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Corso di Scienza Politica

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Corso di Scienza Politica Prof. Marco Cilento Anno Accademico 2011/2012.

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Presentazione sul tema: "Corso di Scienza Politica"— Transcript della presentazione:

1 Corso di Scienza Politica
Prof. Marco Cilento Anno Accademico 2010/2011

2 SCIENZA POLITICA/1 In senso ampio (vs. opinione) e in senso stretto (scienza empirica). “E’ un pensare per applicare” (Sartori); differenza con filosofia politica. Caratteri della S.P. contemporanea: Nasce nella II metà del XIX sec. negli USA Ultimi 40 anni: comportamentismo, meno documentazione storica, più tecniche sociologiche (inchiesta, sondaggio, ecc.); Aumento dei dati, metodi quantitativi. Le sue condizioni di sviluppo: Allargamento intensivo ed estensivo dei dati; La comparazione e la politica comparata. I risultati della S.P.: Classificazioni, generalizzazioni, ipotesi, regolarità, leggi, teorie. Spiegazione e previsione. Le difficoltà proprie della S.P.: Il sistema politico è un sottosistema rispetto al sistema sociale generale; La S.P. è una disciplina storica, non può ricorrere alla sperimentazione; La S.P. è una scienza dell’uomo, difficoltà legate al comportamento umano. Avalutatività (oggettività, non indifferenza), difficile per la S.P.

3 Scienza politica/2 Principali approcci
Anni ’60: Stati Uniti, poi Europa, approccio sistemico Gabriel Almond, David Easton Unità di analisi: il sistema politico, definizione Inputs, outputs, feedback; scatola nera Fine anni ’60, Stati Uniti: approccio della scelta razionale (rational choice) Individualismo, comportamento utilitarista degli individui Anni ’80, Stati Uniti, Europa: neo-istituzionalismo (March, Olsen) Ruolo centrale delle istituzioni

4 POLICY STUDIES 3 filoni:
1. POLICY SCIENCES: Harold Lasswell (II dopoguerra) Precedenti: tra le due guerre, consulenza alle autorità pubbliche “sparizione della politica” Analisi di tipo economico costi-benefici Mezzi e fini Impostazione ingegneristico-tecnocratica 2. POLICY OUTPUTS, determinanti delle politiche Analisi sistemica (Easton) Anni ’60: studi su stati Federazione USA (Dye) Variabile dipendente: spesa governi. Irrilevanza variabili politiche Critiche: generalizzabilità proposizioni empiriche, scelta dei casi da comparare, fattore temporale Fine anni ’60-inizio anni ’80: studi europei Variabile indipendente: differenze ideologiche tra partiti (Castels) Eccessiva semplificazione

5 POLICY STUDIES/2 3. “POLICIES DETERMINE POLITICS” (Lowi)
Rovesciamento modello esplicativo policies/politics Cross-nationally minore varianza che cross-sectorally Esempio politica estera bipartisan La classificazione di Lowi Modalità processo decisionale e struttura di potere Critiche: difficoltà precisa classificazione e corrispondenza Relazione Politics-policies-politics La Politics è a un diverso livello LE FASI DELLE POLITICHE Identificazione di un problema, agenda setting Formulazione delle politiche Decisione Messa in opera Valutazione Continuazione, trasformazione e fine.

6 FORME DI PARTITO PARTITO DI NOTABILI PARTITO DI MASSA
PARTITO PIGLIATUTTO CARTEL PARTY PARTITO PERSONALE

7 PARTITO DI NOTABILI (Weber, Duverger)
Comitati locali a sostegno dei candidati al parlamento Gruppi ristretti locali Carattere aristocratico Finanziamento o organizzazione campagne elettorali Partito parlamentare (Duverger)

8 PARTITO DI MASSA (Duverger)
Fine XIX sec., allargamento suffragio Partiti socialisti e clericali Seguito di massa Funzionari retribuiti Autofinanziamento con quote degli iscritti Struttura piramidale territoriale Programma sistematico Partito extra-parlamentare (Duverger) Istituzione di integrazione sociale

9 PARTITO PIGLIATUTTO (Kirchheimer, 1966)
Secondo dopoguerra: sviluppi economico-sociali, politici e culturali Partito di elettori Drastica riduzione del bagaglio ideologico Rafforzamento del vertice Declino della militanza di base Minor rilievo di una classe sociale o di una clientela confessionale Maggiore accesso ai gruppi di interesse Conseguenze dell’orientamento elettoralistico Importanza dei mass-media

10 CARTEL PARTY (Katz, Mair; 1995)
Dagli anni ’80 Professionalizzazione della politica Finanziamenti statali Accesso privilegiato ai mass-media pubblici Concezione atomizzata della membership Stratarchia, non interferenza tra élites locali e nazionali Interpenetrazione con lo Stato Relazioni interpartitiche di tipo collusivo Fine dell’immagine monolitica del partito (party on the ground, party in central office, party in public office) Egemonia del party in public office Il cartel party è una novità?

