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LA MENTE John R. Searle Pettenuzzo Dario 546109.

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Presentazione sul tema: "LA MENTE John R. Searle Pettenuzzo Dario 546109."— Transcript della presentazione:

1 LA MENTE John R. Searle Pettenuzzo Dario

2 John R. Searle è professore di Filosofia della mente e Filosofia del linguaggio all’Università della California, Berkeley. Secondo Searle le posizioni correnti nella filosofia della della mente (dualismo, materialismo, comportamentismo, funzionalismo, computazionalismo, eliminativismo, epifenomenismo) sono false. Searle definisce la sua posizione “naturalismo biologico”, fornendo, appunto, una soluzione naturalista al problema mente-corpo, mettendo in rilievo il carattere biologico degli stati mentali ed evitando il dualismo quanto il materialismo.

3 - Oltre ad affrontare i problemi della struttura della coscienza (tenendo conto della recente ricerca neurobiologica), Searle dedica attenzione alla struttura dell’intenzionalità umana, al libero arbitrio, alla causalità mentale, al funzionamento dell’inconscio, alla percezione, e al concetto di io. Searle presenta al lettore un primo approccio alla filosofia della mente, aiutando il lettore medesimo a comprendere le questioni e le discussioni più importanti del campo da lui esaminato. Proprio per questo introduce inizialmente la corrente dualista e poi quella monista.

4 1.CARTESIO E IL DUALISMO Secondo Cartesio (Renè Descartes, ) il mondo si divide in sostanze mentali e sostanze fisiche. Tale tesi prende il nome di “dualismo delle sostanze”. Secondo Cartesio ogni sostanza deve possedere una rispettiva essenza; quella della mente è la coscienza, mentre quella del corpo è l’estensione. Le menti possiedono un libero arbitrio, mentre i corpi sono determinati dalle leggi della fisica.

5 Essenza Pensiero (coscienza) Estensione (dim. spaziale)
Sostanze Mente Corpo Essenza Pensiero (coscienza) Estensione (dim. spaziale) Proprietà Conoscibile direttamente Conoscibile indirettamente Libera Determinato Indivisibile Infinitamente divisibile Indistruttibile Distruttibile

6 La divisione della realtà in mentale e fisica pone innumerevoli questioni.
Problema mente-corpo: quali sono le relazioni tra realtà mentale e fisica? Come possono esserci relazioni causali tra l’una e l’altra? Come possono i processi cerebrali produrre fenomeni mentali? Problema delle altre menti: cosa mi assicura l’esistenza delle menti altrui? Potremmo fare inferenze e analogie tra l’esistenza degli stati mentali altrui e noi stessi (se S1 proprio stato mentale  C1 allora S1 x C1 ). Secondo Searle “l’argomento per analogia” non funziona perchè deve esserci un modo indipendente o non inferenziale per controllare l’inferenza.

7 Problema dello scetticismo: oltre allo scetticismo nei confronti delle altre menti esiste una forma più generale di scetticismo, quello verso il mondo esterno. Ciò che percepiamo direttamente, cioè senza un processo inferenziale, sono i contenuti della nostra mente; Cartesio chiama queste esperienze “idee”. Non possiamo percepire direttamente il mondo esterno ma solo le “idee” di quest’ultimo. Nel vocabolario tecnico contemporaneo la concezione può essere formulata nel seguente modo: noi non percepiamo gli oggetti materiali, ma solo i “dati sensoriali”. Searle ritiene questa concezione come il più gran disastro della filosofia dei quattro secoli scorsi. Problema dell’ intenzionalità: capacità della mente per cui gli stati mentali si riferiscono ad oggetti o a stati delle cose del mondo diversi da sé stessi; il problema di come uno stato mentale possa riferirsi a qualcosa al di là di sé, è il problema dell’ intenzionalità.

