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PubblicatoRoberto Novelli Modificato 11 anni fa
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Lezione 5 – Tassazione del risparmio e degli investimenti in economia chiusa e aperta
Tassazione e mercati finanziari Silvia Giannini Laurea Specialistica Corso di laurea in Direzione aziendale novembre dicembre 2007 30 ore – 5 crediti
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(rl-rn)/ rn = cuneo fiscale %
Effetti sul risparmio e sugli investimenti di una imposta sui redditi di capitale (economia chiusa) r S (rl-rn)/ rn = cuneo fiscale % rl=MPC r0 Cuneo fiscale rn =MRS I I1 I0 S,I (NB ipotesi che il risparmio sia canalizzato solo nell’acquisto di beni capitali)
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Cuneo fiscale sul risparmio e sugli investimenti
Imprese Risparmiatore Tassazione dei profitti Finanziamento con capitale proprio: Dividendi Pulsvalenze Si pone il problema di doppia tassazione degli utili di impresa Finanziamento con debito: Interessi Non si pone il problema di doppia tassazione perché i profitti tassabili sono al netto interessi passivi Cuneo di imposta sugli investimenti: rl -r Cuneo di imposta sul risparmio: r-rn
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Tassazione del risparmio e degli investimenti
In economia chiusa sia che si tassi il risparmio, sia che si tassino gli investimenti, un’imposta sul reddito di capitale: introduce un cuneo tra rendimenti lordi (sull’investimento) e netti (sul risparmiatore) riduce S e I Nel caso della tassazione del risparmio si può annullare questo cuneo con ET (CFT o PPT). Nel caso degli investimenti il ragionamento è analogo, ma un po’ più complesso.
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Tassazione degli investimenti (in beni capitali)
Che forme di tassazione societaria? (soggetto che investe) Sia CIT che ET prefigurano nelle loro forme pure sistemi di imposizione neutrale della tassazione dei redditi delle società I sistemi concretamente adottati anche in questo caso si differenziano da questi benchmark di neutralità e introducono distorsioni
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Tassazione degli investimenti (in beni capitali)
Profitto: P = R-C-AM-IP R=ricavi =F(K,L) C= costi di esercizio (per beni intermedi e del lavoro)= 0, per ipotesi AM= ammortamenti =dK (d “vero” ammortamento economico) IP = interessi passivi= rK P = F(K,L)-dK-rK Ipotesi finanziamento con debito (costo del capitale deducibile)
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Scelte di investimento in assenza di tassazione
P = F(K,L)-dK-rK Max P (derivata prima =0) FK =d + r Impresa investe fino al punto in cui FK = UCK (user cost of capital per un investimento di valore unitario q=1) FK = UCK = d + r L’impresa investe fino al punto cui il valore della produttività marginale del capitale uguaglia il costo d’uso del capitale (ammortamento e costo finanziario)
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Scelte di investimento in presenza di tassazione: CIT
P N= F(K,L)-dK-rK –T T= t(F(K,L)-dK-rK) P N = (F(K,L)-dK-rK)(1-t) Si deduce il costo finanziario e il costo di ammortamento economico Max P N (derivata prima =0) FK (1-t) =(d + r )(1-t) I ricavi sono tassati allo stessa aliquota a cui i costi sono deducibili L’imposta è neutrale: FK = UCK = d + r NB: si tassano solo extra-profitti (profitti in eccesso al rendimento”normale”, che rappresenta il costo opportunità dell’investimento: FK - d = r)
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Scelte di investimento in presenza di tassazione: CFT
P N= F(K,L)-dK-rK –T T= t(F(K,L)-I) = tF(K,L)-tI Gli interessi passivi non sono deducibili, mentre gli investimenti sono deducibili immediatamente (ne tengo conto dopo) P N = F(K,L)(1-t)-dK –rK FK (1-t) =d + r Ma il prezzo del bene capitale si è ridotto di tI, posto che posso integralmente dedurre la spesa di investimento dall’imponibile. Sicchè devo rapportare FK (1-t) a (1-t) FK (1-t)/(1-t) =d + r FK = UCK = d + r NB: si tassano anche in questo caso solo gli extra-profitti (profitti in eccesso al rendimento”normale”, che rappresenta il costo opportunità dell’investimento: FK - d = r)
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Imposte neutrali e imposte distorsive (1)
L’imposta societaria può essere congegnata in modo da non produrre alcun cuneo tra rendimenti lordi e netti sull’investimento, in modo cioè da essere neutrale rispetto alle decisioni di investimento. Sia CIT che CFT nelle loro forme pure consentono questo risultato: La CIT perché deduce il costo finanziario del capitale e il vero ammortamento economico La CFT perché consente la deducibilità immediata delle spese di investimento (lo stato diventa un partner dell’impresa e così come concorre ai costi dell’investimento, nella stessa percentuale, determinata dall’aliquota di imposta, beneficia del rendimento) Vi sono altri schemi neutrali … Solitamente i sistemi concretamente adottati si differenziano da questi schemi neutrali e distorcono (disincentivano o incentivano) le scelte di impresa.
