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PubblicatoAnastasio Grosso Modificato 10 anni fa
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Principi di tassazione del reddito: la scelta della base imponibile
Lezione 2 Scienza delle finanze – CLEA a.a
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Alcune questioni preliminari
Imposte reali o personali? Imposta sul reddito entrata, sul reddito prodotto o sul consumo? Imponibile reale o monetario? Reddito effettivo o reddito normale? Che unità impositiva?
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Imposte reali e personali
Solo le imposte personali consentono di tenere conto della condizione economica complessiva del soggetto e possono essere progressive, Le imposte reali sono meno eque, ma più semplici da amministrare
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La definizione di reddito
Tre modelli di riferimento: Comprehensive income tax (imposta sul reddito-entrata) Expenditure tax (imposta sulla spesa o sul consumo) Dual income tax (imposta duale sui redditi, di lavoro e di capitale) Criteri di valutazione Equità Efficienza Semplicità e applicabilità
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Fonti e usi del reddito Fonti Usi
Redditi di lavoro (dipendente ed autonomo) Consumo o spesa Redditi di capitale (interessi, rendite, profitti) Plusvalenze (e minusvalenze) Risparmio Entrate straordinarie e occasionali
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Reddito entrata, reddito prodotto, reddito consumato
Reddito prodotto = redditi di lavoro, terra e di capitale (valore aggiunto) Reddito entrata = reddito prodotto + plusvalenze nette + entrate straordinarie e occasionali = consumo potenziale (consumo più variazioni della ricchezza) Reddito consumato = quota di reddito consumata (si esenta il risparmio) oppure esenzione dei redditi derivanti dall’impiego del risparmio Dual income tax= il reddito di capitale è tassato meno di quello di lavoro
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Comprehensive Income Tax (1)
Shanz (1896), Haigh (1921), Simon (1938): E’ reddito imponibile l’ammontare di risorse che può potenzialmente essere consumato in un determinato periodo di tempo, mantenendo invariata la situazione patrimoniale Si tassa la fonte del reddito REt=Wt-Wt-1+Ct=SYi+CGt+Aet
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Comprehensive Income Tax (2)
Problemi pratici e concettuali tassazione dei redditi occasionali o straordinari (es. vincite o eredità) con aliquote progressive? L’onere potrebbe essere eccessivo. tassazione delle plusvalenze maturate? sono difficili, a volte, da misurare; il contribuente potrebbe avere problemi di liquidità (mercati del credito non perfetti) il sistema andrebbe indicizzato difficoltà non tanto per fenomeno di fiscal drag, ma per indicizzazione dei redditi di capitale difficoltà definizione reddito di impresa e integrazione imposte personali e societarie vero “profitto economico” piena integrazione
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Reddito prodotto Per superare alcune difficoltà del concetto di reddito entrata a volta si fa riferimento, nei sistemi concretamente adottati, a un concetto di reddito-prodotto: RPt=SYi
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Expenditure tax (1) Precursore: Hobbes (nel Leviatano); Mill (1852), Fisher (1942), Kaldor (1955), Einaudi (1958), Meade Report (1978) … E’ reddito imponibile il consumo effettivo (si tassa l’uso del reddito). “Quando le imposizioni sono sopra le cose che gli uomini consumano, ogni uomo paga ugualmente per quello che egli usa: né la collettività, è depauperata dallo spreco fastoso dei privati” (Hobbes) Molto attraente ma molto controversa: “Expenditure system of direct taxation …an idea which periodically circles the world...without ever permanently finding a home” (The Economist, June 28, 1978, p70)
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Expenditure tax (2) RSt= Ct =REt- (Wt-Wt-1)
Prescindiamo da AE (AE=0) RSt= Ct =SYt+ CGt - (Wt-Wt-1) Wt-Wt-1 = CGt – (prelievi – versamenti) conti reg RSt= Ct =SYt+ (prelievi – versamenti) conti reg. Cash flow tax (CFT): molto semplice e attraente per società; meno facile da applicare per persona fisica (a meno che tutto il risparmio dei soggetti sia canalizzato in “conti registrati” (es. forme di gestione patrimoniale con valutazione di mercato, controllabili dalle autorità)
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Expenditure tax (3) Pre-payment Tax (PPT): esenzione dei redditi di capitale (solo rendimento normale…). Non si deduce il reddito risparmiato, ma si esentano i frutti che derivano da quel reddito (redditi di capitale). Più semplice da applicare. Si tassano solo i redditi di lavoro. Le due modalità di calcolo (CFT e PPT) sono equivalenti, in valore attuale, se l’aliquota di imposta è costante nell’arco vitale. Differiscono per il momento in cui il soggetto è chiamato a pagare l’imposta.
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Confronto CIT e ET: Equità (1)
Ottica uniperiodale: sembrerebbe preferibile RE (tassa in modo uguale i soggetti, indipendentemente dal fatto che decidano di consumare o risparmiare il proprio reddito) Ottica multiperiodale: può essere più equa la tassazione sul reddito-spesa.
