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Casi di lesione ventromesiale frontale

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Presentazione sul tema: "Casi di lesione ventromesiale frontale"— Transcript della presentazione:

1 Casi di lesione ventromesiale frontale

2 Sulla base delle osservazioni tratte dai casi precedenti possiamo affermare che:
Gli oggetti sono rappresentati secondo un sistema di tracce mnestiche (legate ad immagini percettive concrete) che si sviluppa da relazioni con oggetti totali codificate al livello della corteccia perisilviana destra. Si passa poi alla rappresentazione verbale (simbolica) codificata nella corteccia perisilviana sinistra. La regione ventromesiale è un substrato anatomico cruciale per le rappresentazioni oggettuali narcisistiche più primitive che formano il nucleo interno delle funzioni regolatrici dell’Io e del Super-Io.

3 Nei casi riportati è possibile rilevare un tipo di funzionamento in accordo con principi che ricordano quelli che Freud descrisse come le caratteristiche del sistema inconscio: Esenzione dalla contraddizione reciproca Processo primario Atemporalità Sostituzione della realtà esterna con quella psichica

4 Esenzione dalla contraddizione:
Caso F: passava da un pensiero all’altro senza formare alcuna connessione logica tra queste idee, sembrava consapevole di un’unica idea alla volta e solo nell’esatto momento in cui le veniva in mente. Sostituzione della realtà esterna con quella psichica : In tutti i casi sono presenti deliri che sostituiscono alla realtà ciò che si vorrebbe, oppure deliri con contenuti spiacevoli. Disinibizione

5 Atemporalità Processo primario
Caso F: mancanza del senso del tempo, ogni ricordo sembrava isolato dall’altro, non riusciva a distinguere tra passato epresente. Caso H: Il giudizio del tempo era dominato dai propri desideri. Caso G: difficoltà nel tenere i pensieri o ricordi separati l’uno dall’altro. Processo primario In tutti i casi è presente un pensiero concreto, non è possibile la simbolizzazione. Presenza di equazioni simboliche.

6 Fantasie dominanti nel transfert:
Nei casi riportati si osserva un’intenso transfert verso il terapeuta: Caso F: 1.Terapeuta come madre devota; 2.Lei stessa madre devota; 3.Terapeuta come Madre che respinge. Caso H:1.Funzione super-egoica del terapeuta; 2.funzione di Io-ausiliario del terapeuta. Caso G: 1.relazione transferale molto positiva; 2.figura super-egoica ingannatrice ed inaffidabile.

7 La metapsicologia della regione frontale ventromesiale
L’ipotesi è questa: la corteccia frontale ventromesiale esegue quella trasformazione economica fondamentale per l’attività mentale che inibisce il processo primario. Questa trasformazione economica è data dal processo che Freud ha descritto come “legame”. In altre parole questa parte del cervello sarebbe la sede anatomica (o almeno una componente cruciale) sottesa alla realizzazione del processo secondario. Un disturbo di questa funzione interferirà con la base stessa del principio di realtà, della strutturazione dell’Io, con l’inibizione del Super-io e altre operazioni più specifiche (es. censura, rimozione, esame di realtà, ecc.).

8 Strutturazione dell’Io
La corteccia cerebrale può essere concepita come un insieme di meccanismi organizzati in serie e derivanti dai sistemi percettivi. I sistemi deputati alla percezione selezionano alcune caratteristiche specifiche dall’ambiente interno e da quello esterno durante tutta l’elaborazione dei processi associativi. Questi processi selettivi una volta stabilizzatisi, agiscono come una serie di barriere degli stimoli che proteggono l’apparato mentale da un’eccitazione eccessiva proveniente da stimoli sconosciuti. Queste barriere sono i sistemi mnestici (memoria semantica) che formano il vero e proprio tessuto dell’Io.

9 “Affect regulation on the Origin of the Self: The Neurobiology of Emotional Development” di Allan e Schore (1994) Ipotesi centrale: l’ambiente sociale precoce, mediato dalla madre, influenza direttamente l’evoluzione delle strutture del cervello responsabili per il futuro sviluppo socio-emozionale del bambino. Il modello si focalizza proprio sulla corteccia frontale ventromesiale: questa porzione è un elemento funzionale inibitorio di un sistema motivazionale, la cui maturazione fisica è significativamente guidata, da diversi aspetti della relazione precoce madre-bambino.


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