8 -Capacità causale della mente ed epifenomenismo: in che modo gli stimoli in entrata causano gli stati mentali, ed in che modo questi causano il comportamento in uscita? Come gli stati mentali possono avere efficacia causale nel produrre un evento fisico? “Il mondo fisico è causalmente chiuso”, nulla di esterno al mondo fisico può entrare ed agire causalmente. Se negassimo però la relazione causale tra “mentale” e “fisico” la mente sarebbe un epifenomeno. - Problema del libero arbitrio: se il libero arbitrio è una caratteristica della mia mente come può avere effetto sul mondo fisico se quest’ ultimo è determinato?

9 Searle identifica le difficoltà del dualismo
Il dualismo è incompatibile con le leggi della fisica; la fisica ci dice che la quantità di materia/energia nell’ Universo è costante (legge di conservazione). Il dualismo implica, invece, l’ esistenza di un altro genere di energia, quella mentale. L’intuizione base del dualismo è la seguente: tutti abbiamo effettivamente delle esperienze coscienti e non le riconosciamo come i medesimi oggetti fisici che ci circondano. La coscienza non è data solo da particelle, è qualcosa in “aggiunta”.

10 Questa è l’intuizione che guida l’attuale dualismo delle proprietà, una versione più debole del dualismo. Questa concezione sostiene che non vi sono due tipi di sostanze nel mondo bensì due generi di proprietà (fisiche e mentali). Gli esseri umani si caratterizzano per i loro corpi fisici, in particolare i loro cervelli, che non presentano proprietà fisiche ma anche mentali. Resta comunque il “problema dell’epifenomenismo” e del come fornire una spiegazione di queste proprietà compatibile con la nostra concezione dell’Universo.

11 2. LA SVOLTA MATERIALISTICA
La posizione secondo la quale esiste solo un genere di entità nell’ Universo è detta monismo. Questo può essere mentalistico (Idealismo non esiste nulla tranne che le “idee”) e materialistico (la sola realtà è quella materiale o fisica). Searle sostiene che il materialismo trascuri caratteristiche quali la coscienza e l’ intenzionalità.

12 LA SAGA DEL MATERIALISMO
- Comportamentismo: sostiene che la mente non è altro che il comportamento del corpo. Indaga solo il comportamento oggettivamente osservabile. Può essere metodologico (propone un metodo per la psicologia piuttosto che una tesi sull’ esistenza o non esistenza della mente) o logico (individua lo stato mentale una “disposizione” in termini di asserzioni ipotetiche verso certi tipi di comportamento: “se p allora q ”). Fisicalismo o teoria dell’identità: la mente non è altro che un cervello e gli stati mentali sono stati del cervello. Criticano il comportamentismo (è un errore confondere l’evidenza relativa ad un soggetto con un soggetto stesso). Gli stati mentali sono identici agli stati cerebrali o fisici. Critichecompaiono due insiemi indipendenti di proprietà (dualismo delle proprietà).

13 Identità token-token: dobbiamo distinguere tra i “tipi” (entità generali o astratte) e i “token” (oggetti o eventi concreti). Es: “cane-cane-cane”: ho scritto tre “token” dello stesso tipo di parola. La teoria sostiene che per ogni “token” di un certo tipo di stato mentale c’è un qualche “token” di qualche tipo di stato fisico, cui quel “token” di stato mentale è identico. I suoi sostenitori devono affrontare il seguente problema: cos’è che tutti questi “token” hanno in comune e che cosa li rende “token” dello stesso tipo di stato mentale? Funzionalismo: ciò che rende gli stati mentali “token” di stati cerebrali è il tipo di funzione che svolgono nel comportamento. La nozione di funzione viene spiegata in termini di relazioni causali rispetto a stimoli esterni. Gli stati mentali, come le credenze, non sono definiti come caratteristiche intrinseche, ma dalle loro relazioni causali e tali relazioni causali definiscono la loro funzione (Sstato mentaleC)

14 Funzionalismo Computazionale: il cervello è un computer digitale e ciò che chiamiamo “mente” è il programma di tale computer. Mente Programma = Cervello Hardware Viene chiamato anche “intelligenza artificiale (IA) forte” in quanto cerca di creare una mente artificiale. Sono importanti i concetti di: - algoritmo, metodo per risolvere un problema attraverso una serie precisa di passi.

