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PubblicatoAdriana Gatto Modificato 11 anni fa
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incontro-dibattito su Effetti reali della crisi finanziaria internazionale: un secondo 1929? Dipartimento di Economia, Finanza e Statistica Università di Perugia, 12 novembre 2008 Aula 1 – ore 11.00-13.00
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Cenni sulla "Grande Depressione" … e oggi? Marcello Signorelli copia di questa presentazione è scaricabile dalla mia home-page nel sito del Dipartimento di Economia, Finanza e Statistica allindirizzo: http://www.ec.unipg.it/DEFS/signorelli.html
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3 La "Grande Depressione" … L'inizio della "Grande Depressione" viene fatto coincidere con il crollo delle quotazioni azionarie alla Borsa di Wall Street avvenuto il 24 ottobre 1929 (giovedì nero) e, soprattutto, il 29 ottobre 1929 (martedì nero). Le conseguenze economiche e sociali di tale intensa e prolungata crisi economica hanno significativamente influenzato i contenuti di analisi e di policy della cosiddetta "rivoluzione keynesiana" e, in particolare, della principale opera di Keynes (Teoria Generale, 1936) in cui viene fortemente sostenuto il possibile ruolo attivo della politica economica (fiscale e monetaria) nel contribuire a determinare migliori condizioni in termini di domanda effettiva, disoccupazione involontaria e aspettative.
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4 Alcune evidenze empiriche (1) indicatori e variabili reali (Stati Uniti)
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5 Alcune evidenze empiriche (2) sintesi su indicatori e variabili reali (Stati Uniti) Per quanto riguarda gli indicatori e le variabili reali: - tra il 1929 ed il 1933 il PIL degli Stati Uniti si riduce in termini reali del 30,5% (conseguentemente al crollo di investimenti e consumi); - il numero dei disoccupati passa da 1,5 milioni ad oltre 12 milioni (con il tasso di disoccupazione che sfiora il 25% nel 1933 e tende a persistere negli anni successivi); - il numero degli occupati si riduce di oltre 8 milioni (il crollo della domanda aggregata e della produzione si accompagna con un forte calo della domanda di lavoro da parte delle imprese). - non va dimenticata la rilevanza del fenomeno dei fallimenti bancari, particolarmente numerosi nel 1931 e, soprattutto, nel 1933 (4 mila fallimenti su circa 20 mila banche operanti).
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6 Alcune evidenze empiriche (3) indicatori e variabili monetarie e finanziarie
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7 Alcune evidenze empiriche (4) indicatori e variabili monetarie e finanziarie - il PIL a prezzi correnti si riduce di quasi il 50% tra il 1929 ed il 1933; - la deflazione degli anni 1930-1933 riduce di circa il 25% il livello dei prezzi al consumo; - nonostante gli incrementi di Base Monetaria negli anni 1931-33, l'aggregato monetario M1 (ma anche M2) subisce rilevanti riduzioni fino al 1933 per effetto della marcata riduzione (dopo il 1930 fino al minimo del 1933) del moltiplicatore monetario (M1/BM) conseguente ai fallimenti bancari che inducono un maggior rapporto circolante/depositi. Fino al 1933 si ha una sostanziale stabilità dei saldi monetari reali (M1 ed il livello dei prezzi si riducono pressochè nella stessa proporzione) segnalando la tardiva adozione di una politica monetaria espansiva da parte della Federal Reserve. - è anche da notare come, in conseguenza della deflazione, si determinano (inevitabilmente) tassi di interesse reali positivi (oltre il 10% nel 1931-2) nonostante i tassi di interesse nominali molto bassi (ma, necessariamente, non negativi).
