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Collusione
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Introduzione Nel modello di Bertrand con beni omogenei, il prezzo di equilibrio coincide con quello di concorrenza perfetta anche se nel mercato ci sono solo due imprese (paradosso di Bertrand). Se nel mercato ci sono solo due imprese è più plausibile che esse raggiungano un accordo collusivo, cioè si coordinano su di un prezzo che è più alto di quello concorrenziale.
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Come funziona un accordo collusivo
Esempio: venditori di frutta. Nell’accordo collusivo è insita la tentazione a deviare unilateralmente. Quindi, perché la collusione sia sostenibile devono sussistere due elementi: i partecipanti devono scoprire la deviazione tempestivamente, alla deviazione deve seguire una punizione credibile.
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L’accordo collusivo è una situazione tipica di dilemma del prigioniero, nel quale entrambe le imprese starebbero meglio deviando. Esiste un unico equilibrio di Nash nel quale le imprese deviano e ottengono un risultato peggiore di quanto avrebbero fatto cooperando. coopera non coopera 10, 10 2, 12 12, 2 5, 5
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Tuttavia, è possibile raggiungere un equilibrio cooperativo in giochi ripetuti. Consideriamo lo stesso gioco ripetuto un numero infinito di volte: la punizione dopo la deviazione può essere inflitta in tutte le ripetizioni del gioco. Questo rende la deviazione costosa. Se l’orizzonte temporale è sufficientemente lungo, la collusione è sostenibile. In generale, se entrambe le imprese seguono la stessa strategia e non sono troppo impazienti, allora l’accordo collusivo può rappresentare un equilibrio e nessuna impresa avrà incentivo a deviare unilateralmente.
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Ci sono varie forme di accordi collusivi:
accordi sui prezzi accordi per spartirsi il mercato (da un punto di vista geografico o sul tipo di consumatori) accordi su investimenti in pubblicità, sulla qualità. Gli accordi collusivi possono avere differenti strutture: esplicita: struttura organizzata, dotata di un ufficio centrale, nessuna impresa prende decisioni da sola, es. OPEC, struttura illegale: le imprese comunicano segretamente per accordarsi sul loro comportamento tacita: si ottiene in maniera non cooperativa, non c’è comunicazione fra le imprese. Questo fa nascere problemi di coordinamento e rende la collusione più difficile da sostenere Solo la prima forma può essere punita, la seconda dovrebbe preventivamente essere resa più difficile. Dal punto di vista giudiziario è cruciale identificare un accordo, altrimenti la legge non interviene.
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La collusione nella teoria economica
La collusione per la teoria economica è un equilibrio dove i prezzi sono più elevati rispetto al gioco uniperiodale nel quale le imprese interagiscono una volta soltanto nel mercato (sotto certe condizioni coincide con l’equilibrio competitivo). Coincide quindi con un risultato (“prezzi elevati”) e non con la modalità tramite la quale tale risultato si ottiene: collusione esplicita e tacita sono considerate equivalenti. Ogni prezzo superiore al costo marginale è un possibile prezzo di collusione. Quando esistono molteplici equilibri nasce un problema di coordinamento, specialmente in caso di collusione tacita. In tal caso coordinarsi tramite i prezzi di mercato può essere molto costoso.
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Un modello di collusione
Ipotesi n imprese identiche bene omogeneo domanda individuale: costo marginale costante pari a c stesso fattore di sconto δ= 1/(1+r) nessun vincolo di capacità produttiva interazione ripetuta infinitamente: in ogni periodo t=1,2,…,∞ le imprese fissano simultaneamente il prezzo. Nel periodo successivo osservano i prezzi delle rivali.
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Una strategia di equilibrio
Si supponga che ogni impresa giochi la seguente strategia (trigger strategy): nel primo periodo t=0 fissa il prezzo di collusione pm, in ogni periodo successivo t>0: fissa pm se le altre imprese hanno scelto pm nel periodo precedente, altrimenti fissa p=c per sempre. Un profilo di strategie nel quale ogni impresa gioca la trigger strategy è un equilibrio se nessuna impresa ha incentivo a deviare (equilibrio di Nash).
