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PubblicatoAngioletta Massari Modificato 10 anni fa
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che apro il convegno di oggi sulla dislessia. Commozione perché la presenza in sala è così numerosa: docenti, genitori, assistenti ed educatori, professionisti e tecnici dellASL, dirigenti scolastici e dirigenti sindacali, studenti. E con un senso di grande commozione
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R ingrazio ciascuno di voi e ricerco il significato della vostra presenza, sia nella riconosciuta competenza dei relatori, sia in un bisogno di perfezionamento culturale e didattico che si avvicina molto al senso di affermazione che ho tratto dal Quaderno bianco della Scuola: Il miglioramento della qualità della scuola e la valorizzazione della funzione e della dignità dellinsegnare rappresentano la condizione indispensabile per tornare su un sentiero di sviluppo e diffondere e consolidare il godimento pieno dei diritti di cittadinanza.
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B ello il concetto di dignità del nostro operare didattico e il concetto di scuola come palestra di cittadinanza responsabile, dove si partecipa alla costruzione della vita democratica.
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I l tema trattato oggi è marcatamente specialistico: approfondiremo lorigine dei DSA alla luce delle neuroscienze, vedremo i modelli di diagnosi, di prevenzione, i trattamenti più adeguati, parleremo di stringhe fonologiche e di promozione alla lettura, indagheremo brevemente anche la legislazione, che con le note della Direzione Generale ha introdotto ufficialmente le misure compensative per studenti con DSA negli esami di stato.
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M a il convegno avrà successo se sapremo dare ai contenuti preziosi delle relazioni che ascolteremo un respiro anche pedagogico, ossia se sapremo utilizzare il patrimonio di oggi per sostenere una percezione del positivo nei nostri ragazzi (soprattutto per chi procede con un ritmo lento a causa della dislessia) e se riusciremo, inoltre, a lavorare in modo attento, operando in aula quella che viene definita dislocazione motivazionale.
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L a dislocazione motivazionale consiste nello spostare lattenzione dalla propria realtà a quella dellaltro, riconoscendo la priorità anche temporanea dei suoi bisogni e realizzando unattenta cura educativa, fatta di ascolto, di mediazione, di strategie didattiche adeguate, di uso di strumenti strutturati, di aiuto per la costruzione di competenze metacognitive. La dislocazione motivazionale quindi non è collocare uno contro laltro, i pensatori visivi come sono i dislessici con i pensatori verbali. Io penso completamente in immagini vi dirà lo studente dislessico. (Testimonianza raccolta dal libro Le aquile sono nate per volare)
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O ggi siamo qui perché accomunati da una forma di attenzione sensibile verso chi è in difficoltà e se arricchiti da ciò che apprenderemo nel corso della mattinata, sapremo entrare con sempre maggiore comprensione nella relazione educativa, relazione caratterizzata da una qualità radicalmente asimmetrica, dove il bambino o il ragazzo con cui linsegnante entra in relazione è un essere estremamente vulnerabile, tutto preso dal complesso processo di dare forma al suo essere nel mondo. La buona pratica di cura si qualifica allora come sostegno allaltro affinché impari a progettare la sua esistenza e come offerta di contesti esperienziali in cui nessuno sia ultimo!
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R ingrazio tutti coloro, in particolare i docenti del 4° Circolo che hanno contribuito alla preparazione del Convegno. Auguro buon lavoro a tutti, augurio fatto pervenire anche dal Dirigente dellUfficio Scolastico Provinciale, prof.ssa Anna Maria Giuganino. Grazie Il Dirigente Scolastico Dott.ssa Silvia Colombo
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