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8 Interpretazioni diverse ma …. (1) Gli economisti hanno fornito molteplici e differenti interpretazioni sulle cause e caratteristiche della "Grande Depressione (ad es. non c'è completo accordo neanche sul fatto che l'innesco della "Grande Depressione" sia derivato dallo scoppio della bolla speculativa relativa alla sopravvalutazione dei titoli azionari), pur concordando che un ruolo importante nello spiegarne intensità e durata sia da attribuire all'adozione di politiche economiche errate che hanno consentito e/o favorito il persistente crollo della domanda aggregata. Si noti che, mutando le condizioni cicliche e strutturali dell'economia, una certa misura di politica economica, se non modificata, può trasformarsi da "corretta" ad "errata".
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9 Interpretazioni diverse …. (2) Un primo filone di ricerca "keynesiano" si è concentrato sulla "spiegazione reale" ponendo l'attenzione sul ruolo cruciale svolto dalla riduzione ed instabilità della domanda per investimenti e consumi, soprattutto come conseguenza dell'incremento di incertezza sistemica (C. Romer, 1990). M. Friedman e A. Schwartz (1963) sono tra i sostenitori della "ipotesi monetaria" e pongono al centro della loro analisi l'andamento degli aggregati monetari e la politica monetaria (restrittiva) adottata dalla Fed nel determinare l'intensità ed il persistere degli effetti sulle grandezze reali. Bernanke (1983) ha posto l'attenzione anche sul ruolo della deflazione inattesa nel determinare la caduta della domanda aggregata, soprattutto degli investimenti, in conseguenza della maggiore costosità e razionamento dei finanziamenti esterni ("ipotesi finanziaria"). Un'ulteriore spiegazione (Bernanke, 2000) è legata al fatto che la "Grande Depressione", pur iniziata negli Stati Uniti, interessò quasi contemporaneamente molti paesi in regime di tassi di cambio fissi (Gold Standard) impedendo alle autorità di politica economica di utilizzare la politica monetaria per la stabilizzazione interna; la scelta della deflazione anzichè della svalutazione diviene così il principale fattore di spiegazione e trasmissione internazionale della crisi economica ("spiegazione internazionale").
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10 Interpretazioni diverse …. (3) … qualche riferimento bibliografico: Bernanke B.S. (1983), "Nonmonetary Effects of the Financial Crisis in the Propagation of the Great Depression", American Economic Review, pp. 257-276. Bernanke B.S. (2000), Essays on the Great Depression, Princeton University Press, Princeton. Friedman M. e A. Schwartz (1963), A Monetary History of the United States, 1867-1960, Princeton University Press, Princeton. Keynes J.M. (1936), The General Theory of Employment, Interest and Money, Macmillan, London. Romer C. (1990), "The Great Crash and the Onset of the Great Depression", Quarterly Journal of Economics, vol. 105, pp. 597-624.
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11 Keynes ed altri …. il ruolo della politica economica oggi La ricerca delle possibili spiegazioni della "Grande Depressione" hanno spinto Keynes e molti altri economisti a realizzare analisi teoriche ed empiriche sui complessi meccanismi di riequilibrio (risposta agli shocks) in un'economia di mercato nonchè sul possibile ruolo attivo della politica economica, fornendo preziosi strumenti conoscitivi alle autorità di politica economica e, forse, non è un caso che una crisi economica di tale intensità e durata non si sia più verificata. Lattuale crisi finanziaria è stata affrontata con un grande attivismo di politica economica (monetaria e non solo) e con un significativo sforzo di coordinamento e ciò scongiurerà il prodursi dei drammatici effetti reali che si ebbero dopo il 1929, ma gli effetti reali (ad es. in termini di crescita economica e disoccupazione) sono già (e saranno) comunque rilevanti.
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12 … e oggi? … quali effetti reali? … quali politiche? La definizione di concrete ed efficaci misure di politica macroeconomica e microeconomica è più che mai importante per contrastare gli effetti reali negativi della attuale crisi finanziaria internazionale.
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13 Grazie per lattenzione copia di questa presentazione è scaricabile dalla mia home-page nel sito del Dipartimento di Economia, Finanza e Statistica allindirizzo: http://www.ec.unipg.it/DEFS/signorelli.html
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