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Supponiamo che ogni impresa fissa il prezzo di monopolio nel primo periodo. Confrontiamo il profitto dell’impresa i con quello che otterrebbe se deviasse. Payoff nel caso di equilibrio di collusione: Payoff nel caso di deviazione (p= pm-ε e π =πm): E’ profittevole giocare la trigger strategy se A > B: cioè se vale il vincolo di incentivo
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La collusione rappresenta un equilibrio solo se vale il vincolo di incentivo. L’equilibrio di collusione è sostenibile solo se il fattore di sconto è sufficientemente alto (maggiore di δ*) cioè se le imprese sono sufficientemente pazienti. Se δ>δ* qualsiasi prezzo compreso fra c e pm può essere un prezzo di collusione (equilibri multipli). Il vincolo di incentivo non distingue fra collusione tacita ed esplicita, che sono equivalenti dal punto di vista economico. La collusione tacita può essere il risultato di un comportamento non-cooperativo. Tuttavia, la comunicazione è essenziale: per coordinarsi sul prezzo di collusione per aggiustare i prezzi in seguito ad uno shock senza ricorrere ad una guerra sui prezzi per coordinarsi sulle quote di mercato
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Fattori che facilitano/riducono la collusione
Capirli è cruciale per una Autorità Antitrust al fine di intervenire, per eliminarli e per valutarne gli effetti ex-post nel caso di una fusione. Occorre studiare i vincoli di incentivo. Ogni impresa confronta i guadagni immediati dal deviare (sfruttare prezzi alti) con la riduzione di profitto che subisce a seguito della reazione. Se un fattore allenta i vincoli di incentivo favorisce la collusione, viceversa se rafforza i vincoli di incentivo rende più difficile colludere.
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Concentrazione A parità di altri fattori, minore è il numero delle imprese in un’industria più facile è colludere, quando le imprese sono di dimensioni simili. Questo accade perché minore è n più facile è monitorare i rivali e punirli in caso di deviazione, minore è n maggiori sono i profitti che ogni impresa realizza Il vincolo di incentivo diventa meno stringente. Se le imprese sono simmetriche, minore è il numero di imprese maggiore è la probabilità di colludere. Con imprese asimmetriche una bassa numerosità non è sufficiente per la collusione, maggiore è l’asimmetria minore la probabilità di colludere. Maggiore è n, meno il mercato è concentrato (se imprese simmetriche) più il vincolo di partecipazione è stringente (bassa probabilità di collusione).
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Entrata Più è facile entrare in un’industria, più è difficile sostenere un equilibrio di collusione. I profitti di collusione “attirano nuovi entranti”. Gli entranti potrebbero non voler colludere (perché “asimmetrici”); in ogni caso aumenta il numero delle imprese nel mercato. All’aumentare di n i profitti futuri dalla collusione diminuiscono ⇒ diminuisce il costo della deviazione (la punizione è meno efficace) .
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Proprietà - partecipazioni incrociate (ed altri legami fra rivali)
Se l’impresa ha una partecipazione (anche di minoranza) in un concorrente aumenta la probabilità di collusione. E’ più facile coordinarsi. E’ più facile conoscere le eventuali deviazioni, soprattutto se sono accompagnate da legami nei consigli di amministrazione. I profitti della rivale influenzano la propria performance economica ⇒ una strategia di mercato aggressiva è meno profittevole.
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Regolarità e frequenza degli ordinativi
Un’impresa che riceve ordinativi regolari e frequenti collude con maggior facilità. Ricevere un ordine improvviso di grosse dimensioni rappresenta una forte tentazione a deviare (alti profitti). In t=0 la domanda è kD(p) e il profitto è kπ(p) con k>1, nei periodi successivi k=0. il vincolo di incentivo al tempo 0 è da cui L’elevata frequenza degli ordinativi facilita la rapidità della punizione.
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Grado di concentrazione degli acquirenti
Maggiore è il grado di concentrazione degli acquirenti maggiore è il loro potere contrattuale anche nel determinare le condizioni di vendita. Un grosso acquirente può indurre la rottura dell’accordo di cartello, perché può aumentare la dimensione degli ordini e ridurne la frequenza concentrandoli su uno o pochi produttori.
