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PubblicatoSilvia Casati Modificato 10 anni fa
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SOS dalle Città del Tufo Nelle colline della Maremma, nelle rocce tufacee provocate dallesplosione del vulcano da cui nacque il Lago di Bolsena, antichissime civiltà si sono susseguite utilizzando il territorio nelle sue più nascoste risorse. Insediatisi in siti frequentati nelletà del bronzo, tracce pervasive e durevoli hanno lasciato gli Etruschi. Le Vie Cave, profondamente scavate nel tufo, segnano le colline come una ragnatela. Costituiscono il supporto di numerose necropoli e di antiche città. Su questo sistema insediativo complesso, e per molti aspetti ancora misterioso, si sono sovrapposti i segni dellepoca romana, del medioevo, delle complesse vicende del rinascimento. A tutto ciò si accompagna una natura ricca di differenze, dove pettinata in paesaggi agrari di rara morbida bellezza, dove segnata dalle selve e dai dirupi. Incuria, speculazione, eccessiva tolleranza da parte di chi dovrebbe promuovere, guidare, controllare un impiego parsimonioso e lungimirante delle risorse, minacciano oggi questo patrimonio. LE CITTÀ DEL TUFO Pitigliano Sorano Sovana Manciano Montemerano Saturnia
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Pitigliano, Sorano, Sovana Il cuore dellarea del tufo sono i tre centri antichi di Pitigliano, Sorano, Sovana. Ecco alcune immagini, tratte dal sito http://www.pit igliano.net/Sur roundings/ Pitigliano Sorano Sovana
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Il Parco archeologico delle città del tufo Sotto questo nome si nascondono un immenso patrimonio culturale e una truffa. Il patrimonio è nel sito, la truffa è nellistituzione
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Il Patrimonio: Le vie cave Immagini delle Vie Cave, da http://www.lecittadeltufo.it/archeo logia/sovana.html
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Il Patrimonio: Ipogei Tombe (sopra) e abitazioni (a destra) ipogee, da http://www.lecittadeltufo.it/archeologia/sovana.html
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Il Patrimonio: Vitozza Con le sue 200 grotte scavate nel tufo, Vitozza è uno dei più grandi insediamenti rupestri d'Italia. […] Nel 1929 l'archeologo Ranuccio Bianchi Bandinelli datò il grande colombario, ubicato all'estremità nordoccidentale dell' insediamento, al periodo che va dal I secolo a.C. al I secolo d.C. Recentemente, durante la ripulitura di alcune grotte, sono venuti alla luce reperti che retrodatano le origini di millenni. Tra essi un'ascia votiva del periodo neolitico-eneolitco.
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Perché ho detto truffa? Il Parco archeologico delle città del tufo è un parco culturale: il primo parco culturale della Toscana, come si proclama. È promosso e guidato dalla Regione Toscana, dal Comune di Sorano, dalla Soprintendenza dei beni archeologici della Toscana. È gestito dalla potente cooperativa Arethusa. Un parco culturale: ciò significa che non basta lasciar libera e sfrenata la rigogliosa natura, ma occorre tutelare il bene perché resti intatto per le generazioni future. Ciò significherebbe evitare che le Vie Cave continuino ad essere discariche pubbliche, via via cancellate da cumuli di materiali di cantiere. Significherebbe evitare che le radici degli alberi scalzino il tufo e distruggano gli ipogei. Significherebbe insomma svolgere unattenta e quotidiana azione di manutenzione. Nulla di tutto ciò. Il parco è costituito solo da qualche transenna, qualche biglietteria, qualche panchina per i picnic, una segnaletica oscura e semidistrutta. Insomma, sotto il nome niente: se non quello che i nostri lontani antenati ci hanno tramandato, e che noi non sembriamo capaci di trasmettere ai nostri posteri.
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Anche peggio: Un albergo a Sovana ai piedi della Cattedrale … Tra il centro antico di Sovana e la splendida cattedrale dei Santi Pietro e Paolo (XI-XII sec.), stanno finendo di costruire un albergo: regolare concessione edilizia, regolare parere favorevole della Soprintendenza. Campeggia maestoso, al cospetto della larga valle in cui giace la Tomba di ldebranda. In pieno Parco archeologico delle Città dei Tufi. Anche questa è Italia, il Malpaese.
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… nel Parco Archeologico In fondo alla valle, la Tomba di lldebranda. Valorizzata?
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Cancellare il tufo nella Città del tufo? Sovana, frazione di Sorano, è il cuore del Parco delle Città del Tufo. Al centro della città di Gregorio VII Cè la chiesa di S. Maria Maggiore. Le tre navate erano caratterizzate (e in parte lo sono ancora) da massicci pilastri di tufo. Stanno cancellando il tufo sotto un anonimo manto di bianco intonaco. Perché?
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Speriamo che non intonichino gli affreschi! Non si sa mai! Da Sorano, 11 ottobre 2003, con molti ringraziamenti a Gianni Feo, che mi ha guidato nelle Città del Tufo.
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