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Confronto CIT, ET e WT: Equità (2) (due soggetti, due periodi: r=10%)
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Confronto CIT, ET e WT: Equità (3) (due soggetti, due periodi: r=10%)
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Confronto CIT, ET e WT: Equità (3) (due soggetti, due periodi: r=10%)
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Confronto CIT, ET e WT: Equità (3) (due soggetti, due periodi: r=10%)
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Conclusioni In un’ottica uniperiodale CIT è superiore, ma nell’arco vitale no CIT tassa meno i soggetti che consumano rispetto a quelli che risparmiano ET non discrimina in funzione delle scelte se consumare o risparmiare Imposte sul consumo tipo CFT o PPT sono equivalenti in valore attuale ed equivalgono ad un’imposta sul salario (ma sono diversi i momenti in cui i soggetti sono chiamati a pagare le imposte) Se le imposte sono progressive, la diversa cadenza temporale può dar luogo a oneri diversi I mercati dei capitali non sono perfetti! Se vi fossero lasciti ed eredità dovrebbero essere trattati come consumo, secondo una ET La superiorità di CIT o ET dal punto di vista dell’equità è controversa Vediamo sul piano dell’efficienza…..
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Risparmio e consumo (1) Hp: due periodi Assenza di imposte
Prescindendo da lasciti ed eredità il valore attuale del reddito e del consumo sono uguali nell’arco vitale
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Risparmio e consumo (2) Assenza di imposte C2
L’equilibrio è dato dall’uguaglianza tra il SMS tra C1 e C2 e l’inclinazione del vincolo di bilancio E0 (1+r) C1
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Imposta sul reddito-entrata
NB C’è doppia tassazione del risparmio
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Imposta sul consumo (CFT)
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Imposta sul consumo (PPT) o imposta sul salario
Si esentano i redditi di capitale; equivalente a tassare solo redditi di lavoro
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Confronto CIT e ET: efficienza (analisi grafica)
Da E0 a E2: effetto reddito. Diminuisce sia C1 che C2 Da E2 a E1: effetto sostituzione Diminuisce C2, aumenta C1 C2 E0 E2 E1 C1 EP
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Confronto CIT e ET: efficienza (conclusioni)
Un’imposta che tassa i redditi di capitale altera le scelte fra consumo presente e futuro (disincentiva il risparmio): è distorsiva Ma anche un’imposta che esenta i redditi di capitale (sul salario) è distorsiva: influenza la scelta reddito-tempo libero (se anche le ore di lavoro non diminuissero o aumentassero, vi sarebbe distorsione) Non è detto che una sola (grande) distorsione sia preferibile a più (piccole) distorsioni La tassazione ottimale dipende dalla complementarietà del consumo presente e futuro al tempo libero. “…the optimality of neither income nor consumption taxation can be established unambiguously even in the simplest of theoretical lifecycle models…” (Zodrow, 2005)
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Dual Income tax Riforme paesi Nordici inizio anni ’90
“The DIT may be seen as a compromise between a comprehensive income tax and an expenditure tax, since it taxes capital income at a lower marginal tax rate than other income (for taxpayers above the first tax bracket)”. (Sorensen, 2005) Imposta proporzionale uniforme sui redditi di capitale uguale all’aliquota base dell’imposta personale progressiva sul reddito e all’aliquota dell’imposta societaria. Nella sua forma pura: esenzione di dividendi e plusvalenze azionarie in capo al socio e tassazione degli interessi con l’aliquota proporzionale dei redditi di capitale (interessi, dividendi e plusvalenze sopporterebbero così la stessa aliquota complessiva, personale e societaria)
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Motivazioni della Dual Income tax
Sistema intermedio fra CIT e ET, con importanti caratteristiche di semplificazione e neutralità… Riduce gli effetti negativi della doppia tassazione del risparmio; Consente una tassazione bassa ma generalizzata e uniforme, consentendo un livellamento del campo di gioco ed evitando arbirtraggi volti a lucrare su differenze di aliquote Modo indiretto e pragmatico per tenere conto degli effetti dell’inflazione Reazione alla concorrenza internazionale sul mercato dei capitali
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Base imponibile reale o monetaria?
L’inflazione non dovrebbe alterare il carico impositivo L’inflazione esercita invece effetti distorsivi. Esempi: Redditi di capitale (interessi) Redditi di impresa Redditi di lavoro (imposta progressiva)
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Tassazione dei redditi di capitale e inflazione
Hp: 100euro di depositi r=i=2% t=20% T= 0,20*0,02*100=0,4 rn=i(1-t)=1,6% t effettiva su rendimento reale= 20% Con inflazione (p =2%) r= 2%; i=4% T=0,2*0,04*100= 0,8 rn=i(1-t)-p=1,2% t effettiva su rendimento reale= 40%
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Esempio/domanda Ipotizzate di avere investito euro al tasso di interesse (nominale) del 5%. Gli interessi (nominali) sono tassati con una aliquota del 15%. Calcolate l’aliquota di imposizione effettiva (sugli interessi reali) ipotizzando alternativamente che il tasso di inflazione sia: 0%, 2%, 4%. Spiegate i risultati raggiunti.