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Elasticità della domanda
Il suo effetto sulla sostenibilità della collusione è ambiguo: se la domanda è molto elastica, allora una riduzione dei prezzi (deviazione) determina un sensibile aumento della quantità domandata (la deviazione è più profittevole) ma questo è vero anche nei periodi di punizione (punizione più costosa).
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Evoluzione della domanda (I)
La collusione è più difficile da sostenere se la domanda è irregolare: con shock di domanda positivi inattesi e non persistenti l’incentivo a deviare aumenta, come ricevere un ordinativo inatteso ed isolato (che non si ripete); al contrario, con shock di domanda positivi correlati nel tempo la probabilità di colludere aumenta; l’instabilità della domanda rende difficile monitorare e punire le deviazioni (la riduzione nella vendite di A è dovuta a shock negativi di domanda oppure a una riduzione dei prezzi di B?). Invece, la stabilità della domanda accresce la osservabilità delle strategie dei rivali.
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Evoluzione della domanda (II)
In t=0 la domanda e il profitto sono D(p) e π(p), in t sono θtD(p) e θtπ(p) con θ>0. il vincolo di incentivo è da cui Si possono avere due casi Θ>1: crescita continua della domanda, è più semplice sostenere la collusione (vincolo di incentivo meno stringente). Θ<1: declino continuo della domanda, è meno probabile sostenere la collusione (vincolo di incentivo più stringente).
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Simmetria La simmetria rende più facile la collusione.
Imprese di simili caratteristiche possono trovare più facilmente un accordo. Es. di asimmetria: duopolio con imprese tecnologicamente eguali ma con differenti capacità produttiva: l’impresa con k maggiore ha incentivo a deviare (può servire il mercato) quella con k minore non può “punire” la deviazione, aumentando la produzione (vincolo su capacità produttiva)
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duopolio con imprese tecnologicamente eguali ma con differenti quote di mercato: l’impresa 1 ha una quota di mercato λ, l’impresa 2 ha una quota di mercato (1-λ), con λ>1/2. Vincolo di incentivo impresa 1: Vincolo di incentivo impresa 2: Il vincolo più stringente è quello dell’impresa piccola, quindi questa ha più incentivo a deviare (se devia ottiene il mercato tutto per sé). Maggiore è l’asimmetria più divergono gli incentivi.
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Contatti multimercato (I)
Imprese che si incontrano su vari mercati Può favorire la collusione nella misura in cui riduce l’asimmetria tra le imprese e/o aumenta la frequenza dei contatti tra le imprese. Quando le imprese e i mercati sono simmetrici, i contatti multimercato non modificano gli incentivi a colludere. In caso di asimmetria facilitano la collusione. Infatti, se un’impresa devia sarà punita su tutti i mercati allo stesso tempo. L’impresa ha un unico vincolo di incentivo che considera guadagni e perdite dalla deviazione su tutti i mercati insieme; in tal modo si riduce l’asimmetria.
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Contatti multimercato (II)
ES. due mercati A e B e due imprese 1 e 2 Le quote di mercato (si) dell’impresa 1 sono λ sul mercato A (λ >1/2) e 1-λ sul mercato B, l’inverso per l’impresa 2. Il vincolo di incentivo per l’impresa i nel mercato j è Quando le stesse imprese operano su entrambi i mercati, ciascuna considera cosa accade in entrambi i mercati quando prende le sue decisioni, il vincolo di incentivo congiunto è da cui δ≥1/2
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Trasparenza nei prezzi e scambio di informazioni
Se prezzi e quantità non sono osservabili la collusione è più difficile da sostenere. Se l’impresa non può osservare i prezzi individuali (e non può inferirli dai dati di mercato) non è possibile scoprire la deviazione. Green-Porter (1984): i venditori non possono osservare i prezzi dei rivali né il livello della domanda. Se il fattore di sconto è sufficientemente alto esiste un equilibrio di collusione nel quale le imprese fissano un prezzo di collusione finché la domanda è alta, quando la domanda scende sotto una certa soglia scatta la punizione: le imprese fissano prezzi bassi per un certo periodo prima di tornare a colludere. Implicazione: osservare prezzi bassi in un mercato non è sufficiente a far escludere la collusione. Lo scambio di informazioni fra imprese su prezzi e quantità passati e presenti favorisce la collusione, perché aiuta le imprese a monitorarsi. Se le informazioni riguardano la domanda aggregata, lo scambio aumenta l’efficienza poiché riduce l’incertezza.
