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Teoria, etica e regolamentazione del giornalismo Prof. Guido Vitiello Settima lezione Giornalismo e cultura in Italia/2.

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Presentazione sul tema: "Teoria, etica e regolamentazione del giornalismo Prof. Guido Vitiello Settima lezione Giornalismo e cultura in Italia/2."— Transcript della presentazione:

1 Teoria, etica e regolamentazione del giornalismo Prof. Guido Vitiello Settima lezione Giornalismo e cultura in Italia/2

2 1956, Il Giorno: La seconda rivoluzione? Fondato nel 1956 sul modello americano del Daily Express. Primo quotidiano di proprietà pubblica (voluto da Enrico Mattei) Apre a punti di vista eccentrici e ad autori di sinistra (come Italo Calvino) Impostazione grafica innovativa, foto a colori

3 1956, Il Giorno: La seconda rivoluzione?/2 Una pagina intera è dedicata a economia e finanze Unaltra è dedicata a fumetti e giochi Le cronache sportive sono affidate a Gianni Brera Lorganizzazione della pagina è sempre più (tele)visiva. Grandi foto a colori, brevi richiami degli articoli in prima

4 1956, Il Giorno: La seconda rivoluzione?/3 Al posto della Terza, il 21 aprile 1956 (giorno delluscita) il lettore trova la testatina Notizie dallestero. La cultura è spostata accanto agli spettacoli. Le informazioni culturali sono distribuite nelle varie sezioni del giornale. Il critico titolare è Pietro Citati. Tra le firme: Arbasino, Bianciardi, Bertolucci, Gadda, Soldati, Manganelli, De Benedetti, Longhi, Parise Linserto Giorno libri assurgerà alla gloria delle otto pagine

5 1956, Il Giorno: La seconda rivoluzione?/4 La costruzione del lead (o cappello), la frase che apre larticolo, è innovativa: si parte da un dettaglio, creando così un effetto romanzesco Il taglio e il montaggio dellarticolo guidano locchio a vedere i punti chiave, tramite artifici tipografici come cambi di corpo e di carattere

6 La morte della Terza Nel 1976 Repubblica nasce senza la Terza: ha una sezione cultura nelle due pagine centrali La Stampa la abolisce nel 1989 (crea la sezione Società & Cultura) Il Corriere cambia impostazione nel 1992 con la direzione di Paolo Mieli

7 Il modello Repubblica (ai tempi di Scalfari) Non si invitano gli intellettuali a uscire dalle loro torri davorio (…), ma si entra nei loro domini per verificare quali echi risuonino dei rumori che assordano il mondo (Papuzzi) Le polemiche personali tra gli intellettuali finiscono nelle cronache, non in cultura

8 Il Mielismo Prima alla Stampa (1989) e poi al Corriere (1992) Paolo Mieli porta una nuova impostazione Svecchia la grafica delle pagine culturali Usa la rilettura della storia come veicolo di polemica politica Dà una chiave agonistica alla cultura: punti di vista in conflitto È il teorico dellascensore: il giornalista deve oscillare dallalto al basso

9 Le tendenze attuali/1 Dal 2002, il boom dei prodotti allegati ai quotidiani (libri, film dischi). Nel 2005 80 milioni di libri venduti in edicola. I ricavi dei gruppi editoriali dipendono per il 25-30% dagli allegati. Autopubblicità. La trasformazione in senso anglosassone delle edizioni del sabato e della domenica (foliazione corposa, inserti, sezioni di cultura e tempo libero) La tabloidizzazione e il successo della free press (showbusiness, gossip, eventi locali)

10 Le tendenze attuali/2 La crescita della concentrazione del mercato editoriale (se un gruppo possiede quotidiani, case editrici, radio, tv e riviste il prodotto di casa riceve un trattamento di favore) Lavvento di internet, le trasformazioni nelle fonti e nel pubblico Lindebolimento della critica militante. Scompare il recensore-principe che può creare e distruggere carriere

11 La fine della critica/1 - Giovanni Mariotti Il critico titolare (…) spesso era anche un consigliere del giornale. Dava idee; indicava nuovi collaboratori (…). Insomma, esercitava uninfluenza non trascurabile. Al critico en charge subentrarono un gran numero di sostituti: professori, scrittori, avventizi, part-time, specialisti, firme eccelse, autorevoli, un po meno autorevoli (Il Corriere della Sera, 13 marzo 1996).