15 macchina di Turing, congegno che esegue calcoli usando due tipi di simboli (implementa algoritmi usando un codice binario). tesi di Church, sostiene che qualsiasi algoritmo può essere eseguito da una macchina di Turing. Perchè non considerare il cervello come una macchina di Turing universale? Quali programmi sono implementati dal cervello?

16 Viene proposto uno schema riassuntivo che mostra le relazioni tra le teorie illustrate.
Dualismo Monismo Delle proprietà Delle sostanze Materialismo Idealismo Comportamentismo Fisicalismo Metodologico Logico Teoria dell’identità Identità di tipo Identità di token Funzionalismo Computazionale Della scatola nera

17 Per concludere Searle introduce il materialismo “eliminativistico” ossia l’idea che gli stati mentali non esistano affatto. Sono un’ illusione (D. Davidson, 1992). Ci sono relazioni causali tra fenomeni fisici e fenomeni mentali. Dovunque ci siano eventi correlati come causa ed effetto, essi devono ricadere sotto leggi causali strettamente deterministiche. Non esistono leggi causali strettamente deterministiche che mettono in relazione il mentale con il fisico. Secondo Davidson quindi gli eventi mentali sono eventi fisici.

18 ARGOMENTI CONTRO IL MATERIALISMO
I “qualia” mancanti: le esperienze coscienti hanno un aspetto qualitativo; il finalismo trascura l’aspetto qualitativo delle nostre sensazioni ed esperienze. Inversione dello spettro: si possono avere esperienze interne diverse anche se il comportamento esterno è esattamente lo stesso. L’ esperienza interna rimane fuori da qualsiasi spiegazione funzionalistica. Thomas Nagel (cosa si prova ad essere un pipistrello): la parte difficile del problema mente-corpo è il problema della coscienza. Supponiamo di disporre di una spiegazione soddisfacente in termini funzionalistici, materialistici, neurobiologici di vari stati mentali: credenze, desideri, speranze, paure. Esse non basterebbero a spiegare comunque il carattere soggettivo della coscienza.

19 - John Searle (la stanza cinese): confuta l’ I
- John Searle (la stanza cinese): confuta l’ I.A forte sostenendo che l’ individuo diversamente da un computer, oltre a manipolare simboli, assegna un significato ad essi. Es: ipotizziamo che ci sia un soggetto che non conosce la lingua cinese in una stanza chiusa con alcune scatole contenenti simboli cinesi (domande). Oltre a queste è presente un manuale di regole (programma informatico) che permette al soggetto di rispondere alle domande formulate. Il soggetto potrebbe superare il test per la comprensione della lingua cinese pur non comprendendo il significato dei simboli. Il computer manipola simboli senza attribuire a questi un significato. E’ l’ osservatore a dare un significato ai simboli (l’ informazione ad esempio in un libro c’è ma non è intrinseca, è relativa all’ osservatore come appunto la computazione).

20 La forma aspettuale dell’ intenzionalità: gli stati intenzionali rappresentano il mondo secondo alcuni aspetti con l’esclusione di altri (differenza del desiderio di acqua e di H2O). Tutti gli stati intenzionali hanno una forma aspettuale. Il comportamento e le relazioni causali, non bastano quindi per distinguere i significati differenti nella testa del soggetto. Concludendo, il materialismo concepisce un mondo costituito essenzialmente di particelle fisiche, mentre il dualismo concepisce un mondo con caratteristiche mentali irriducibili. Searle sostiene che per rendere compatibili queste posizioni, si debbano abbandonare le assunzioni soggiacenti al vocabolario tradizionale in filosofia della mente.

21 3. LA COSCIENZA (parte I) ASSUNZIONI ERRONEE
Searle cerca di risolvere le contraddizioni tra mente e materia introducendo quattro assunzioni accettate dalla terminologia tradizionale, ma ritenute erronee dall’ autore. Distinzione tra mentale e fisico: mentale e fisico sono categorie ontologiche mutualmente esclusive. Come visto, una mossa dei materialisti è quella di ridurre il mentale al fisico.