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Il caso RCA Luglio 2000: condanna della maggior parte delle compagnie di assicurazione attive nel ramo Responsabilità Civile Auto per violazione dell’art. 2 della legge antitrust italiana (l. 287/90), stabilendo una sanzione per 700 miliardi di lire. Condanna confermata dal TAR del Lazio e dal Consiglio di Stato. A seguito di verifiche ispettive presso le sedi delle compagnie indagate vennero rinvenuti materiali e documenti che suggerivano estese pratiche di scambi di informazioni. Lo strumento operativo era una società di consulenza (RC Log) che svolgeva attività di raccolta, elaborazione e diffusione di dati relativi ai mercati RC Auto. N.B.: Il Regolamento CE n. 3932/92 stabilisce che gli scambi di informazione tra compagnie di assicurazione possono essere esentati dal divieto di intese (art. 81.3), ma tali scambi devono essere finalizzati alla sola raccolta di statistiche, in forma aggregata, necessarie per le corretta stima del rischio da assicurare, ed esclude scambio di informazioni relative ai premi commerciali.
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RC Log riceveva dati riferiti a numerose variabili dalle compagnie che avevano sottoscritto l’abbonamento, li elaborava e diffondeva agli abbonati le informazioni rielaborate nella forma di osservatori, tra cui: Osservatorio RCA: Per ciascuna compagnia veniva riportato il premio base e i coefficienti di personalizzazione di tutte le tariffe adottate dal momento dell’entrata nell’osservatorio. I rapporti dell’osservatorio avvenivano pochi giorni dopo l’adozione di nuove tariffe. All’osservatorio aderivano 39 imprese (80% della raccolta premi). Osservatorio ARD (auto rischi diversi): Struttura simile all’RCA. Consentiva alle imprese di conoscere nei dettagli i premi associati a garanzie diverse dalla responsabilità civile (incendio e furto). Osservatorio Multicompagnia: Analisi della raccolta premi e dei sinistri delle imprese aderenti. Rilasci mensili, trimestrali, annuali.
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Osservatorio Multiskene: Raccolta delle previsioni delle imprese aderenti circa l’andamento futuro di una serie ampia di variabili del settore (evoluzione dei premi, dei costi e dei sinistri) Osservatorio Multigamma: Raccolta di informazioni sulle caratteristiche dei prodotti assicurativi (struttura tecnica, target elettivo, prezzi di vendita, strumenti di comunicazione) Comitati Tecnici: Riunioni tra le imprese abbonate per discutere e aggiornare la struttura degli osservatori, ma spesso finalizzate a discutere e confrontare i rispettivi scenari evolutivi del settore. RC Log rendeva noto a ciascuna compagnia (in procinto di decidere se aderire o meno) la lista delle compagnie già iscritte. Data la ricchezza e il contenuto delle informazioni messe a disposizione e la tempestività dei rapporti diffusi: difficile credere che aiutassero solamente a stimare in modo più preciso il rischio Piuttosto permettevano un monitoraggio continuo di premi finali e quote di mercato E consentivano un confronto circa le prospettive di evoluzione del settore. Lo scambio di informazioni era chiaramente finalizzato al sostenimento di un accordo collusivo.
