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Tratta(si) di Persone
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La schiavitù è definita come lo stato o condizione di un individuo sul quale sono esercitati gli attributi del diritto di proprietà o alcuni di questi
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In Egitto, gli schiavi appartenevano al Faraone, ai grandi
dignitari dello stato, ai sacerdoti; erano un bene prezioso, data la necessità di manodopera, e per questo la legge puniva con la morte la loro uccisione. Nel mondo romano, la quasi totalità degli schiavi erano stranieri fatti prigionieri o acquistati. Inizialmente la loro condizione era molto dura, ma in seguito alle ribellioni, poi migliorò (mantenimento delle coppie in caso di vendita, diritto a possedere e a ereditare). La tratta degli schiavi lungo la rotta atlantica divenne un affare colossale quando la Spagna dovette importarne nelle proprie colonie dopo aver sterminato la popolazione indigena, costretta nel lavoro schiavo delle miniere.
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Nel 1815 per la prima volta a schiavitù è condannata in Europa con la "Dichiarazione relativa all'abolizione universale della tratta degli schiavi". Nel 1926 la Società delle Nazioni elabora per la prima volta la definizione giuridica internazionale della schiavitù. Nel 1948 la "Dichiarazione universale dei diritti dell'uomo" approvata il 10 dicembre 1948 dall'Assemblea generale dell'ONU afferma, nell'articolo 4 "nessuno deve essere tenuto in schiavitù o servitù; la schiavitù e il traffico degli schiavi devono essere proibiti in tutte le loro forme".
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La schiavitù oggi Non si vedono più catene, non esiste più il diritto legale di possedere un essere umano ma le persone sono comunque ridotte in schiavitù con la coercizione (anche indiretta), la negazione della libertà e soprattutto la violenza. Trattandosi di un settore illegale e pieno di ombre è difficile dare stime precise. Secondo le ultime stime nel mondo contemporaneo esistono 27 milioni di schiavi mentre per alcuni attivisti la cifra si aggira attorno ai 200 milioni
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Varie sono le forme di sfruttamento:
Sfruttamento sessuale delle donne e dei bambini Traffico d’organi Lavoro forzato Servitù domestica e religiosa Sfruttamento bambini nei conflitti Sfruttamento dei bambini nell’accattonaggio. Tratta
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La forma più comune è il debito: in cambio di un prestito di denaro la vittima s'impegna senza che vengano definiti durata e natura del servizio, che poi non andrà a ridurre il debito originario. Esistono inoltre la schiavitù basata sul possesso - forma praticata in Africa settentrionale e occidentale e in alcuni paesi arabi e la schiavitù contrattualizzata che consiste nell'offrire un contratto al lavoratore per poi ridurlo in schiavitù una volta arrivato sul posto di lavoro.
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Sfruttamento sessuale
Le donne trafficate a scopo di sfruttamento sessuale, sia oltre che entro i confini del paese d'origine, sono, secondo le Nazioni Unite, 4 milioni, un mercato che muoverebbe dai 5 ai 7 miliardi l'anno. A livello europeo l'industria del sesso risulta coinvolgere circa giovani. In Italia si stima una presenza di prostitute straniere che oscilla tra le e le unità e circa di esse risulterebbero coinvolte nella tratta. Secondo gli studiosi del fenomeno la prostituzione delle immigrate in Italia inizia a diffondersi negli anni Ottanta con le ondate migratorie delle donne dell'America Latina che provocano di conseguenza, verso la fine del decennio, la ritirata (dalla strada) delle italiane. È seguito poi l'arrivo delle asiatiche , ma è con il conflitto nella ex Jugoslavia e con il massiccio esodo delle donne dell'Est che si comincia a parlare di tratta. Raggirate con finti matrimoni o fidanzamenti fasulli (accade di sovente alle albanesi), o con false promesse di un lavoro dignitoso o remunerativo, le vittime vengono vendute a un prezzo che si aggira attorno ai 20 milioni di lire.
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L'Unicef valuta che circa un milione di bambini ogni anno viene introdotto nel commercio sessuale. Di seguito vi presentiamo alcuni dati: nella Repubblica Dominicana si calcola che bambini siano lavoratori del sesso Asia Watch, un'organizzazione non governativa (Ong), ha riportato che ragazze nepalesi sono state vendute e mandate in India per essere costrette a lavorare nei bordelli di Bombay Nell'Africa occidentale sono circa i bambini lavoratori del sesso Il vincolo del debito è spesso il modo in cui le ragazze vengono forzate alla prostituzione in molti paesi asiatici, fra cui India, Myanmar, Nepal, Pakistan e Thailandia. Le ragazze devono lavorare per restituire il denaro preso in prestito dai genitori o da un tutore e non possono smettere di prostituirsi finché il debito non sia stato completamente estinto
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Traffico di organi Nell‘India più povera, quella dell'entroterra rurale, esistono interi villaggi utilizzati come fonti di organi. Sono i “villaggi della speranza” dove i malati provenienti da Europa ma anche dall'India più benestante sono pronti a pagare quanto necessario per ottenere un rene da persone così povere che sono pronte a cederlo pur di vivere. Anche il Albania si è sviluppato un importante giro di sfruttamento che avrebbe portato alla scomparsa di 2 mila bambini solo per il traffico di organi con destinazione Italia e Grecia dove si arriva a pagare 30 mila euro per un fegato.