11 Partito personale/1 Inefficacia del paradigma evoluzionista
Partitocrazia senza partiti Macchine personali al servizio di questo o quel leader politico. Collante non più ideologia bensì interessi particolaristici e sollecitazioni emotive Il modello del maggioritario (bipartitismo) La debacle del maggioritario Il contesto è quello del cartel party. Statalizzazione, super-professionalizzazione, finanziamento pubblico Il direttismo: bypassare i partiti XIX sec.: dovunque progredisce la democrazia rappresentativa Anche negli USA. Solo con il New Deal, crisi dei partiti, centralità del capo carismatico tramite la TV Personalizzazione del potere in tutte le democrazie alle soglie del terzo millennio Da un sistema elettorale incentrato sui partiti ad uno candidate centered Il New Labour, il miracolo di Blair Promuovere il partito nelle forme del leader

12 Partito personale/2 Italia: dal bipartitismo imperfetto all’auspicio del bipartitismo perfetto Democrazia referendaria Spettacolarizzazione, personalizzazione La leadership di Craxi Movimento referendario di Mario Segni L’elezione diretta dei sindaci Come Segni, Berlusconi utilizza il codice comunicativo amico-nemico: il pericolo comunista La primavera dei sindaci Il sindaco nomina direttamente gli assessori, regime minipresidenziale Rapporto strettissimo tra sindaci e media Politiche simboliche: interventi a presa rapida, attenzione dei media, tensione dei cittadini Le resistenze della vecchia macchina amministrativa; l’ostracismo dei partiti tradizionali

13 Partito personale/3 Il Cavaliere senza paura
Berlusconi si presenta nel 1994 come “uno di loro” agli italiani Il boom dei club di Forza Italia Modello organizzativo di tipo aziendale, tipo Fininvest, professionalità dell’apparato di uomini e dei mezzi Dopo Tangentopoli, crollo verticale dei partiti tradizionali: elettorato moderato privo di interlocutori La parabola di FI legata a doppio filo a quella del suo fondatore I capitani di ventura Il partito moderno non è più al seguito di una persona ma di uno scopo comune La DC, il partito delle correnti: società di massa e interessi particolari Fine della DC, la rinascita delle correnti sotto altri nomi I partitini personali, determinanti ai fini del maggioritario, in parlamento tengono sotto ricatto il Capo del governo Ottengono concessioni di sottogoverno, tipiche della Prima Repubblica

14 Partito personale/4 Il partito del premier
Dai primi anni ’80: progressivo rafforzamento, anche normativo, del ruolo del Capo di Governo Rafforzamento del ruolo del governo verso e dentro il Parlamento Il governo organismo sempre più monocratico Il corpo politico Per millenni il potere si nutre della simbiosi con la persona a cui appartiene Civiltà occidentale: il corpo diventa istituzione Impersonalità del comando, sua perpetuazione, regolamentazione giuridica I partiti: aggregare, mobilitare e organizzare le masse per integrarle nell’edificio statale Crisi dei partiti: si consolidano le reti interpersonali Restaurazione del corto circuito tra potere del capo e suo destino fisico Individualismo, esplosione narcisistica dell’io, bioleadership Macro-personalizzazione: relazione 1 a molti, Berlusconi e le TV Micro-personalizzazione: livello locale con la preferenza unica

15 Partito personale/5 I neo-notabili: uno contro tutti La radici perdute
Lo Stato dei partiti: in meno di 20 anni integrazione delle masse nello Stato Grazie ai partiti, stretto legame tra Roma e i territori Nella II Repubblica tale rapporto basato su due leggi elettorali: quella dei sindaci e quella quasi-maggioritaria nazionale La sconfitta di D’Alema nelle regionali del 2000: si torna al mito della società civile come società dell’opinione pubblica Il “porcellum”: rottura tra centro e periferia nel centro-sinistra Il mito del voto razionale: scelta sulla base del programma più convincente Tre tipologie di voto (Parisi e Pasquino): d’opinione, d’appartenenza, di scambio Il voto d’opinione è cresciuto molto meno che nelle previsioni Il voto al leader, di tipo macro-personale: è un nuovo voto di appartenenza Ogni strategia elettorale deve saper investire in tutti i target di elettorato

16 Partito personale/6 Weber e il potere legale-razionale, l’impersonalità del potere Dagli anni ’80 emerge l’altra faccia di Weber: il potere carismatico Torna la centralità del corpo del leader Capacità di fondere le risorse patrimoniali e carismatiche con le leve istituzionali

17 FINANZIAMENTO DEI PARTITI
Tre metodi: 1. finanziamento interno; 2. elargizioni da fonti private (individui, aziende e gruppi di interesse) 3. finanziamento pubblico. Finanziamento interno (soprattutto partiti di sinistra), mai sufficiente Finanziamento “da corruzione”: tangenti, appalti Inizi anni ’90: Tangentopoli, Mani pulite Finanziamento pubblico: Italia, Francia, Germania, no GB Argomenti contrari e favorevoli 18 aprile 1993: referendum abrogativo in Italia

18 MACRO-DINAMICHE POLITICHE
Crisi dei sistemi di mediazione politica Personalizzazione del potere Mediatizzazione della vita politica