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Lo scambio delle informazioni: gli annunci
E’ noto ormai che gli annunci sulle intenzioni di prezzo possono essere un mezzo di coordinamento su un particolare equilibrio. Si deve distinguere fra annunci privati e pubblici. Gli annunci privati Non sono giustificati da alcun criterio di efficienza. Annunci diretti ai concorrenti sulle strategie di prezzo (o di prodotto) che adotteranno in futuro. Esempio 1: il caso Airline Tariff Publishers in USA annunci sui prezzi futuri da parte delle compagnie DOJ: metodo per coordinarsi su rialzi di prezzo
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Esempio 2: comunicazioni in vendite all’asta
Aste simultanee ascendenti: offerte dei partecipanti spesso segnali su proprie strategie Allocazione frequenze radio in Germania,1999 Governo mette all’asta 10 blocchi di frequenze radio Asta simultanea al rialzo, ogni offerta deve essere almeno il 10% più alta della precedente Due incumbent: Mannesmann e T-Mobil Alla prima offerta Mannesmann offre: 18,18 milioni di marchi per blocchi 1-5 20 milioni di marchi per blocchi 6-10 T-Mobil fa offerte inferiori Mannesman lancia due messaggi (= scambio informazioni): 1.Spartire il mercato (5 blocchi ciascuno) 2.Coordinarsi sul prezzo di 20 Milioni (18, % = 20!) T-Mobil recepisce (come dichiarato dopo): il giorno successivo offre 20M per blocchi 1-5 e l’asta finisce
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Annunci pubblici Annunci rivolti a tutti (es. comunicati stampa) Non dovrebbero essere vietati per se, perché possono avere effetti benefici anche per i consumatori (più informazione, minor incertezza futura sull’andamento dei prezzi), ma possono certamente essere usati per fini collusivi. Esempio: il caso Ethyl (additivi al gasolio) Oligopolio con 4 grandi imprese. Comunicati stampa relativi ad aumenti di prezzo: non rappresentano informazioni per i consumatori ma comunicazioni ai rivali sulle intenzioni di modificare il prezzo.
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Le clausole contrattuali/regole di prezzo
Spesso le imprese offrono clausole contrattuali come: 1. prezzo minimo garantito (most-favoured nation) Impegno del venditore verso un acquirente di applicare le stesse condizioni da lui offerte agli altri clienti (nei contratti di fornitura di lungo periodo). 2. clausole c.d. di “meeting competition” Se l’acquirente riceve un’offerta migliore, il venditore si impegna ad applicare le stesse condizioni del rivale. Tali clausole possono facilitare la collusione (allentano la concorrenza), perchè: riduce il vantaggio della deviazione (se l’impresa fa un prezzo minore ad un cliente lo deve poi fare a tutti). è un metodo per controllare i prezzi dei rivali e scambiare informazioni. Altre regole: prezzi di consegna uniformi/basing point (prezzo in funzione di una specifica località); prezzo di rivendita imposto (facilita il monitoraggio) Più trasparenza nei prezzi per i produttori.
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Dalla Teoria alla Pratica: quali pratiche dovrebbero essere illegali
Dalla Teoria alla Pratica: quali pratiche dovrebbero essere illegali? (I) Secondo la definizione economica la collusione è il risultato di una interazione strategica (che implica prezzi più alti del corrispondente equilibrio non-cooperativo). Sia accordi taciti che espliciti possono sostenere prezzi collusivi. Dai dati sui prezzi in un’industria si può inferire se c’è collusione Problemi, I: livello dei prezzi Dati sui prezzi possono non essere disponibili (e cmq prezzi di listino ≠ prezzi effettivi). E’ difficile stimare sia il prezzo di monopolio che il costo marginale Principio pericoloso: le imprese possono essere condannate solo perché praticano prezzi “troppo alti” (l’antitrust non punisce il potere di mercato in quanto tale ma il suo uso a fini anticompetitivi)
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Dalla Teoria alla Pratica: quali pratiche dovrebbero essere illegali
Dalla Teoria alla Pratica: quali pratiche dovrebbero essere illegali? (II) Problemi,II: evoluzione dei prezzi dell’industria nel tempo Parallelismo dei prezzi: non è sufficiente per stabilire se le imprese colludono (shock esogeni comuni) “Parallelism plus” non è convincente, a meno che non si dimostra che le imprese si sono accordate su una particolare pratica (clausola di miglior prezzo, scambio di informazioni) Periodi di guerra dei prezzi, non sono una prova. Possono essere causati da nuovi concorrenti nel mercato, riduzioni della domanda, nuova capacità produttiva Stime empiriche: non danno risultati conclusivi sull’esistenza della collusione
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Dalla Teoria alla Pratica: quali pratiche dovrebbero essere illegali
Dalla Teoria alla Pratica: quali pratiche dovrebbero essere illegali? (III) Le imprese dovrebbero essere condannate per condotta anti-competitiva solo se c’è prova che hanno comunicato per colludere. Evidenza di accordo di collusione, basato su elementi osservabili e verificabili (fax, , messaggi, ecc.). La collusione tacita non è consentita: anche se in teoria può essere sostenuta dalle imprese, in pratica è necessario coordinarsi e i modi per farlo lasciano traccia. Qualsiasi altra regola implica eccessiva discrezionalità. Gli interventi di politica della concorrenza possono essere ex-ante oltre che ex-post.
