguenti metodologie e proposte didattiche sono state pensate per S
Le seguenti metodologie e proposte didattiche sono state pensate per S., e presuppongono un atteggiamento di calibrazione in itinere, dove e quando si ritenga necessario agire

6 Il docente deve prefiggersi degli OBIETTIVI:
facilitare la conoscenza creando codici di lavoro comprensibili all’alunno, un contesto agevolante, prevedibile, non monotono, che porti alla riqualificazione e alla autostima del ragazzo favorire il trasferimento delle competenze apprese in altri contesti promuovere le competenze promuovere motivazione e apprendimento promuovere l’autonomia, ad esempio, per far conoscere al ragazzo come utilizzare la carta moneta per fare acquisti, come prendere il bus da solo (viene generalmente trasportato da un bus dei servizi sociali) o per sviluppare la concezione del tempo (ora del giorno, giorni della settimana)

7 Per un ragazzo come S., che
percepisce che l’ambiente e i compagni lo considerano deficitario la cui vita sociale è caratterizzata da pochissime relazioni con i coetanei e da un buonissimo rapporto con i docenti e con l’insegnante di sostegno

8 sono necessarie sollecitazioni educative costanti e progressive, sia a livello scolastico che a livello familiare

9 è importante dunque: lavorare su pochi obiettivi per volta
usare esempi di esperienze quotidiane e vita vissuta ricorrere ad esempi e materiali concreti evitare la monotonia guidare il ragazzo nelle risposte non dando mai risposte dirette e chiuse: il fine è portarlo alla soluzione ed allenarlo ad arrivarci in autonomia rappresentare problemi già risolti per consolidare le conoscenze fornire sempre schemi costruiti con la medesima metodologia

10 Il docente deve offrire AIUTI che potranno essere
progressivamente ridotti, quali: dare enfasi alle risposte corrette evitare di dare risposte come un “NO!” secco non dare punizioni guidare il ragazzo nella risoluzione del problema e nel raggiungimento del compito, intervenendo prima della frustrazione dare messaggi positivi di rinforzo quando il ragazzo esegue correttamente il lavoro

11 Attuare una strategia didattica generale che crei una relazione tra docente e discente, con scadenze, metodologie, prassi chiare definite e conosciute dallo studente, è certamente un aiuto per presentare al ragazzo alcune regole e alcune scadenze e per dare agli obiettivi del lavoro una valenza comprensibile

12 S. può essere così guidato a comprendere che quel percorso
lo aiuta ad imparare, a capire gli stessi argomenti che vengono insegnanti ai compagni, a capire come riuscire ad ottenere dei risultati in ambito scolastico

13 Risulta essenziale l’uso di:
modalità adeguate per il raggiungimento di obiettivi proporzionati alle capacità punti di forza cognitiva del ragazzo materiale didattico utile ed efficace rapporto empatico docente-discente collaborazione tra insegnanti e genitori esperienze di socializzazione extrascolastica

14 Dal momento che S. cerca una gratificazione nel rapporto con gli insegnanti, un lavoro strutturato principalmente sulla fiducia e sulla chiarezza degli obiettivi, che lui stesso dovrà conoscere può aiutarlo concretamente nel percorso di scuola e di vita

15 OPERATIVAMENTE SI PROPONE DI
1. presentare i contenuti utilizzando un registro linguistico caratterizzato dall’uso di frasi semplici, dirette e pratiche, che non contengano termini astratti

16 2. scrivere su fogli che il ragazzo deve
ordinare e raccogliere da solo (su supervisione dell’insegnante) su un quaderno ad anelli, adeguatamente diviso per materia;

17 3. ripetere continuamente gli argomenti in forma schematica da inserire puntualmente sul quaderno

18 4. utilizzare materiali simili a quelli usati
quotidianamente dal ragazzo (computer, audio video)

19 5. creare un lavoro costruito su prassi
quotidiane, inseribile in una sorta di diario di bordo cui il ragazzo può fare riferimento per conoscere, col supporto del docente, la tabella di marcia di ogni giornata, a scuola e a casa

20 6. produrre con cura le mappe mentali utili nelle materie letterarie così come nelle scientifiche, per aiutare a fissare schematicamente i concetti e a riprenderli velocemente in vista di una verifica

21 7. focalizzare le diverse attività su centri
d’interesse del ragazzo, cercando di mantenere il più possibile gli argomenti ad un livello di massima concretezza

22 8. guidare e far abituare il ragazzo ad
intervenire alle interrogazioni o in un colloquio, con tempi e turni adeguati

23 9. calibrare le verifiche sulle sue
possibilità di successo

24 Aree di lavoro disciplinare
LETTURA: La lettura di S. è scorrevole ma monotona: può essere utile fare una selezione del testo da leggere sul libro, fotocopiarlo ingrandito e inserirlo nel quaderno ad anelli, farlo leggere al ragazzo e spiegarlo.

25 COMPRENSIONE DEL TESTO:
La comprensione di un testo letto per S. non è totale a causa di un bagaglio linguistico molto limitato. Può essere quindi utile dedicare ogni giorno alla conoscenza di una o due parole, scrivendo frasi semplici che contengano il nuovo termine, evidenziato rispetto al restante testo. Il ragazzo deve essere guidato a cercare sul vocabolario le parole che non conosce, o se in grado, utilizzare internet a tale proposito (es: motori di ricerca di Zingarelli o Treccani)

26 SCRITTURA: La scrittura di S. è in stampatello ed è caratterizzata da errori ortografici e morfo - sintattici. Il docente può farlo esercitare a scrivere sia manualmente che con l’ausilio del PC, in quest’ultimo caso usufruendo del sistema di correzione ortografico automatico

27 CALCOLO: Per il calcolo può essere utile farlo lavorare, sempre con l’ausilio del quadernone a quadretti, con rappresentazioni più grandi e fogli tagliati come fiches, che possono essere considerati come una sorta di regoli. Una alfabetizzazione che lo aiuti soprattutto per le sottrazioni (nella vita quotidiana si contano i resti a seguito di una compravendita), lo guida concretamente a capire cosa sono e a cosa servono i numeri e le cifre. Tale esercizio è fondamentale soprattutto per l’autonomia del ragazzo in senso extra scolastico.

28 IDEA DI GIOCO SUL CALCOLO: Per S
IDEA DI GIOCO SUL CALCOLO: Per S. sarà certamente utile continuare a lavorare in questo senso, come ha sperimentato la collega che con S. si è occupata della matematica giocando con i ruoli di “commerciante e compratore”

29 ad esempio: tagliare dai giornali, cataloghi o promo dei supermercati, immagini di prodotti conosciuti ed usati quotidianamente e creare una situazione di gioco per ogni prodotto che sarà oggetto di una “compra-vendita” con relativo scambio di moneta (denaro in corso o in denaro finto \fiches)

30 un lavoro così composto, come già specificato può essere passibile di integrazioni e cambiamenti MA

31 anche nelle attività scolastiche
contribuirà sin dall’inizio a rinforzare l’intima volontà del ragazzo di sentirsi uguale gli altri, anche nelle attività scolastiche


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