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Gli immigrati nelle campagne e nelle stalle lungo il Po Francesca Peano Cavasola CIRMiB Università Cattolica di Brescia.

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Presentazione sul tema: "Gli immigrati nelle campagne e nelle stalle lungo il Po Francesca Peano Cavasola CIRMiB Università Cattolica di Brescia."— Transcript della presentazione:

1 Gli immigrati nelle campagne e nelle stalle lungo il Po Francesca Peano Cavasola CIRMiB Università Cattolica di Brescia

2 Indice 1.Il tema 2.Un cammino geografico 3.Un cammino culturale 4.Conclusioni

3 Il tema La popolazione straniera si inserisce nelle aree rurali provocando soprattutto due evidenti effetti: – Rivitalizzazione demografica; – Rivitalizzazione economica. Quale reale beneficio nelle aree rurali lungo il Po?

4 Il cammino geografico Il territorio come fattore di integrazione

5 Forte attrazione di manodopera Piemonte, Lombardia, Veneto e Emilia Romagna sono tra le prime 5 regioni per presenza della popolazione straniera immigrata; A fronte di una contrazione del 15% dei lavoratori impiegati nel settore primario, il numero degli immigrati in queste regioni è salito percentualmente dal 10 al 20% immigrati nel settore primario; Il peso della manodopera straniera nel settore è cresciuto fortemente al Nord: nel 2000 era il 35% del totale, mentre nel 2007 il 50%.

6 Settori e Qualità occupazionale La presenza degli immigrati in queste aree è concentrata soprattutto in alcuni settori (Zootecnia e Florovivaismo occupano 1/3 della manodopera straniera e sono in crescita a fronte invece di una diminuzione nel settore colture arboree); Questi settori garantiscono più di altri la stabilità occupazionale indipendentemente dalla stagionalità; Nellarea geografica in esame il 70-80% dei contratti sono annuali, anche se cè uno scarso rispetto delle retribuzioni sindacali.

7 Specializzazione etnica Loccupazione è connotata anche da una forte omogeneità etnica nei vari settori (esempi di corrispondenza settori/etnie: zootecnia = indiani e pakistani; risaie = cinesi; viticoltura = polacchi e albanesi); Le ragioni di questa scelta: –presenza di connazionali che già lavorano nel settore; –fidelizzazione degli imprenditori agricoli ad alcune etnie; –presenza di elementi culturali che giustificano o fanno supporre una vocazione settoriale.

8 Stabilizzazione delle famiglie A differenza del Sud, dove molti degli occupati sono braccianti stagionali, soprattutto uomini soli, nel Nord si sono stanziate molte famiglie; Per esempio in Lombardia Cremona, Mantova e Pavia hanno tasso di presenza di famiglie con nucleo molto elevato rispetto alla media regionale (72,8; 68 e 69% contro la media regionale di 65,6%); Tra le ragioni che hanno favorito il ricongiungimento delle famiglie: una minore precarietà del lavoro e una maggiore disponibilità dellalloggio (di solito presso il luogo di lavoro).

9 Piemonte Studio caso inea

10 Lombardia Testimonianze mediatori

11 Il cammino culturale dalla produzione delle persone

12 DOVE GLI STRANIERI SONO: Accolti in modo strumentale e posizione subalterna (%imprenditori), poichè non hanno accesso a posizioni qualificate; Isolati dal punto di vista geografico (piena coincidenza luogo di vita/luogo di lavoro) e sociale (la lontananza anagrafica dalla comunità senilizzata, posizione più bassa della scala sociale) DIFFICILMENTE SARA POSSIBILE UN LORO CONTRIBUTO ALLA RINASCITA DELLE AREE RURALI (dal punto di vista demografico ad esempio si stanno già adeguando allo standard italiano).

13 alla produzione per le persone

14 DOVE GLI STRANIERI SONO: Valorizzati per le loro competenze (es. cinesi nelle risaie); Valorizzati economicamente con uno stipendio in grado di sostenere la loro famiglia); Coinvolti in un progetto comune per il territorio (es. agricoltura biologica, ma anche associazionismo immigrato sul territorio). SI STANNO GIA SPENDENDO PER ARRICCHIRE E RIVITALIZZARE IL TERRITORIO IN CUI SI TROVANO

15 Conclusioni A dispetto della mancanza di attrattiva delle zone rurali e degli impieghi loro offerti gli immigrati si sono stabilizzati nelle nostre aree rurali; Emergono tuttavia differenze sostanziali nella loro possibilità di integrazione (Indiani più soddisfatti nel settore zootecnico, mentre meno soddisfatti nel florovivaismo); La capacità dinvestimento nelle risorse umane del territorio di accoglienza si rivela la chiave per ottenere benefici non solo sul piano demografico ed economico, ma anche sul piano di un generale miglioramento della qualità della vita.


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