12 La fine della critica/2 - Giovanni Mariotti Se un tempo il punto di riferimento esterno più importante per le redazioni culturali era costituito dal critico titolare (…) oggi è costituito dagli Uffici Stampa delle case editrici Lintero edificio dellinformazione culturale (…) diventò sghembo e pericolante. Era venuta meno quella modesta e assidua pratica della lettura che il critico titolare assicurava (Il Corriere della Sera, 13 marzo 1996).

13 Tirando le somme Il giornalismo culturale italiano ha una vocazione spiccatamente letteraria, che ha contribuito a dar forma al modello latino La letterarietà ha agito in due direzioni contrapposte: autoreferenzialità delle elite colte e incontro della cultura con la quotidianità. Contributo alla creazione di una koinè linguistico-culturale. La Terza può esser morta, ma la sua filosofia ha ancora profondi influssi sul presente È la via italiana al rapporto tra giornalismo e letteratura

14 Il libro e larticolo In Italia, Sciascia e Pasolini hanno dato il meglio come giornalisti. (…) Palomar, lultimo personaggio di Calvino, un tipo di osservatore melanconico e maniacale, nasce sulle pagine di Repubblica come pretesto per scrivere prose darte aggiornate, nella tradizione di Emilio Cecchi. Tutti (…) avevano un progetto egoistico e ambizioso: facevano finta di scrivere per i giornali, ma la loro arrière-pensée era di fare libri mettendo insieme articoli, ritrovare lunità dove sembrava perduta, cercare la scrittura durevole sotto la scrittura che passa. Alberto Arbasino, Guido Ceronetti, Piergiorgio Bellocchio, Raffaele La Capria sono tuttora in azione e tentano la stessa strada (Alfonso Berardinelli, Leroe che pensa)

15 Terza pagina - Valerio Magrelli Schiacciata tra finanza e cinema, ovattata stanza di un borbottare filologico, flessuosa fascia d'alghe danzanti nell'acquario recensorio, sta, attutito spazio, e, diresti, muto ostensorio, non fosse pel sussurro di quelle bollicine che salgono, espulse sillabe d'ossigeno, da un motore nascosto, fontana del respiro, libro-elica. (Didascalie per la lettura di un giornale, 1999)

16 La magia nera dei giornali Non capisco come una mano pura possa toccare un giornale senza una convulsione di disgusto (Baudelaire) il giornalismo è un inferno, un abisso diniquità, di menzogne, di tradimenti, che non possiamo attraversare, e dal quale non possiamo uscire puliti (Balzac)

17 La magia nera dei giornali - Karl Kraus Il giornale rovina tutta la forza immaginativa: direttamente, perché servendo il fatto condito con la fantasia, risparmia al fruitore lesercizio della propria immaginazione; indirettamente, perché gli toglie la capacità di recepire larte, e questa arte la rende per lui priva di attrattive in quanto le ha preso i suoi valori esteriori. Il giornale è una concorrenza sleale che compie irruzioni nel vicinato e fa violenza alla clientela (La fine del mondo ad opera della magia nera, 1912)

18 Prossimamente… Quali sono le altre vie? Come si è configurato nel mondo anglosassone il rapporto tra giornalismo e letteratura? Parleremo del new journalism e del non fiction novel, dei reportage letterari di Wolfe e Capote, dei rapporti di questa tradizione con quella dei nostri cronisti-scrittori: Calvino in Urss, Fallaci in Vietnam, Moravia sullallunaggio, ecc. Fino ad arrivare ai nostri giorni, alle commistioni di reportage e letteratura e al modello Gomorra


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