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Lavoro forzato Una persona diventa lavoratore forzato quando il suo lavoro è richiesto in cambio di un prestito in denaro per il quale viene costretto a lavorare sette giorni su sette con una retribuzione minima o nulla. Secondo Anti-slavery sono 20 milioni. Le vittime: intere famiglie che lavorano in condizioni inumane nelle zone agricole dell'Asia del sud, uomini impegnati nelle fazende brasiliane e donne esportate per schiavitù sessuale e domestica in Europa ecc.
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accattonaggio L'accattonaggio rappresenta la più tradizionale forma di profitto attraverso l'"utilizzo" dei minori. Il problema, già emerso alla metà degli anni Ottanta, in Italia ha coinvolto piccoli nomadi di origine diversa: Rom, marocchini e dell'Est europeo. I minorenni di etnia albanese e rumena vengono "affidati" dalle proprie famiglie a organizzazioni criminali che si occupano della loro "collocazione" in Italia. Due sono i motivi dell'aumento di questo fenomeno: • aumento flussi migratori • i margini di guadagno: ogni bambino può rendere circa 100 euro al giorno A Roma si ritiene che tra i 300 e 400 minorenni vengano utilizzati per mendicare sulle strade cittadine
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Bambini soldato Più di minori di 18 anni sono attualmente impegnati in conflitti nel mondo. La maggioranza di questi hanno da 15 a 18 anni ma ci sono reclute anche di 10 anni e la tendenza che si nota è verso un abbassamento dell'età. Decine di migliaia corrono ancora il rischio di diventare soldati. Il problema è più grave in Africa (il rapporto presentato nell'aprile scorso a Maputo parla di soldati con meno di 18 anni) e in Asia ma anche in America e Europa parecchi stati reclutano minori nelle loro forze armate. Sono 120 mila le bambine nel mondo costrette a lavorare o combattere negli almeno 21 eserciti attivi nel mondo, ossia il 40% dei 300 mila minori usati come soldati.
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Alcuni sono soldati a tutti gli effetti, altri sono usati come "portatori" di munizioni, vettovaglie ecc. e la loro vita non è meno dura e a rischio dei primi. Alcuni sono regolarmente reclutati nelle forze armate del loro stato, altri fanno parte di armate di opposizione ai governi; in ambedue i casi sono esposti ai pericoli della battaglia e delle armi, trattati brutalmente e puniti in modo estremamente severo per gli errori dal 1998 sono stati smobilitati e reintegrati: 3.015 minori in Burundi 1.194 in Costa d'Avorio nella Repubblica Democratica del Congo in Sudan 5.900 in Sri Lanka in Uganda in Liberia 3.200 in Angola 4.000 in Afghanistan 8.334 in Sierra Leone.
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La tratta degli esseri umani è un problema su scala mondiale e consiste nel trasferimento di persone con la violenza, l'inganno o la forza finalizzato al lavoro forzato, alla servitù o a pratiche assimilabili alla schiavitù. Si parla di schiavitù perché i "trafficanti" usano violenza, minacce e altre forme di coercizione per costringere le proprie vittime, nella maggior parte dei casi donne e bambini, a lavorare contro il loro volere. Le statistiche parlano di cifre che variano dai 500mila (Oim), (Interpol) e 700mila (USAID), 2 milioni (Nazioni Unite) Tratta
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Il traffico o tratta di esseri umani è diverso dal favoreggiamento dell'immigrazione clandestina. Quest'ultimo mira a ottenere un beneficio finanziario o di altro tipo dall'entrata illegale di una persona in uno stato del quale la persona stessa non è cittadina né residente. Nel caso di favoreggiamento di immigrazione clandestina il reato consiste quindi nel trasportare persone consenzienti e organizzare il loro ingresso in uno stato senza i documenti idonei. Nel caso della tratta invece si è in presenza di metodi coercitivi o ingannevoli ma non sempre l'ingresso nel territorio di un altro stato avviene in maniera illegale ed esiste anche il traffico "interno" di persone
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