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Imposte neutrali e imposte distorsive (2)
Se il costo del finanziamento è deducibile (come è il caso usualmente degli interessi passivi) e: l’ammortamento a fini fiscali è uguale al vero ammortamento economico, il sistema è neutrale l’ammortamento fiscale supera il vero ammortamento economico (es. ammortamenti anticipati), vi è di fatto un incentivo agli investimenti (cuneo di imposta negativo) l’ammortamento fiscale è inferiore a quello economico il cuneo di imposta è positivo Se il costo del finanziamento non è deducibile (come è solitamente il caso se il finanziamento è con capitale proprio) si ha neutralità solo se si consente l’immediata deducibilità dell’investimento (ammortamento istantaneo). in caso contrario (non piena deducibilità degli investimenti) si ha cuneo di imposta positivo
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Imposte neutrali e imposte distorsive (3)
Nel caso italiano, come in molti altri paesi, gli interessi passivi sono deducibili, mentre non lo è il costo del capitale proprio (costo che va inteso come costo-opportunità e che andrebbe pertanto imputato, perché a differenza degli interessi passivi non è a bilancio). Poiché a volte (è il caso dell’Italia) ciò si accompagna ad ammortamenti fiscali maggiori di quelli economici ne deriva che un investimento finanziato con debito è di fatto sussidiato (il cuneo è negativo), mentre il cuneo di imposta è positivo, nel caso di finanziamento con capitale proprio. In realtà… in Italia vi sono state molte modifiche nel tempo. Vedi figura successiva: costo del capitale, ipotizzando r=5%, tasso inflazione 2%
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Il costo del capitale in Italia per fonte di finanziamento (tasso di interesse: 5%; tasso di inflazione: 2%)
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Imposte neutrali e imposte distorsive (4)
I sistemi concretamente adottati distorcono solitamente le scelte di investimento, ma ancor più quelle di finanziamento. Dibattito (crescente e rinnovato interesse) per riformare i sistemi di imposizione adottati in modo da renderli neutrali rispetto sia alle scelte di investimento, sia a quelle di finanziamento. Esempi: Belgio dal 2006: introdurrà una deduzione per il costo opportunità del capitale proprio (calcolata applicando un tasso di interesse di mercato al capitale proprio presso l’impresa). Paesi Nordici: sistemi di dual income tax e soprattutto Riforma Norvegese dal 2006 USA: Report of the President’s Advisory Panel on Federal Tax Reform Simple, Fair and Pro-Growth: Proposals to fix America’s tax system (novembre 2005): propone una Cash Flow Tax Sistemi Belgio e Usa neutrali anche (prescindendo da imposte personali sui redditi di capitale) rispetto alle scelte di investimento, la DIT Nordica è neutrale rispetto alle scelte finanziarie (tassa il rendimento normale in capo alla società). Per un giudizio definitivo occorre guardare all’intero sistema di tassazione: societaria e personale e occorre guardare a economia aperta
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Principi di tassazione internazionale dei redditi di capitale: principio di residenza
Principio di residenza: i redditi percepiti all’estero sono tassati nel paese di residenza del percettore, alla stessa aliquota a cui sono tassati i redditi di origine interna rH (1-tH) =rF (1-tH) rH=rF=r Si uguagliano i rendimenti lordi: è rispettata la Capital export neutrality (CEN) La CEN garantisce una efficiente allocazione internazionale dello stock di capitale (il capitale va dove è più produttivo e non dove è meno tassato) Perché si realizzi è necessario poter accertare i redditi esteri
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Principi di tassazione internazionale dei redditi di capitale: principio di fonte
Principio di fonte: i redditi esteri sono tassati solo nel paese fonte (esenzione nel paese di residenza) rH (1-tH) =rF (1-tF) Si uguagliano i rendimenti netti: è rispettata la Capital import neutrality (CIN) La CIN garantisce che un’efficiente allocazione internazionale del risparmio Ma i capitali tendono a muoversi dove le aliquote sono più basse: c’è incentivo alla concorrenza fiscale In presenza di aliquote diverse, il rendimento lordo è diverso e la CEN è violata (non c’è una allocazione efficiente del capitale)
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Principi di tassazione internazionale dei redditi di capitale: conclusioni (1)
Solo se le aliquote di imposta sono uguali (tH = tF) sono contemporaneamente rispettate la CEN e la CIN In assenza di armonizzazione delle aliquote fra paesi: il rispetto della CEN è ritenuto preferibile al rispetto della CIN per i redditi delle attività finanziarie: le distorsioni nell’allocazione del flusso di risparmio internazionale (che si ha quando si applica il principio di residenza e sono diversi i rendimenti netti nei diversi paesi) sono ritenute meno importanti (meno penalizzanti in termini di benessere) delle distorsioni nell’allocazione dello stock di capitale; l’applicazione del principio di residenza (CEN) è coerente con il principio di equità orizzontale; deve però essere possibile accertare i redditi derivanti da investimenti di portafoglio esteri!
