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I DIRITTI NEGATI AI BAMBINI NEL SUD ITALIA

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Presentazione sul tema: "I DIRITTI NEGATI AI BAMBINI NEL SUD ITALIA"— Transcript della presentazione:

1 I DIRITTI NEGATI AI BAMBINI NEL SUD ITALIA

2 Pensando allo sfruttamento minorile viene in mente l’immagine dei bambini soldato in Africa o dei giovani afghani costretti a fabbricare palloni, ignorando che questo problema, seppur in maniera minore persiste anche nel nostro Paese, in particolare nel Sud dove sono costretti a lavorare circa ragazzi minori di 18 anni. La Campania detiene la maglia nera seguita da Sicilia e Puglia. Tra le cause principali di questo fenomeno vi è la scarsa cultura dei genitori che preferiscono che i figli lavorino sin da piccoli per poter usufruire di maggiori entrate piuttosto che intraprendano la carriera scolastica. Un’altra causa è quella costituita dalla povertà delle famiglie che non vengono aiutate adeguatamente dalle Istituzioni.

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4 A Napoli … Lo sfruttamento minorile ha costituito maggiormente in passato e costituisce in parte tuttora un aspetto molto importante dell’economia partenopea. Esso era diffuso maggiormente nei settori commerciali ed alberghieri sopratutto nel centro cittadino. I ragazzi lavoravano in bar o ristoranti oppure nella vendita al dettaglio ovviamente in nero; in molti erano impiegati come garzoni nelle botteghe artigiane.

5 Attualmente i bambini vittime dello sfruttamento minorile sono impiegati come operai nel settore manifatturiero delle calzature e dell’abbigliamento come venditori di prodotti di contrabbando, parcheggiatori, camerieri ed apprendisti nelle officine meccaniche. Molti ragazzi però sono dediti ad attività microcriminali come scippi o furti. Le cause principali di questa scelta sono il fascino della vita di strada, il mito dell’autonomia economica e le promesse di sicuro benessere economico e sociale elargite dai “boss” della Camorra.

6 In Sicilia … E’ particolarmente diffuso nella parte orientale dell’isola (provincia di Catania e Messina) dove sono sfruttati circa 7000 nel solo catanese. I ragazzi ritirati da scuola il più presto possibile sono indirizzati ad attività di manovalanza (vendita dei mercati, consegne, carico e scarico delle merci) o nel peggiore dei casi alla microcriminalità gestita dai potenti clan mafiosi come Santapaola che gestiscono una buona parte dell’economia di questa terra.

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8 In Calabria … I minori sono impiegati in attività agricole soprattutto nelle raccolte annuali come la vendemmia o la raccolta di ortaggi oppure vengono coinvolti in attività microcriminali sostenute dalla ‘Ndrangheta perché piccoli, veloci e difficili da catturare. Tra le ragazze purtroppo è abbastanza diffuso il fenomeno della prostituzione.

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10 A Roma … I ragazzi soggetti a sfruttamento minorile sono dediti alle attività ristorative (baristi, pizzaioli e camerieri), ad attività edilizie (muratori), artigianali o microcriminali (borseggi e furti) soprattutto nei quartieri periferici della città. E’ Molto diffuso tra i bambini più piccoli (8-12 anni) il fenomeno della mendicità soprattutto nei pressi di basiliche, santuari e monumenti famosi della capitale, luoghi dove si dirigono ogni giorno migliaia di turisti e pellegrini.

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12 TUTTO CIO’ FINIRA’ SOLTANTO SE CI SARA’ IL RISPETTO TRA LE PERSONE E FINALMENTE I BAMBINI POTRANNO VIVERE UNA VITA PIU’ BELLA, GUSTANDO IL SAPORE DELLA LIBERTA’.

13 Il lavoro è stato svolto da: Enrico Di Giovanni Gianluigi Colucci
Classe V Sezione I Liceo Classico “Gabriele D’Annunzio” Pescara


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