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PubblicatoRobertina Gasparini Modificato 11 anni fa
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Giuseppe Ungaretti M’illumino D’ immenso “Mattina” L’allegria
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Negli anni del primo conflitto mondiale, Giuseppe Ungaretti matura la sua passione letteraria e poetica. Nato nel 1888 ad Alessandria d’Egitto, da una modestissima famiglia di emigrati lucchesi, si trasferisce a Parigi, dove lavorerà come giornalista per illustri testate francesi. Allo scoppio della prima guerra mondiale, si stabilisce a Milano. Quando, nel 1915, l’Italia entra in guerra, Ungaretti – interventista convinto – viene arruolato e mandato sul Carso come soldato semplice. L’esperienza lo segna profondamente: il contrasto tra la vita e la quotidiana presenza della morte, lo conduce a scrivere versi memorabili, poi raccolti ne “Il porto sepolto” e in “L’allegria”.
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Valloncello dell'Albero Isolato
Veglia Cima Quattro il 23 dicembre 1915 Un'intera nottata buttato vicino a un compagno massacrato con la sua bocca digrignata volta al plenilunio con la congestione delle sue mani penetrata nel mio silenzio ho scritto lettere piene d'amore Non sono mai stato tanto attaccato alla vita. San Martino del Carso Valloncello dell'Albero Isolato il 27 agosto 1916 Di queste case non è rimasto che qualche brandello di muro Di tanti che mi corrispondevano neppure tanto Ma nel cuore nessuna croce manca E' il mio cuore il paese più straziato.
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Giuseppe Ungaretti – dopo un’esistenza segnata dal dolore e dal lavoro e dalla passione per la poesia – si spegnerà a Milano, nel 1970.
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FRANCESCA DI BARTOLOMEO
Autrici ROBERTA MASTROLITTI FRANCESCA DI BARTOLOMEO Classe II Sezione G
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