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PubblicatoFelìcita Cattaneo Modificato 10 anni fa
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POSEIDONE Poseidone re degli abissi , scuotitore della terra e delle lande marine , signore dei cavalli. Poseidone Cronide (figlio di Kronos il titano tempo) , fratello di Zeus e di Ade . E’ un acerrimo nemico di Atena, gareggia con lei per dare il nome alla citta di Atene e si scontra con lei in merito al destino di Odisseo Si credeva che Poseidone vivesse nelle profondità dell'oceano in un bellissimo palazzo fatto di gemme e pietre. Viveva con la moglie, una ninfa del mare chiamata Anfitrite. Tuttavia, ha avuto relazioni con donne diverse, con cui ha procreato diversi figli.
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Omero Odissea Libro Primo Poseidone è adirato con Odisseo per l’accecamento di Polifemo vv.68-75
Ma Poseidone che scuote la terra inflessibilmente è iratoper il Ciclope, a cui l'occhio accecò per Polifemo divino, la ci forza è massima fra tutti i Ciclopi, lo generò Toosa, la ninfa figlia di Forchis, signore del mare instancabile , nei cupi anfratti unita con Poseidone. perciò Poseidone Enosìctono, se pur non l'uccide, fa errare lontano dalla sua terra Odisseo. Ora però studiamo noi tutti quanti il ritorno, come sarà. Smetterà Poseidone la collera sua, non potrà contro tutti gli dei immortali voler lottare da solo!
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“ma Poseidone che scuote la terra...”
Questo epiteto( in greco “Ἐννοσίγαιος”) indica la capacità del dio del mare di provocare tempeste, terremoti ed eventi atmosferici tramite il suo tridente (tant'è che un altro epiteto ricorrente attribuito a Poseidone è “agitatore di nubi”).Da notare la contrapposizione tra la figura di Poseidone come dio del mare e i suddetti attributi, riferiti al mondo terrestre o atmosferico.
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“...è irato per il Ciclope, a cui l'occhio accecò...”
Omero ci ricorda il motivo per cui Poseidone nutre un forte astio nei confronti di Odisseo: quest'ultimo infatti, per fuggire dalla terra dei Ciclopi con i pochi compagni superstiti, accecò Polifemo, il mostro che li teneva prigionieri nella sua caverna e che li decimava con il passare dei giorni facendo di loro un “orrido pasto” . Odisseo tuttavia non sapeva che egli fosse figlio di Poseidone e si inimicò il dio per sempre.
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“...divino…” Poseidone,infatti, era figlio di Crono, il dio del tempo, e Rea, la madre dio che erano i Titani del mondo. Narra il mito che Crono inghiottì tutti i suoi figli appena nati.Compreso Poseidone. Tuttavia, Zeus era l'unico dio capace di sfuggire all'ira Crono a causa della furbizia di sua madre.Così Zeus diede a suo padre una pozione da bere e che avrebbe fatto vomitare tutti i suoi fratelli. Quando Crono vomitò tutti i suoi figli, Zeus si riunì con loro e tramando contro i suoi genitori. Zeus, Poseidone e Ade guidarono i Titani con l'aiuto delle loro sorelle fuori dell'universo. Quando tornarono vittoriosi, si spartirono le competenze tra di loro. Zeus divenne il dio del cielo e il re degli dèi. Ade è diventato il dio degli Inferi, e Poseidone divenne il dio del mare.
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“Ora però studiamo noi tutti quanti il ritorno, come sarà...”
Gli dei infatti sono riuniti in concilio per discutere sulla sorte di Odisseo e decidere se farlo tornare a casa. Decisivo è l'intervento di Atena(circa dieci versi prima di quelli da me riportati), che fa notare a Zeus l'assenza di un motivo valido per far soffrire l'eroe in questo modo: Odisseo infatti è devoto agli dei e rispetta le loro leggi. Gli dei così decidono di far ritornare in patria l'eroe:mandano Mercurio, messaggero divino, nell'isola della ninfa Calipso, per convincerla a lasciar partire Odisseo; Atena invece si reca ad Itaca sotto mentite spoglie e convince Telemaco ad iniziare la ricerca del padre(da questa ricerca prendono nome i primi quattro canti del poema che costituiscono la Telemachia). Poseidone, che non è presente al concilio perché si è dovuto recare presso gli Etiopi, dovrà arrendersi e sottostare al volere degli altri dei; Zeus infatti afferma:”non potrà contro tutti gli dei immortali voler lottare da solo.
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Altre figure retoriche...