22 2. Nozione di riduzione: un certo genere di fenomeno viene ridotto ad un altro genere di fenomeno in maniera chiara, non ambigua e non problematica. E’ importante la distinzione tra riduzione causale e ontologica e tra riduzione che elimina il fenomeno ridotto (illusione) e riduzione che mostra in che modo il fenomeno sia stato realizzato). 3. Causalità ed eventi: un evento, la causa, viene prima di un altro evento, l’ effetto (importanza della successione temporale). 4. Trasparenza dell’ identità: si assume che l’ identità, come la riduzione, non sia problematica (scoperta che uno stato mentale è identico ad uno stato neurofisiologico).

23 LA SOLUZIONE DEL PROBLEMA MENTE-CORPO
Searle definisce la sua posizione come “naturalismo biologico” : con essa fornisce una soluzione naturalista al problema mente-corpo, mettendo in rilievo il carattere biologico degli stati mentali evitando il dualismo quanto il materialismo. Tutti gli stati coscienti (livello superiore) sono causati da processi neuronali di livello inferiore all’ interno del cervello. I nostri pensieri o le nostre sensazioni esistono quali caratteristiche biologiche del sistema cerebrale.

24 Searle formula le seguenti quattro tesi:
Gli stati coscienti con la loro ontologia soggettiva di prima persona, sono fenomeni del mondo reale. Non possiamo pervenire ad una riduzione eliminativa della coscienza, che mostri come non sia altro che un’ illusione, né possiamo ridurre la coscienza alle sue basi neurobiologiche, perché tale riduzione in terza persona ne lascerebbe fuori l’ ontologia di prima persona. Gli stati coscienti sono causati da processi neurobiologici cerebrali di livello inferiore, perciò sono causalmente riducibili ai processi neurobiologici. Gli stati coscienti esistono ad un livello più alto di quello dei neuroni. I singoli neuroni non sono coscienti. Gli stati coscienti essendo caratteristiche reali del mondo reale, hanno efficacia causale.

25 COME SUPERARE LE ASSUNZIONI ERRONEE
1. La coscienza è una proprietà biologica come la digestione; è una caratteristica del cervello e quindi parte del mondo fisico. Dobbiamo evitare la terminologia classica secondo la quale il “mentale” è qualitativo, soggettivo, di prima persona mentre il “fisico” quantitativo, oggettivo e di terza persona. Secondo l’ autore esistono processi biologici qualitativi, soggettivi e di prima persona. Ridefinisce quindi il concetto tradizionale di “fisico”.

26 Non localizzato spazialmente Localizzato spazialmente Non esteso
Concezione tradizionale Mentale Fisico Soggettivo Oggettivo Qualitativo Quantitativo Intenzionale Non intenzionale Non localizzato spazialmente Localizzato spazialmente Non esteso Esteso spazialmente Non spiegabile mediante processi fisici Causalità microfisica Incapace di agire causalmente sul fisico Agisce causalmente

27 Nel “naturalismo biologico” caratteristiche, quali la coscienza e l’ intenzionalità (qualitativa e soggettiva), vengono inserite nel mondo fisico. Prendendo come riferimento lo schema della concezione tradizionale, Searle fa notare come le prime tre caratteristiche del “mentale”, sono perfettamente compatibili con le ultime quattro del “fisico”. Sono localizzate nello spazio del cervello, sono spiegabili causalmente mediante processi di livello inferiore e sono in grado di agire causalmente. I primi tre requisiti del fisico non sono condizioni necessarie per far parte dell’ Universo fisico. Non ci sono ragioni per cui un sistema fisico quali un organismo umano o animale non debba avere stati qualitativi, soggettivi e intenzionali. Lo studio dei processi cognitivi e percettivi costituisce l’ ambito in cui qualitatività, soggettività ed intenzionalità sono trattate come appartenenti al dominio delle scienze naturali.

28 2. Distinzione tra riduzioni causali e riduzioni ontologice.
- A è causalmente riconducibile a B se, e solo se, il comportamento di A è completamente spiegabile in termini causali mediante il comportamento di B. A è ontologicamente riducibile a B se, e solo se, A non è altro che B. Nel caso della coscienza possiamo attuare una riduzione causale (spiegata tramite l’ attività dei neuroni), ma non una riduzione ontologica (la coscienza non è solo attività di neuroni). Coscienza ed intenzionalità sono uniche per il fatto di avere un’ ontologia di prima persona (soggettività), pur essendo causalmente riducibili alle loro basi causali di terza persona.