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Principi di tassazione internazionale dei redditi di capitale: conclusioni (2)
Per la tassazione degli investimenti sono importanti sia la CIN sia la CEN. La CIN garantisce che imprese di nazionalità diversa siano tassate in modo uguale quando operano su uno stesso mercato; la CEN garantisce che la tassazione sia la medesima su un investimento di fonte interna e su uno di fonte estera. I sistemi dovrebbero essere armonizzati! Sarebbe dunque più importante armonizzare la tassazione societaria (tassazione dei profitti) piuttosto che armonizzare la tassazione dei redditi delle attività finanziarie.
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Principi di tassazione internazionale dei redditi di capitale: la realtà (1)
Nella realtà solitamente: Si applicano sistemi misti. Esempio: tassazione nel paese fonte, tassazione nel paese di residenza, credito per le imposte pagate all’estero il credito è solitamente limitato alle imposte interne dovute su quel reddito estero (per evitare di dare un rimborso per imposte pagate all’estero). Se l’aliquota interna è superiore a quella estera, il risultato è uguale a quello che si avrebbe con principio puro di residenza (senza alcuna tassazione alla fonte). E’ però diversa la ripartizione del gettito fra gli stati Se l’aliquota interna è inferiore a quella estera, non si dà rimborso e l’aliquota rilevante resta quella estera, come nel caso di applicazione del principio di fonte.
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Principi di tassazione internazionale dei redditi di capitale: la realtà (2)
Nella realtà solitamente: Si applicano sistemi diversi per redditi attività finanziarie e di impresa (investimenti di portafoglio e diretti) Tendenze: Tassazione in base al principio di residenza dei redditi derivanti da investimenti di portafoglio esteri (i frutti del risparmio allocato all’estero da parte di un investitore-persona fisica). Soprattutto non si tassano i redditi dei non residenti. La capacità di tassare i redditi esteri dei residenti dipende dalle possibilità di accertamento. Tassazione con il principio di fonte dei redditi derivanti da investimenti diretti (una sussidiaria estera di una madre residente è tassata nel paese estero e i redditi sono esenti nel paese di residenza della madre; Direttiva UE madri-figlie lascia in realtà opzione fra credito ed esenzione…)
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Tassazione del risparmio in economia (piccola) aperta: paese importatore di capitali: tassazione del risparmio in base al principio di residenza r S’ S Importazioni di capitali r* I S1 S0 I0 S, I
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Tassazione del risparmio in economia (piccola) aperta
Il risparmio interno si riduce (vi è distorsione nelle scelte di risparmio, legata alla tassazione dei redditi di capitale) Gli investimenti non si riducono Aumentano infatti le importazioni di capitali dall’estero HP restrittive: Capitali perfettamente mobili Possibilità di accertare i redditi da capitale (interni ed esteri): piena applicazione del principio di residenza Se invece di tassare il risparmio (in base al principio di residenza), si tassassero gli investimenti (in base al principio di fonte) l’effetto sarebbe molto diverso (diminuirebbero gli investimenti e le importazioni di capitale). A differenza economia chiusa, in economia aperta non è la stessa cosa tassare il risparmio o gli investimenti.
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Tassazione degli investimenti in economia (piccola) aperta (principio di fonte)
Importazioni di capitali rl r* I I’ S0 I1 I0 S, I
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Tassazione degli investimenti in economia (piccola) aperta
Il risparmio interno non si riduce, ma si riducono gli investimenti La tassazione alla fonte con aliquote diverse dei profitti può provocare. Inefficiente allocazione del capitale (il capitale va dove è meno tassato invece di dove è più produttivo) Concorrenza fiscale per attrarre investimenti esteri Un indicatore di questa concorrenza fiscale è l’aliquota legale L’aliquota legale di imposizione societaria è calata notevolmente e la tendenza non sembra arrestarsi…
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Aliquote legali (complessive) di imposizione societaria)
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Riferimenti bibliografici addizionali
R. Artoni, Lezioni di Scienza delle finanze, Il Mulino, 2003, capp. 6 e 7. P.M.Panteghini, La tassazione delle società, Il Mulino, Bologna, 2005 Report of the President’s Advisory Panel on Federal Tax Reform, Simple, Fair and Pro-Growth: Proposals to fix Americ’s Tax System, November 2005, M.F.Ambrosanio, Tassazione internazionale del capitale, in Ambrosanio et al., Lezioni di teoria delle imposte, Etas Libri, 1997 S. Giannini, Imposte e finanziamento delle imprese, Il Mulino, Bologna, 1989 S. Giannini, Imposte e mercato internazionale dei capitali, Il Mulino, Bologna, 1994
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