Da notare anche le seguenti figure retoriche: L'EPITETO “Enosìctono” presente nel verso 74, traslitterazione italiana di “Ἐννοσίγαιος”,di cui ho già parlato precedentemente. GLI IPERBATI nei versi (“ora però studiamo noi tutti quanti il ritorno...” e “smetterà Poseidone la collera sua”), anche se il secondo è più propriamente definibile come un'anastrofe, data l'inversione delle parole “smetterà” e “Poseidone”. L'ANASTROFE nel verso 69 (“a cui l'occhio accecò”) costituita dall'inversione di “l'occhio” e “accecò”. Infatti la costruzione normale sarebbe “a cui accecò l'occhio”.
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ODISSEA LIBRO V vv Lo vide da lungi che il mare solcava Posidone dai monti Solimi mentre faceva dagli Etiopi ritorno all’ Olimpo , e una grande furia gli venne nel cuore . La testa agitando parlo con se stesso
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<<Ohimè , che di Ulisse ben altro han deciso gli Dei quando lontano ero fra gli Etiopi;
Or egli e vicino alla terra Feacia , dov’e sua sventura al gran laccio sospeso sfuggire di morte
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Questo dicendo ammassava le nubi e turbava il mare crollando in alto il tridente .
Ed ecco di tutti i venti suscitava i turbini , nasconde coi nembi il mare insieme e la Terra ; discende dal cielo la notte
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Euro calando si scontra con Noto e Zefiro avverso e con Borea freddo che gli alti flutti
rovescia
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Ulisse allora senti’ le ginocchia e il petto mancare ; e parlava turbato al suo animo grande :<< Disgraziato ch’io sono ! Quale fine farò ?>>
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Anastrofe: figura retorica che implica lo sconvolgimento della sintassi
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ODISSEA Libro Terzo VERSI 55-61
“Ascoltami, Poseidone che abbracci la terra e non rifiutare di compiere ai supplici tuoi queste cose. A Nestore, avanti tutto, e ai suoi figli dà gloria, agli altri gradito ricambio concedi, Ai Pili tutti, dell’ecatombe gloriosa. Dà ancora a Telemaco e a me che possiamo tornare, ottenuto lo scopo per cui qui con agile nave nera venimmo”. 17/05/11
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ODISSEA libro III VERSI 55-61
“Ascoltami, Poseidone che abbracci la terra e non rifiutare di compiere ai supplici tuoi queste cose. A Nestore, avanti tutto, e ai suoi figli dà gloria, agli altri gradito ricambio concedi, Ai Pili tutti, dell’ecatombe gloriosa. Dà ancora a Telemaco e a me che possiamo tornare, ottenuto lo scopo per cui qui con agile nave nera venimmo”.
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APOSTROFE Nel verso n.55 del terzo libro dell’Odissea Atena invoca Poseidone con una figura retorica detta apostrofe, ovvero un’invocazione al dio del mare, in latino Nettuno.
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… che abbracci la terra …
Nell’invocazione di Atena è anche presente un epiteto che raffigura Poseidone, colui che abbraccia la terra. L’epiteto è un aggettivo che serve ad identificare meglio il personaggio a cui si fa riferimento. ES. Achille piede rapido, Andromaca dalle bianche braccia…
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… e ai suoi figli dà gloria, agli altri gradito ricambio concedi, ai Pili tutti, dell’ecatombe gloriosa. È anche presente un iperbato, che è una figura retorica dell’epica con la quale si vogliono distanziare parole logicamente legate tra loro ponendone in mezzo altre. “Posso, figlio, il volto vedere tuo?” Virgilio, Eneide
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ATENA Nella mitologia greca, Atena era figlia di Zeus e della sua prima moglie Metide ed era la dea della sapienza, particolarmente della saggezza, della tessitura, delle arti e, presumibilmente, degli aspetti più nobili della guerra, mentre la violenza e la crudeltà rientravano nel dominio di Ares. I suoi simboli sacri erano la civetta e l’ulivo. In tempo di pace gli uomini la veneravano poiché poiché a lei erano dovute le invenzioni di tecnologie agricole, navali e tessili, mentre in tempo di guerra, fra coloro che la invocavano, aiutava solo chi combatteva con l’astuzia, propria di personaggi come Odisseo. Atena ha sempre con sé la sua civetta, indossa una corazza di pelle di capra chiamata Egida ed è spesso accompagnata dalla dea della vittoria Nike. Atena è una dea guerriera e armata: nella mitologia greca appare come protettrice di eroi quali Eracle, Giasone e Odisseo.
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