19 A) CRISI DEI SISTEMI DI MEDIAZIONE POLITICA
Evoluzione storica dei partiti: di élite, di massa, pigliatutto. Anni ’80: Cartel party (integrazione con apparato statale, sistema collusivo trasversale) Oligopolio: restrizione dell’offerta politica. Contestazione, nuove mobilitazioni, nuove strutture di aggregazione (movimenti ad hoc). 2 direzioni del cambiamento: )movementization dei partiti 2) nuovi partiti dai movimenti (ecologisti): i partiti populisti

20 B) PERSONALIZZAZIONE DEL POTERE
Centralità della leadership; Weber: potere carismatico Nuovi movimenti/partiti: debole istituzionalizzazione, forte leadership Anche nei partiti tradizionali Strutture di governo: presidenzializzazione dei sistemi parlamentari (Thatcher) Italia: Craxi, Berlusconi Livelli inferiori di governo: sindaci, governatori USA vs. Europa = separazione leader/partito vs. sistemi di mediazione “Americanizzazione” della vita politica; de-parlamentarizzazione Crollo della mediazione; rapporto diretto leader-elettore.

21 C) MEDIATIZZAZIONE DELLA VITA POLITICA
I media al posto dei partiti (selezione classe politica, mobilitazione opinione pubblica, definizione programma politico) Videopolitica (Sartori) Partiti tradizionali: effetto di seduzione dell’elettorato incerto Partiti populisti: provocazione, non hanno nulla da perdere Estrema semplificazione del messaggio, contenuto evanescente

22 SISTEMI DI PARTITO – MODELLO DI ROKKAN (1970)
Fratture socio-politiche Quattro giunture storiche, cinque fratture (cleavage) 1. Riforma e Controriforma (‘500-’600): centro-periferia; 2. Rivoluzioni nazionali (‘700-’800): Stato-Chiesa; 3. Rivoluzione industriale: città-campagna; capitale-lavoro; 4. Rivoluzione internazionale (bolscevica): comunismo-socialismo. Secondo alcuni, anche le proteste del ’68: ambiente-sviluppo industriale. Legge del primo occupante

23 SISTEMI DI PARTITO – TIPOLOGIA DI DUVERGER (1951)
Sistemi competitivi e non-competitivi Sistemi competitivi: bipartitismo e pluripartitismo Criterio numerico e dimensione dei partiti Dinamica pendolare con tendenza centripeta Scelte politiche dualistiche: destra/sinistra Inesistenza del centro Leggi sociologiche: effetto deformante del sistema maggioritario

24 PLURALISMO POLARIZZATO (Sartori)
Partiti anti-sistema Opposizioni bilaterali Dinamica triangolare, il centro è occupato Prevalenza di dinamiche centrifughe, indebolimento del centro Polarizzazione, distanza ideologica tra i partiti Configurazione ideologica Opposizioni irresponsabili Politica di scavalcamento

25 GOVERNO/1 Differenza tra forme di Stato e forme di governo
Classificazione delle forme di governo: Governo parlamentare (GB, Italia, Germania) Governo presidenziale (USA) Governo semipresidenziale (Francia) Natura del cabinet Prerogative costituzionali del governo (generiche) Prerogative costituzionali del Capo dello Stato Voto di fiducia/sfiducia (funzione elettiva del Parlamento) Il Parlamento: bicameralismo Camera alta e camera bassa: composizione La presidenza Le 5 funzioni (Bagehot): elettiva, legislativa, espressiva, pedagogica, informativa Le 3 funzioni sociologiche

26 GOVERNO/2 Duverger: L’alternanza di governo:
Governo maggioritario (dei cittadini, democrazia diretta) Governo non-maggioritario (dei deputati, democrazia mediata) L’alternanza di governo: Condizioni (Hamon) Modalità (Quermonne): alternanza assoluta (GB); relativa (F); mediata (D) Alternanza assoluta: governi maggioritari; alternanza madiata: governi non-maggioritari I limiti del potere esecutivo: I partiti di opposizione Le autonomie locali Le Corti Costituzionali L’UE I governi di coalizione sono meno stabili? Il caso italiano

27 LE DEMOCRAZIE CONTEMPORANEE/1
MODELLO WESTMINSTER Accentramento del potere esecutivo in governi monopartitici a maggioranza risicata; Predominio dell’esecutivo; Sistema bipartitico; Sistema elettorale maggioritario e non proporzionale; Pluralismo dei gruppi di interesse; Sistema di governo unitario e centralizzato; Concentrazione del potere legislativo in un parlamento unicamerale; Flessibilità costituzionale; Assenza di revisione giurisdizionale; Banca centrale controllata dall’esecutivo.

28 LE DEMOCRAZIE CONTEMPORANEE/2
MODELLO CONSENSUALE Condivisione del potere esecutivo attraverso grandi coalizioni; Bilanciamento tra esecutivo e legislativo; Sistema multipartitico; Rappresentanza proporzionale; Corporativismo dei gruppi di interesse; Governo federale e decentrato; Forte bicameralismo; Rigidità costituzionale; Controllo giurisdizionale di costituzionalità; Indipendenza della Banca Centrale.


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