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Misure ex-ante per prevenire la collusione
Gli accordi di collusione sono forse il più grave danno alla concorrenza e per questo sono spesso puniti pesantemente. Come le autorità dovrebbero disegnare le proprie politiche per prevenire i comportamenti collusivi? Stilare una lista nera di pratiche vietate, che dovrebbero essere proibite per se Annunci privati Scambio di informazioni disaggregate Clausole di meeting-competition Partecipazioni incrociate Controllo su fusioni Disegnare i meccanismi d’asta ascendente in modo da evitare segnalazioni fra concorrenti (es. anonimato, round finale in busta chiusa)
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Misure ex-post per combattere la collusione
Ispezioni a sorpresa Programmi di leniency (immunità per chi collabora) Esperienze in USA (1978/1993) e EU (1996/2002) L’immunità deve essere chiara e certa Deve essere data possibilità alle imprese di collaborare anche dopo l’inizio di un’indagine
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JOINT VENTURES e altri ACCORDI ORIZZONTALI
Si tratta di accordi orizzontali (tra concorrenti) diversi da quelli collusivi, che non riguardano prezzi, quantità e concorrenza. Joint Ventures (JV):accordi fra rivali volti a creare una nuova entità per svolgere alcune attività al posto delle imprese partners. Entità ibrida che si pone a mezza strada tra fusione e accordo di cartello. Trade-off tra potere di mercato ed efficienza (riduzione dei costi di produzione). -JV nelle attività di R&D -JV nelle attività di marketing e di vendita -JV nella produzione
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JV nelle attività di R&D
Le JV in attività di Ricerca possono esser viste come una forma di collusione per limitare la competizione Se così dovrebbero essere vietate. Ma R&D è un “bene pubblico”: soggetto al problema del free-riding. In particolare l’attività di R&D è caratterizzata da: effetti di spillover (esternalità positiva): imitazione mobilità dei lavoratori ⇒sotto-investimento in R&D. non-rivalità nel consumo: ex-post la diffusione della conoscenza aumenta il welfare efficienza: la diffusione evita la duplicazione dei costi politiche industriali: incentivi per JV di ricerca (per aumentare gli incentivi ad innovare delle imprese).
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Queste possono verificarsi in particolare quando:
QUINDI: parte del beneficio dell’attività di R&D può essere goduto da altre imprese, le quali NON PAGANO per lo sforzo in R&D. Ciò riduce l’incentivo ad investire in R&D (perché mai dovrei spendere tanto in R&D se poi altri beneficeranno del mio investimento?) La società trarrebbe giovamento se le imprese investissero di più in R&D Accordi fra imprese possono alleviare il problema del free-rider MA attenzione a possibili conseguenze anticompetitive! Queste possono verificarsi in particolare quando: JV riguardano anche la fase della produzione e del marketing . JV coinvolgono molte imprese. Le imprese che fanno parte della JV hanno grandi quote di mercato. Art. 81 del Trattato Europeo: le JV di ricerca sono consentite per se quando i partner usano i risultati della ricerca indipendentemente uno dall’altro e le loro quote di mercato sono complessivamente inferiori al 25%. Altrimenti è necessaria una valutazione caso per caso.
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Altri accordi orizzontali
Cross licensing: quando due imprese si mettono a reciproca disposizione tecnologie protette da brevetti da loro detenuti. Eswaran mostra che in certi casi può favorire la collusione fra le imprese (es. tecnologie sostituibili e pagamento di royalties). Con tecnologie complementari lo scambio di licenze consente miglioramenti. Patent pooling: una società possiede i brevetti di 2 o più imprese e li concede a terzi come pacchetto. Se brevetti complementari pacchetto desiderabile perché riduce royalties e costi di transazione. Cooperazione per la definizione di uno standard. Aspetti positivi: compatibilità fra prodotti e benefici da effetti di rete indiretti; evita guerra di standard. Aspetti negativi: assenza di concorrenza potrebbe determinare il coordinamento sullo standard meno efficiente.
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