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Progetto Latino Quis Phaedrus est?
Fedro (15 ca. a.C ca. d.C.), favolista latino. Quel poco che sappiamo di lui si ricava dalla sua opera e dalle titolazioni dei codici. Era uno schiavo trace, giunto a Roma quand'era ragazzo, poi affrancato da Augusto. Sotto Tiberio pubblicò, nell'arco di alcuni anni, una raccolta di cinque libri, che gli valsero anche un processo nel 31 d.C. per avere disturbato Seiano e i potenti di allora. Trovò in seguito protezione presso altri liberti. I libri di Fedro, in senari giambici, sono perlopiù apologhi di animali secondo il modello greco. Le raccolte di favole in prosa assegnate a Esopo, al quale Fedro dichiarò di ispirarsi, sono più tarde (risalgono al II-V secolo d.C.); in ogni caso, raccolte di favole in versi non esistevano prima di Fedro. A lui, che nei prologhi dimostra una crescente autonomia dal modello, spetta il merito, come afferma egli stesso non senza fierezza, di aver elevato la favola alla dignità di genere letterario autonomo: prima di lui la favola esopica era rimasta al margine della cultura ufficiale, perché esprimeva il mondo degli schiavi e dei poveri, di quelli che non contano. Fedro ripropose, attraverso l'apologo animale, il quadro di una società in cui dominano, in modo crudo, i rapporti di forza tra gli uomini.
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Lupus et Agnus Phaedri fabula Versione latina e traduzione
Sistema dei personaggi e tematiche Analisi linguistica Rappresentazione grafica Vulpes et Ciconia
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Lupus et agnus Ad rivum eundem lupus et agnus venerant, siti compulsi. Superior stabat lupus, longeque inferior agnus. Tunc fauce improba latro incitatus iurgii causam intulit; 'Cur' inquit 'turbulentam fecisti mihi aquam bibenti?' Laniger conta timens 'Qui possum, quaeso, facere quod quereris, lupe? A te decurrit ad meos haustus liquor'. Repulsus ille veritatis viribus 'Ante hos sex menses male' ait 'dixisti mihi'. Respondit agnus 'Equidem natus non eram'. 'Pater hercle tuus' ille inquit 'male dixit mihi'; atque ita correptum lacerat iniusta nece. Haec propter illos scripta est homines fabula qui fictis causis innocentes opprimunt. Un lupo e un agnello, spinti dalla sete, si ritrovarono a bere nello stesso ruscello. Il lupo era più a monte, mentre l'agnello beveva a una certa distanza, verso valle. La fame però spinse il lupo ad attaccar briga e allora disse: "Perché osi intorbidarmi l'acqua?" L'agnello tremando rispose: "Come posso fare questo se l'acqua scorre da te a me? “ E' vero, ma tu sei mesi fa mi hai insultato con brutte parole". "Impossibile, sei mesi fa non ero ancora nato". "Allora" riprese il lupo "fu certamente tuo padre a rivolgermi tutte quelle villanie". Quindi saltò addosso all'agnello e se lo mangiò. Questo racconto è rivolto a tutti coloro che opprimono i giusti nascondendosi dietro falsi pretesti.
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Sistema dei personaggi Tematica principale
Lupo Agnello Oggetto del desiderio Antagonista Piatto Statico Pres. indiretta Protagonista Piatto Statico Pres. indiretta Tematica principale La vittoria del più forte sul più debole
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Analisi linguistica Avverbi e congiunzioni Verbi Sostantivi Aggettivi
Tunc allore Cur come Quod perché Ante prima Equidem certo Ita così Qui qui Et e Atque anche Verbi Venero venerare Sto stare Inquo rendere Facio fare Bibo bere Timo temere Possum essere possibile Decurro scorrere Dico dire Respondo rispondere Sum essere Lacero lacerare Opprimo opprimere Analisi linguistica Sostantivi I^ Declinazione causa, ae causa aqua, ae acqua fabula, ae favola II^ Declinazione rivum, i riva lupus, i lupo agnus, i agnello iurgium, i lite laniger, i agnello Aggettivi situs, a, um stesso superior superiore inferior inferiore improbus, a, um malvagio incitatus, a, um veloce turbulentus tempestoso natus, a , um idoneo iniustus, a , um ingiusto
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Rappresentazione Grafica
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Vulpes et Ciconia Phaedri fabula Versione latina e traduzione
Sistema dei personaggi e tematiche Rappresentazione grafica
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Vulpes et ciconia Nulli nocendum: si quis vero laeserit, multandum simili iure fabella admonet. Vulpes ad cenam dicitur ciconiam prior invitasse et illi in patina liquidam posuisse sorbitionem, quam nullo modo gustare esuriens potuerit ciconia. Quae vulpem cum revocasset, intrito cibo plenam lagonam posuit: huic rostrum inserens satiatur ipsa et torquet convivam fame. Quae cum lagonae collum frustra lambert, peregrinam sic locutam volucrem accepimus: «Sua quisque exempla debet aequo animo pali». Non si deve nuocere a nessuno: ma se qualcuno l’ avrà fatto, la favoletta avverte che dovrà essere punito con simile diritto. Si racconta che la volpe per prima avesse invitato a pranzo la cicogna e le avesse imbandito, in un piatto un brodo liquido, che la cicogna, affamata, in nessun modo poté assaggiare. Questa, avendo a sua volta invitato la volpe, le pose davanti una bottiglia piena di cibo sminuzzato: inserendovi il becco, essa stessa si sazia e tormenta la commensale con la fame. E mentre quella leccava invano il collo della bottiglia, sappiamo che così parlò l’uccello migratore: “Ciascuno deve sopportare di buon animo gli esempi che ha dato”.
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Sistema dei personaggi Tematica Principale
Oggetto del desiderio Volpe Cicogna Protagonista Piatto Statico pres. indiretta Protagonista Piatto Statico pres. indiretta cibo Tematica Principale Chi la fa l’aspetti
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Realizzato da Giorgia Buzzelli Renato Marchetti
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