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Tassazione dei redditi di impresa e inflazione
Effetti contrastanti: aumento base imponibile: ammortamenti al costo storico, valutazione magazzino diversa dal criterio Lifo; riduzione base imponibile: deducibilità interessi passivi nominali
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Tassazione progressiva e inflazione
Fiscal drag: A parità di reddito reale, ma con reddito monetario più elevato, per via dell’inflazione, aumenta l’aliquota media di un’imposta personale progressiva poichè una quota sempre più ampia di reddito è assoggettata ad aliquote marginali più elevate. Detrazioni e deduzioni definite in termini nominali perdono di valore in termini reali
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Esempio/domanda Un individuo percepisce nell’anno t un reddito imponibile pari a euro. Nell’anno t+1 il tasso di inflazione è uguale al 5%; il reddito dell’individuo nell’anno t+1 è pari a 31500, cioè è indicizzato all’inflazione, ma non subisce alcuna crescita reale. Si ipotizzi che la scala delle aliquote e i rispettivi scaglioni di reddito siano i seguenti (non si considerano nè deduzioni nè detrazioni): scaglioni aliquota % % > % a) si mostri che nell’anno t+1 si verifica il fenomeno del fiscal drag, e si calcoli l’importo della maggiore imposta pagata dal contribuente a causa del fiscal drag b) si mostri anche numericamente in che modo sarebbe possibile annullare l’effetto del fiscal drag
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Reddito effettivo o reddito normale?
Reddito effettivo (quello di cui il contribuente ha disponibilità in ogni periodo di imposta considerato; per competenza o cassa): Misura più precisa della capacità contributiva Più equo di fronte a variabilità redditi fra contribuenti e nel tempo; Più coerente con concetto reddito entrata
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Reddito effettivo o reddito normale?
Reddito normale (media dei redditi realizzati in tempi diversi da uno stesso soggetto o da soggetti diversi che svolgono attività analoghe): Misura più precisa della capacità contributiva nel ciclo vitale; Effetto incentivante sull’attività economica; Più pratico …e semplice da amministrare Criteri che si ispirano al reddito normale sono spesso utilizzati in fase di accertamento dei tributi (vedi studi di settore)
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Scelta dell’unità impositiva: individuo o famiglia? (1)
La scelta è particolarmente delicata se l’imposta è progressiva (nel caso di cumulo si paga di più) La famiglia è l’unità più appropriata, ma problemi: Può scoraggiare la partecipazione femminile Può scoraggiare il matrimonio Occorre tener conto dei componenti Occorre tenere conto dell’ammontare, distribuzione e tipologia dei redditi
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Scelta dell’unità impositiva: individuo o famiglia? (2)
Tassazione dell’individuo: si tiene conto dei carichi familiari con deduzioni e detrazioni Tassazione dei redditi familiari: es. Splitting Quoziente: tiene conto della numerosità e delle economie di scala Come tener conto del diverso numero di percettori del reddito? Problema di definizione del reddito imponibile: i costi per produzione del reddito (aiuti domestici) potrebbero essere resi deducibili (o il reddito in natura derivante dal lavoro domestico, tassato…)
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Esempio/domanda Si consideri una famiglia composta da marito moglie e due figli, in cui il marito percepisce un reddito imponibile pari a e la moglie un reddito imponibile di Si ipotizzi che la scala delle aliquote e i rispettivi scaglioni di reddito siano i seguenti (non si considerano nè deduzioni nè detrazioni): scaglioni aliquota % % > % Calcolare l’imposta sul reddito della famiglia nel caso di: unità impositiva individuale unità impositiva familiare unità impositiva familiare con applicazione dello splitting unità impositiva familiare con applicazione del quoziente familiare (il capofamiglia pesa 1, il coniuge 0,7, il primo figlio 0,5, ogni figlio successivo 0,3). Commentare….
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Riferimenti bibliografici
P. Bosi (a cura di), Corso di scienza delle finanze, Il Mulino, Bologna, 2003, lezione 3. P. Bosi, M.C. Guerra, I tributi nell’economia italiana, Bologna Il Mulino, ed. 2008, capp. III. Per saperne di più: J.E.Stglitz, Economia del settore pubblico, Hoepli, 2000, Vol. 1 Fondamenti teorici, ch.13 R. Artoni, Lezioni di Scienza delle finanze, Il Mulino, 2003, ch.9 N. Kaldor (1955), An Expenditure Tax, George Allen and Unwin, London. Meade Report, The structure and reform of direct taxation, IFS 1978 The Mirrlees Review, Reforming the Tax System for the 21st Century, IFS,
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