29 3. Molte relazioni causali intercorrono tra eventi discreti ordinati nel tempo. Ma non tutte le relazioni causali sono di questo tipo. In molti casi la causa è simultanea all’ effetto (l’ ordine causale della natura consiste in microfenomeni che spiegano causalmente le macro-proprietà dei sistemi). 4. La coscienza è un processo cerebrale qualitativo, soggettivo, di prima persona, che avviene nel sistema nervoso.

30 Né materialismo né dualismo
Materialista”la coscienza non è che un processo cerebrale” Searle”la coscienza non è che un processo cerebrale” Il materialista intende: la coscienza in quanto fenomeno irriducibile qualitativo, soggettivo , intangibile, non esiste. Searle intende: proprio in quanto fenomeno irriducibile qualitativo, soggettivo, illusorio e intangibile, è un processo che avviene nel cervello. Dualista”la coscienza non è riducibile ai processi neurobiologici di terza persona” Searle”la coscienza non è riducibile ai processi neurobiologici di terza persona”. Il dualista intende che la coscienza non è parte del mondo fisico, mentre Searle ritiene che la coscienza sia riducibile causalmente, ma non ontologicamente, ai processi neurobiologici.

31 4. LA COSCIENZA (II parte) LA STRUTTURA DELLA COSCIENZA E LA NEUROBIOLOGIA
Caratteristiche centrali della coscienza umana. Qualitatività: ogni stato cosciente è caratterizzato da una sensazione qualitativa. Apparentemente sembra che vi siano stati maggiormente qualitativi (il dolore) rispetto ad altri (un calcolo aritmetico); Searle pensa sia un errore. Quando si parla di “coscienza” si parla di stati che hanno tale carattere qualitativivo. Soggettività: gli stati coscienti hanno una “soggettività ontologica”. Questa non preclude la possibilità di una scienza epistemicamente oggettiva che la studi. In neurologia si cerca di dare una spiegazione scientifica epistemicamente oggettiva di sofferenze o stati d’ansia.

32 Unità: la coscienza non patologica si presenta come una struttura unificata. Qualitatività, soggettività, unità, non sono caratteristiche distinte della coscienza bensì aspetti dello stesso fenomeno (esperimenti sui cervelli divisi di Sperry e Gazzaniga due campi di coscienza indipendenti nello stesso cervello). Intenzionalità: sarà dedicata un’ intera parte al problema dell’ intenzionalità. Modo psicologico: tutti i miei stati coscienti si presentano in un qualche modo psicologico. Il modo psicologico non è la stessa cosa dell’ emozione in quanto queste ultime sono sempre intenzionali mentre i modi psicologici possono anche non esserlo. I modi ci predispongono alle emozioni ( modo dell’irritabilità probabilità di sperimentare la collera). E’ importante sottolineare il fatto che i modi psicologici sono molto sensibili al trattamento farmacologico.

33 Distinzione fra centro e periferia: all’interno del campo di coscienza alcune cose possono ricevere più attenzione di altre ( ne è buon indizio il fatto che si può spostare volontariamente l’attenzione). Piacere/dispiacere: ogni stato cosciente presenta un certo grado di piacere o dispiacere. Situazionalità: le nostre esperienze coscienti si presentano unite ad un senso di ciò che potremmo chiamare la situazione di “sfondo” in cui si ha esperienza del campo di coscienza (si diventa consapevoli del proprio senso di situazionalità quando è disturbato: senso di vertigine nella vecchiaia).

