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Di (psico)terapia si può morire
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Dai quotidiani del 20 luglio 2000
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Corriere della sera
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Repubblica
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Il Giornale
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La Stampa
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I fatti Roma, quartiere Serpentara - 19 luglio 2000 ore 8.30:
Un uomo, visto in zona fin dal mattino del 17 luglio, si aggira distribuendo santini di Padre Pio. Indossa una camicetta a quadri, una gonna nera, calzettoni, sandali. Porta in capo una parrucca e ha una borsa a tracollo da cui spunta “qualcosa di grosso”. Si siede su una fioriera, in un punto da cui controlla l’ingresso secondario di un ente di cura e ricovero.
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ore 10: L’uomo travestito vede avvicinarsi una coppia: un anziano non vedente accompagnato dalla moglie. Estrae una pistola con silenziatore e spara due colpi alla testa dell’anziano. L’omicida scappa dietro a uno stabile e cerca di ricaricare la pistola inceppatasi. La moglie dell’ucciso grida e corre per la strada; quindi entra in un negozio di mobili. Qui si appoggia a un divano lasciandovi tracce di sangue.
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L’omicida vede dalla vetrina la donna ed entra nel negozio.
La donna cerca riparo dietro a una colonna. Si odono tre colpi. La donna viene uccisa con due colpi alla testa. L’omicida rivolge quindi la pistola contro se stesso e si toglie la vita con un colpo alla testa.
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In tasca all’omicida viene trovata una lettera in cui è scritto:
"Tu mi succhi il sangue. Mi ha curato ma io mi sono ammalato ancora di più. Più mi curi e più mi togli i soldi. Sei un malefico e malefici sono tutti gli psichiatri come te. Mi hai succhiato il sangue” Nell’abitazione romana dell’omicida viene trovata una lettera indirizzata alla moglie e ai figli in cui l’omicida afferma che la vittima “vuole fare a voi quello che ha fatto a me”.
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I personaggi L’omicida:
Cesare Frattazzi, settantenne, imprenditore edile in pensione. Abita nel Veneto ma compie frequenti spostamenti a Roma. Da 5 anni è in cura dalla vittima per lo stress derivatigli da problemi di alcuni familiari della moglie. Soffre di depressioni, allucinazioni, manie di persecuzione.
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I personaggi La vittima:
Emilio Dido, novantenne, qualificato come medico, psichiatra, professore, psicoterapeuta. Si definisce docente di biopsicopatologia. Non possiede nessun titolo riconosciuto in Italia; ha compiuto studi di psicopatologia negli USA. Fondatore di una casa di cura-ospizio per anziani, dove quotidianamente si reca per visitare pazienti nel suo studio. Oltre a condurre colloqui, pratica terapie basate sul magnetismo e l’elettrostimolazione. Afferma di svolgere ricerche su terapie alternative.
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Gli antefatti I vicini di casa
parlano di Frattazzi come di una persona socievole, disponibile, gentile, generoso, affabile, intelligente, colto. Riferiscono di non averlo mai visto adirarsi.
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La moglie di Frattazzi dice che il marito aveva iniziato con Dido una cura interrotta quando il marito, 5 anni prima, si era trasferito nel Veneto. Frattazzi e Dido però si vedevano anche successivamente; sapeva dei rapporti tesi tra i due: Dido chiedeva continuamente dei soldi al marito minacciando di fare del male alla moglie e al figlio. Dido vessava Frattazzi e lo aveva in pugno.
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La figlia di Frattazzi racconta che il padre aveva donato a Dido 300 milioni per la ricerca, nella speranza di venire guarito.
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Un amico di Frattazzi riferisce che Frattazzi stava meditando il gesto da due anni.
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Vi erano stati scambi di querele e controquerele tra Frattazzi e Dido.
Recentemente Frattazzi aveva però ritirato la denuncia contro Dido ed era tornato a farsi curare. Ultimamente Frattazzi aveva minaccia di morte Dido per iscritto e per telefono.
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Le spiegazioni "Certo è, secondo i dirigenti della squadra mobile della Questura, che dietro il gesto di Frattazzi c'è l'esasperazione per una situazione divenuta insostenibile” (Il Giornale) “Frattazzi nutriva uno spasmodico amore-odio per il suo terapeuta (…) Frattazzi aveva demonizzato e poi adulato il suo medico” (La Stampa) Frattazzi era “invidioso del rapporto che anni prima aveva legato Dido a Padre Pio” (La Stampa) Un rapporto di amore-odio deterioratosi nel tempo (…) Una vicenda caratterizzata dalla dipendenza totale del paziente e dalla contemporanea voglia di sganciarsi, di fare a meno delle cura” (La Repubblica)
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Le teorie ”In alcuni casi limite, e questo lo era, la sindrome del risarcimento diventa totale: ‘Io non vivo più, allora ti ammazzo’” (V. Andreoli, Corriere della Sera).
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Tre livelli 1. I dati pubblici - comportamenti - verbalizzazioni
- resoconti 2. Il mentale 3. I costrutti
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