34 Coscienza attiva e passiva: nelle esperienze coscienti esiste una differenza tra l’esperienza di attività intenzionale volontaria e l’esperienza di percezione passiva. Wilder Penfield scoprì che stimolando la corteccia motoria dei suoi pazienti poteva far muovere i loro arti (“sto percependo questo”, “sto facendo questo”)…. E’ l’esperienza dell’azione volontaria a darci la convinzione del libero arbitrio. La struttura gestaltica. Il cervello ha la capacità di trattare stimoli degeneri e organizzarli in totalità coerenti (organizzazione delle percezioni in totalità coerenti). Secondo questa caratteristica si attua anche una distinzione tra la figura che percepiamo e lo sfondo. Il senso dell’ io: è tipica delle esperienze coscienti non patologiche la presenza di un certo senso di identità, un senso di se stessi in quanto Sé.

35 ALTRI APPROCCI FILOSOFICI AL PROBLEMA DELLA COSCIENZA
Gli scettici: la coscienza è un mistero che non può essere risolto dai nostri metodi scientifici attuali. Thomas Nagel ritiene che in futuro si potrà comprendere come il cervello causi la coscienza, ma ciò richiederà una rivoluzione totale del nostro modo di concepire la realtà. Infatti ora non siamo in grado di concepire come esperienze interne qualitative e soggettive possano originarsi da fenomeni neurali di terza persona. La sopravvenienza: dire che un fenomeno A sopravviene su un fenomeno B significa dire che A dipende totalmente da B in modo tale che ogni mutamento delle proprietà di A deve essere correlato a un mutamento delle proprietà di B. Non possono avvenire mutamenti negli stati mentali senza cambiamenti negli stati cerebrali. Esistono (lo abbiamo visto) due generi di sopravvenienza: quella costitutiva e quella causale).

36 3. La neurobiologia: la maggioranza dei neurobiologi è stata riluttante ad affrontare il problema della coscienza per diverse ragioni; alcuni hanno la sensazione di non essere pronti per studiare la coscienza, prima bisogna acquisire conoscenze su come funzioni il cervello nella sua attività non cosciente. Attualmente in neurobiologia si cerca di capire come gli stati cerebrali possono causare gli stati coscienti. Idealmente il “progetto di ricerca” si articola nei seguenti tre stadi: Trovare il correlato neurale della coscienza provare a vedere se la correlazione è causale arrivare a una teoria Possiamo distinguere nella ricerca due tendenze generali: l’ approccio particolaristico e l’ approccio globalistico.

37 L’approccio particolaristico considera il campo cosciente costituito da unità coscienti più o meno indipendenti, i “blocchi di costruzione”. Arrivare a capire come il cervello causi anche uno solo di questi blocchi da costruzione, potrebbe essere utile per decifrare l’enigma della coscienza nel suo complesso. Una linea di ricerca è lo studio della cosiddetta visione cieca. I pazienti che presentano questa sindrome hanno una lesione all’area visiva primaria V1; essi sono in grado di vedere normalmente nella maggior parte del campo visivo, ma in una sua porzione sono ciechi. Questi pazienti però sono in grado di rispondere a domande su quanto accade nell’area di campo visivo che non vedono. Per es. un paziente può riferire che c’è una X sullo schermo, benchè riferisca di non vederla effettivamente. Se la neurobiologia potesse trovare il punto del cervello in cui l’esperienza cosciente di una X si distingue dall’equivalente esperienza in visione cieca, potremmo scoprire la base neurale di quell’ esperienza visiva.

38 Altra linea di ricerca dell’approccio particolaristico consiste nel seguire il percorso nel cervello degli stimoli percettivi di input e cercare di localizzare il punto in cui essi causano le esperienze visive coscienti. L’approccio globalistico deriva, invece, dalla considerazione del suo aspetto di unità soggettiva qualitativa. L’ oggetto iniziale di ricerca, non sono fenomeni particolari (esperienza del colore rosso), ma l’ intero campo cosciente della soggettività qualitativa unificata. La domanda fondamentale non è come il cervello produca specifici blocchi di costruzione all’ interno del campo cosciente, ma come produca il campo cosciente nella sua globalità. Searle giustifica quest’ approccio perché si dovrebbe concepire la percezione non come qualcosa che crea la coscienza ma come qualcosa che modifica un campo di coscienza preesistente. La maggior parte della ricerca adotta l’approccio a blocchi di costruzione perché è un progetto di ricerca più “facile”.


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